La casa del mio cuore: Harmony Jolly
Di Donna Alward
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Info su questo ebook
Due fratelli milionari, due amiche del cuore e troppi segreti.
Harper McBride è una fotografa di matrimoni ed è abituata a cogliere la gioia e la felicità dell'essere per sempre felici e contenti, ma è anche convinta che per lei quel momento non arriverà mai. Proprio quando prende una decisione che potrebbe darle la possibilità di provare almeno in parte quella gioia, incontra un uomo che potrebbe renderla felice per sempre: Drew Brimicombe.
Solo che Harper cerca stabilità, mentre Drew è un eterno inquieto che non riesce a stare nello stesso posto per troppo tempo. Tuttavia le cose che hanno in comune forse sono più di quelle che li dividono, a partire da dove il loro cuore si sente a casa...
Donna Alward
Tra le autrici più amate e lette dal pubblico italiano.
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Anteprima del libro
La casa del mio cuore - Donna Alward
successivo.
1
Marzo
Era strano trovarsi davanti all'obiettivo invece che dietro di esso.
Harper McBride si sforzò di sorridere, ma quella visibilità la metteva a disagio. Di solito andava ai matrimoni come fotografa, il che voleva dire tenersi in disparte, diventare quasi invisibile e indossare abiti anonimi, meglio se con molte tasche. Quella sera, invece, aveva un vestito di seta che le aderiva alle curve. Aveva sempre avuto un fisico atletico e spalle larghe, non certo l'ideale per le mise eleganti; tuttavia, aveva messo comunque quel vestito che le lasciava le spalle nude e arrivava solo fino a metà coscia, facendola sentire al contempo sexy e a disagio.
Ma era il matrimonio della sua migliore amica, Adele, e Harper era disposta a fare qualsiasi cosa per lei.
Lo dimostrava il regalo di nozze che aveva proposto a Adele e Dan. Poter aiutare la sua migliore amica ad avere la famiglia che aveva sempre sognato la riempiva di gioia.
Prese un calice di champagne dal vassoio di un cameriere di passaggio e ne bevve un lungo sorso. Tra un'ora soltanto avrebbe potuto tagliare la corda, tornando al suo villino, a un buon libro e a un comodo pigiama di flanella...
«Eccoti. Dove eri sparita?»
Una voce profonda alle sue spalle le provocò un piacevole brivido. Drew, il fratello di Dan, era stato testimone di nozze insieme a Harper. Avevano percorso insieme la navata verso l'altare e ritorno. Lei gli aveva posato la mano sul braccio, con un tocco leggero che però le era bastato per sentire il calore e la forza dei suoi muscoli. Al ricevimento, si erano seduti vicini, e lei aveva inalato l'aroma lieve della sua colonia e aveva riso alle sue battute, ascoltando la sua voce calda e la sua risata. Drew Brimicombe era sexy e affascinante... Proprio il tipo d'uomo di cui Harper non si fidava.
I due fratelli si somigliavano, ma erano anche molto diversi. Dan, il dirigente, aveva capelli corti e sembrava James Bond nel suo impeccabile tight. Drew, invece, era lo sportivo della famiglia: alto un filo meno del fratello, portava i capelli più lunghi e sembrava che avesse sempre un'ombra di barba. Quella sera il tight gli cadeva benissimo, ma da lui emanava lo stesso qualcosa di ribelle che Harper trovava estremamente attraente.
Lei si voltò e gli rivolse un sorriso. «Ero con Dan e Adele sulla terrazza.»
«Fa freddo, lì fuori.»
«Non ci sono rimasta a lungo.» Harper bevve un sorso di champagne, sperando che il suo rossore non si notasse nella penombra. Una piccola orchestra suonava in un angolo. La mano di Drew le sfiorò la base della schiena, e lei stava per ritrarsi quando si avvide che la stava facendo spostare un po' a destra per far passare un cameriere con un vassoio pieno di antipasti.
Era troppo vicino.
«Scusami» disse lui, indietreggiando. «Temevo che ti urtasse e facesse volare gamberetti ovunque.» Le sorrise, un sorriso candido ma un po' ribaldo che le fece fare una capriola al cuore.
«Sarebbe stato terribile» concordò lei, cercando di calmarsi. Santo cielo, era solo un uomo come tanti! Non aveva tempo per pensare agli uomini, nemmeno a quelli con un delizioso mezzo sorriso e occhi scintillanti. Dopo il matrimonio lui sarebbe tornato da dove veniva... In California, le sembrava di ricordare.
«Ehi, Harper?»
