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Tre mesi e poi...: Harmony Collezione
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E-book172 pagine1 ora

Tre mesi e poi...: Harmony Collezione

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Info su questo ebook

"Hai tre mesi di tempo per sposarti, altrimenti perderai l'eredità!" Stanchi delle bravate da cronaca "rosa", poco consoni al sangue blu che scorre nelle sue vene, i genitori del banchiere Alex Fabian gli hanno imposto un delicato ultimatum. La prima idea che viene in mente ad Alex è quella di proporre un matrimonio d'interesse a una delle due figlie di un editore locale, anche se implica un secondo ostacolo: conviene scegliere Ellie o Louise?

LinguaItaliano
Data di uscita10 nov 2015
ISBN9788858941386
Tre mesi e poi...: Harmony Collezione
Autore

Sara Craven

E' nata nel Devon ed è cresciuta in mezzo ai libri, in una casa nei pressi del mare. Ora vive nel Somerset.

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    Anteprima del libro

    Tre mesi e poi... - Sara Craven

    Titolo originale dell’edizione in lingua inglese:

    The Token Wife

    Harlequin Mills & Boon Modern Romance

    © 2003 Sara Craven

    Traduzione di Paola Ingenito

    Questa edizione è pubblicata per accordo con

    Harlequin Books S.A.

    Questa è un’opera di fantasia. Qualsiasi riferimento a fatti o

    persone della vita reale è puramente casuale.

    Harmony è un marchio registrato di proprietà

    Harlequin Mondadori S.p.A. All Rights Reserved.

    © 2004 Harlequin Mondadori S.p.A., Milano

    eBook ISBN 978-88-5894-138-6

    www.harlequinmondadori.it

    Questo ebook contiene materiale protetto da copyright e non può essere copiato, riprodotto, trasferito, distribuito, noleggiato, licenziato o trasmesso in pubblico, o utilizzato in alcun altro modo ad eccezione di quanto è stato specificamente autorizzato dall’editore, ai termini e alle condizioni alle quali è stato acquistato o da quanto esplicitamente previsto dalla legge applicabile. Qualsiasi distribuzione o fruizione non autorizzata di questo testo così come l’alterazione delle informazioni elettroniche sul regime dei diritti costituisce una violazione dei diritti dell’editore e dell’autore e sarà sanzionata civilmente e penalmente secondo quanto previsto dalla Legge 633/1941 e successive modifiche.

    Questo ebook non potrà in alcun modo essere oggetto di scambio, commercio, prestito, rivendita, acquisto rateale o altrimenti diffuso senza il preventivo consenso scritto dell’editore. In caso di consenso, tale ebook non potrà avere alcuna forma diversa da quella in cui l’opera è stata pubblicata e le condizioni incluse alla presente dovranno essere imposte anche al fruitore successivo.

    Prologo

    Quando Alex Fabian era seccato, la sua contrarietà emanava da lui come elettricità statica, avvisando i più cauti di mantenere una certa distanza.

    Quella sera entrò nella casa della nonna a Holland Park con la veemenza di una tempesta imminente, pur riuscendo a rivolgere un breve sorriso all’anziano domestico che lo conosceva fin dall’infanzia.

    «Barney, sta bene?»

    «Sì, signor Alex, grazie. La signora non è ancora scesa, ma troverà il signor Fabian in salotto.»

    «Mio padre? Credevo non si parlassero.»

    «C’è stato un riavvicinamento, signore. La scorsa settimana.»

    «Capisco.» Alex si tolse il soprabito e lanciò un’occhiata fugace ma critica alla propria immagine nel grosso specchio dalla cornice smaltata in oro prima di attraversare l’ingresso che dava sul salotto.

    Avrebbe dovuto fissare un appuntamento dal barbiere, pensò passandosi una mano nei capelli bruni che gli sfioravano il colletto. Il vestito grigio che indossava, completato dal panciotto di una tonalità più chiara, la camicia bianca e la cravatta sobria testimoniavano che si trattava di una visita formale.

    E le labbra serrate e i verdi occhi ombrosi indicavano che sospettava cosa ci fosse dietro quella convocazione.

    Trovò George Fabian seduto su uno dei divani accostati al camino, intento a sfogliare un giornale.

    «Buonasera, Alex» lo salutò, senza alzare lo sguardo. «Io mi sono già servito da bere.»

    «Grazie, ma per me è un po’ presto. Non sono neppure certo se sono stato invitato per cena o per il tè.»

    «Allora ti suggerisco di domandarlo a tua nonna. Questa piccola riunione di famiglia è stata una idea sua, non mia.»

    «A che scopo?» Alex si avvicinò al fuoco.

    «Per discutere i preparativi della sua festa di compleanno.» George Fabian fece una pausa. «Tra le altre cose...»

    «Ah, sì? E quali potrebbero essere le altre cose

    «La tua posizione come futuro presidente della Perrins Bank, per esempio?»

