Un milionario sotto il vischio (eLit): eLit
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Carole Mortimer
Carole Mortimer was born in England, the youngest of three children. She began writing in 1978, and has now written over one hundred and seventy books for Harlequin Mills and Boon®. Carole has six sons, Matthew, Joshua, Timothy, Michael, David and Peter. She says, ‘I’m happily married to Peter senior; we’re best friends as well as lovers, which is probably the best recipe for a successful relationship. We live in a lovely part of England.’
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Anteprima del libro
Un milionario sotto il vischio (eLit) - Carole Mortimer
successivo.
Prologo
«Mi sembrava una richiesta piuttosto semplice da fare, Sally... o sbaglio? Sei la mia assistente personale, dopotutto, e... ma perché diavolo ridi? Ho detto qualcosa di divertente, per caso?»
«Ah, non era una battuta?»
«Certo che no!»
«Quindi dicevi sul serio quando mi hai chiesto di trovare il modo di far recapitare il Natale a casa tua entro venerdì mattina?»
«Ti sembra per caso che io abbia l'espressione di uno che scherza, Sally?»
«No, in effetti, però non mi aspettavo una richiesta del genere.»
Sophie era arrivata ad Hamilton Tower con un po' di anticipo. Era passata a prendere sua cugina, Sally, che lavorava lì; erano rimaste d'accordo per pranzare insieme. Di certo non aveva immaginato di ritrovarsi in piedi nel lussuoso corridoio di fronte all'ufficio della cugina, origliando la conversazione di Sally con il suo datore di lavoro, Max Hamilton, amministratore delegato della Hamilton Enterprises e multimilionario.
Stupita da ciò che aveva appena sentito, Sophie condivideva appieno il divertimento e la perplessità di Sally. Chi mai si faceva recapitare il Natale a casa?
Il ricchissimo Max Hamilton, a quanto pareva. Ma Sophie non aveva mai sentito una cosa del genere, non aveva proprio senso.
Per quanto la riguardava, invece, il Natale era sempre stato legato alle tradizioni di famiglia. Una festa fatta di addobbi custoditi in soffitta per anni e ricette tramandate di generazione in generazione. Un periodo di gioia e allegria, dove parenti e amici si riunivano a festeggiare.
Da quel poco che aveva sentito, sembrava che per Max Hamilton, invece, non fosse affatto così.
Stando a quanto le aveva raccontato la cugina, Sophie sapeva che il capo di Sally viveva per il lavoro. E, grazie ai giornali scandalistici che sfogliava ogni tanto, sapeva anche che Max Hamilton amava molto la compagnia femminile. Passava da una donna all'altra con la stessa facilità con la quale si cambiava le camicie, rigorosamente di seta e firmate dai migliori stilisti: tutti i giorni, o anche più volte al giorno.
Avendolo visto spesso in foto, sempre sui giornali, Sophie non ne era affatto stupita. Gli aggettivi alto, bello e tenebroso non descrivevano neanche lontanamente l'uomo che, a soli trentaquattro anni, era proprietario e amministratore delegato della prestigiosa azienda che portava il suo nome, la Hamilton Enterprises. Con i capelli scuri che gli ricadevano scompigliati sulla fronte, gli occhi verdi dallo sguardo magnetico, gli zigomi marcati, le labbra scolpite e la mascella squadrata, era l'incarnazione della sensualità.
Aveva anche la voce più seducente che Sophie avesse mai sentito in vita sua: dolce e roca allo stesso tempo, miele caldo che celava una punta di durezza.
Ma lei continuava a non seguire il filo di quel discorso bizzarro, quindi tese le orecchie.
«Credevo che andassi a sciare per Natale, come fai tutti gli anni...» fece Sally. Il suo tono si era fatto titubante, come se si fosse resa finalmente conto che il suo capo non stava affatto scherzando.
«Era mia intenzione, infatti, ma purtroppo ho dovuto cambiare idea.» Max sospirò, dando libero sfogo alla propria irritazione. «Mia sorella e suo marito hanno dei conflitti matrimoniali in questo periodo, così ieri sera mi ha telefonato per dirmi che vorrebbe passare il Natale qui in Inghilterra con me. Verrà con la mia nipotina, Amy, che ha cinque anni, mentre suo marito resterà negli Stati Uniti con la propria famiglia.»
Ah. Questo spiegava il dilemma di Max, almeno in parte, rifletté Sophie.
Ma non del tutto.
Ordinare il Natale e farselo recapitare a casa sembrava così... freddo, quasi mostruoso.
Certo, quell'anno anche Sophie avrebbe trascorso il Natale da sola anziché in famiglia, mentre gli zii e la cugina avevano in programma un viaggio di due settimane in Canada, dove avrebbero conosciuto i futuri suoceri di Sally, che era fidanzata con un uomo di nome Josh. In realtà, l'avevano invitata ad accompagnarli, ma Sophie non se l'era sentita. Preferiva restare a Londra e occuparsi di Henry, il viziatissimo ma adorabile gatto di Sally.
Il Natale di Sophie sarebbe stato molto diverso rispetto agli anni passati, ma per un motivo ben preciso, e di certo non per sua scelta. Sembrava, invece, che Max Hamilton fosse troppo impegnato per organizzare il Natale per la propria sorella e la nipotina... o forse si riteneva troppo importante per doversene occupare.
