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In trappola col milionario: Harmony Collezione
In trappola col milionario: Harmony Collezione
In trappola col milionario: Harmony Collezione
E-book167 pagine2 ore

In trappola col milionario: Harmony Collezione

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Info su questo ebook

Da storia di una notte... Quando Becky Shaw si era ritirata nella vecchia casa di campagna per curare il suo cuore spezzato, si aspettava di trovare conforto davanti a un fuoco leggendo un libro, non tra le braccia di un affascinante milionario. E se fuori la tormenta di neve non accenna a diminuire, dentro la temperatura ha appena cominciato a farsi bollente.

... a finto fidanzamento! Doveva essere solo una relazione passeggera, finché Theo Rushing non le chiede di fingersi la sua fidanzata e la catapulta nel proprio mondo dorato. Becky sa che è solo una messinscena, ma l'attrazione che c'è fra loro dice esattamente il contrario.
LinguaItaliano
Data di uscita20 dic 2017
ISBN9788858974537
In trappola col milionario: Harmony Collezione
Autore

Cathy Williams

Autrice originaria di Trinidad, ha poi studiato in Inghilterra, dove ha conosciuto il marito.

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    Anteprima del libro

    In trappola col milionario - Cathy Williams

    successivo.

    1

    «Sto bene, davvero!» Era una bugia. Becky Shaw non stava affatto bene.

    L'ambulatorio veterinario per cui aveva lavorato durante gli ultimi tre anni era sul punto di essere venduto e lei stava per perdere il lavoro. Lo studio si sarebbe trasformato nell'ennesimo piccolo locale che attirava i turisti che affollavano puntualmente, da inizio primavera fino alla fine dell'estate, le meravigliose colline dei Cotswolds.

    Le sue amiche Sarah e Delilah avevano visto giusto, quando avevano deciso di trasformare il loro cottage in una galleria d'arte con annesso laboratorio artigianale. Anche se alla fine non lo avevano utilizzato molto, visto che avevano entrambe sposato un milionario.

    Poi c'era il tetto di casa, che aveva deciso di non aver più voglia di reggere il peso di pioggia e neve che cadevano copiose d'inverno. Le sarebbe bastato allungare il collo per sentire il fastidioso e costante rumore della perdita di acqua che gocciolava nel secchio strategicamente piazzato nel corridoio al piano superiore.

    «Continuo a dirti che sei troppo giovane per seppellirti in mezzo al nulla! Perché non vieni in Francia? Vieni a trovarci e resta un paio di settimane. Di certo l'ambulatorio potrà fare a meno di te per quindici giorni?»

    Ancora tre mesi, e l'ambulatorio avrebbe fatto a meno di lei per sempre, pensò con espressione cupa.

    Non che ne avrebbe parlato con sua sorella, e nemmeno sarebbe andata a trovarla nel sud della Francia. Lì c'era Freddy, suo cognato... Il solo pensare a lui le faceva stringere il cuore in una morsa.

    «Non direi che sono sepolta qui, Alice» ribatté nel tono più leggero possibile, per non tradire i propri sentimenti.

    «Ho visto le previsioni del tempo, Becks. Controllo sempre sul mio cellulare e per il fine settimana è prevista una forte nevicata nei Cotswolds. Resterai intrappolata laggiù, ed è già metà marzo. Insomma, nel resto del Paese sta iniziando la primavera! Mi preoccupo per te.»

    «Non devi.» Guardò fuori dalla finestra e si domandò come mai fosse ancora lì, nella casa di famiglia, quando quella sistemazione sarebbe dovuta essere temporanea. Invece erano passati tre anni dal giorno in cui aveva deciso di leccarsi le ferite nel vecchio cottage dei genitori e di accettare il lavoro che le aveva offerto il veterinario del villaggio. Per lei, i genitori avevano rinunciato a vendere la casa e si erano accontentati del modesto affitto che pagava loro ogni mese mentre aspettava di trovare le energie necessarie per iniziare la scalata del successo a Londra. Loro si erano trasferiti a vivere in Francia cinque anni prima ed erano stati seguiti ben presto da Alice con il marito. Erano ignari dei problemi che Becky stava affrontando da sola ormai da diversi mesi, il più grave dei quali era il declino inesorabile della vecchia casa.

    Chissà quanto avrebbe resistito ancora il tetto? Un'angoscia lancinante le serrò il cuore al pensiero che ben presto avrebbe potuto trovarsi con il cottage inondato dalla pioggia! Era comunque decisa a non chiedere l'aiuto della famiglia. Temeva che se li sarebbe ritrovati tutti davanti alla porta poche ore dopo e non voleva che accadesse. Era certa che ce l'avrebbe fatta da sola. Dopotutto era un'ottima veterinaria e Norman aveva promesso che le avrebbe scritto delle referenze con i fiocchi che le avrebbero fatto trovare un nuovo lavoro in pochissimo tempo.

