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Complice il Natale... (eLit): eLit
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E-book143 pagine2 ore

Complice il Natale... (eLit): eLit

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Info su questo ebook

Qual è il tuo desiderio per questo Natale?

Brody Taggert ne ha soltanto uno: ignorare le feste e sperare che passino in fretta.

Un bacio rubato sotto il vischio...

L'arrivo in città di Lila Grainger, però, ha sconvolto i suoi piani. Lila sta cercando di coinvolgere tutti - lui compreso - nell'organizzazione di una grande festa di Natale. Purtroppo per Brody, i tentativi di girarle alla larga vanno in fumo quando una tempesta di neve li costringe a rifugiarsi insieme in una baita, senza alcun contatto con il mondo esterno.

... o una proposta di matrimonio sotto l'albero?

Condividere quell'intimo rifugio con una donna tanto bella ed esuberante sta scardinando ogni sua difesa, soprattutto da quando una notte, spaventata da misteriosi ricordi del passato, Lila gli ha chiesto di stringerla forte tra le sue braccia.
LinguaItaliano
Data di uscita30 nov 2017
ISBN9788858978894
Complice il Natale... (eLit): eLit
Autore

Cara Colter

Tra le autrici più amate e lette dal pubblico italiano.

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    Complice il Natale... (eLit) - Cara Colter

    successivo.

    1

    L'agente Brody Taggert era di pessimo umore.

    «È proprio il momento giusto per andare a trovare Miss L. Toe» si disse con voce carica di sarcasmo. Il suo cane, Boo, che era comodamente sdraiato sul sedile posteriore dell'auto della polizia, abbaiò e Tag lo prese per una conferma.

    In verità, non era il momento giusto per andare a fare visita alla proprietaria del negozio appena aperto a Snow Mountain, autrice in erba e spina nel fianco.

    Sfortunatamente, la nuova arrivata, Lila Grainger, alias Miss L. Toe, non era una criminale, bensì la nipote del capo della polizia.

    E questo era il motivo per cui Tag doveva andare a conoscerla. Era un ordine.

    Il capo di Tag, Paul Hutchinson, detto Hutch, era un uomo di carattere mite, ma non ammetteva repliche, e si era seccato perché l'agente non aveva presenziato alla prima riunione del Comitato Salvate il Natale di Snow Mountain, la sera prima.

    «Ha in mente qualcosa, quella» aveva borbottato. «È astuta, proprio come mia sorella, sua madre. E tu non sei andato alla riunione, così adesso siamo all'oscuro.»

    Tag decise di non rilevare che all'oscuro era una brutta scelta di parole, giacché era proprio l'oscurità che aveva infiammato gli animi.

    Il Consiglio Comunale aveva deciso di spegnere le luminarie. Le luci di Natale. E di togliere anche la tradizionale esposizione di personaggi semoventi nel piccolo Bandstand Park, in fondo alla strada principale.

    Ogni anno, dal 1957, il parco era stato trasformato nel Laboratorio di Santa Claus. Dei folletti motorizzati impacchettavano i regali e i giocattoli, le renne si impennavano e Santa Claus agitava la mano. Purtroppo, l'anno precedente, uno dei folletti si era surriscaldato e aveva preso fuoco. Una persona che passava di lì per caso aveva filmato con il cellulare la scena di un bambino che piangeva di paura, il viso illuminato dalle fiamme, e Snow Mountain era diventata tristemente famosa nella contea.

    Da quel momento, la faccenda aveva dato il via a dibattiti appassionati, ma al Consiglio Comunale di ottobre, Leonard Lemoix, che non era il consigliere preferito di Tag, aveva snocciolato le cifre. Considerando il costo delle riparazioni più urgenti e della bolletta dell'energia elettrica, nel giro di tre anni si sarebbe risparmiato denaro sufficiente per comprare una nuova auto della polizia.

    Il Consiglio Comunale aveva votato, non all'unanimità, di eliminare quello spiegamento di luci e Leonard si era così guadagnato la stima di Tag.

