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Weekend a Las Vegas: Harmony Destiny
Weekend a Las Vegas: Harmony Destiny
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E-book188 pagine2 ore

Weekend a Las Vegas: Harmony Destiny

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Info su questo ebook

Concludere una notte a base di tequila e sesso con un matrimonio a Las Vegas sembra piuttosto divertente per Meredith e Jason, ma il mattino seguente, a mente lucida, le cose appaiono sotto un'altra luce. Ed entrambi decidono di comune accordo di non registrare la licenza matrimoniale. Due anni dopo, Meredith Chandler-Harris scopre, però, di essere ancora sposata legalmente all'irresistibile Jason Lynhurst, l'unico uomo che le abbia mai fatto perdere la testa. Ora lui è in procinto di diventare l'amministratore delegato della società di famiglia nonché di sposarsi con una donna molto utile alla sua nuova posizione. L'arrivo in città di Meredith scombina i piani di tutti, soprattutto di Jason che non ha mai dimenticato quel weekend di fuoco.
LinguaItaliano
Data di uscita21 mar 2016
ISBN9788858946268
Weekend a Las Vegas: Harmony Destiny

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    Anteprima del libro

    Weekend a Las Vegas - Kat Cantrell

    successivo.

    1

    Normalmente, un viaggio a sorpresa a Manhattan si sarebbe collocato molto in alto nella lista delle cose più cool da fare per Meredith Chandler-Harris. Una visita a una delle case di moda più famose al mondo si sarebbe addirittura piazzata in cima a questa classifica. Non così la prospettiva di dover dire all'uomo che da due anni cercava di dimenticare che erano sposati. Bastava questo per rovinarle Manhattan, la moda e, maledizione, perfino i possibili Martini.

    Che erano il drink per antonomasia di Jason.

    Meredith si spostò nel modo meno appariscente possibile sul divano in pelle mentre aspettava che la receptionist la ammettesse nello studio di Jason Lynhurst, chief operating officer della Lyn Couture, nonché marito di Meredith.

    «Il signor Lynhurst la può ricevere» annunciò la segretaria con tono assai freddo.

    Meredith veniva sempre accolta con un certo gelo dalle altre donne, che evidentemente non le perdonavano i doni che Madre Natura le aveva magnanimamente concesso fin dalla nascita. Ormai, però, ci aveva fatto il callo.

    La Lyn Couture era in pieno fermento oltre l'area della reception. Affascinata, Meredith allungò il collo per sbirciare bozzetti di capi incantevoli e campioni di favolosi tessuti ammonticchiati su tavoli e scrivanie.

    Era qui che prendeva corpo l'affascinante alchimia della moda. Meredith adorava tutto dei vestiti: acquistarli, possederli, indossarli. Tuttavia per una che voleva rilevare il cinquanta percento dell'attività della sorella, specializzata in abiti da sposa, la Lyn Couture rappresentava molto più di un'azienda affermata: rappresentava un mondo da sogno.

    Perfino Meredith possedeva un paio di jeans Lyn. Naturalmente, ignorava chi fosse Jason quando aveva incrociato il suo sguardo sulla pista da ballo a Las Vegas. Sapeva solo che si muoveva come un uomo sicuro di sé e che aveva degli zigomi da paura. E aveva voluto concedersi un assaggio di quello straordinario fusto solo per apprendere due anni più tardi che aveva affondato i denti in qualcosa di decisamente più grosso di ciò che aveva immaginato.

    Delle occhiate curiose le vennero lanciate mentre seguiva la Receptionist di Ghiaccio fino all'ufficio d'angolo.

    «Signor Lynhurst?» disse la donna, restando davanti alla porta aperta. «Ecco la signora che desidera vederla.»

    Signor Lynhurst. Ma per favore! Quell'uomo aveva fatto a Meredith più cose peccaminose in un weekend che tutti gli uomini che aveva avuto da allora messi insieme. Possibile che non ci fosse nessuno sulla piazza in grado di farglielo dimenticare?

    «Grazie, cara. Da qui in avanti, me la cavo da sola.» Meredith passò accanto alla receptionist ed entrò con passo sicuro nell'ufficio come se fosse suo, perché era così che si otteneva l'attenzione della gente.