    «Nel senso che potrebbe essere in dubbio? Non mi ero reso conto che la mia capacità di dirigere la banca fosse messa in discussione.»

    «Non lo è, infatti, per quanto ne so io.» George Fabian piegò il giornale e lo posò da un lato. «È più una questione d’immagine. Troppe fotografie sui giornali sbagliati. Troppi articoli nella cronaca mondana. E troppe donne» concluse.

    «Ignoravo che fosse richiesto il voto di castità per lavorare alla Perrins.» Alex mantenne il tono ironico, ma le sue dita tamburellavano nervose sulla struttura in marmo del camino. Il fatto che avesse previsto un rimprovero simile non lo rendeva meno sgradito.

    «Pensaci un attimo: la Perrins è una banca all’antica, gestita da gente conservatrice a cui non piace il genere di pubblicità che tu attiri. I clienti vogliono sapere che c’è una persona solida e affidabile al vertice, non un playboy. Sei uno che punta in alto, Alex, ma sei pericolosamente vicino al sole. Assicurati di non precipitare.»

    «Grazie. Ti è stato chiesto di riferirmi queste parole di saggezza, o sono farina del tuo sacco?»

    George Fabian emise un sospiro stanco. «Non essere così permaloso. Sono tuo padre e penso di avere il diritto di essere preoccupato. Non voglio vederti buttare via una brillante carriera.»

    «Se dovesse accadere il peggio, ci sono altre banche oltre alla Perrins» replicò Alex asciutto.

    «È vero, ci sono. A meno, ovviamente, che tu non diventi una presenza imbarazzante anche per loro.»

    Ci fu un breve silenzio. «Forse ho bisogno di quel drink.» Alex andò al tavolino dove erano allineate le bottiglie e si versò un whisky al malto. Poi, con il bicchiere in mano, si voltò con uno sguardo di sfida. «Allora, che si vocifera in giro?»

    «Varie cose.» Il signor Fabian s’interruppe. «Ho sentito che Peter Crosby avrà il suo posto al sole con il prossimo rimpasto di governo» aggiunse, come per caso.

    Alex si irrigidì. «E...?»

    «E questo significa che i giornali gli punteranno i riflettori addosso.» George Fabian sorseggiò un po’ del proprio whisky. «Ho saputo che il Daily Mercury è già in allerta e che ad alcuni loro giornalisti è stato ordinato di tenere d’occhio la moglie.»

    Seguì un altro lungo silenzio. «Capisco.»

    «Inoltre» continuò George Fabian, «si sussurra che Crosby abbia consultato un legale e che stia considerando l’eventualità di assumere un investigatore che segua la signora Crosby e controlli le sue telefonate. Potrebbe scaricare la bella Lucinda prima che lei gli ostacoli la marcia trionfale verso il potere con ulteriori chiacchiere piccanti. Non sei il primo, lo sai.»

    «Ne sono consapevole.» Lo sguardo e il tono di Alex erano glaciali.

    «Ed è improbabile che ricorra a un divorzio semplice e consensuale. Ha fama di essere vendicativo, potrebbe decidere di spifferare nomi.»

    «È un peccato che i trafficanti di pettegolezzi non abbiano di meglio da fare.» Alex ingoiò tutto il whisky in un unico sorso.

    «Forse dovresti ringraziarli se finora hanno taciuto» replicò il padre placidamente. «Essere tirato in ballo in un divorzio scandaloso è qualcosa che il consiglio d’amministrazione della Perrins non tollererebbe dal loro presidente.»

    «La gratitudine non è il sentimento che più mi contraddistingue, al momento.»

    «Spero che non mi dirai che Lucinda Crosby è l’amore della tua vita.»

    «Certamente no. E dubito che esista una simile creatura.» Nonostante apprezzasse la bellezza e la voracità sessuale di Cindy Crosby, Alex aveva intenzione di troncare la loro relazione clandestina. Le donne sposate non erano le sue preferite. «Spero che la notizia ti rassicuri.»

    «Non congratularti con te stesso troppo presto, non sei ancora fuori pericolo.» Pausa. «Hai mai sentito tua nonna parlare di un suo cugino che era fuggito in Sudafrica prima della guerra, Archie Maidstone?»

    «Sì, me lo ha nominato. Ho avuto l’impressione che all’epoca gli fosse molto legata. Poi lui si ficcò in qualche pasticcio e fu allontanato dal paese.»

    «È lui. Lavorava alla Perrins e si appropriò di una certa quantità di denaro. La famiglia cercò di salvare la faccia risarcendo la perdita, ma ad Archie fu intimato di non tornare mai più.»

    «E tornò? Deve essere decrepito.»

    «In effetti, è morto. Suo nipote invece è vivo ed è qui, per riallacciare i legami. E sembra che abbia fatto un’ottima impressione su tua nonna. L’ha indotta perfino a invitarlo a Rosshampton per il weekend.»

    L’attenzione di Alex si destò all’istante. «Va’ avanti.»

