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C'era una volta la seduzione (eLit): eLit
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E-book209 pagine2 ore

C'era una volta la seduzione (eLit): eLit

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Info su questo ebook

Io non so se ho una fata madrina. Di certo, se esiste, deve essersi confusa con la faccenda dei doni: a me, Skye Ellison, ha regalato l’infallibile acume di scegliere sempre l’uomo sbagliato. Il mio ultimo ex fidanzato, per esempio, è sparito con i miei soldi. E prendiamo questo Nico Valletti. È ricco, guida una Ferrari ed è sexy da morire. Niente male come Principe Azzurro, peccato però che mi creda una truffatrice e non la sua principessa. Ora mi ha proposto di accompagnarlo a Las Vegas per rintracciare il mio ex - a quanto pare ha fregato anche lui! - e io so che dovrei dire di no, ma... l’avete visto bene? È da favola!



"Belli e dannati"

1)C'era una volta la seduzione

2)Il fascino della sfida

3)Dolce tentazione

4)Il tempo del piacere

5)Bacio chi mi pare
LinguaItaliano
Data di uscita31 mar 2017
ISBN9788858968420
C'era una volta la seduzione (eLit): eLit
Autore

Jamie Sobrato

Giovane autrice molto promettente, ama le storie sensuali e piccanti. Nata e cresciuta negli Stati Uniti, ha vissuto a lungo in Europa prima di farci ritorno.

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    Anteprima del libro

    C'era una volta la seduzione (eLit) - Jamie Sobrato

    Titolo originale dell’edizione in lingua inglese:

    Once Upon a Seduction

    Harlequin Blaze

    © 2006 Jamie Sobrato

    Traduzione di Marina Riva

    Questa edizione è pubblicata per accordo con

    Harlequin Books S.A.

    Questa è un’opera di fantasia. Qualsiasi riferimento a fatti o

    persone della vita reale è puramente casuale.

    © 2007 Harlequin Mondadori S.p.A., Milano

    eBook ISBN 978-88-5893-974-1

    Questo ebook contiene materiale protetto da copyright e non può essere copiato, riprodotto, trasferito, distribuito, noleggiato, licenziato o trasmesso in pubblico, o utilizzato in alcun altro modo ad eccezione di quanto è stato specificamente autorizzato dall’editore, ai termini e alle condizioni alle quali è stato acquistato o da quanto esplicitamente previsto dalla legge applicabile. Qualsiasi distribuzione o fruizione non autorizzata di questo testo così come l’alterazione delle informazioni elettroniche sul regime dei diritti costituisce una violazione dei diritti dell’editore e dell’autore e sarà sanzionata civilmente e penalmente secondo quanto previsto dalla Legge 633/1941 e successive modifiche.

    Questo ebook non potrà in alcun modo essere oggetto di scambio, commercio, prestito, rivendita, acquisto rateale o altrimenti diffuso senza il preventivo consenso scritto dell’editore. In caso di consenso, tale ebook non potrà avere alcuna forma diversa da quella in cui l’opera è stata pubblicata e le condizioni incluse alla presente dovranno essere imposte anche al fruitore successivo.

    JAMIE SOBRATO

    C'ERA UNA VOLTA LA SEDUZIONE

    BELLI E DANNATI

    1

    C’era una volta una ragazza che viveva in un luogo non lontano da Los Angeles e aveva qualsiasi cosa desiderasse.

    No, no! Così non andava bene. Un luogo? Qualsiasi cosa desiderasse? Che espressioni vaghe e scontate, per non parlare di C’era una volta. Cosa diavolo significava? Neppure il meno prestigioso degli editori sarebbe andato oltre quelle prime tre righe, prendendosi la briga di arrivare alla fine della pagina.

    Garantito.

    Skye Ellison guardò con gli occhi sbarrati il manoscritto al quale stava lavorando da mesi. Come poteva pretendere di essere l’autrice di un brillante romanzo di successo, se già l’inizio era di per sé pietoso?

    Forse era giunto il momento di guardare in faccia la realtà e di rendersi conto che avrebbe fatto meglio a ridimensionare le sue ambizioni: The Cinderella Solution poteva al massimo diventare una storiella piacevole da scrivere per proprio diletto personale.

    O, ancora meglio, di tornare a rivolgere la sua attenzione al lavoro per il quale era pagata e che era anche la ragione per cui si trovava in quel dannato, microscopico ufficio.