    «Alice, dovrei essere io a preoccuparmi per te!» dichiarò in tono deciso.

    «Solo perché hai tre anni più di me?»

    Becky percepì la nota argentina e allegra nella voce della sua bellissima sorella e se l'immaginò seduta sul divano, nel bel soggiorno della grande ed elegante casa di campagna, con i lunghi capelli biondi che le ricadevano sulle spalle.

    Freddy invece era di certo impegnato in qualche cosa di utile. Nella preparazione della cena in cucina probabilmente, dato che era un ottimo cuoco. Nonostante anche lui fosse un bravo veterinario, amava occuparsi della casa quando rientrava dopo il lavoro e soprattutto cucinare pietanze deliziose.

    Freddy adorava Alice e se ne era innamorato al primo sguardo. A quei tempi la sorella era impegnata in una carriera sfolgorante come modella e Becky, che era compagna di università di Freddy, era stata certa che il suo studioso amico non si sarebbe mai lasciato affascinare dalla giovane donna che dichiarava con orgoglio di non provare alcun interesse per i libri. Si era sbagliata. I due si erano sposati ed erano la coppia più felice che si potesse immaginare.

    «Starò bene» tagliò corto Becky, decisa a mettere fine alla conversazione. Avrebbe raccontato un'altra volta del lavoro che stava per finire e del tetto che lasciava passare la pioggia. «Non mi avventurerò in pigiama in mezzo alla tormenta di neve e se qualche malvivente là fuori fosse tanto stupido da affrontare il brutto tempo per andare a cercar bottino, dubito che si dirigerà verso il Lavender Cottage.» Rivolse uno sguardo divertito ai mobili della cucina che avevano visto tempi migliori, e sorrise. «È risaputo che tengo le mie ricchezze in banca!»

    Tutto quello che avrebbero trovato i ladri sarebbero stati stivali di gomma coperti di fango, alcune giacche impermeabili che aveva ereditato dai genitori, dei cappellini di lana che datavano alla sua infanzia e la borsa degli strumenti di lavoro.

    «Becks stavo pensando che potresti fare un salto a trovarci prima che arrivi l'estate portando con sé la folla inarrestabile di turisti chiassosi. Ti divertiresti. So che sei venuta anche a Natale però non abbiamo avuto molto tempo per stare insieme noi due, con tutta la famiglia e gli amici di mamma e papà che giravano per casa... È come se non ti vedessi da una vita! Non come quando eravamo ragazze e Freddy e io...»

    «Sono molto impegnata in questo momento, Alice. Sai bene com'è da queste parti in questa stagione. Ci sono gli agnelli in arrivo e, ovunque ti giri, c'è qualche pecora che bela disperata perché ha problemi di gravidanza. Però ti prometto che verrò non appena possibile.»

    Non voleva parlare di Freddy, il ragazzo che aveva incontrato all'università e di cui si era pazzamente innamorata senza però mai confessarglielo. Il ragazzo che l'aveva considerata la sua migliore amica e che, non appena incontrata Alice, aveva deciso che le avrebbe chiesto di sposarlo.

    Il ragazzo che le aveva spezzato il cuore.

    «Tesoro, Freddy e io dobbiamo dirti una cosa e preferiremmo farlo di persona.»

    «Cosa? Che succede?» Improvvisamente preoccupata, Becky raddrizzò la schiena e iniziò a pensare a possibili scenari catastrofici.

    «Avremo un bambino! Non è meraviglioso?»

    Sì, lo era.

    Era eccitante, emozionante. Alice non aveva desiderato altro sin da quando aveva pronunciato il sì e fatto scivolare la fede al dito.

    Becky era contenta per lei, davvero. Qualche sera dopo però, mentre si apprestava a rilassarsi sul divano durante uno dei rari sabati liberi dal turno, sentì di colpo il peso delle scelte che aveva fatto in quegli anni.

    Dov'era la vita sociale e allegra che avrebbe dovuto sperimentare? Dove gli innamoramenti folli e repentini? Gli uomini che la cercavano? Il continuo messaggiare sul cellulare? Quando Freddy aveva scelto Alice come compagna della sua vita, lei aveva voltato le spalle all'amore.

    A differenza di Alice, aveva trascorso l'adolescenza con la testa bassa sui libri. Aveva sempre saputo ciò che voleva fare da grande, e i suoi genitori l'avevano incoraggiata. Erano stati entrambi insegnanti, il padre docente di lettere all'università e la madre di matematica al locale liceo, e Becky non aveva mai dato loro motivo di preoccuparsi. Era una brava ragazzina, coscienziosa e con la testa sulle spalle. Alice invece, la bella Alice, aveva deciso sin da subito che gli studi non facevano per lei e i genitori, di idee liberali e aperte, non avevano battuto ciglio.

    Così, mentre Becky studiava, Alice si era data alla pazza gioia e alle feste.

    «Dovremmo essere tutti liberi di esprimerci, senza venire limitati dalle aspettative degli altri» era stato il motto di sua madre.

