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La notte degli amanti (eLit): eLit
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E-book164 pagine2 ore

La notte degli amanti (eLit): eLit

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Info su questo ebook

ROMANZO INEDITO
Vanessa Verne ha perso la testa per Morgan Fine, la granitica guardia del corpo di suo padre. Arriva addirittura a scriversi delle lettere anonime firmate da un presunto ammiratore un po' troppo focoso pur di essere protetta da lui. In questo modo potrà averlo vicino e sperare che tra loro accada qualcosa. E infatti una notte Morgan seduce Vanessa. Ma le cose non sono come sembrano: lui l'ha scambiata per un'altra e non sa di aver dormito... con la figlia del capo!
LinguaItaliano
Data di uscita7 gen 2020
ISBN9788830504974
La notte degli amanti (eLit): eLit
Autore

Jule McBride

When native West Virginian Jule McBride was a preschooler, she kept her books inside her grandmother's carved oak cabinet, to which only she had the key. Everyday, at reading time, she'd unlock the cabinet-and the magical worlds contained in the books inside. Only later did she realize the characters she'd come to love weren't real, and that's when she knew she'd one day be a writer herself. When asked why she usually writes comedy, Jule had this to say, "I've written romantic suspense novels and love them, but I probably love to write humor because laughter truly is the best medicine. Besides, ever since I can remember, funny things happen to me. Once, in first grade, I bundled up in my coat for recess-only to discover the hem hit my ankles, my arms were swallowed and my belt dragged the ground. Doing the logical thing, I fled home, convinced I was shrinking. (Mom's sleuthing-she was a great solver of conundrums-uncovered that I'd donned a sixth grader's identical coat.) Nevertheless to this day, I, like everybody, feel sometimes confused by life's little mysteries. Because of that, I love to create heroines who are in some kind of humorous jam when they meet their prince." A lover of books, Jule graduated from West Virginia State College with honors, then from the University of Pittsburgh where she also taught English. She's worked in libraries and as a book editor in New York City, but in 1993, her own dream to write finally came true with the publication of Wild Card Wedding. It received the Romantic Times Reviewers' Choice Award for Best First Series Romance, and ever since, the author has continued to pen heartwarming love stories that have repeatedly won awards and made appearances on romance bestseller lists. Today, after publishing nearly 30 Harlequin titles, Jule writes full-time, and often finds the inspiration for her stories while on the road, traveling between Pennsylvania, where she makes her home, and her family's farm in West Virginia.

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    Anteprima del libro

    La notte degli amanti (eLit) - Jule McBride

    successivo.

    1

    14 febbraio

    Buon San Valentino, Vanessa! Lo sai che sei dinamite pura? Sono qui che impazzisco nella speranza di rivederti. Il Blues Bar di Georgetown, dove ti ho vista per la prima volta, adesso mi sembra un posto magico, e in ogni momento spero di incontrarti ancora. La settimana scorsa ero alla raccolta fondi per i bambini poveri e avrei voluto avvicinarmi a te per sciogliere quei capelli dagli splendidi riflessi ramati e accarezzarli. E lo avrei fatto se quell'agente speciale nato da un incrocio tra Hulk e Antonio Banderas non ti fosse stato sempre appiccicato. Non mi è restato altro che fantasticare. Anche adesso sto pensando al tuo viso perfetto, al tuo collo da cigno, lungo e flessuoso... Se chiudo gli occhi riesco a immaginare di poterti toccare... Oh, Vanessa, impazzisco dal desiderio di accarezzarti. Voglio che immagini le mie mani avvicinarsi a te e sfilarti il cappottino in lamé dorato che indossavi. Con lentezza vorrei esplorare la tua morbida pelle sotto l'abito scollato. Sentiresti così il calore delle mie mani che sfiorano la tua schiena fino a raggiungere il fondoschiena. Sei una donna eccezionale, unica. Non sei nemmeno qui con me e mi fai gemere di piacere...