    Già.

    Avrebbe dovuto tempestare di telefonate il maggior numero di persone possibili e tentare in ogni modo di vendere loro qualcosa o, in alternativa, immergersi nella lettura delle numerose e-mail che quotidianamente arrivavano alla sua posta elettronica.

    Peccato però che entrambe le cose producessero l’effetto di spingerla a scappare via, il più lontano possibile.

    Skye aveva una teoria sui piccoli uffici a forma di cubo. Era convinta che se una persona ci avesse passato troppo tempo, anche i suoi pensieri avrebbero cominciato ad assumere la stessa orrenda forma quadrata e avrebbe inevitabilmente perso la capacità di pensare al di fuori di essi.

    E così, dopo tre anni alla Dynalux Systems, in quella scatola due metri per due, alle prese con un lavoro che consisteva nel vendere ogni sorta di dispositivo tecnologico, anche a lei era successo. Aveva iniziato a pensare con la stessa fantasia di un cubo.

    E con la stessa forma.

    Qualsiasi frase tentasse di scrivere era scontata e banale da troppi mesi ormai, tanto da indurla a temere che il cervello le si fosse atrofizzato. Niente sembrava andare per il verso giusto nella sua vita e persino le incombenze più normali le apparivano troppo gravose. E tutto estremamente noioso.

    Così, quando qualcuno lasciò cadere sulla sua scrivania un reggiseno in pizzo rosso, le venne naturale chiedersi se non avesse cominciato a delirare. Qualcosa di così sexy piazzato di fronte a lei in pieno giorno e in pieno orario di lavoro? Era dai tempi in cui il suo collega Bill Muller aveva appeso nel suo cubo un poster di una ragazza in bikini che nessuno si era mai spinto a tanto.

    «L’hai dimenticato a casa mia» dichiarò una voce d’uomo sconosciuta mentre lei non la smetteva di fissare quel reggiseno altrettanto sconosciuto.

    L’unica considerazione che le venne in mente fu che quella taglia sarebbe andata bene persino per una mucca.

    Santo cielo, era enorme!

    Alzando lo sguardo, però, realizzò che l’uomo che aveva parlato non era affatto uno sconosciuto. Si trattava del padrone di casa del suo ex fidanzato. E subito dopo realizzò un’altra cosa. Che l’espressione del suo viso non era delle più cordiali.

    Comunque, al di là della scarsa simpatia che ispirava, la natura gli aveva fatto dono di un aspetto fisico che rasentava il sublime. Con quei capelli neri, gli occhi dello stesso colore e un corpo da statua greca, Nico Valletti era sexy da far paura.

    E ne era perfettamente consapevole.

    Secondo i racconti del suo ex cambiava ragazza con la stessa frequenza con la quale lei andava a fare la spesa al supermercato. Una volta alla settimana. Anzi, persino ogni due o tre giorni.

    «Posso chiederti come mai sei qui?» riuscì a gracchiare, una volta ritrovata la facoltà di parlare.

    «Semplice. Sono venuto a restituirti il tuo reggiseno e ad avere in cambio delle informazioni.»

    «Sei sicuro che non sia di una delle tue ragazze?»

    Anziché rispondere Nico la squadrò dalla testa ai piedi, dandole la netta impressione che riuscisse a vedere persino il tipo di biancheria intima che indossava: ordinaria e incapace di scatenare persino il più piccolo istinto sessuale. Per farla breve, quell’occhiata le stava dicendo che una come lei forse neppure credeva che esistesse certa lingerie.

    Okay, ma se solo si fosse azzardato ad aprir bocca e a dichiarare che si era sbagliato, perché quel reggiseno era di quattro taglie più grande di quello che sarebbe andato bene a lei, be’, allora sì che glielo avrebbe buttato in faccia senza pensarci due volte.

    «Se fosse così lo riconoscerei» replicò con un tono che la fece arrossire.

    Allora di chi era? Martin aveva lasciato la città già da tre settimane anche se, naturalmente, non si era preso neppure la briga di salutarla, né di restituirle i soldi che aveva prelevato dal suo conto corrente.

    Dal giorno in cui la polizia si era presentata alla sua porta lo aveva odiato con tutta se stessa. Era stato in quel modo che aveva scoperto che era un truffatore, abituato a usare così tanti pseudonimi che nessuno sapeva come si chiamasse in realtà.

