Una provocante medicina: Harmony Bianca
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Una famiglia speciale.
Quattro fratelli alla ricerca del vero amore.
Come infermiera e mamma single, Izzy Halliday conduce una vita fin troppo piena. L'ultima cosa di cui ha bisogno in questo momento è essere distratta dai propri doveri, anche se a farlo è lo sguardo passionale del nuovo direttore dell'ospedale, il dottor Nicholas Macpherson.
Mac si è trasferito in quella piccola cittadina nella speranza che il tempo e un po' di pace possano guarire la sua anima. Ma la tranquillità è l'ultima cosa che trova tra le braccia dell'infermiera Halliday. Le scintille che si accendono ogni volta che la bacia sono impossibili da ignorare e il tempo che passa con lei è un allegro caos di emozioni e sentimenti. Forse l'unica medicina che gli serve si trova sulle labbra della donna di cui si è perdutamente innamorato.
Meredith Webber
Tra le autrici più amate e lette dal pubblico italiano.
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Una provocante medicina - Meredith Webber
successivo.
1
Izzy procedeva a un'andatura moderata lungo il sentiero costiero che, in quel tratto, fiancheggiava una piccola baia riparata. Più avanti il percorso si arrampicava sulla scogliera e, ancora più oltre, si snodava nella boscaglia. Una parte incantevole di mondo... il luogo che amava, il luogo a cui apparteneva.
In quel periodo faceva il turno di notte e perciò quella corsetta mattutina era una sorta di premio che si concedeva prima di rientrare nel suo mondo reale... Doveva assicurarsi che Nikki fosse pronta per l'inizio del nuovo semestre, e poi telefonare ai suoi genitori per sapere le ultime notizie della famiglia, e anche portare i cani a fare un giro intorno alla casa... Doveva rilassarsi!
Nikki!
Sua figlia avrebbe compiuto tredici anni il mese successivo ed era molto matura per la sua età, oltre a essere una ragazzina sensibile, affettuosa e studiosa. Perché allora Izzy avvertiva sempre un nodo allo stomaco quando c'era di mezzo Nikki?
Izzy si fermò e, continuando a correre sul posto, osservò la spiaggia dove, sul bagnasciuga, scorse la sagoma di qualcosa di non ben definito.
Era troppo grande per essere un corpo umano, si disse per tranquillizzarsi, ma decise che fosse comunque meglio accertarsene. E scendendo in fretta lungo il sentiero sassoso, scorse con la coda dell'occhio un rapido movimento sulla spiaggia.
Qualcun altro stava raggiungendo l'oggetto sconosciuto? O forse era qualcuno che stava scappando?
Osservò con più attenzione la creatura sul bagnasciuga. No! Era decisamente troppo grossa per essere un corpo umano e comunque il movimento che aveva notato in realtà era quello di una persona, alta e con i capelli scuri, molti capelli scuri, che come lei si stava dirigendo verso quell'oggetto.
Izzy raggiunse per prima quello che si scoprì essere un mammifero spiaggiato, e dopo essersi inginocchiata iniziò a parlargli, accarezzandolo dolcemente. Un piccolo di balena? Di sicuro non era un delfino, che certamente aveva una forma più allungata, con il muso appuntito e...
Benché il sole non fosse ancora alto nel cielo, la pelle dell'animale era calda. Izzy si sfilò la maglietta, la immerse nell'acqua del mare e la strizzò sulla schiena del piccolo cetaceo posandogliela poi sopra.
«Ottima idea» disse una voce profonda. «Ho una salvietta nello zaino. La prendo.»
L'uomo si allontanò prima ancora che Izzy potesse guardarlo in faccia, ma per quel poco che aveva potuto vedere, aveva notato che aveva un aspetto poco curato, con i capelli e la barba lunghi.
«Porti anche una bottiglia o un contenitore, se ce l'ha, e dell'acqua pulita» gli gridò, e subito dopo tornò a concentrarsi sull'animale, cercando di ricordare le nozioni acquisite alcuni anni prima quando lei e Nikki erano andate a Sea World.
I mammiferi marini si distendono sul fianco.
E infatti questo era sul fianco.
Lo sconosciuto tornò.
«È una focena» dichiarò con tono autorevole.
«Dice? Pensavo un piccolo di balena.»
Una risata sonora la indusse a sollevare lo sguardo sull'uomo in piedi davanti a lei.
«I piccoli di balena sono grandi tre volte questo e pesano una tonnellata o anche di più.»
«Che saputello» borbottò tra sé Izzy, ma quando vide l'uomo inzuppare la salvietta nell'acqua e distenderla con cura su quella povera creatura decise di non discutere.
Perché poi avrebbe dovuto discutere?
Cosa importava?
«Penso che la prima cosa da fare sia girarlo sulla pancia.» Era un po' tardi per dirgli che ci aveva pensato anche lei. «L'acqua pulita a cosa serve?»