«Sì?» Stava evitando di guardarlo, ma quando lui la chiamò dovette voltarsi e incontrare il suo sguardo. Gli occhi scuri di Drew erano caldi e sexy.
«Se non te l'ho già detto, sei una bomba, con quel vestito.»
Lei si sentì avvampare. «Grazie. Ogni tanto mi vesto elegante» scherzò. «Ma preferisco jeans e felpa.»
«Anch'io. Però non mi dispiace mettermi in ghingheri di tanto in tanto, soprattutto per un'occasione come questa.»
Lei sorrise. «Hai ragione.»
«Lo so» disse lui, con una sicurezza chiaramente spontanea, e lei emise una risata. Quando sollevò di nuovo il capo, lui le porgeva la mano. «Ti va?»
Le stava proponendo di ballare, pensò Harper, mentre il sorriso le si spegneva sulle labbra. Non era brava a flirtare, soprattutto quando c'era contatto fisico.
«Non so ballare» disse, distogliendo lo sguardo. Si sentiva a disagio.
«È tradizione che i due testimoni ballino insieme.»
Lei inarcò un sopracciglio. «Credimi, è meglio che tu eviti questa esperienza. Ti sto facendo un favore.»
Lui continuò a porgerle la mano. «Ma va'! Di cosa hai paura? Ti assicuro che sono beneducato.»
Non trovando altra scusa, lei accettò la mano.
Oh, no.
Nello stomaco di Harper prese il volo uno stormo di farfalle, mentre lui la portava verso la pista da ballo e la prendeva tra le braccia. Inspirò per farsi forza, ma l'aroma virile di Drew le fece girare leggermente la testa mentre si sforzava di assecondare i suoi movimenti.
«Vedi? Non è poi tanto male» sussurrò Drew, stringendola un po' di più a sé mentre la musica li sommergeva.
«Già» rispose lei. Era la cosa più travolgente che le accadeva da mesi, pensò. L'ultima volta che era rimasta senza fiato in quel modo si trovava vicino al lago Emerald e aveva fotografato una mamma grizzly con due cuccioli. Era la sua foto preferita, tanto che l'aveva ingrandita e incorniciata nella vetrina del suo studio sulla Banff Avenue.
Lui ridacchiò. «Non sei una donna semplice.»
Lei sollevò il viso a guardarlo. «Mi auguro di no.»
«Bene. Mi piacciono le sfide.»
Harper aggrottò la fronte. «Non sono una sfida, Drew. E tantomeno un trofeo.»
Gli occhi di lui brillavano di divertimento. «Grazie al cielo. Voglio dire... Mi piace il modo in cui mi tieni sulle spine.»
Si spostò di lato e lei gli inciampò leggermente sui piedi. Al volo, lui la sorresse con un braccio.
«Vedi?» brontolò lei, imbarazzata. «A ballare con me, rischi di rimetterci un piede.»
Lui scoppiò a ridere, un suono caldo e sincero che ogni volta le strappava un battito di cuore in più. Accidenti. Quell'uomo era puro fascino... e sembrava che fosse spontaneo, non artificiale. Era simpatico e metteva le persone a proprio agio.
E lei sarebbe stata decisamente a proprio agio, se non si fosse sentita tanto attratta da lui.
«Sei molto particolare, sai?» commentò lui a voce bassa. Aveva rallentato e faceva passi più piccoli, tanto che stavano a malapena ondeggiando sul posto. Harper deglutì nervosamente. Non era tanto sicura di sé, quando si trattava di uomini. Soprattutto se si trattava di tipi attraenti che sapevano toccare tutte le corde giuste.
«Grazie... credo» mormorò, sapendo che sarebbe stato meglio allontanarsi, ma desiderando di godersi quel momento un poco di più.
«Dico sul serio.» Drew si staccò leggermente per guardarla negli occhi. «Dan mi ha raccontato tutto ciò che hai fatto per aiutare lui e Adele. E due giorni fa sono capitato davanti al tuo studio e sono rimasto davvero colpito. Fai delle foto magnifiche.»
Lei si sentì avvampare. «Oh. Grazie.»
«I tuoi scatti naturalistici sono tra i migliori che abbia mai visto. Quello della mamma orsa con i cuccioli è stupendo.»
Era anche il suo preferito, e Harper sorrise, rilassandosi un po'. Le era molto più facile parlare del suo lavoro che di cose personali. «Sono molto orgogliosa di quella foto.»
«Perché ti occupi di matrimoni, quando hai un simile talento per la fotografia naturalistica?»