    Alzò di nuovo lo sguardo verso Nico, chiedendosi se anche lui fosse al corrente di tutta la vicenda. «Come hai fatto a scoprire dove lavoro?»

    «È stato il tuo ragazzo a dirmelo una volta.»

    Il suo collega del cubo di fronte, John Hanson, si fermò incuriosito mentre tornava alla sua scrivania. Alto, con la carnagione dorata e i capelli rasta tipici di chi segue la musica reggae, John era decisamente un tipo che si notava e che incuteva un vago timore. Oltretutto era l’unico di tutta la Dynalux Systems che Skye potesse considerare amico.

    Avvertendo la tensione nell’aria fece capolino da lei. «C’è qualche problema?»

    Nonostante apprezzasse il suo interessamento, Skye decise che voleva cavarsela da sola. «No, va tutto bene. Grazie. Stiamo solo parlando.»

    John annuì e tornò alla sua scrivania, tenendo però lo sguardo fisso su Nico un po’ più del necessario, quasi a volergli far capire che non si trovava nel suo territorio e che dunque doveva prestare molta attenzione.

    Nel frattempo Skye si era alzata in piedi fingendosi interessata a una pila di fogli impolverata alle sue spalle. «Temo di non poterti essere di grande aiuto, visto che qualsiasi cosa pensavo di sapere su di lui si è poi rivelata falsa.»

    «E io dovrei crederti?» replicò Nico visibilmente innervosito.

    «Certo! Tra l’altro chi mi dice che non eri al corrente delle truffe di Martin e di tutto il resto?»

    «Il tuo fidanzato mi ha derubato e hai il coraggio di dichiarare che potrei essere suo complice? Be’, per quanto mi riguarda sei tu la sospettata numero uno.»

    «Io... sua complice?» replicò Skye, lanciando uno sguardo alla graffettatrice e chiedendosi se fosse in grado di penetrare anche la pelle.

    Dio solo sapeva che cosa aveva passato da quando era venuta a galla la verità sul suo ex. Ci mancava soltanto qualcuno sbucato dal nulla che l’accusava di essere sua complice!

    «Sai una cosa? Dopo questa vicenda ho imparato a non fidarmi più delle apparenze.»

    «Bene, allora ascolta con attenzione quanto ti sto per dire. Quel bastardo mi ha rubato una bella cifra, dunque è un po’ difficile che io sia sua complice. E adesso, se vuoi scusarmi, ho un lavoro da svolgere.»

    Martin non era che l’ultimo di una lunga serie di fidanzati sbagliati dai quali si era fatta allegramente prendere in giro e che l’avevano portata alla conclusione che il suo sesto senso riguardo agli uomini rasentasse lo zero.

    Altro che fidarsi del proprio istinto. Bisognava darsela a gambe levate!

    A quanto pareva, Nico non aveva preso molto sul serio le sue parole, visto che si era accomodato sulla poltrona di fronte alla scrivania senza che nessuno lo avesse invitato a farlo.

    «Posso aspettare» la informò fissandola dritto negli occhi.

    Fu solo in quell’attimo che Skye si rese conto che tutti i suoi colleghi, nessuno escluso, tentavano di sbirciare incuriositi e che a breve il loro capo si sarebbe accorto delle scrivanie vuote e sarebbe sbottato in una delle sue tipiche sceneggiate.

    Garantito.

    «Ora sono costretta a chiederti di andarsene» dichiarò quasi sussurrando.

    Forse fin troppo a bassa voce, visto che lui si alzò, ma anziché seguire il suo suggerimento si mise dall’altra parte della scrivania, di fronte allo schermo acceso del computer. In quel preciso istante Skye realizzò che l’ultimo file aperto era The Cinderella Solution...

    D’impulso afferrò il mouse, ma era troppo tardi.

    «Cosa cerchi di nascondermi?» incalzò Nico sospettoso, bloccandole la mano con la propria.

    «Niente.»

    Peccato che un semplice clic bastò a visualizzare la prima pagina del suo manoscritto.

    «Non ti azzardare a leggerlo!» sbottò.

    «C’era una volta una ragazza che...»

    «Fermati!» gli intimò Skye arrossendo. Nessuno doveva permettersi di ficcare il naso in quello che scriveva, rischiando oltretutto che si sapesse che lo faceva in ufficio.