    E c'era molto di più in quella lettera. Eccome. Ma l'agente speciale Morgan Fine non voleva sottoporsi alla tortura di rileggerla. Almeno non la parte in cui l'autore della missiva continuava a raccontare la sua fantasia e toglieva l'abito a Vanessa Verne, la cliente di Morgan. E nemmeno quella in cui scopriva che la ragazza non portava mutandine. E men che meno la parte in cui il tipo perdeva il controllo e le sfilava prepotentemente i collant, tentazione che peraltro lo stesso Morgan aveva dovuto mettere a tacere nelle ultime due settimane.

    Ma questa sarebbe stata l'ultima lettera che la signorina Verne avrebbe ricevuto in sua presenza. Dopo avere controllato la posta del giorno in cerca di tracce di esplosivo gliel'avrebbe consegnata, e poi addio per sempre a quell'incarico.

    «Vanessa Verne» mormorò fissando gli schermi davanti a sé. «Ho bisogno soltanto di tre parole per descriverti... Sei molto pericolosa.» Sollevò il telecomando e premette i bottoni per visionare le numerose stanze di casa Verne, la cucina, l'enorme sala da pranzo, il salone, le camere da letto, i bagni, la piscina coperta e la sauna. E infine il grande studio con foto della defunta moglie del senatore Verne alle pareti, dove Vanessa, la figlia del senatore, gestiva la fondazione per il tumore al seno intitolata alla madre. «Almeno occupa un po' del suo tempo... altrimenti nemmeno io, che sono un incrocio tra Hulk e Antonio Banderas, potrei tenere quella donna lontana dai guai» ironizzò Morgan.

    Per quanto fosse irritato dalle lettere anonime doveva ammettere che quella descrizione non gli dispiaceva. Hulk e Banderas... niente male! L'avrebbe raccontata alle sue tre sorelle. Fissò lo sguardo sulla cucina ultramoderna, più grande di tutto il suo appartamento, a riprova del fatto che i senatori percepivano stipendi a dir poco considerevoli. O meglio, ex senatori, perché Ellery Verne si era ritirato dieci anni prima, almeno ufficialmente. Gli occhi di Morgan seguirono la passerella rossa del corridoio che portava dalla cucina alla suite privata della governante e un sorrisetto gli si dipinse in volto. Da quando Morgan lavorava in quella casa, Lucy, la cameriera, aveva flirtato sfacciatamente con lui, come del resto la pestifera Vanessa. Ma neanche con il pensiero avrebbe toccato la figlia del senatore... invece con Lucy era tutta un'altra storia.

    Morgan aveva bisogno di non pensare più all'occasione perduta. Il senatore aveva richiesto il migliore agente speciale e così lui era stato assegnato alla sua sorveglianza, non potendo di conseguenza partecipare in prima linea alle indagini per catturare il folle che spediva pacchi bomba ai senatori che facevano parte del Comitato di San Valentino. Ma ultimamente l'interesse per Vanessa aveva sviato i suoi pensieri dal lavoro. Abbassò lo sguardo e rilesse le parole: impazzisco dal desiderio di accarezzarti.

    Poteva ben capire questo ammiratore segreto, Vanessa Verne faceva davvero impazzire gli uomini, ma Lucy era molto meno rischiosa, e un agente speciale dei servizi segreti doveva stare sempre all'erta. Era la prima volta, dopo la storia con Cheryl, che si interessava di nuovo a una donna e non poteva permettersi errori.

    «Diciamo che è un modo per stare lontano da Vanessa» mormorò sollevando l'interfono.

    Scherzava solo a metà. La fama da seduttrice della signorina Verne era cosa nota. Per fortuna Morgan aveva finito il suo lavoro in casa del senatore senza lasciarsi coinvolgere da quella donna sensuale e intrigante. «Ben fatto» si disse.