Lei alzò le spalle. «Mi piacciono anche i matrimoni. Sono gioiosi e pieni di speranza.» Almeno, lo erano per altre persone. Harper non era sicura che la famiglia facesse parte del suo destino. «Inoltre, mi pagano l'affitto. È grazie a questi servizi che posso occuparmi di foto naturalistiche. Banff non è una città a buon mercato.»
Lui annuì. «Mi fa piacere vedere che sei più rilassata. Non mordo mica, sai.» E mentre lei rideva, aggiunse: «A meno che tu non me lo chieda».
Harper restò a bocca aperta e il cuore le si fermò per un attimo. «Oh. Drew...»
«Mi piaci moltissimo, Harper.»
«Mi conosci appena.»
«Be', questa è una cosa a cui possiamo rimediare facilmente.»
Oh... santo cielo.
Harper decise di essere sincera. «Non me la cavo bene, in queste situazioni. Non so flirtare.» E poi tutti i suoi campanelli d'allarme stavano suonando. Dargli corda poteva essere molto pericoloso, per lei!
Lui intrecciò le dita con le sue. «Allora niente schermaglie» disse, guardandola fissa con i suoi occhi magnetici. «Ti dirò come stano le cose. Sono attratto da te e credo che tu sia attratta da me. Che ne dici di fare qualcosa a riguardo?»
La risposta immediata nella testa di Harper fu: sì! La rapidità di quella reazione la lasciò così sconvolta che si sciolse dalla stretta della mano di Drew, il cuore che le batteva fortissimo. Non poteva accettare. Tanto per iniziare, rimorchiare a un matrimonio non era il suo stile. In secondo luogo, aveva appena offerto al fratello di Drew e a Adele di fare da madre surrogata per loro figlio, o figlia. Difficile trovare una situazione più complicata...
«Credo che ti sbagli» disse, seccamente. «Mi sei simpatico, Drew, ma non sono interessata.»
Lui la guardò per un lungo istante, ma poi i suoi occhi si riempirono di calore. «In tal caso, scusami per aver interpretato male e averti messa in imbarazzo.»
Harper annuì. In realtà si sentiva decisamente attratta da lui, ma le cose non potevano proprio spingersi oltre. Comunque, il fatto che lui avesse accettato il suo rifiuto senza discussioni la faceva sentire meglio.
«Amici?» chiese lui, inarcando un sopracciglio.
«Certo.» Lei sorrise. «Sarebbe splendido, dato che tuo fratello è sposato con la mia migliore amica.»
«D'accordo, allora.» Lui le porse la mano e gliela strinse, ma non appena le loro dita si toccarono quei ridicoli brividi ricominciarono. Sembrava che il suo corpo non fosse affatto d'accordo con la sua mente.
Fece un passo indietro. Drew la portò via dalla pista da ballo, le prese un altro calice di champagne e restarono a parlare ancora qualche minuto del più e del meno, come se non fosse accaduto niente. Poi Dan chiamò Drew, che si scusò e si allontanò.
Harper era abituata a stare da sola. Quando voleva vedere qualcuno usciva con Adele o con la sua assistente e amica, Juny, oppure telefonava ai genitori, che si erano trasferiti a Caicos, dove suo padre pilotava aerei turistici tra le varie isole. Faceva una vita soddisfacente.
Ma quella sera, tra le braccia di Drew... Era stato un piccolo assaggio di paradiso, e le dispiaceva un po' dovervi rinunciare.
2
Maggio
Harper era seduta sulla tavoletta chiusa del water nel bagno del suo studio e tratteneva il fiato guardando il piccolo apparecchio che aveva in mano. Juny non era ancora arrivata, e lei aveva approfittato di quei pochi istanti di tranquillità per fare il test di gravidanza.
Aveva lo stomaco sottosopra, ma questo non aveva niente a che fare con le nausee mattutine. Era nervosismo. Quelle poche gocce di urina su uno stick potevano cambiare moltissime cose.
Erano passati due minuti. Ancora uno e avrebbe saputo se aveva buone notizie da dare a Adele.
Sperava che il test fosse positivo, anche se al tempo stesso quell'idea la terrorizzava. Desiderava con tutta se stessa fare da madre surrogata per Adele, che non poteva avere figli a causa di un tumore che l'aveva colpita anni prima. A Adele e Dan ci erano voluti otto lunghi anni per ritrovarsi e superare l'impossibilità di avere la famiglia che avevano sognato.
Harper, invece, aveva un utero sanissimo e nessuna relazione sentimentale all'orizzonte. Non c'era motivo per non aiutare la sua più cara amica, quella che le aveva finalmente fatto sentire di avere delle radici, di aver trovato la