    E lei aveva bisogno dell'attenzione di Jason, dato che doveva convincerlo a concederle un tranquillo divorzio. Subito. Perché era l'unico modo per trovare il coraggio di chiedere al padre un prestito per entrare in società con sua sorella.

    Inoltre, non era pronta per essere sposata, con Jason o con chiunque altro. Non fino a quando non avesse capito cosa avrebbe fatto da grande. Era questo il motivo per cui, già nella fredda luce dell'alba, la cerimonia nuziale secondo lo stile pacchiano di Las Vegas le era sembrata tutto fuorché una buona idea. Il certificato di matrimonio non avrebbe mai dovuto essere depositato invece, che le piacesse o meno, si era ritrovata così com'era. Vale a dire, sposata con Jason.

    L'uomo in questione se ne stava seduto dietro a una scrivania moderna ed elegante. Quando i loro sguardi si incontrarono intrecciandosi, il respiro le si fermò in gola. Oh, sì. Quello era il motivo per cui nessun uomo in circolazione poteva toglierle Jason dalla mente.

    Quegli zigomi. Da morire. Capelli biondo chiaro, scompigliati ad arte, che parevano chiederle di infilarci dentro le dita mentre lo spingeva indietro per dargli un bacio incandescente. Arguto, spiritoso, sensuale e, udite, udite, la ascoltava quando parlava.

    Gli uomini raramente la consideravano per quello che andava oltre l'aspetto fisico, Jason invece aveva chiesto il suo parere e lo aveva pure accettato.

    Da allora, lui era il modello rispetto al quale aveva confrontato tutti gli altri uomini, trovandoli immancabilmente non all'altezza. E due anni non avevano minimamente intaccato la potenza del suo fascino.

    Nel suo impeccabile completo scuro con tutta probabilità tagliato e cucito a pochi metri dal suo ufficio, Jason si alzò dalla scrivania, facendole aumentare la salivazione.

    «Meredith, ti trovo in gran forma.» Se lo aveva sorpreso con quella visita inaspettata, la sua voce suadente non lo lasciò intendere.

    «Grazie per avermi ricevuta con un preavviso così breve.» Che simpatica situazione. Due persone che tornavano a familiarizzare dopo che avevano pensato che non si sarebbero viste mai più. Be', meglio andare al dunque. «Abbiamo un problema. Prima lo risolviamo, meglio è.»

    «Spero tu non sia venuta a dirmi che sei rimasta incinta e che sei venuta a rendermene partecipe.»

    Ehi, per che razza di donna l'aveva presa? Meredith represse l'indignazione. In fondo, non si conoscevano molto bene. Il fine settimana sfrenato a Las Vegas era stato un colpo di testa, non un tentativo di trovare il compagno di una vita. Il matrimonio, invece, era stato un errore.

    E lo sapevano entrambi.

    «No, niente di tutto questo.» Meredith spazzò via i suoi timori con un ampio gesto della mano e si sistemò su una delle poltrone di fronte alla scrivania di Jason, sperando che lui capisse l'antifona e tornasse ad accomodarsi.

    La sua voleva essere una visita amichevole.

    Jason si rilassò, almeno in parte, ma non si sedette. «Meglio così. Dunque, cosa posso fare per te?»

    Era una circostanza così assurda. Meredith aveva passato ore e ore a strusciare il proprio corpo contro quello di quell'uomo. La sua lingua aveva assaporato ogni singolo centimetro della pelle nascosta sotto quel completo sartoriale. Erano estranei, sia allora che adesso. Eppure non lo erano. Buffo come la sensazione fosse quella che si fossero visti appena ieri.

    «Oh, è una storia buffa.» Lei sorrise come se lo fosse davvero. «Ricordi quando abbiamo trovato quel posto che rilasciava licenze matrimoniali e abbiamo pensato che sarebbe stato fantastico sposarsi a Las Vegas per sigillare il nostro Patto della Maturità?»

    Il Patto della Maturità.

