Scopri milioni di eBook, audiolibri e tanto altro ancora con una prova gratuita

Solo $11.99/mese al termine del periodo di prova. Cancella quando vuoi.

Lieto fine in corsia: Harmony Bianca
Lieto fine in corsia: Harmony Bianca
Lieto fine in corsia: Harmony Bianca
E-book154 pagine1 ora

Lieto fine in corsia: Harmony Bianca

Valutazione: 0 su 5 stelle

()

Leggi anteprima

Info su questo ebook

Le ostetriche di Lighthouse Bay 1/2
Qui a Lighthouse Bay troverete ostetriche dolci e appassionate e i dottori più sexy in circolazione!

L'ostetrica Ellie Swift dedica la propria vita e tutte le sue energie al piccolo ospedale di Lighthouse Bay. Dopo un doloroso divorzio, Ellie ha deciso che nella sua esistenza non avrebbe riservato alcuno spazio agli uomini... almeno fino a quando non incrocia lo sguardo di Sam Southwell, il nuovo dottore della clinica.

Nonostante la sua radicata diffidenza nei confronti dell'amore, Sam rimane colpito dalla solarità e dall'allegria di Ellie. Quella che è nata come una semplice simpatia si trasforma in qualcosa di più profondo. Sam sa benissimo di non essere il prototipo dell'eroe delle favole e che Ellie non ha alcun bisogno di essere salvata, ma è deciso a donarle a tutti i costi il lieto fine che merita.
LinguaItaliano
Data di uscita20 ago 2019
ISBN9788830501676
Lieto fine in corsia: Harmony Bianca
Autore

Fiona McArthur

Tra le autrici più amate e lette dal pubblico italiano.

Leggi altro di Fiona Mc Arthur

Autori correlati

Correlato a Lieto fine in corsia

Titoli di questa serie (2)

Visualizza altri

Ebook correlati

Narrativa romantica per voi

Visualizza altri

Articoli correlati

Categorie correlate

Recensioni su Lieto fine in corsia

Valutazione: 0 su 5 stelle
0 valutazioni

0 valutazioni0 recensioni

Cosa ne pensi?

Tocca per valutare

La recensione deve contenere almeno 10 parole

    Anteprima del libro

    Lieto fine in corsia - Fiona McArthur

    successivo.

    Prologo

    Ellie Swift scese verso la spiaggia di Lighthouse Bay e si avviò in direzione del promontorio.

    Appena ebbe appoggiato i piedi sulla sabbia fine e fresca trattenne il respiro con un sorriso e assaporò il gusto salato della brezza. Poi proseguì a passo sostenuto verso il punto in cui s'infrangevano le onde. Prima di andare al lavoro voleva arrivare fino al capo e ritornare indietro.

    «Ellie!»

    Si voltò e notò un uomo che avanzava zoppicando verso di lei. Le fece un segno con la mano. Era Jeff, del Club del Surf. Ellie lo conosceva bene. Era il capitano del peschereccio adibito alla pesca dei gamberi e anche il capo dei guardaspiaggia. Lei aveva fatto nascere il suo secondo figlio e durante il parto Jeff era svenuto. Ellie si sforzava di non ricordarglielo ogni volta che lo vedeva.

    Rispose con un cenno, ma aveva già capito che non la stava chiamando per fare due chiacchiere. Accelerò il passo e si diresse verso di lui.

    «C'è un uomo anziano sugli scogli sotto il faro, un surfista che dice di essere il medico dell'ospedale. Pensiamo si sia rotto un braccio. E forse una gamba...»

    Ellie si voltò nella direzione da cui Jeff era arrivato.

    L'uomo le indicò un gruppo di persone in lontananza. «Non si farà toccare, se non ci sei. L'ambulanza è quasi arrivata, ma penso che dovremo farlo portare via dall'elicottero.»

    Anziano e surfista... Doveva essere il dottor South-well. Ellie emise un sospiro.

    Dieci minuti più tardi era inginocchiata vicino al vecchio dottore mentre due donne paramedico e due robusti guardaspiaggia cercavano di spostarlo con cautela per adagiarlo sulla barella.

    L'uomo emise un lamento soffocato e chiuse gli occhi, per cercare di controllare il dolore.

    Ellie sapeva che il dottor Southwell ce l'avrebbe messa tutta per rimettersi in sesto e riprendere a surfare con rinnovata energia.

    La marea si stava ritirando e le onde non raggiungevano più la parete digradante alla base della scogliera. Era un luogo famoso tra i surfisti più intrepidi, che lo sceglievano per salire e scendere dalle tavole e pagaiare fino a dove si formava l'onda lunga, per poi uscire finalmente nell'oceano.

    «Grazie, Ellie.» Il dottor Southwell sembrava sollevato, ma leggermente in imbarazzo «Mi dispiace, ma ti dovrò piantare in asso.»

    Lei gli sorrise con dolcezza. Era sempre stato gentile con lei. «Non si preoccupi, dottore. Pensi a guarire piuttosto e a rimettersi presto.»