    «Mia nipote mi ritiene colpevole per quella scelta» aveva detto Hutch, il giorno dopo la riunione. «Invece io non sapevo niente della macchina della polizia. Adesso, Lila sta organizzando un comitato per mantenere il Natale a Snow Mountain. Sai che cosa mi ha detto? Zio Paul, vuoi che Snow Mountain sia conosciuta come la città che ha cancellato il Natale?»

    Era stato in quel momento che Tag era stato designato a far parte di quel comitato.

    «Non possiamo permettere che il Dipartimento di Polizia faccia la figura di un manipolo di scellerati che vuole barattare il Natale con una nuova auto» aveva dichiarato Hutch, che fino all'arrivo della nipote non si era mai preoccupato dell'immagine.

    Lila era una ragazza di città, veniva da Miami ed era molto esperta di quello che era o non era politicamente corretto.

    Nonostante l'antipatia che provava per quella creatura che non conosceva, Tag sapeva che era inutile cercare di obiettare - perché proprio io? - riguardo alla sua partecipazione al comitato di Lila Grainger. Infatti, nonostante i sei anni di militanza nelle forze di polizia, era ancora la recluta più giovane, e come tale doveva accettare tutti gli incarichi che gli altri rifiutavano. Tra cui riferire le decisioni del Comitato Salvate il Natale di Snow Mountain a Karl Jamison, il più anziano del distretto, che continuava a ripetere che voleva andare in pensione, il che significava che prima o poi sarebbe arrivata una nuova recluta, ma non in tempo per salvare Tag dall'assoggettarsi ai capricci della nipote di Hutch.

    E adesso aveva saltato la prima dannata riunione.

    Tag non si era preoccupato di fornire delle giustificazioni per la sua mancata partecipazione. Sentiva che i motivi della sua assenza rientravano nella sfera del privato. La verità era che preferiva affrontare la collera del capo piuttosto che la sua pietà. Dopo la morte del fratello minore, Ethan, Tag aveva ricevuto più attestati di simpatia di quanti sarebbero bastati per una vita intera.

    Ma adesso sapeva che non ci sarebbe stata nessuna scusa accettabile, a parte una rapina in corso, per non andare a trovare Lila Grainger, quella sera.

    Tag imprecò piano. Il cane sospirò, dimostrando un'innata capacità di percepire l'umore nero del padrone. «Non è colpa tua, Boo.»

    Neppure l'avvicinarsi inesorabile del Natale era colpa del cane. Ma con Halloween appena passato e il Giorno del Ringraziamento in vista, Tag avrebbe volentieri ignorato l'arrivo delle feste natalizie, almeno per un po'.

    Okay, era stato contento quando la città aveva votato per l'abolizione delle luminarie di Natale, e non solo per la possibilità di acquistare una nuova auto della polizia.

    A causa del lavoro che svolgeva, Brody Taggert vedeva l'altra faccia del Natale, quella che non occupava le copertine delle principali riviste patinate.

    Da poliziotto, anche se di una piccola cittadina, Tag si rendeva conto che era un periodo di grande stress per la popolazione, che contribuiva a far aumentare i crimini. Appena sparivano i resti del tacchino del Ringraziamento, si iniziava a festeggiare il Natale. E festeggiare significava bere e, di conseguenza, incremento dei litigi, delle violenze domestiche, degli incidenti d'auto, delle risse tra ubriachi.

    Tag era quindi giunto alla conclusione che, a Natale, i poveri si sentivano più poveri, le persone sole più sole, e i cattivi diventavano più cattivi.

    E, naturalmente, tutti quelli che avevano conosciuto il dolore, tra cui Tag, sentivano la sofferenza per la perdita subita con rinnovato vigore. Quello sarebbe stato il settimo Natale senza suo fratello. La gente gli aveva detto che il tempo avrebbe lenito le ferite, ma lui non notava nessun miglioramento. C'era un vuoto nella sua vita che sembrava diventare sempre più profondo, e l'eccitazione e l'aspettativa delle feste non facevano che aumentarlo.

    Invece, la realtà di Lila Grainger era molto diversa.

    Aveva dato un'occhiata al suo mondo quando aveva ricevuto il primo entusiasta annuncio via mail della riunione del Comitato, tre giorni prima. Alcuni pupazzi di neve animati danzavano su uno sfondo rosa e imploravano: Salvate il Natale di Snow Mountain.

