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Scandalo sotto la neve: Harmony Destiny
Scandalo sotto la neve: Harmony Destiny
Scandalo sotto la neve: Harmony Destiny
E-book185 pagine3 ore

Scandalo sotto la neve: Harmony Destiny

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Info su questo ebook

Scandali a Dallas 2/3
Durante una pausa dalla stressante vita pubblica, il petroliere e sindaco di Dallas Chase Ferguson si ritrova bloccato nella tenuta di famiglia da una tempesta di neve insieme a Miriam Andrix, la donna con cui dieci anni prima ha avuto una relazione. Non passa molto tempo prima che il desiderio riaffiori e i loro corpi si riconoscano, in un intreccio di passione e nostalgia. Ma lo scandalo è dietro l'angolo: lui è un politico, lei un'ambientalista che osteggia gli interessi che lui difende...
Così, quando la bolla creata dalla tempesta di neve si dissolve, la realtà e i paparazzi irrompono in quell'idillio ritrovato. Come può Chase proteggere la donna che ama? C'è una sola cosa da fare...
LinguaItaliano
Data di uscita20 nov 2019
ISBN9788830507678
Scandalo sotto la neve: Harmony Destiny

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    Anteprima del libro

    Scandalo sotto la neve - Jessica Lemmon

    successivo.

    1

    Il migliore amico del sindaco Chase Ferguson, nonché responsabile del suo servizio di sicurezza, entrò nell'ufficio del primo cittadino di Dallas, stringendo un foglio di carta nella mano.

    «Occupato?» chiese Emmett.

    «Non immagini quanto» rispose Chase con tono faceto. In effetti, da una ventina di minuti non faceva che fissare un punto sulla parete che gli stava di fronte, cercando di capire come rispondere alla mail del governatore.

    «Non ti ruberò molto tempo.» Emmett non stava sorridendo, ma Chase avrebbe scommesso che era di buonumore. Senza fiatare, con un gesto teatrale, lasciò cadere il foglio sul ripiano della sua scrivania.

    Chase sollevò quella che scoprì essere una fotografia a colori. Ritraeva una donna snella e dai lineamenti delicati che, con la bocca aperta in un grido di rabbia, reggeva un cartello. Cartello sul quale compariva l'immagine di un uccello dalle piume impregnate di una fanghiglia nerastra e su cui spiccava la scritta IL PETROLIO UCCIDE. Attorno a lei, una moltitudine di manifestanti brandiva cartelli dal tenore simile, ma fu la donna in primo piano a catturare la sua attenzione.

    Dei vaporosi riccioli scuri incorniciavano un paio di zigomi e delle labbra carnose. Perfino adesso, a distanza di anni, non doveva fare alcuno sforzo per ricordare distintamente la sensazione di quell'elegante corpo sinuoso premuto contro al proprio.

    Mimi Andrix era slanciata come una modella, con seni piccoli e curve invidiabili. Il tempo era stato generoso con lei, pensò Chase, dicendosi però che la considerazione dipendeva da quanto recentemente era stata scattata la foto.

    «Quando è stata fatta?» chiese.

    «Tre anni fa a Houston.»

    «E come ne sei venuto in possesso?»

    «Me l'ha segnalata uno dei membri del personale che cura la tua campagna politica. È stata recapitata in ufficio unitamente a una lettera che minaccia di inviarla a Jamie Holland.»

    L'avversario di Chase. Non esattamente un'anima candida, con rapporti discutibili con pezzi grossi texani non proprio raccomandabili e coinvolto in troppe attività illegali per elencarle tutte.

    «Stiamo cercando di capire da dove arriva, ma per ora non abbiamo avuto molta fortuna» disse Emmett con tono piatto e realistico.

    Chase borbottò tra sé. Ah, le campagne elettorali. Ormai le conosceva bene. Non solo era uno dei sindaci più giovani che Dallas avesse mai avuto, ma era anche un politico incorruttibile. Essendo un Ferguson, infatti, oltre che titolare per un terzo della Ferguson Oil, Chase aveva un sacco di soldi di suo. Non era assetato di potere o prestigio. Era assetato di giustizia. Essere confermato significava tenere alla larga dalla stanza dei bottoni i politici poco specchiati come Jamie Holland.

    «L'ho riconosciuta subito.» Emmett batté il dito su un angolo della fotografia. Aveva preso parte alla vacanza di tre mesi in cui Chase aveva incontrato Mimi ed era una delle poche persone che sapeva cosa c'era stato fra loro. Insomma, era al corrente di come fossero andati d'amore e d'accordo prima che tutto andasse a rotoli.

    «Deve assolutamente sapere che potrebbe essere tirata in ballo per colpire me.» Mimi odiava la politica. Non avrebbe gradito di vedersi trascinata nel fango durante la prossima campagna elettorale se e quando la notizia della loro vecchia relazione fosse venuta alla luce del sole.

    «L'ho rintracciata. Vive a Bigfork. Hai in programma un viaggio in Montana a breve, giusto? Perché non vai a parlarle di persona?» buttò lì ammiccando l'amico e collaboratore.