    L'uomo le fece l'occhiolino. «Tornerò il prima possibile.»

    Lei gli sorrise, scuotendo la testa.

    Il dottore era solito fare surf ogni mattina, prima di andare al lavoro. Il passo agile era in contrasto con i capelli bianchi e il viso segnato dalle intemperie. Era un uomo alto e magro, che una cinquantina di anni prima doveva essere stato sicuramente avvenente.

    Gli avevano assicurato il braccio rotto contro il corpo. Forse la gamba non era fratturata, ma avevano preferito comportarsi come se lo fosse. Erano stati presi accordi con l'infermiera a bordo dell'elicottero perché gli somministrasse un po' di morfina.

    In lontananza si udiva il rumore delle pale, segno che l'elicottero si stava avvicinando.

    Ellie lanciò un'occhiata di sfuggita alla baia. La sabbia bianca andava a formare una sorta di mezzaluna e la marea rifluiva quieta in direzione dell'oceano scintillante. Comprese perché il vecchio medico avesse fretta di tornare presto in quel luogo.

    Quel posto aveva reso stanziale anche lei. Sollevò il mento. A Lighthouse Bay c'era il suo futuro. Aveva un progetto da realizzare.

    Abbassò lo sguardo verso il collega. Un vero gentiluomo, che si era adattato perfettamente al ritmo calmo della vita della baia. «Aspetteremo che torni, non appena si sarà rimesso.» Lanciò un'occhiata all'enorme tavola da surf che i guardaspiaggia avevano appoggiato alla parete di roccia. «Chiederò che venga portata a casa mia, così potrà venire a prenderla quando sarà di nuovo in piedi.»

    Ellie si sforzò di non pensare ai giorni che l'aspettavano. Non avrebbero più avuto un medico reperibile e le donne in travaglio avrebbero dovuto essere trasferite in ospedale fino all'arrivo di un sostituto.

    Pensò che doveva realizzare al più presto il suo progetto di una struttura gestita interamente da un gruppo di ostetriche.

    1

    Quattro giorni più tardi, fuori dall'ufficio, Ellie sentì gracidare una rana. Doveva essere vicina alla finestra e lei rabbrividì. Era intenta a preparare il pacchetto di benvenuto per il nuovo medico supplente e tentò di concentrarsi sul compito che stava svolgendo, sforzandosi di non far caso al tremito delle dita, mentre sistemava i documenti. Era una professionista responsabile di un servizio d'eccellenza, per l'amore del cielo. Tese le orecchie per vedere se il suono si ripeteva e sperò con tutto il cuore di non sentirlo ancora. Fortunatamente si udì solo silenzio.

    «Resta concentrata su quello che stai facendo» mormorò tra sé. Inserì nel pacco una mappa del luogo, che sarebbe servita solo il primo giorno, visto che la città era molto piccola, ma riportava tutti i posti dov'era possibile mangiare.

    Aggiunse anche una lista delle ore che dovevano essere coperte in ambulatorio. Due al giorno. Nel giro di un mese avrebbero dovuto assumere le consegne del medico locale, che aveva minacciato di andarsene se non avesse ottenuto un po' di ferie.

    Ellie non poteva certo biasimarlo. Lui e la moglie avevano diritto a una vita propria e il carico di lavoro era in aumento. Prima di ammalarsi, si era occupato delle visite a domicilio il dottor Rogers, un vecchio medico scapolo.

    Ellie canticchiò a labbra chiuse, per cercare di sovrastare la vocina interiore che le suggeriva che avrebbe dovuto avere anche lei una vita propria. Ma anche per evitare di sentire il gracidio delle rane. Si sforzò di concentrarsi, mentre stampava il foglio con la retribuzione.

    L'idea che le donne con una maternità a basso rischio dovessero essere trasferite nell'ospedale che sorgeva a un'ora di distanza, solo perché loro non disponevano di un medico supplente, secondo lei era sbagliata. Soprattutto visto che, durante la gravidanza, le donne venivano seguite direttamente da Ellie. Le ostetriche svolgevano tutto il lavoro e l'ambulatorio fungeva soltanto da punto di smistamento con l'ausilio di un'infermiera professionale. I medici supplenti dovevano più che altro occuparsi del Pronto Soccorso e delle pazienti ricoverate in convalescenza.

    Ellie non vedeva l'ora che il reparto di Maternità a Lighthouse Bay potesse diventare autosufficiente. Le piaceva l'idea di dedicare tutto il suo tempo a quel progetto, di poter ottenere una caposala e sottrarsi finalmente al lavoro prettamente infermieristico.

    Avrebbe potuto assumere un certo numero di ostetriche, come la sua amica Trina, che viveva come lei in uno dei cottage in cima alla scogliera. Quella giovane vedova, che aveva avuto un buon matrimonio, preferiva i turni di notte per evitare di rimanersene a letto da sola.

