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Lontano dagli occhi, vicini nel cuore: Harmony Jolly
Lontano dagli occhi, vicini nel cuore: Harmony Jolly
Lontano dagli occhi, vicini nel cuore: Harmony Jolly
E-book160 pagine1 ora

Lontano dagli occhi, vicini nel cuore: Harmony Jolly

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Info su questo ebook

Spose e milionari 1/2
Due fratelli milionari, due amiche del cuore e troppi segreti
Adele Hawthorne, rinomata wedding planner, si sta preparando al più grande evento della sua carriera, quando scopre che il testimone dello sposo è il suo ex, Dan Brimicombe. L'aveva lasciato per sua scelta, senza nemmeno una spiegazione, ma il risultato era stato comunque una dolorosa ferita per entrambi.
Ritrovarsi basta per capire che l'attrazione e l'amore che li univa sono ancora vivi e chiedono a gran voce una seconda possibilità, ma una nuova relazione tra loro è possibile soltanto sollevando il velo su ciò che li ha divisi. Il segreto svelato e l'amore corrisposto basteranno a colmare ogni distanza e a offrire ai loro cuori palpitanti l'opportunità di un nuovo, perfetto incontro?
LinguaItaliano
Data di uscita20 dic 2019
ISBN9788830508569
Lontano dagli occhi, vicini nel cuore: Harmony Jolly
Autore

Donna Alward

Tra le autrici più amate e lette dal pubblico italiano.

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    Anteprima del libro

    Lontano dagli occhi, vicini nel cuore - Donna Alward

    successivo.

    1

    Se la sposa avesse cambiato idea su qualcos'altro, Adele sarebbe esplosa! Non le capitava spesso di sentirsi così. Aveva conosciuto moltissime spose sull'orlo di una crisi di nervi, ma questa...

    Holly era dolce e simpatica, ma aveva decisamente manie di controllo. Adele pensò che forse avrebbe dovuto mandarla al centro benessere e dirle di tornare solo quando fosse stata del tutto rilassata e tirata a lucido quanto le sculture di ghiaccio che dovevano arrivare subito prima del ricevimento.

    «Sei sicura che le calle siano i fiori giusti per i centrotavola?» chiese Holly, tormentandosi il labbro inferiore con un dito dall'unghia lunga e fresca di manicure.

    «Sì» rispose Adele, con decisione. «Sono in rigoglio ed eleganti, e si armonizzano alla perfezione con il resto.» Prese un respiro e posò una mano sul braccio della sposa, con fare rassicurante. «Il tuo matrimonio sarà perfetto, Holly. Abbiamo curato ogni particolare. Tra due giorni sarai qui, in questa stessa sala, e sarà pura magia.»

    Si guardò intorno, abbracciando con lo sguardo l'enorme salone del famoso Hotel Fiori Cascade ed emise un lieve sospiro. Non era il primo matrimonio che organizzava lì, ma ogni volta sognava un po' a occhi aperti. A volte il suo sogno era ambientato nel salone principale, altre volte nella sala più piccola a fianco. In estate, i ricevimenti sul patio, con le Montagne Rocciose a fare da scenografia, erano davvero da favola...

    Ma le favole erano per le altre donne, non per lei. Lei si limitava a investire la sua energia e creatività nel creare un giorno perfetto per ogni coppia. Era un lavoro che le dava moltissima soddisfazione, anche se a volte la sua pazienza era messa un po' alla prova.

    «Sei sicura? Non pensi che fossero meglio le rose? Le gardenie?» insisté Holly.

    «Sicurissima.» Adele sorrise e spense il tablet. «Sta andando tutto come previsto, Holly. Domani ci saranno le prove generali e la cena per parenti e amici stretti. Abbiamo definito il menu e la lista dei vini. Mancano soltanto gli ospiti.» Sorrise alla ragazza. «Holly, stai per sposarti in uno degli alberghi più belli del mondo. Lo staff è bravissimo, e a tutto il resto penserò io. Tu devi solo goderti una giornata indimenticabile.»

    Stava per aggiungere: e tutta la vita dopo di essa, ma si trattenne. Era una wedding planner, non una consulente matrimoniale. Una volta bevuto l'ultimo bicchiere di champagne, il suo lavoro era finito. Alla fine di ogni incarico, faceva i suoi migliori auguri di felicità agli sposi, sperando con tutto il cuore che il loro matrimonio funzionasse... ma dipendeva da loro, non da lei.

    Holly sospirò e poi le rivolse un sorriso imbarazzato. «Va bene» disse. «Mi spiace. Di solito non sono così nevrotica.»

    Sentendo svanire la propria irritazione, Adele le rivolse un sorriso sincero. «Lo capisco: sei abituata a organizzare tutto tu. Ma stavolta non occorre, perché ci sono io. Fidati, so quel che faccio.»