    Mentre il telefono di Lucy squillava, ripensò al caso a cui stava lavorando, anche se passivamente. Tutto era iniziato un mese prima quando tre illustri senatori avevano formato un comitato per rivedere la normativa sul congedo per maternità. Poiché il loro primo incontro avrebbe avuto luogo quel giorno, San Valentino, si erano autonominati il Comitato di San Valentino, con gran gioia della stampa. Quanti mesi si dovevano concedere per il congedo di maternità? Tutti avevano la propria opinione, compreso un pazzo estremista che aveva iniziato a inviare lettere e pacchi bomba per intimorire gli ex senatori. La prima bomba, un cuore rosso appiccicato a un centrino in pizzo bianco, era esplosa nella veranda di David Sawyer nel Connecticut; la seconda, un cuore bianco su feltro rosso, era stata scoperta da un cane a casa di Samuel Perkins. Poiché pareva probabile che la terza venisse consegnata ai Verne, Morgan era stato ingaggiato per vegliare sulla posta e rilevare eventuali impronte.

    Oltre al compito di leggere le lettere d'amore di questo spudorato ammiratore segreto, Morgan aveva elaborato un rigido protocollo per il controllo della corrispondenza da passare al suo sostituto l'indomani, nonché un sistema di sicurezza molto accurato. Il telefono squillava ancora a vuoto. «Lucy, non mi deludere.»

    Stava per riagganciare quando una voce femminile assonnata rispose. «Chi è?»

    «Scusa, forse stavi dormendo?»

    «Morgan?» chiese una voce roca.

    «Sembri diversa.»

    «Diversa?»

    «Già. Sei molto sensuale» ammise lui.

    «Perché, non sono sexy di solito?»

    «Certo. È per questo che ho pensato di chiederti se per caso stasera ti andava un po' di compagnia.»

    «Perché no? Meglio tardi che mai.»

    Morgan rise soddisfatto e divertito. «Non mi è sembrato giusto chiedertelo prima perché lavoravo qui, ma dato che da domani non sarò più in questa casa...» E chi poteva sapere come sarebbe andata a finire? Magari lui e Lucy sarebbero stati bene insieme e avrebbero deciso di frequentarsi. Come aveva detto lei, meglio tardi che mai. Trentaquattro anni, Morgan era il più vecchio di cinque fratelli, e l'unico che non aveva una storia seria. «Sarò lì tra cinque minuti, non scappare» scherzò, teso per l'eccitazione.

    «Sai dove trovarmi? Sono...»

    «Lavoro per i servizi segreti, ricordi?» ribatté lui.

    «Ti aspetto, allora.»

    Riattaccò. Non era sorpreso del facile successo, visto il modo sfacciato in cui Lucy aveva giocato con lui. Sbirciò nella stanza accanto, dove aveva dormito nel letto antico a baldacchino. La sacca da viaggio era pronta, l'indomani alle otto sarebbe tornato alla base operativa. Finalmente sarebbe tornato in azione. Fare la guardia del corpo non gli era mai piaciuto, lui era entrato nei servizi segreti per agire. Se avesse preso il folle delle bombe, avrebbe ricevuto una promozione entrando finalmente a pieno titolo nella squadra investigativa.

    Si accinse a infilare la lettera per Vanessa nella busta. Avrei voluto avvicinarmi a te per sciogliere quei capelli dagli splendidi riflessi ramati. Morgan conosceva quella sensazione. Il suo incarico come guardia del corpo di Vanessa e del padre, durante la permanenza a casa Verne, gli aveva fatto sperimentare emozioni sconosciute. Gli pareva di risentire la sua voce. Morgan, mi aiuti a mettere la collana? Ha una chiusura minuscola...

    Era alta quasi uno e ottanta, collant in seta e gambe chilometriche. La sua non era una bellezza convenzionale, ma possedeva una classe e un'eleganza innate. Quando usciva per qualche evento mondano con l'élite di Washington indossava abiti da sera che la rendevano unica, e la stessa cosa succedeva a casa quando portava jeans, felpe larghe e scarpe da ginnastica.

    «Sei alto, sembri proprio adatto a me, Morgan» aveva commentato Vanessa durante una raccolta fondi. «La maggior parte degli uomini non lo è.»

