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Contratto per la felicità: Harmony Jolly
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Contratto per la felicità: Harmony Jolly
E-book170 pagine2 ore

Contratto per la felicità: Harmony Jolly

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Info su questo ebook

La magia del Natale 3/3
Riuscirà la magia del Natale a far trovare ai tre fratelli Cattaneo l'amore che cercano?
Il più grande errore di Sebastian Cattaneo è stato quello di guardare andar via sua moglie con il loro bambino. E ora che è riuscito a farla tornare a Mont Coeur ha tempo fino a Natale per convincere Maria a restare con lui. Per provare che non è più l'uomo capace solo di dedicarsi esclusivamente al lavoro, Sebastian firma con lei un nuovo contratto che include clausole personalizzate: sono previste serate romantiche, adeguamenti che includano tempo per la famiglia e tanti baci rubati. Sarà sufficiente perché Sebastian possa ritrovare la sua famiglia a Natale, e per sempre?
LinguaItaliano
Data di uscita20 gen 2020
ISBN9788830509771
Contratto per la felicità: Harmony Jolly

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    Anteprima del libro

    Contratto per la felicità - Sophie Pembroke

    successivo.

    1

    Maria Cattaneo – no, rammentò a se stessa, era di nuovo Rossi, anche se ufficialmente non avrebbe avuto quel cognome sino a dopo il divorzio – strinse la manina del figlio mentre guardava il lussuoso chalet che aveva davanti. Com'era possibile che qualcosa di così familiare le apparisse al contempo così estraneo?, si chiese. Passava il Natale e le settimane bianche allo chalet dei Cattaneo a Mont Coeur da anni – ben da prima che si sposasse con Sebastian – e almeno all'esterno la casa non era cambiata.

    La stessa veranda di legno circondava la grande costruzione di stile tradizionale. Composizioni di rami di pino e bacche avvolgevano le travi, a decorare la casa per la festività. Sulla porta era appesa una ghirlanda verde e rossa. Dalle finestre si vedevano scintillare delle lucette bianche, segno che nel salone, in qualche punto che da lì non era visibile, era già stato sistemato l'enorme albero di Natale addobbato in rosso e oro.

    Era tutto come sempre. Tutto, tranne lei.

    «Mamma?»

    Frankie alzò lo sguardo, la faccina seminascosta dal cappuccio della giacca a vento.

    Faceva molto freddo e stava diventando buio. Doveva portarlo dentro.

    Il che implicava bussare alla porta.

    «Sei pronto, piccolo?» gli chiese, costringendosi a sorridere. Se Frankie avesse percepito il suo disagio si sarebbe innervosito. E questo avrebbe reso ancora più difficile quella visita forzata.

    «A vedere papà?» Frankie annuì, l'espressione stranamente seria per un bimbo di due anni.

    Sono contenta che almeno uno dei due sia pronto, pensò Maria mentre prendeva in braccio il figlio e si avviava su per i gradini. Una volta davanti alla porta, trasse un profondo respiro e bussò.

    Forse sarebbe venuta ad aprire sua cognata Noemi. O magari il misterioso fratello che suo marito e Noemi avevano conosciuto mentre lei era lontana. Di base, sarebbe andato bene chiunque a parte...

    Sebastian.

    Quando lo vide stagliato sulla soglia per un attimo ebbe la sensazione che nulla fosse cambiato. Lei non se n'era mai andata, era ancora innamoratissima, erano felici insieme...

    Che stupida era. Non era affatto felice, per questo se n'era andata.

    La felicità era a chilometri da lì, nel piccolo cottage ai margini della proprietà dei suoi, dove lei e Frankie si erano stabiliti da circa un anno. Non nel lussuoso chalet dei Cattaneo, nelle Alpi svizzere. E di sicuro non con Sebastian, nonostante quello che aveva sognato e sperato da ragazza.

    Sebastian non poteva darle quello di cui lei aveva bisogno. Se avesse ritenuto che ne fosse in grado, non lo avrebbe lasciato. Ma l'uomo da cui si era separata aveva dimostrato di essere incapace di amare. Doveva tenerlo bene a mente per tutta la durata della visita, o ne sarebbe uscita con il cuore a pezzi.

    Quando Sebastian l'aveva chiamata per chiederle di andare lì per Natale con Frankie, il suo primo impulso era stato di rifiutare. Aveva fatto in modo di evitarlo ogniqualvolta era venuto per vedere il figlio, lasciando il piccino dai nonni o facendo in modo di non esserci quando lui arrivava. C'erano state solo tre o quattro visite in un anno, per cui non era stato difficile.

    Il difficile era stato tornare lì, anche se Maria sapeva che era la cosa giusta da fare. Frankie aveva bisogno di suo padre. E Sebastian ne aveva passate tante ultimamente... accettare il suo invito era il minimo che potesse fare.