    Si dedicava a quel lavoro da cinque anni e non c'era mai stata una crisi che non fosse riuscita a risolvere, spesso senza che gli sposi e gli ospiti si accorgessero che c'era stato un problema. Aveva i nervi saldi.

    «I nostri ospiti arrivano oggi, e stasera usciremo a divertirci» disse Holly, con tono molto più rilassato, mentre si dirigevano verso la porta dell'enorme salone. «Credo di averne bisogno.»

    «Non terrete un addio al celibato o al nubilato?»

    La sposa scosse il capo. «Abbiamo deciso di no. Il testimone di Pete viene da Toronto, la mia testimone è incinta e tutti gli altri arrivano da Calgary. Inoltre, io e le mie amiche ci siamo viste qualche giorno fa.» La donna arrossì, e Adele si chiese perché. Stava ripensando a una serata scatenata tra donne, forse? «Andremo in centro a Banff. Sarà una cosa informale.»

    Informale? Dato che il ricevimento voluto da Holly era tutt'altro che informale, Adele aggrottò la fronte, sorpresa. Era uno dei matrimoni più lussuosi che avesse mai organizzato.

    «Sarà una serata piacevole» commentò, mentre prendeva il cappotto, che aveva lasciato vicino alla porta. I due giorni successivi sarebbero stati intensi, e adesso voleva solo tornare a casa, rispondere alle mail arrivate durante il giorno, bere un bicchiere di vino e andare a dormire.

    Si infilò il pesante cappotto e mise una mano in tasca per prendere i guanti. Se non altro, la coppia aveva deciso di sposarsi in gennaio anziché a Natale come inizialmente previsto, pensò. In principio Holly era stata orientata su decorazioni rosso e oro, ma Adele era riuscita a convincerla a usare una combinazione blu e argento, molto più elegante e meno natalizia.

    «Oh!» Holly si fermò di botto. «Non ti ho chiesto delle sculture di ghiaccio. C'è modo di farle durare più a lungo? Sarebbe bello se resistessero tutta la serata.»

    Le sculture non erano enormi, e a meno di posizionarle all'esterno si sarebbero sciolte rapidamente. «Le metteremo nel salone all'ultimo istante» la rassicurò Adele. «Ma la durata dipende dalla temperatura dell'aria, che non posso controllare. Quando ci sono molte persone fa più caldo, lo sai.»

    Holly sembrò delusa, ma con sollievo di Adele non insisté. Stavano entrando nella hall quando la sposa lanciò un'esclamazione di gioia. «Lisa! Dan!»

    Adele si stava sistemando la borsetta sulla spalla, e quando alzò gli occhi si sentì raggelare. Holly corse verso i due nuovi arrivati e abbracciò prima la donna e poi l'uomo che indossava un cappotto color cammello e teneva in mano una valigia.

    Dan. Solo pensare a quel nome le fece stringere il cuore. Dan Brimicombe. Di tutti i Dan di Toronto, il testimone dello sposo doveva essere proprio lui! Era assurdo, quasi comico... Solo che non le veniva da ridere nemmeno un po'.

    Dan. L'uomo che un tempo aveva pensato di sposare.

    L'uomo cui aveva spezzato il cuore... Spezzando anche il proprio.

    Dan, il testimone dello sposo.

    E così Adele Hawthorne, wedding planner super efficiente, risolutrice di ogni problema ed esperta in gestione delle crisi, restò piantata lì, con la bocca semiaperta, senza sapere come reagire.

    «Siete venuti insieme dall'aeroporto? Ottima idea!» stava dicendo Holly. «Venite, vi presento la mia wedding planner. È meravigliosa.»

    Adele cercò di riprendersi dalla paralisi. Grazie al cielo, Dan non l'aveva ancora vista.

    La cosa peggiore era che lui non era cambiato affatto. Certo, il suo viso era un po' più scolpito, più maturo... Ma sembravano passati otto giorni, non otto anni, dall'ultima volta che lo aveva visto. Capelli scuri e folti, una lieve ombra di barba sulla mascella, il cappotto che tirava un po' sulle spalle larghe... E lo stesso portamento calmo e sicuro che all'epoca gli aveva invidiato tanto.

    In quel momento, lui si voltò e la scorse. Anche a qualche metro di distanza, lo vide impallidire. «Delly?»

    Lei si sentì serrare la gola. Nessun altro l'aveva mai chiamata con quel diminutivo.

    «Conosci Adele? Oh, santo cielo, è pazzesco!» esclamò Holly, che sembrava non si fosse accorta dello shock con cui Adele e Dan si guardavano. Lisa, invece, li stava fissando con curiosità.

    Dan fu il primo a riaversi dalla sorpresa. Le rivolse un sorriso un po' forzato, al limite della sincerità, e il suo viso riprese colore. «Ci conoscevamo all'università. Non ci vediamo da otto anni.»