    All'età di diciotto anni, Becky era riemersa, piena di stupore per la vita incredibilmente libera che offriva l'università e si era resa conto di non essere stata preparata alle notti brave e alle lezioni mancate a causa di una sbronza. Né era pronta alla grande promiscuità con l'altro sesso. Insomma, tanta libertà l'aveva resa insicura, e si era immediatamente innamorata di Freddy, che aveva la sua stessa età e che studiava veterinaria come lei.

    Anche lui aveva trascorso l'adolescenza a lavorare sodo. Anche lui aveva tenuto la testa bassa sui libri dai dodici anni ai diciotto. Freddy era la sua anima gemella e lei aveva apprezzato la sua compagnia, ma non era stata capace di superare la timidezza e di confessargli quali fossero i suoi veri sentimenti.

    Era rimasta ad aspettare che arrivasse il momento giusto per farsi avanti, senza rendersi conto di quali fossero i desideri di Freddy.

    Non aveva capito che lui non era alla ricerca di una ragazza tranquilla e studiosa, bensì di una donna vivace, allegra, che amava il divertimento e che non era interessata ai libri. Lui voleva una bionda piena di brio che gli sedesse sulle ginocchia a fine giornata, e non una mora piccola e dalle forme rotondette.

    Mentre la sera iniziava a regalare alla campagna i primi fiocchi di neve, Becky si domandò se avesse fatto la scelta giusta a rifugiarsi nel vecchio cottage dei genitori. Si immaginava a distanza di dieci anni ancora lì, nello stesso posto e a fare le stesse cose. La sorella minore provava pena per lei. Senza nemmeno rendersene conto era diventata un caso pietoso.

    La casa stava cadendo a pezzi.

    Lei sarebbe rimasta senza lavoro entro pochi mesi.

    Avrebbe dovuto rivoluzionare la propria vita. Lasciare la sicurezza della campagna e andare in qualche chiassosa città, circondata da giovani pieni di voglia di vivere. Avrebbe dovuto cominciare a cercarsi degli amici, uscire con qualche ragazzo...

    Benché il solo pensiero le mettesse ansia, continuò a rimuginarci sopra fin quando il suono del campanello della porta non la riportò al presente. Per una volta non le dispiaceva dover affrontare il brutto tempo per andare a occuparsi di un animale in difficoltà. Qualsiasi cosa era meglio che restare a immaginare un futuro tanto cupo.

    Si diresse verso la porta e afferrò la borsa degli strumenti lungo il percorso. Prese anche il caldo giaccone antipioggia, che era fondamentale se vivevi in quella zona del mondo.

    Spalancò la porta con un piede coperto dallo stivale di gomma e con già in testa il cappellino di lana. In tasca aveva anche infilato le chiavi dell'auto.

    Con gli occhi bassi mentre tentava di allacciarsi la zip della giacca, la prima cosa che notò furono le scarpe. Non erano adatte a un allevatore. Erano di cuoio morbido, color caramello, e stavano già mostrando i segni lasciati dalla neve sulla pelle preziosa.

    Poi notò i pantaloni.

    Erano costosi. Grigio pallido, di lana. Assolutamente poco pratici. Senza nemmeno rendersene conto, continuò a scrutare la figura ferma davanti a lei con occhi increduli, passando dai piedi alle gambe, e poi più su, fino a un torace possente e a due spalle dall'ampiezza notevole e molto sensuale. Per alcuni istanti le si mozzò il respiro in gola.

    «Pensa di finire l'ispezione in fretta? Mi sto bagnando.»

    Gli occhi di Becky scattarono verso l'alto e di colpo si sentì pervasa dalla più incredibile commistione di sensazioni. Un mix di bocca asciutta e imbarazzo bruciante. Per alcuni secondi non fu in grado di proferire parola e restò semplicemente a fissare l'uomo più bello che avesse mai visto.

    Capelli neri e appena un po' troppo lunghi incorniciavano un viso perfetto in cui spiccavano occhi grigi inquadrati da folte ciglia scure. Occhi che, in quel momento, erano puntati su di lei.

    Mortificata, Becky reagì allo scrutinio.

    «Mi dia due secondi» disse senza fiato. Infilò lo stivale che le mancava e si domandò se le sarebbe servita la borsa. Probabilmente no. Non conosceva l'uomo e, da come era vestito, immaginava non si occupasse di bestiame il che le fece supporre che non avrebbe dovuto occuparsi di qualche pecora che aveva problemi a partorire.

    Con ogni probabilità quel tipo era uno dei ricconi di città che si erano comprati una seconda casa in uno dei villaggi pittoreschi dei dintorni. Probabilmente era venuto a passare il fine settimana con qualche amico vestito in modo altrettanto inadeguato, e con un animale domestico al seguito.

    Era già successo che una di quelle povere bestiole di città si scontrasse con la dura realtà della campagna. O

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