    Riunione, bevande gratis e i famosi biscotti al burro di Jeanie Harper.

    A parte l'irritazione per l'argomento e i nauseanti pupazzi di neve, Tag aveva davvero avuto intenzione di partecipare, e non solo perché gli era stato ordinato. La promessa dei biscotti di Jeanie era così allettante che nessuno scapolo della città poteva resistere, soprattutto se erano quelli che lei intingeva per metà nel cioccolato.

    Ma la vita, la vita reale, non quella dei pupazzi di neve o dei biscotti intinti nel cioccolato, era intervenuta con la sua crudezza. Guardò il suo cane nello specchietto retrovisore. Tag era mancato alla riunione perché il giorno prima aveva portato Boo dal veterinario. Era tornato in tempo per prendervi parte, ma quando aveva udito le parole del medico, ti accorgerai da solo quando sarà il momento, non se l'era sentita di presenziare.

    Tag era un uomo che si vantava di avere il completo controllo delle emozioni, dopo le disgrazie che aveva subito. Ma neppure i biscotti più buoni del mondo sarebbero riusciti a convincerlo a uscire quella sera, ad abbandonare il divano. Il televisore a quarantadue pollici e la partita di hockey, con Boo che dormiva sulle sue ginocchia, lo avevano aiutato a placare il senso di impotenza che lo dilaniava di fronte alla diagnosi del veterinario.

    Boo stava morendo. Boo non era solo un cane, ma un legame con suo fratello, anzi, di più, un legame con la vita. Più di una volta, Boo era riuscito a confortarlo con la sua sola presenza.

    Quello che Tag non si era aspettato era stata la prontezza con cui Hutch aveva reagito alla sua assenza alla riunione di Lila.

    Tag era sicuro che, se avesse letto il contratto che aveva firmato quando era entrato in polizia, non c'era niente che lo obbligasse ad assecondare i desideri mielosi della nipote del capo o a collaborare con lei, anche se questo poteva servire all'immagine del Dipartimento di Polizia, come pretendeva Hutch.

    La parola immagine fino a quel momento aveva significato essere gentile con i bambini, tenere inamidata l'uniforme, le scarpe lucide e avere una macchina pulita. Perché, all'improvviso, questo cambiamento? E proprio adesso, in questo particolare periodo...

    D'altro canto, sapeva di essere in debito con Hutch, che gli aveva offerto un'ancora di salvezza proponendogli un incarico nella polizia locale quando lui aveva rischiato di rovinarsi dopo l'incidente di Ethan.

    Il capo aveva anche chiuso un occhio sul cane sdraiato sul sedile posteriore dell'autopattuglia, sapendo quanta importanza aveva per l'anima tormentata del ragazzo. Quindi, gli doveva molto.

    Imboccò Main Street, la strada principale, delimitata da vecchi edifici di pietra e mattoni rossi che avevano visto giorni migliori. Era l'imbrunire e il vento gelido di metà novembre sollevava da terra foglie morte e pezzi di giornale. Non c'erano turisti nel periodo invernale, ma anche questa era una cosa che l'ottimista signorina Grainger pensava di poter cambiare con uno schiocco di dita. Secondo la vibrante e-mail rosa, Snow Mountain doveva diventare un'attrazione turistica a cinque stelle.

    Ma mentre Tag guardava le luci al neon che lampeggiavano in Main Street e le insegne poco curate, pensò che quella era la città meno adatta a trasformarsi in una destinazione allettante.

    Il negozio di Lila Grainger, naturalmente, era un gioiellino che risaltava in quella via malridotta, in un caseggiato di pietra calcarea che lei aveva dipinto di un caldo color avorio, con l'insegna verde, rossa e bianca che annunciava a grandi lettere MISS L. TOE e sotto, a lettere minuscole, il negozio di Natale di Snow Mountain.

    MISS L. TOE. Carino. Stucchevolmente carino. Benvenuti nel suo mondo. Lila Grainger aveva un interesse personale nel mantenere il Natale a Snow Mountain, adesso che aveva investito l'anticipo del nuovo libro per aprire un negozio lì.

    Quando aveva

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