    Per Ellie era tutto il contrario. Aveva avuto un matrimonio da incubo, che alla fine si era rivelato non essere nemmeno un matrimonio. E si rendeva disponibile giorno e notte per non pensare al passato.

    Poi c'era Faith, che copriva i turni serali, una giovane mamma che abitava con la zia e il figlioletto di tre anni. Faith era un'inguaribile ottimista, però aveva avuto una sfortunata storia di una notte con un giramondo dal fascino carismatico. Ellie emise un sospiro. Tre donne molto diverse tra loro, ma con un unico sogno: le mamme e i bambini di Lighthouse Bay. Un posto incantato dove le future madri potevano scoprire i misteri della nascita in maniera naturale guidate da un gruppo di ostetriche.

    Doveva smetterla di fantasticare e tornare alla realtà. Per il momento avevano bisogno di un medico di base, che fosse anche ostetrico.

    La maggior parte delle neomamme si fermavano da una a tre notti. Poi c'erano le donne che avevano avuto un cesareo e venivano trasferite lì dall'ospedale per la convalescenza. Al medico era richiesto di fare il giro e di seguire ogni mattina la parte generale del lavoro ospedaliero.

    Non era un carico di lavoro impossibile, chiunque avrebbe potuto sostenerlo. Ellie sentì la tensione catturarle le spalle.

    I primi due medici supplenti erano stati giovani e annoiati. Avevano scelto quel posto per il surf e avevano cercato entrambi di corteggiare Ellie, come se anche lei facesse parte del pacchetto. Li aveva rimessi a posto tutti e due senza problemi, ma aveva fatto in modo che l'agenzia di collocamento da quel momento in avanti preferisse medici maturi.

    Così erano arrivati medici in pensione, ma questa opzione presentava a sua volta qualche svantaggio. Uno si era rivelato scontroso, il secondo era terrorizzato all'idea che una donna potesse dare alla luce un bambino, perché erano vent'anni che non assisteva a un parto. Ellie non era stata in grado di garantirgli che non sarebbe successo e il medico aveva subito rinunciato all'incarico.

    L'ambulatorio Lighthouse Bay si rivolgeva a donne con gravidanze a basso rischio ed Ellie non riusciva a capire perché fosse necessaria la presenza di un medico. La nascita era un evento naturale e nessuna delle donne seguite presentava patologie. Anche se, naturalmente, c'era la possibilità di parti precipitosi o di travagli al di fuori della norma, che negli ultimi tempi sembravano manifestarsi più di frequente. Lei si era mostrata sempre all'altezza, ma avere un medico di appoggio in quei casi aveva senso. Ecco perché aveva deciso di richiedere qualcuno che avesse competenze in campo ostetrico.

    Quei medici che si erano susseguiti uno dopo l'altro erano stati difficili da reperire nel momento del bisogno o avevano finito per farla impazzire a furia di chiacchiere, impedendole di lavorare. Solo l'ultimo dei sostituti si era dimostrato un vero angelo.

    L'arrivo del dottor Southwell, un anziano vedovo e medico di base in pensione, con un diploma in Ostetricia e anni di esperienza, era stato come vincere un terno al lotto.

    Le pazienti lo adoravano, come le donne al di sopra dei quarant'anni in cerca di un marito. Soprattutto Myra, l'altra vicina di casa di Ellie, uno chef in pensione che regalava al bar dell'ospedale due ore al giorno ogni mattina. Aveva anche gestito una pasticceria nella zona di Double Bay a Sydney. Myra e il dottor Southwell erano stati visti spesso ridere insieme.

    Quando lui aveva chiesto di poter prolungare la propria permanenza, Ellie si era considerata molto fortunata.

    Croak.

    Di nuovo il gracidio. Ellie inspirò dal naso e si costrinse a espirare lentamente. I suoi polmoni sembravano essersi ritirati nella gabbia toracica.

    Croak... e poi il cra-cra di un'altra rana. Ellie lanciò un'occhiata all'orologio e pensò che le rimaneva giusto un'ora prima che il nuovo medico arrivasse. Accese il lettore CD e mise a tutto volume il suo cantante di musica country preferito, sperando di coprire il gracidio delle rane, che dopo una pioggia prolungata diventavano sempre insistenti.

    C'era appena stata una settimana di acquazzoni e la pioggia doveva aver spazzato via la soluzione di acqua salata che Ellie aveva spruzzato intorno alla finestra per allontanare quelle bestiacce. Avrebbe ripetuto l'operazione quel pomeriggio.

    Uno dei vantaggi dell'abitare in un piccolo cottage in cima alla scogliera era che l'effetto del mare che si infrangeva a poca distanza la aiutava a tener lontani quei viscidi anfibi.

    Sapeva che era ridicolo avere paura delle rane, ma soffriva di quella fobia da quando era una bambina. Era collegata al periodo in cui sua madre era morta. Aveva ascoltato voci

    Ti è piaciuta l'anteprima?
    Pagina 1 di 1