Sophie dovette però apprezzare la sua disponibilità a cambiare i propri programmi per venire incontro alle esigenze delle due congiunte, rinunciando alla settimana bianca – che a quanto pareva era un appuntamento fisso del Natale – per stare con loro. Però era chiaro che non avesse idea di come organizzare le festività natalizie per la sua famiglia, chissà se per pigrizia o per altri motivi.
«Anzi, a proposito... mi serviranno altri regali, visto che i loro li ho già spediti negli Stati Uniti» aggiunse Max in tono distratto. «Tantissimi regali da mettere sotto l'albero per Amy e mia sorella, così potranno scartarli il giorno di Natale.»
Santo cielo, adesso stava esagerando. Davvero quell'uomo non riusciva a scomodarsi neanche per uscire a comprare qualche regalo di Natale alla nipote? Una bambina di certo emotivamente fragile per i problemi matrimoniali dei genitori.
Evidentemente no.
«E mi servirà anche uno chef» aggiunse ancora Max.
«Uno chef?» gli fece eco Sally, perplessa.
«Be', non ho idea di come si prepari un pranzo di Natale, non l'ho mai fatto. E non mi sembra giusto chiedere a Janice di cucinare per noi quando è così in pena per la separazione. Sarà anche stanca per il viaggio, immagino.»
«Per caso ti sei dimenticato che fra un paio di giorni parto per il Canada?» gli chiese Sally, a voce bassa.
«No, ma sei o non sei la migliore assistente personale al mondo? Confido in te, di sicuro saprai trovare la soluzione al mio problema.»
Ora era passato alle lusinghe. Non aveva proprio ritegno, pensò Sophie, disgustata.
Certamente era alto, bello e tenebroso, con tanto di voce sexy e suadente, ma, da ciò che aveva sentito Sophie in quei pochi minuti, Max Hamilton era anche abilissimo nel manipolare le persone. E, a giudicare dal suo tono, era convinto che il suo fascino l'avrebbe tolto da qualsiasi guaio.
«Certo che lo sono, e tu lo sai bene» ribatté Sally, con voce sarcastica.
«Ma...?»
«Ma devo ammettere che, pur essendo la migliore al mondo nel mio lavoro, non so proprio da che parte iniziare. E anche se sapessi come ordinare il Natale a domicilio, dubito che riuscirei a trovare qualcuno in grado di cucinare per te durante le feste natalizie con così poco preavviso.»
«Non esistono delle organizzazioni, delle agenzie che forniscono questo genere di servizio?» borbottò Max Hamilton, sempre più irascibile. «Non m'interessa quanto costa, Sally; mi basta che sia tutto pronto per la vigilia di Natale, quando Janice e Amy atterreranno a Heathrow.»
«Non credo esista una cifra in grado di assicurarti il Natale a domicilio, chef compreso, in soli cinque giorni!»
Sophie era d'accordo con la cugina. E, comunque, era tutto così sbagliato...
Si ricordava le feste natalizie delle sua infanzia come periodi di gioia e calore, dedicati alla famiglia. Suo padre era morto in un incidente d'auto quando Sophie aveva appena nove anni, ma sua madre non aveva mai rinunciato alle tradizioni natalizie che avevano condiviso; anzi, aveva fatto di tutto per mantenerle vive per la figlia.
Persino quando, quattro anni prima, a sua madre era stato diagnosticato un tumore, lei e Sophie avevano continuato a vedere il lato positivo della vita e godersi al meglio la stagione natalizia, addobbando la casa per le feste e scambiandosi i regali. Da quando sua madre si era ammalata, era stata Sophie a cucinare il pranzo e il tradizionale dolce natalizio ad anni alterni, quando gli zii e Sally venivano da loro. Gli altri anni, erano state lei e sua madre a essere ospiti dai parenti.
Purtroppo, però, sua madre non ce l'aveva fatta. Si era arresa alla malattia sei mesi prima. Per questo Sophie sperava che occuparsi del gatto di sua cugina a Natale si rivelasse un modo per distrarsi dai propri pensieri e ricordi. Non se l'era sentita di affrontare un lungo viaggio all'estero, preferiva restare a casa da sola. Ma era una solitudine dovuta alla casualità della vita, non certo a una sua scelta.
A quanto pareva, invece, Max Hamilton amava trascorrere le vacanze natalizie a sciare, senza dubbio in dolce compagnia, anziché in famiglia. Con qualcuno che gli procurava sia l'intrattenimento sia il cibo, in modo che dovesse scomodarsi il meno possibile.
Sophie non poté fare a meno di paragonarlo a un Ebenezer Scrooge in versione moderna. Un uomo avaro e solo che, come nel racconto di Dickens, non aveva ancora imparato il vero significato del Natale.
Ma forse allora c'era ancora speranza per Max Hamilton. Se solo qualcuno avesse mostrato anche a lui il vero significato del Natale, come avevano fatto gli spiriti del Natale passato, presente e futuro a Scrooge...
«Secondo la mia esperienza, ogni cosa ha un prezzo, Sally, e puoi comprare qualsiasi cosa se sei disposto a spendere abbastanza» disse lui cinicamente, per tutta risposta.
«Vedrò cosa posso fare.»
«Sapevo di poter contare su di te!»
«Come senza dubbio posso contare sul