    «È questo il tuo lavoro?» incalzò Nico alzando lo sguardo verso il muro dove campeggiava il logo della società. «Da quando la Dynalux Systems è diventata una casa editrice?»

    «Ero in pausa» mentì clamorosamente.

    «Chissà perché non ti credo. Sono sicuro che il tuo capo non sa cosa fai durante l’orario di lavoro. E poi che razza di pausa sarebbe alle quattro e mezza di pomeriggio?» la provocò, controllando quello che aveva tutta l’aria di essere un costoso orologio da polso.

    A un passo dal precipizio buttò lì la scusa più banale. E anche la più pietosa. «Oggi ho finito in anticipo, okay? Dimmi una cosa, non ce l’hai una macchina con la quale andare a sbattere da qualche parte?»

    Nico la guardò dritto negli occhi. «Sì, ce l’ho. Ma prima sarebbe interessante vedere come reagirebbe il tuo capo se sapesse che sei la probabile complice di un ladro. Oltre che l’opposto dell’impiegata modello.»

    Nelson Rudderman, le cui parole preferite erano strategie e vendita, non avrebbe certo fatto salti di gioia se gli fosse giunto all’orecchio che qualcuno in ufficio si dilettava a scrivere romanzi.

    «Non sono la complice di nessuno!» esclamò Skye in un impeto di stizza.

    «Vedremo. A questo punto o mi dici dov’è Martin o sarò costretto a confessare a chi di dovere il tuo piccolo segreto.»

    «Non ho alcun segreto e non ho la più pallida idea di dove si sia cacciato Martin. E ora, per favore, vattene. Altrimenti chiamo la sicurezza.»

    «Fai pure. Persino dalla porta riuscirò a urlare ai quattro venti che razza di persona sei.»

    Santo cielo, ma quando sarebbe finito quell’incubo? «Si può sapere cosa ti fa pensare che io sia sua complice?»

    «Parlava sempre di te. Skye è così sexy, Skye è così brillante, Skye diventerà una scrittrice famosa. Perché mai tutta quell’adorazione sarebbe stata una recita?»

    «Forse per convincerti che era un bravo ragazzo?»

    «Avrebbe potuto riuscirci anche evitando di essere tanto sdolcinato.»

    «E allora come mai io non sono scappata con lui?»

    «Perché ti sta proteggendo, facendo sembrare che tu non sia coinvolta.»

    Skye lanciò l’ennesima occhiata all’enorme reggiseno appoggiato sulla scrivania. A quel punto, oltre a non essere il suo, era chiaro che non fosse neppure di nessuna delle numerose fidanzate di Nico.

    Allora di chi era?

    «Ascoltami» incalzò nuovamente Nico, «Martin mi parlava solo e sempre di te. Ecco perché sono venuto qui.»

    Di fronte a quelle parole Skye batté velocemente le palpebre nel tentativo di scacciare le lacrime che le stavano gonfiando gli occhi. Che stupida era stata a fidarsi di Martin e dei suoi sentimenti!

    D’altro canto, però, pareva che le cose per lei andassero sempre nello stesso patetico modo. Come una sorta di copione che si ripeteva ogni volta. Conosceva un ragazzo che le piaceva e cominciava a frequentarlo, convinta di aver trovato la persona giusta. Per lo meno fino al giorno in cui succedeva qualcosa che la costringeva a cambiare idea e a trovarsi di nuovo sola e profondamente delusa.

    Basta! Non avrebbe più permesso al suo strampalato istinto di avere la meglio. Giurò a se stessa che da quel momento in poi non lo avrebbe più assecondato.

    Qualsiasi cosa il suo sesto senso le avesse suggerito di fare riguardo a un uomo, lei si sarebbe comportata esattamente al contrario.

    «Scusami, ma non so proprio più cosa dirti.»

    «Non penserai di cavartela tanto facilmente?»

    Odiava sentirsi presa in trappola e aveva bisogno di tenersi il suo lavoro. «Sentiamo, quali sarebbero le tue intenzioni? Farmi licenziare?»

    Nico si limitò a guardarla in modo enigmatico.

    «Cosa ti ha rubato esattamente?» indagò Skye.

    «Circa ventimila dollari, oltre alla mia moto preferita.»

    «Be’, non mi sembra una tragedia per un pilota di auto da corsa con

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