    Non era riuscito a trattenersi. «Faresti bene a ricordare che io non sono la maggior parte degli uomini, tesoro.»

    Quello era stato il massimo a cui si era spinto. Lei lo aveva fulminato con uno sguardo mandandolo in tilt. In effetti aveva ragione; malgrado i tacchi a spillo vertiginosi di Vanessa, lui restava più alto. Lei però risplendeva nel suo abito d'oro, mentre lui con il completo grigio si confondeva con la tappezzeria. I sorrisi di Vanessa l'avevano fatto sentire a disagio, mai una donna l'aveva provocato in modo così spudorato. Alto, corpo atletico, era abituato a ricevere attenzioni dalle donne, ma di solito poi era sempre lui che iniziava l'opera di seduzione.

    Questa volta però Morgan non aveva ceduto alla tentazione. Era deciso ad andarsene da casa Verne con un lavoro ancora sicuro.

    Otto ore e il suo incarico sarebbe finito. Si alzò e si avviò verso la stanza di Vanessa. Un giornale l'aveva definita tremenda per natura. Il mese precedente era stata fotografata in atteggiamenti un po' troppo amichevoli con il suo insegnante di russo, Ivan Petrovich. Lui era stato allontanato e sua moglie lo aveva piantato in asso per quella storia.

    Un disastro. E nei servizi segreti si parlava ancora di Kenneth Hopper. Assunto dal senatore per tenere d'occhio Vanessa, fuggita dal college dopo la morte della madre due anni prima, Kenneth aveva impedito per miracolo che la peste si sposasse con un giardiniere. Da allora era finito oltreoceano a seguire non si sa quale indagine.

    Per fortuna Morgan era uno che imparava dagli errori altrui, e aveva evitato in tutti i modi Vanessa. Si arrestò davanti alla stanza di lei, dalla quale non filtrava alcuna luce. Si chinò e fece scivolare la missiva dell'ammiratore sconosciuto sotto la porta. Chissà chi era il mittente, e se era a conoscenza del carattere irrequieto di Vanessa. Morgan era stato al Blues Bar, un locale alla moda e pieno di fumo dove si suonava jazz fino all'alba; immaginava quindi che l'uomo fosse uno di quei ricchi ragazzi annoiati in cerca di una donna altrettanto ricca e annoiata.

    Scendendo al pianoterra ripassò mentalmente i volti maschili presenti all'ultima raccolta fondi. Chi aveva scritto quella lettera? «Piantala» si disse poi. A meno che il tipo si mettesse a inviare esplosivi, non erano affari suoi.

    Nel corridoio che portava alla suite di Lucy il buio era totale. E anche nelle stanze non sembrava esserci accesa alcuna illuminazione. Probabilmente Lucy doveva essersi addormentata e aveva dimenticato il loro appuntamento. O forse preferiva riceverlo nell'oscurità? Aprì piano la porta, si fermò e, cercando di adattare gli occhi al buio, sbirciò nella stanza. «Sei lì dentro?»

    La stessa voce sensuale che aveva sentito al telefono poco prima lo stuzzicò. «Non so, vediamo se riesci a trovarmi.»

    Morgan sorrise e si fece guidare dal cumulo di coperte sul letto. Prima di arrivare al materasso si era già sfilato la camicia dai pantaloni e aveva allentato la cravatta. Ridacchiando si buttò sul letto e meno di un secondo dopo lei gli aveva strappato la camicia di dosso. Allora anche lui si fece più aggressivo. Le accarezzò i piedi, i polpacci, infine le cosce. In assenza di proteste, si fece più audace.

    Era diversa da come se l'aspettava. Molto diversa. Gambe più lunghe, sospiri più dolci, seni più piccoli. Incredibile l'abilità di camuffarsi delle donne. Non lo sorprese invece la sua arrendevolezza. Erano settimane che gli lanciava messaggi espliciti.

    Incoraggiato dai sospiri estatici di Lucy, Morgan si accinse ad accarezzarle i capelli, ma al loro

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