    «Chissà perché, dubito che mi accoglierebbe a braccia aperte.» L'ultima volta che l'aveva vista, infatti era stato per metterla su un aereo in partenza da Dallas con destinazione Bigfork. Rossa in volto per la rabbia, all'epoca lei lo aveva odiato e Chase dubitava che i sentimenti nei suoi confronti fossero cambiati nel tempo.

    «Lavora per un'associazione per la protezione della natura. Un'organizzazione ambientalista. La sua biografia è sul sito web Saving the planet

    L'informazione strappò un sorriso carico di orgoglio a Chase. Il cuore tenero e altruista di Mimi era stato talmente grande da abbracciare non solo lui, ma anche le cause ambientaliste per cui si era sempre battuta con fervente passione. Solo quando era venuta con lui a Dallas aveva appreso del coinvolgimento diretto di Chase in quello che, per citare le sue stesse parole, aveva definito come: uno dei maggiori nemici dell'ambiente. D'altra parte, l'attività di famiglia era da sempre legata al petrolio.

    In ogni caso, quando lo aveva scoperto, non aveva affatto chiuso con lui. Chase era rimasto sorpreso che avesse guardato oltre il fatto che la sua ricchezza provenisse proprio dal settore più letale per le cause che sosteneva, invece lo aveva fatto. Con le lacrime agli occhi, gli aveva detto che non glielo avrebbe mai rinfacciato, che se ne sarebbe fatta una ragione, che l'unica cosa importante era ciò che provavano l'uno per l'altra.

    Così era stato lui a mettere la parola fine alla loro storia. Lo aveva straziato farlo. Tuttavia aveva capito che il motivo di contrasto era troppo forte perché potessero ignorarlo e aveva preferito che si lasciassero in modo civile.

    «Ti sei mai chiesto» disse Emmett mentre si girava per avviarsi alla porta, «come sarebbe andata se voi due vi foste sposati?»

    «No.» Chase non aveva mai ripensamenti sulle decisioni prese. Lo scopo di ponderarne una era proprio quello di non dover più tornare sull'argomento.

    «La vista di quella foto mi ha spinto a domandarmi se alla fine si sarebbe piegata lei alla tua volontà, diventando la moglie appropriata di un politico, o se avresti ceduto tu alla sua, mettendoti a manifestare contro i grandi mali causati dal petrolio.»

    Il bagel che Chase aveva mangiato a colazione gli si inchiodò sullo stomaco. Non gli andava di pensare a ciò che sarebbe potuto accadere.

    «Sicuramente la prima delle due» rispose. Ed era proprio per questo che non aveva voluto proseguire la relazione con Mimi. Perché lei era troppo convinta delle sue idee e non era giusto costringerla a rinnegarle per amore. Per questo Chase l'aveva messa su quell'aereo, dicendole che un taglio netto era la cosa più giusta da fare.

    Emmett si chiuse la porta alle spalle, lasciando Chase nel suo ufficio in compagnia di pensieri che non avrebbe voluto avere. Aveva avuto un sacco di brevi relazioni nei dieci anni successivi a quando lui e Mimi avevano chiuso. Non sapeva se fosse per l'età che avevano all'epoca: lui ventisei anni e lei ventitré, o se fosse piuttosto perché la considerava l'avventura estiva per eccellenza, fatto stava che lei gli era rimasta impressa nella mente fino a oggi. Era stato fra le sue braccia per tre mesi, ma quei tre mesi gli parevano tre anni.

    In buona sostanza, lei aveva lasciato il segno. Un segno indelebile.

    A quel tempo, non era conciliante come lo era adesso. Un po' come il padre, Rider, aveva avuto un carattere spigoloso. Sua madre Eleanor si era premurata di cercare di smussare quegli spigoli presenti nei figli. Con Chase c'era riuscita, mentre Zach, sebbene fosse tornato per entrare nell'azienda di famiglia, aveva mantenuto un'indole indomita piuttosto spiccata. Quella di Chase, invece, era stata sepolta da un pezzo.

    Diamine, probabilmente era sul fondo del Flathead Lake in Montana.

    Una volta convintosi di voler entrare in politica, si era di buon grado ammorbidito. Se non fosse diventato più conciliante, immaginava che sarebbe diventato come Emmett, che non era esagerato descrivere come spigoloso tanto ai bordi quanto al centro.

    Emmett aveva iniziato nel campo della sicurezza, che ben si adattava sia al suo fisico sia al suo cervello, e di lì a poco Chase gli aveva chiesto di gestirgli la scorta personale.

    Emmett era ancora al suo servizio, ma le mansioni adesso spaziavano su tutto ciò che aveva a che fare con la posizione di sindaco di Chase. La lealtà era un lusso che non si poteva comperare nel mondo della politica, così Chase si considerava fortunato ad avere l'amico di una vita a guardargli le spalle.

    Sollevò nuovamente la foto e provò a immaginarsi con Mimi al giorno d'oggi. Non la vedeva da dieci anni, da quando le aveva detto addio. Lei lo aveva accusato di essere un codardo. Di essere troppo ottuso per capire quello che lei aveva capito perfettamente. In piedi, sulla pista del campo di volo, in procinto di salire sull'aereo privato, per farsi sentire al di sopra del rombo dei motori gli aveva gridato che si amavano e che erano quel genere di coppia che sarebbe potuta rimanere insieme per sempre.