    Inoltre, appena atterrati, le era arrivato quel criptico messaggio vocale di Noemi; la cognata sperava che ci sarebbe stata anche lei perché aveva qualcosa da comunicare a tutta la famiglia.

    Come se lei facesse parte della famiglia. Anche ora.

    Sebastian mosse un passo nella loro direzione e la luce della veranda gli illuminò il viso.

    Maria dovette trattenere un ansito. Erano passati dodici mesi dall'ultima volta che aveva visto suo marito, ma dai segni scuri sotto i begli occhi verdi e dalle rughe di preoccupazione che gli solcavano la fronte, sembravano trascorsi decenni, almeno per lui. Sebastian non era mai stato un tipo allegro e spensierato come la sorella, tuttavia non lo aveva mai visto così abbattuto. Aveva l'aria... sconfitta.

    Era per causa sua? Maria si mordicchiò il labbro mentre aspettava che le dicesse qualcosa. Ma Sebastian, per un lunghissimo istante, si limitò a fissare lei e il bambino, come stesse beandosi della loro vista. E lei non poté impedirsi di fare altrettanto mentre guardava il volto che tanto aveva amato. I capelli castani, più corti di quanto li avesse mai portati, in qualche modo lo facevano apparire più alto, anche se lo era già di suo. Le era sempre piaciuto che fosse ben più alto di lei, rammentò. Le piaceva posare il capo sul suo petto e sentir battere il suo cuore contro la guancia. Come se tra loro ci fosse un legame più profondo di quello sancito dai voti pronunciati sull'altare il giorno del matrimonio combinato dalle loro famiglie.

    Quell'uomo faceva parte di lei da più tempo di quanto riuscisse a ricordare. Erano cresciuti insieme, in tutti i sensi. Come aveva potuto illudersi di poterlo tagliare fuori dalla sua vita?

    «Sei venuta» disse infine Sebastian, con quella sua voce calda, profonda.

    Maria soffocò un'imprecazione. Si era dimenticata che effetto le faceva la sua vicinanza, il solo sentirlo parlare...

    Per questa ragione era meglio che stesse alla larga da lui. Ma non aveva potuto perché...

    «Mi hai chiesto di farlo» gli rispose.

    Lui le rivolse un sorriso privo di allegria. «Non era certo una garanzia quella.»

    Un altro segno di quanto poco la conoscesse, pensò Maria. Se avesse capito quanto lo aveva amato, avrebbe saputo senza ombra di dubbio che non avrebbe mai potuto ignorare la sua disperata richiesta.

    Ti prego, Maria. Ho bisogno di avervi qui a Natale, tu e il piccolo Francesco. È tutto diverso ora. Ti prego, vieni.

    Perciò era andata. E doveva ammettere che, in parte, lo aveva fatto per scoprire se per diverso intendeva ciò che lei aveva sempre sperato. Che il loro matrimonio potesse essere quello che un tempo aveva sognato sarebbe stato.

    E in parte perché si sentiva in colpa, prima di tutto per essersene andata e poi per non essere tornata non appena Noemi l'aveva chiamata per darle la terribile notizia.

    «Stavo per venire quando ho saputo dei tuoi» disse. Salvo e Nicole Cattaneo erano come dei secondi genitori per lei e aveva provato un dolore immenso quando aveva appreso che erano morti in un incidente in elicottero a New York. Credeva che non sarebbe mai riuscita a smettere di piangere. Ma alla fine, proprio com'era successo quando aveva lasciato Sebastian, aveva drizzato le spalle e aveva ripreso in mano le redini della sua vita. Il mondo non si ferma per un lutto, per quanto lo si possa desiderare.

    E doveva esser stato lo stesso per Sebastian, ragionò. Si era ritrovato a dover gestire non solo la perdita dei genitori, ma anche la compagnia di famiglia. Portare avanti gli affari della Cattaneo Jewels, un'azienda orafa famosa in tutto il mondo, doveva avergli offerto la necessaria distrazione al suo immenso dolore. Ma la notizia dell'esistenza di un fratello di cui lui e Noemi non sapevano nulla – un fratello al quale, secondo quanto gli aveva detto la cognata, era stata lasciata una quota di controllo della compagnia – doveva esser stato un bel rospo da mandar giù per Sebastian.

    Sapeva quanto dovesse soffrire, e aveva sofferto per lui. Tuttavia, non si era risolta a tornare a Mont Coeur sino a che non era stato lui stesso a telefonarle per chiederglielo.

    Quello era stato il primo, vero segno che aveva preso coscienza del fatto che lo aveva lasciato, che non era solo partita per una lunga vacanza.

    «Perché non sei venuta? Per il funerale, almeno?» le chiese. Non c'era accusa nella sua voce, solo curiosità.