    «È sposato. E lei gli ha chiesto di tornare per il suo compleanno e di portare la moglie per mostrarle la proprietà.»

    Alex continuò a fissarlo. «E quindi?»

    «Quindi la tua eredità potrebbe non essere garantita come pensi» rispose il padre senza mezzi termini. «C’è un altro pretendente.»

    «Io sono il suo unico nipote. Cos’è lui, un secondo... terzo cugino? La nonna ha sempre detto che Rosshampton sarebbe passata a me.»

    «È molto attratta da lui... e dal fatto che sia sposato. La cosa potrebbe suggerirle qualche paragone sfavorevole nei tuoi confronti.»

    «Capisco.» Alex diede un’occhiata al quadro appeso sul muro sopra di lui, un acquerello che aveva commissionato quando era stato l’ottantesimo compleanno di lady Perrin. Vide l’elegante costruzione in pietra grigia in mezzo agli alberi secolari, i raggi del sole sui prati a perdita d’occhio e, in lontananza, il luccichio dell’acqua.

    Pensò, con dolore, a quante settimane felici dell’infanzia aveva trascorso lì. A come, negli anni, era tornato a rifugiarsi tra le sue solide mura. A come l’aveva sempre custodita nel cuore, una fortezza senza tempo che attendeva che lui ne diventasse il proprietario.

    Era stata la nonna stessa ad alimentare deliberatamente questa sua convinzione, incoraggiandolo nell’attaccamento alla casa.

    Ora, per la prima volta, un dubbio gli s’insinuava nella mente. Un’ombra che lo infastidiva più di ogni altra cosa indigesta che gli era stata detta quella sera.

    Quel sudafricano sconosciuto. Quel nipote di un uomo caduto in disgrazia, ma di cui Selina Perrin conservava ancora teneri ricordi. Quell’uomo gli avrebbe rubato Rosshampton? Sarebbe dovuto passare sul suo cadavere, prima!

    Poi la porta si aprì ed entrò lady Perrin. Indossava uno dei lunghi ed eleganti abiti neri che prediligeva per la sera, e i capelli bianchi erano raccolti in un’elegante crocchia.

    Alex notò che usava il bastone dal pomello d’argento che di solito disprezzava, considerandolo un segno di debolezza; e capì che, se si era rassegnata, l’artrite doveva tormentarla. Alla rabbia e al disagio si sostituì una compassione che non osò mostrarle.

    La nonna rivolse un breve cenno del capo al genero. «Buonasera, George.»

    Poi i suoi occhi vivaci si posarono su di lui, scrutandolo dalla testa ai piedi. «Mio caro Alexander! Quasi uno sconosciuto.»

    Alex le prese la mano e le baciò la guancia. «Mai per te, nonna cara.»

    Selina Perrin andò all’altro divano e si sedette, accettando con una parola di ringraziamento lo sherry che Alex le portò. «Adesso accomodati accanto a me e raccontami quello che stai facendo... a parte quello che leggo sui giornali, ovvio.»

    «Non dovresti credere a tutto quello che scrivono. Io ho sempre pensato che, se si lavora sodo, si ha anche diritto di divertirsi.»

    «Non ho obiezioni da fare in proposito, a parte la tua scelta delle compagnie con cui divertirti. E non guardare tuo padre» aggiunse calma. «Non mi ha parlato lui della Crosby. Lo sapevo già.»

    «È un peccato che tu non abbia mai lavorato per i servizi segreti.»

    «Quando ero giovane io, alle donne non erano offerte le stesse opportunità di oggi. Non è ora, Alexander, che lasci in pace le mogli degli altri e ti trovi una donna onesta e rispettabile? Che ti sistemi?»

    Alex aveva previsto un’astuta imboscata durante la cena, ma non quell’attacco frontale.

    «Come lo fai sembrare deprimente, nonna. Oltretutto, sarei l’ultimo uomo sulla terra che una donna simile vorrebbe sposare.»

    «Sciocchezze» replicò lei. «E lo sai. Non stai facendo una bella pubblicità alla famiglia. E la reputazione della banca non può essere compromessa dalle tue esuberanze mondane. Quanti anni hai, trentatré?»

    «Trentadue.»

    «Be’, avresti già dovuto mettere la testa a posto e accasarti.»

    «Vorresti suggerire tu una candidata?»

    «Potrei suggerirne a dozzine, se è per questo. Ma non vorrei mettere a repentaglio la loro incolumità fisica e morale facendo il loro nome.»

    Nonostante tutto, ad Alex venne da sorridere. «Nonna, a volte sei impossibile.»

    «Sono seria» insistette lady Perrin, implacabile. «Tra tre mesi sarà il mio compleanno. Mi aspetto che tu partecipi con tua moglie

    Alex era sbigottito. E dal divano opposto, suo padre guardava entrambi con altrettanta incredulità. «È quasi fantascienza. Come potrei conoscere qualcuna... e convincerla a sposarmi in così breve tempo

    «Sei facoltoso, attraente per

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