Ecco, immaginava che non l'avrebbe saputo!
«Gliene versi un po' sopra agli occhi... Mi pare di ricordare che si debba tenerli umidi ma...»
«Il sale s'incrosta sopra, se si usa acqua salata» terminò l'uomo, sorridendo e facendo sfoggio di un sorriso reso ancora più smagliante dai capelli scuri.
E qualcosa si strinse alla bocca dello stomaco di Izzy...
No! Non di nuovo!
Lui con delicatezza versò un filo d'acqua prima su un occhio e poi sull'altro, dopodiché si presentò. «Sono Mac» disse, richiudendo la bottiglia con il tappo.
«E io Izzy» replicò lei tendendogli la mano che lui avvolse in una stretta energica. «Dobbiamo cercare di metterlo a pancia in giù. Se scaviamo una buca lungo il fianco sarà più facile spostarlo.»
«L'hai già fatto?» chiese Mac, raggiungendo Izzy dalla parte dell'animale rivolta verso il mare e cominciando a scavare.
«No, ma ho assistito a una lezione sui mammiferi spiaggiati. Quelli di grossa taglia non si devono fare rotolare perché potrebbero rompersi le costole, e poi bisognerebbe mantenere umide coda e pinne perché è attraverso queste parti più sottili che raffreddano il loro corpo.»
Mac, che oltre alla bottiglia d'acqua aveva preso anche un pentolino, cominciò a riempirlo e a versare l'acqua lentamente sulle pinne e sulla coda mentre Izzy continuava a scavare, concentrandosi su ciò che stava facendo per non pensare al tremore dovuto a... a cosa? Alla consapevolezza della vicinanza di quell'uomo? La turbava, ma scavando, quasi non ci fece caso.
Quasi!
Mac si inginocchiò accanto alla donna seminuda e iniziò a spostare la sabbia vicino all'animale agonizzante. Quale destino avverso lo aveva condotto proprio in quel luogo e in quel preciso momento?, si chiese interdetto.
Quel viaggio di tre settimane lungo la costa era stata l'occasione per chiarirsi le idee e riflettere prima d'iniziare il nuovo lavoro che lo aspettava a Wetherby, dove sorgeva il Wetherby District Hospital di cui sarebbe diventato il direttore.
Direttore era un termine forse un po' altisonante considerato che, da quanto aveva sentito, i medici in ospedale erano solo due, oltre ai quattro medici di base che lavoravano in un poliambulatorio.
«Credo che sia meglio inclinarlo da questa parte» disse Izzy.
Lui guardò verso la donna che evidentemente era del tutto inconsapevole dell'effetto che esercitava sulla sua libido. Aveva la pelle dorata, i capelli biondi legati sulla nuca e qualche ciocca ribelle che le incorniciava il viso. Anche gli occhi erano dorati... probabilmente castani, ma con pagliuzze d'oro che l'illuminavano...
Era meglio pensare a lei nel suo complesso, piuttosto che a tutte le sue parti, come il seno morbido raccolto in uno smilzo bikini che gli sfiorava il braccio mentre scavavano...
Lui si alzò, troppo innervosito da quei pensieri ostinati; per non parlare poi dell'apparente ritorno della sua libido...
«Tolgo la salvietta e la maglietta dal dorso della focena così dopo che l'abbiamo girata possiamo stenderle di nuovo sopra» disse, congratulandosi con se stesso per essere sembrato pragmatico ed efficiente.
«Ottima idea» osservò lei, smettendo di scavare e rivolgendogli un sorriso.
Oh, mio Dio, aveva una fossetta sulla guancia destra...
Fortunatamente per la sua salute mentale, la focena si posizionò quasi spontaneamente nella buca e adesso se ne stava comodamente sulla pancia, irrorata dagli spruzzi delle onde che si avvicinavano.
Izzy si era spostata giusto in tempo, ma era stata investita dagli schizzi di sabbia e acqua che il piccolo mammifero aveva sollevato finendo nella buca, e saltellava tutta contenta, battendo le mani e complimentandosi con l'animale per la sua intelligenza.
«Come fai a essere sicura che sia un maschio?» le chiese Mac, stupito nel sentire che si rivolgeva all'animale come se avesse la certezza che fosse di sesso maschile.
Occhi dorati sollevò lo sguardo.
«Francamente» cominciò lei con un lieve sorriso sulle labbra, «credi davvero che una focena femmina sarebbe stata così stupida da spiaggiarsi in questo modo?»
«Bah!»
Non ricordava di essersene mai uscito con un bah di quel tipo, ma era andata così, e poi in quel momento era meglio essere razionali ed evitare di intavolare una stupida discussione di femmine contro maschi. D'altra parte, quando aveva sposato sua moglie, era stato lui lo stupido a credere che il matrimonio significasse amore e fedeltà reciproci...
Indispettito da questa riflessione, tornò a concentrarsi sulla focena.
«Adesso cosa facciamo?»