    Era sembrata una trovata brillante all'epoca... in seguito a quattro giri di tequila e a innumerevoli Martini. Dopo quel primo incontro iniziale di sguardi, non si erano separati un solo attimo per il resto del fine settimana. Si erano lanciati in una conversazione apparentemente interminabile in cui Meredith aveva rivelato gran parte della sua anima all'uomo che aveva appena conosciuto come mai le era capitato di fare in precedenza con chiunque altro. E lui aveva fatto altrettanto. Entrambi erano alla ricerca di qualcosa, qualsiasi cosa, che li aiutasse a varcare il ponte fra i capricci della gioventù e il resto delle loro vite.

    Il Patto della Maturità non si basava tanto sul fatto di rimanere sposati, quanto su quello di dimostrare che potevano fare cose da adulti. Che un impegno come il matrimonio non era poi così spaventoso se potevano affrontarlo insieme. Ironico come il matrimonio che avrebbe dovuto dimostrare che erano persone mature si fosse trasformato in un problema da adulti.

    «Certo che me ne ricordo» disse lui. «È stata l'unica volta che ho agito sull'impulso di una stupida idea.»

    Lei sospirò. Allora erano in due. Il Patto della Maturità avrebbe dovuto darle la forza d'animo necessaria per andare oltre il suo pedigree fatto di concorsi di bellezza e per trovare una collocazione nel mondo in cui farsi apprezzare per quello che aveva in testa. Tuttavia quella collocazione non l'aveva trovata. Non ancora.

    «Ecco, si dà il caso che in qualche modo l'atto di matrimonio sia stato trascritto.»

    «Cosa?» L'espressione di Jason si fece dura come selce. «Come è potuto accadere? Si supponeva che tu stracciassi quel documento.»

    «L'ho fatto! Be', insomma, l'ho gettato via. Nessuno mi ha detto che dovevo stracciarlo.»

    «Però è quello che si fa con qualcosa che non si vuole che finisca in mani sbagliate, Meredith.» Questo sembrò sufficiente a farlo finalmente sedere. «Numeri di carte di credito o documenti riservati che siano.»

    Lui si passò le dita nei capelli e per tutta risposta lei si sentì prudere i polpastrelli. La cosa le ricordò brutalmente che si era fatta un pensierino di poter rinverdire i vecchi tempi una volta risolto lo stupido errore che aveva commesso. Un ultimo giro di giostra nel letto di Jason probabilmente l'avrebbe aiutata a chiudere definitivamente quella storia.

    La cupa espressione sul volto di lui però non le diede troppe speranze in tal senso.

    «Senti, Jason, è così» disse filosoficamente lei. «Siamo legalmente uniti in matrimonio da ben due anni. Adesso dobbiamo affrontare la faccenda e poi magari potremo farci un drink o due, che te ne pare?»

    La proposta era abbastanza sfacciata, ma non sapeva che farci. Aveva la perversa esigenza di capire se era rimasto ancora qualcosa delle scintille fatte insieme un tempo.

    «Affrontare la faccenda? Oh, comprendo. Sei qui perché hai visto l'annuncio del mio fidanzamento e vuoi essere liquidata.» Lui annuì stancamente. «Quanto vuoi?»

    Jason era fidanzato? Magnifico. Ovvio che volesse risolvere al più presto questa seccatura. Meredith cercò di convincersi che era una vera fortuna ma, chissà perché, non ci riuscì.

    La delusione nell'apprendere che lui aveva voltato pagina molto più facilmente di lei si rivelò vagamente dolorosa. Dunque, non ci sarebbe stato spazio per rimpatriate di alcun genere. Né per un fine settimana di sesso scatenato.

    «Non voglio i tuoi soldi, Jason. Solo un divorzio senza addebito di colpa.»

    «Certo.» Il sarcasmo di lui era evidente. «Non appena hai scoperto che ero il figlio di Bettina Lynhurst, deve esserti brillato il simbolo dei dollari davanti agli occhi. Ammettilo. Hai registrato volutamente l'atto di matrimonio, sperando di passare poi all'incasso. Francamente, mi stupisce che tu abbia impiegato tanto a mettere in pratica il tuo trucchetto.»