    «Non ero sicura che fosse il mio posto» disse lei. «Non più.»

    Non ero sicura che avresti notato la mia presenza.

    «Maria.» Gli occhi di Sebastian erano diventati più scuri, più seri. «Questa sarà sempre casa per te. Per te e per Frankie. Qualunque cosa succeda. Te lo prometto.»

    Non era abbastanza, pensò lei, con una stretta al cuore. Non lo era mai stato.

    Se Sebastian non lo aveva capito quando se n'era andata, non l'avrebbe certo capito ora. Così ribatté semplicemente: «Grazie».

    Sebastian spostò l'attenzione su Frankie, che sgranò gli occhi sotto il suo sguardo. Mentre il marito allungava le braccia per prenderlo, Maria, inconsciamente, strinse il piccolo al seno. Frankie le affondò il visetto nel collo con un versetto di paura. Be', non poteva biasimarlo. Aveva solo un anno l'ultima volta che erano stati a Mont Coeur e nell'anno che era seguito il papà lo aveva visto a Milano, vicino alla sede della Cattaneo, o nella villa che i Cattaneo possedevano accanto alla proprietà dei suoi genitori. Quel posto e le persone che vi erano riunite dovevano apparirgli del tutto nuovi, estranei... e un tantino inquietanti.

    Seb lasciò ricadere le braccia lungo i fianchi, un'ombra di dolore nello sguardo.

    «È stata una lunga giornata» disse lei, cercando di rendergli le cose più facili, come aveva sempre fatto. «Siamo entrambi stanchi.»

    Il sorriso che le rivolse indicava che aveva apprezzato la bugia. Sapevano tutti e due che la riluttanza di Frankie era dovuta al fatto che in un anno aveva visto il padre solo poche volte di persona e per il resto solo sul monitor di un computer, durante le videochiamate.

    Maria soffocò il senso di colpa. Non era colpa sua se Sebastian non era stato all'altezza come padre – o come marito. Così come rifiutava di sentirsi in colpa per essersene andata per cercare di essere felice.

    Come sarebbe potuta restare sapendo che l'amore della sua vita non avrebbe mai potuto ricambiarla?

    Sapere che Sebastian l'aveva sposata perché glielo aveva detto il padre era una cosa, ma sentirselo sbattere in faccia da lui quella terribile notte prima che lo lasciasse era tutt'altra.

    Maria, eri consapevole di quello che stavi facendo quando hai accettato di assecondare i piani dei nostri padri. Mi hai sposato per salvare l'azienda della tua famiglia, proprio come io ho sposato te per portare a compimento la fusione delle nostre compagnie. E ora ti lamenti che passo troppo tempo a lavorare per quella stessa compagnia?

    Solo che per lei non era andata proprio così. Certo, si era piegata alle insistenze di suo padre perché gli affari di famiglia stavano andando a rotoli. Però lei aveva pensato ad altri modi per salvare la compagnia ed era pronta a impegnarsi, se solo glieli avessero lasciati esporre.

    Invece, aveva abbandonato gli studi di economia, era tornata a casa e aveva sposato Sebastian. E i suoi avevano ottenuto una parte delle quote della nuova società costituitasi dopo la fusione. Una società nella quale compariva solo il nome Cattaneo.

    Non era in quel modo che lei avrebbe voluto andassero le cose. Ma non avrebbe mai sposato Seb, se non fosse stata perdutamente innamorata di lui – e se non fosse stata convinta che un giorno potesse ricambiarla.

    Accettare che quell'amore che gli aveva donato così generosamente e totalmente non sarebbe mai stato altro che semplice convenienza per lui... era stata una pillola amara da inghiottire. Ma l'aveva mandata giù, anche se c'erano voluti anni e un figlio. Adesso non poteva voltarsi indietro, non dopo aver lavorato così tanto per andare avanti con la propria vita.

    «Mi dispiace. Non dovrei tenervi qui sulla porta, si gela» disse Seb scostandosi e spalancando l'uscio. «Entrate. Muoiono tutti dalla voglia di vedervi. Bentornati a casa.»

    Maria sentì stringersi il cuore mentre varcava la soglia. Mont Coeur non sarebbe mai più stata casa, anche se avrebbe voluto con tutta se stessa che fosse altrimenti.

    Non appena passato il Natale, lei e Frankie sarebbero ripartiti. Sebastian poteva tenersi la compagnia. Lei aveva qualcosa di ben più prezioso e importante: loro figlio. E insieme al suo piccolo si sarebbe costruita una nuova vita, lontano dai Cattaneo e da Mont Coeur.

    Era la cosa migliore per tutti.

    Per quanto facesse male.

    Si era tagliata i capelli.

    Seb era sicuro che ci fossero stati altri cambiamenti in sua moglie... e

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