    Otto anni, sette mesi e due settimane, completò lei mentalmente. «Ciao, Dan. È bello vederti» disse, rendendosi conto mentre parlava che non era una bugia. Rivederlo era traumatico, ma anche bello. Ciò che era successo non era stato colpa sua. Lui non aveva fatto niente di male.

    Dan sembrò leggermente stupito, ma annuì. «Anche per me.»

    Accorgendosi solo allora della tensione tra loro, Holly guardò prima l'uno e poi l'altra. «Non so cosa avrei fatto senza Adele» disse, in tono allegro ma con una punta di inquietudine.

    Lisa le porse la mano. «Ciao, sono una delle damigelle d'onore. Sei stata tu a scegliere i vestiti? Il mio è bellissimo!»

    «Sono lieta che ti piaccia» rispose Adele, sforzandosi di sorridere. «Domani verrà una sarta per gli ultimi ritocchi.» Si arrischiò a lanciare un'occhiata a Dan. «Anche per gli uomini, se ce n'è bisogno.»

    «Ottimo.»

    Sentendo all'improvviso un peso sullo stomaco, Adele tacque.

    «Sentite, perché voi due non fate due chiacchiere, adesso?» intervenne Holly. «Dan, Pete ti ha detto che stasera andremo a cena in città, immagino.»

    «Me l'ha accennato. Prima di uscire, però, vorrei sistemarmi in camera e fare qualche telefonata di lavoro.»

    Che lavoro faceva? Adele si rese conto in quel momento che non aveva idea di che strada avesse preso Dan dopo la laurea.

    Ma lui aveva appena chiarito di non aver voglia di fermarsi a parlare, non con lei almeno. Non poteva dargli torto, certo. Non gli aveva mai spiegato il vero motivo per cui aveva messo fine al loro rapporto. Anzi, gli aveva detto che non provava più le stesse cose. Era una bugia, ma all'epoca le era sembrata la soluzione più semplice.

    Mentre gli altri tre si dirigevano all'ascensore, Adele deglutì nervosamente. Non era stata del tutto una menzogna, si disse. Non si era più sentita la stessa dal giorno in cui aveva ricevuto la diagnosi. I suoi sentimenti per Dan non erano cambiati, ma era cambiata completamente la sua visione di se stessa e del suo posto nella vita di lui.

    La parola tumore tende ad avere un effetto di questo genere, soprattutto se abbinata alla parola sterilità. E lei era stata certa che Dan sarebbe stato molto meglio senza di lei.

    Dan si accorse che stava serrando i denti e cercò di rilassare la mascella. In quel modo, avrebbe finito per procurarsi un mal di testa, il mal di denti, o entrambi.

    Ma vedere Adele quel pomeriggio, senza avere il tempo di prepararsi o di riflettere, era stato uno shock.

    «Un'altra birra, Dan?» chiese Pete, dandogli di gomito.

    «Perché no?»

    L'amico ordinò un altro giro di bevande, urlando per farsi sentire nel fracasso del pub. Forse stava diventando vecchio, ma i luoghi rumorosi e affollati cominciavano a dargli sui nervi.

    Sorrise a Pete. «Ricordi quando abbiamo iniziato a lavorare? Dovevamo ancora saldare i debiti universitari e andavamo a mangiare solo in bettole.»

    Pete sollevò il bicchiere. «Bei tempi, vero?»

    Sì, erano stati bei tempi, pensò Dan. Adesso lavorava fino a tardi e quando usciva la sera di solito era per lavoro, non per divertimento.

    Sospirò. Aveva voglia di tornare nella sua stanza e andare a dormire. Erano le dieci passate, e cioè mezzanotte passata a Toronto, da dove veniva, e non aveva voglia di fare le ore piccole.

    Era la prima volta da anni che si prendeva una vacanza, e doveva incontrare proprio Delly! Vederla gli aveva guastato la serata.

    La cameriera tornò con un vassoio e gli posò davanti un bicchiere di birra, sorridendogli. Dan ricambiò il sorriso ma solo per cortesia. Era una bella ragazza, però in quel momento riusciva a pensare solo a Adele. Non era giusto trovarla di nuovo sul suo cammino, dopo che gli ci erano voluti anni per mettersi alle spalle la loro storia.

    «Amico, va tutto bene? Sembri furioso» gli disse Pete, bevendo un sorso della propria birra.

    «Holly non te l'ha detto?» Dan bevve un lungo sorso e posò il bicchiere sul tavolo. «La vostra wedding planner è la mia ex.»

    «Denise?»

    «Certo che no! Quella non è mai stata una storia seria. Intendo la ex.»

    Pete inarcò le sopracciglia. «Quella dell'università?»

    «Già. Me la sono trovata davanti all'improvviso questo pomeriggio, nella hall.»

    «Caspita! E che effetto ti ha fatto? L'hai trovata cambiata?»

    Dan ripensò a Adele in piedi nell'atrio, che lo fissava come se avesse visto un fantasma. «No. Mi è sembrata un po' troppo bella» ammise, finendo

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