    Meredith rimase a bocca spalancata. «Evidentemente dimentichi che sono una Chandler-Harris. Non ho alcun bisogno del pidocchioso patrimonio del tuo impero della moda. Houston è stata costruita con i soldi di mio padre. Quindi tieniti pure il tuo spregevole denaro, firma le carte del divorzio e torna pure al tuo lavoro.»

    Chissà per quale motivo, Jason sogghignò e la tensione sfumò. «Sai, avevo scordato quanto sai essere diretta. Tuttavia, se non sei qui per denaro, per cosa sei venuta?»

    «Ehi, cos'è che non afferri? È nell'interesse di entrambi ottenere un divorzio indolore. Ergo, sono qui per ottenerlo.»

    «Hai già preparato le carte? Magnifico. Dammele e le inoltro al mio avvocato. Se è tutto a posto, le firmerò e te le renderò per posta. Grazie per essere passata. Ti accompagno alla porta.»

    Jason si alzò. Lei no.

    «Che garanzia ho che non spiffererai tutto quanto ai media?»

    Se suo padre avesse scoperto quanto sconsideratamente si era comportata, non le avrebbe mai concesso un prestito per rilevare il cinquanta percento dell'attività legata agli abiti da sposa. E Meredith voleva dimostrare una volta per tutte che aveva la stoffa per farsi strada nella vita.

    Questo prestito era la chiave del suo futuro. Finalmente, non sarebbe più stata una semplice ex Miss Texas, ma avrebbe potuto dichiararsi a tutti gli effetti una donna in carriera.

    Jason fece un'aspra risata. «Perché mai dovrei voler reclamizzare qualcosa di così ridicolo come un matrimonio impulsivo a Las Vegas con una donna appena conosciuta, tanto stupida da non aver distrutto l'atto di matrimonio?»

    «Oh, non ti fare scrupoli, tesoro. Dimmi pure quello che pensi di me» replicò sarcasticamente lei, fulminandolo con un'occhiataccia. «Senti, bello. Siamo sulla stessa barca. E, per tua informazione, io sarò stupida, tu però non ne esci proprio come questo grande cervellone dall'aver sposato la sottoscritta per assecondare un capriccio. Detto questo, eccoti una copia dei documenti.»

    «Li farò esaminare dal mio avvocato. Non andare da nessuna parte» le raccomandò lui. «Voglio sistemare la cosa prima che tu lasci la città.»

    «Mi tratterrò in zona per qualche giorno, quindi vedi di sbrigarti.»

    Con uno svolazzo, lei scrisse il nome dell'hotel in cui alloggiava e il suo numero di cellulare su un post-it che gli appiccicò sul risvolto della giacca in un assurdo tentativo di toccarlo un'ultima volta.

    Peccato per quella fidanzata. E ancor più peccato che Jason Lynhurst si fosse messo alle spalle Meredith.

    In realtà il peccato più grande era che lei non poteva dire di aver fatto altrettanto con lui.

    Meredith. Con tante persone che avrebbero potuto presentarsi nel suo ufficio in un altrimenti irrilevante venerdì, era comparsa proprio lei.

    Era l'unica donna che lo avesse mai indotto a uscire da dietro quella facciata iperprofessionale, l'unica che poteva affermare di aver dormito nel suo letto perché, normalmente, lui teneva alla larga dal suo spazio personale le donne in genere. La loro breve relazione era stata pazzesca, qualcosa da tener testa alle sue più sfrenate fantasie erotiche, e completamente inusuale.

    Meredith era anche l'unica donna che avesse mai considerato veramente pericolosa. Per il suo benessere, per il suo futuro e il suo autocontrollo. Perché a Las Vegas non aveva potuto resisterle e aveva come la sensazione che non fosse cambiato nulla.

    Comunque non era né il momento, né il luogo per indugiare su questo. Aveva appuntamento con Avery entro un quarto d'ora e sua sorella gli avrebbe fatto una testa così se fosse arrivato in ritardo. Perciò prese la valigetta e, sceso in strada, invece di usare una delle auto aziendali, fermò un taxi.

    Una volta a bordo, la mente gli tornò alla vera e propria bomba che gli aveva sganciato addosso Meredith. A quanto pareva, non resisteva alla tentazione di pensare a lei, così come non aveva resistito agli sguardi seducenti che gli aveva lanciato a

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