Izzy osservò l'animale ancora immobile. Se non altro ora era nella posizione giusta, e comunque sia, lei doveva continuare a tenere gli occhi puntati su quella creatura per non essere costretta a guardare l'uomo... Mac?
Si era rallegrata quando il loro piano aveva funzionato e, sollevando lo sguardo su di lui per condividere il successo, aveva incrociato gli occhi più blu che avesse mai visto. Il cuore le era sobbalzato nel petto, ne era certa, ma aveva fatto il possibile per nasconderlo...
Pensa alla focena!
«Se scavassimo una sorta di canale, una specie di prolungamento della buca, potrebbe scivolare verso il mare con l'aiuto delle onde.»
«Oppure potremmo chiedere aiuto» ribatté Mac, dando l'impressione di averne abbastanza di quell'intervento di salvataggio.
O forse era solo molto pratico.
«Siamo a tre chilometri dalla città e io non ho il telefono... Tu?»
Mac scrollò il capo, sconfortato, perché nemmeno lui aveva il cellulare con sé.
Lei sollevò lo sguardo, speranzosa di scorgere qualcuno nelle vicinanze. Ma lì attorno non c'era nessuno.
«Dobbiamo cavarcela da soli» osservò Izzy, sperando che anche lui fosse della stessa opinione. «Non hai per caso anche un sacco a pelo?»
«Un sacco a pelo?»
Mac parve confuso, così lei proseguì. «Sai, quella cosa in cui si dorme quando si passa la notte all'aperto. Pensavo che magari...»
«So cos'è un sacco a pelo» borbottò lui. «Non capisco a cosa possa servire.»
«Per imbragare la focena» gli spiegò, anche se dalla sua espressione sembrava che continuasse a non capire. «Hai capito?» gli chiese gentilmente con un sorriso. Aveva bisogno del suo aiuto e non voleva irritarlo ulteriormente. «Pensavo di farglielo passare sotto il corpo per creare una sorta di piscina. Non credo che riusciremo a sollevarla con il sacco a pelo, ma se l'alta marea ci dà una mano, potremmo riuscire a trasportarla in acqua.»
«Vuoi che sacrifichi il mio sacco a pelo per questo animale?»
Il suo tono incredulo bloccò la sua intenzione di essere gentile.
«Smetti di lamentarti e vai a prenderlo. Il sentiero termina a Wetherby e appena arriveremo in città te ne comprerò uno nuovo.»
Lui per un istante non si mosse e rimase incantato a guardarla, come se fosse lei, e non la focena spiaggiata, il problema. Poi, borbottando qualcosa sulle donne autoritarie, si avviò a passi lunghi verso il sentiero.
E quando Izzy si rese conto che lo stava fissando, scrollò il capo e tornò a scavare con rinnovata determinazione.
Sempre meglio che pensare ai suoi occhi azzurri o alle sue gambe muscolose o al suo torace vigoroso che la maglietta bagnata metteva bene in evidenza.
Mac, intanto, consapevole di comportarsi come un rozzo imbecille, era tornato al suo zaino, aveva preso il sacco a pelo e lo aveva srotolato in modo che fosse già pronto quando sarebbe tornato sulla spiaggia.
Aveva avuto una buona idea, la ragazza... Avrebbe potuto pensarci anche lui.
La cosa lo indispettiva?
O lo indispettiva di più quella strana sensazione che provava per lei?
Non aveva chiuso con quel tipo di attrazione?
Be', non con tutte le donne... Aveva ancora delle amiche, e alcune di loro, di tanto in tanto, finivano tra le lenzuola del suo letto.
Ma poi, regolarmente, l'attrazione fisica si trasformava in qualcos'altro... e non era certo lui a volerlo.
Aveva imparato dal suo matrimonio che l'attrazione fisica era pericolosa. Confondeva le idee, portava a prendere decisioni affrettate.
E in quel momento non era già abbastanza confuso? La missione in Iraq, la scoperta che sua moglie aveva avuto altre relazioni... La sua ex moglie!
Scrollò il capo per allontanare quei pensieri e, tornando sulla spiaggia, decise di assumere il controllo della situazione.
Non era questo che facevano gli specialisti in medicina d'urgenza?
«Sto scavando ancora, ma non è facile perché le onde smuovono la sabbia. Ma se insistiamo, possiamo farcela» squittì Izzy. «Ti dispiace bagnargli di nuovo gli occhi?»
Per fortuna che voleva prendere lui il controllo della situazione!
La marea saliva e lentamente il livello dell'acqua nella buca crebbe, così lui dimenticò tutti i pensieri, le guerre e le donne, deciso a riportare l'animale in mare. Scavò nella sabbia finché sentì le braccia che gli dolevano, poi insieme a Izzy fece scivolare il sacco a pelo sotto il pesante corpo del mammifero.
Quando le onde raggiunsero la focena, la sollevarono trascinandola piano piano verso