    Se solo vorrai darci una chance.

    Lui però non aveva dato loro alcuna possibilità.

    Chase aprì il primo cassetto della scrivania e vi chiuse a chiave la fotografia. A dispetto dell'appassionata argomentazione di Mimi, aveva saputo che, per quanto soddisfacente fosse il sesso fra loro o per quanto il tempo sembrasse volare quando erano insieme, non potevano avere la certezza che sarebbe durata per sempre dopo soli pochi mesi che si frequentavano.

    Il sorriso che gli si disegnò sul volto adesso non rifletté alcun rimpianto, ma solo un'infinita dolcezza suscitata dai ricordi. Le settimane e i mesi prima della loro amara separazione erano stati riempiti dalle risate di Mimi e dalle sue dita affusolate che gli scompigliavano i capelli. Rammentava ancora il modo in cui gli sussurrava all'orecchio, facendogli sentire il suo alito caldo mentre facevano l'amore. Lo aveva portato al lago in più di un'occasione e lo aveva convinto a liberarsi dei vestiti e a fare il bagno nudi alla luce della luna piena.

    Per fortuna, almeno per ora, non erano riaffiorate foto di quelle notti di passione.

    Eh, sì, aveva un mucchio di bei ricordi di quell'estate. Come la volta in cui si erano intrufolati in una proprietà privata sul lago. La villa era disgustosamente arrogante nella sua imponenza.

    Era composta da una miriade di stanze, compresi cinque bagni, per un totale di più di settecento metri quadrati.

    Chase lo sapeva perché la teneva d'occhio da anni, in attesa che il riservato proprietario morisse o si decidesse di trasferirsi altrove.

    Tre anni prima, il proprietario l'aveva messa in vendita e Chase l'aveva acquistata per una cifra stratosferica. Da allora, era stata completamente ristrutturata.

    Insieme all'immobile, Chase si era assicurato anche una buona fetta di spiaggia sul lago però poi c'era stato tre, quattro volte in tutto. Cercava di farci un salto almeno una volta all'anno, ma non sempre ci riusciva. Durante quei brevi soggiorni, il pensiero di Mimi non lo attanagliava come faceva il muschio con la roccia, ma lo sfiorava piuttosto con la leggerezza di una foglia che scivolava sulla superficie dell'acqua.

    In ogni caso, non amava indugiare sui ricordi e sul passato. A che pro?

    Alzatosi dalla scrivania, si avvicinò alla finestra dell'ufficio. Dallas si stendeva davanti a lui, sonnacchiosa nella temperatura che andava rinfrescandosi in vista dell'inverno. Mancavano diciotto mesi alla rielezione e, sebbene si fosse sempre e comunque in campagna elettorale, non sarebbero stati nel pieno dell'impegno ancora per un po'.

    Il viaggio in programma a Bigfork avrebbe rappresentato verosimilmente l'ultima occasione di prendersi una pausa. Certo, se era invischiata in un qualche sporco gioco politico, lui avrebbe fatto meglio a trovarsi a Dallas che nel cortile di casa di Mimi.

    Per due secondi buoni, prese in considerazione di annullare il viaggio. Poi mise da parte i dubbi. Era in grado di gestire la stampa, nel bene e nel male. Era così che era stato eletto. Non avrebbe rinunciato al viaggio a causa di Mimi, così come non si sarebbe recato là per lei.

    Il passato era passato, e il futuro era tutto ciò che contava.

    La decisione era presa.

    «E dai, Stefanie.» Eleanor Ferguson riprese amabilmente la sua unica figlia femmina dalla parte opposta del tavolo della sala da pranzo.

    Stefanie alzò gli occhi al cielo. Sua madre aveva la capacità di tirare fuori la bambina che era in lei. Probabilmente perché la trattava come tale ogni volta che si riunivano in occasione di qualche festività. O pseudo festività, come in quel caso.

    Di soppiatto, lanciò un'occhiata ai fratelli. Fresco di lavoro fino a tardi, Chase, in giacca e cravatta, sedeva rigido sulla sedia. Da parte sua, la guardò inarcando con fare regale un sopracciglio, ma non fece commenti. Zach sedeva accanto alla moglie Penelope, ma era troppo occupato con la figlioletta di dieci mesi per prestare attenzione ai bonari bisticci fra madre e sorella.

    Seduto a capotavola di fronte a Rider Ferguson, Emmett Keaton, migliore amico e responsabile della sicurezza di Chase, mangiò in silenzio qualche forchettata di fagiolini e osservò Stefanie con espressione imperscrutabile come al solito.

    Accidenti, la faceva imbestialire.

    Le faceva sentire il fiato sul collo da quando era malauguratamente uscita con uno dei nemici politici giurati di Chase. Da allora, Emmett era diventato la sua ombra. Ultimamente, era talmente conscia della sua presenza che non vedeva l'ora di partecipare a un qualunque evento che non lo includesse. Eppure, anche stasera, eccolo lì.

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