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Un sogno lungo due giorni: Harmony Collezione
Un sogno lungo due giorni: Harmony Collezione
Un sogno lungo due giorni: Harmony Collezione
E-book160 pagine2 ore

Un sogno lungo due giorni: Harmony Collezione

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Info su questo ebook

Kenzie Miller vuole lasciare suo marito, il re degli alberghi Dominick Masters. Lui non la ama, e non ha mai voluto cementare davvero la loro unione, così lei ha deciso di chiedere il divorzio. Ma prima di mettere in atto il suo piano Kenzie ha bisogno di lui, anche se sa che Dominick esigerà in cambio un prezzo molto alto. Forse troppo alto.

Un intero weekend nella sua residenza di campagna, durante il quale Kenzie sarà a completa disposizione del marito, costretta a esaudire ogni suo desiderio per ottenere ciò che vuole.

LinguaItaliano
Data di uscita10 set 2015
ISBN9788858939536
Un sogno lungo due giorni: Harmony Collezione
Autore

Carole Mortimer

Carole Mortimer was born in England, the youngest of three children. She began writing in 1978, and has now written over one hundred and seventy books for Harlequin Mills and Boon®. Carole has six sons, Matthew, Joshua, Timothy, Michael, David and Peter. She says, ‘I’m happily married to Peter senior; we’re best friends as well as lovers, which is probably the best recipe for a successful relationship. We live in a lovely part of England.’

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    Anteprima del libro

    Un sogno lungo due giorni - Carole Mortimer

    Titolo originale dell’edizione in lingua inglese:

    The Billionaire’s Marriage Bargain

    Harlequin Mills & Boon Modern Romance

    © 2007 Carole Mortimer

    Traduzione di Velia De Magistris

    Questa edizione è pubblicata per accordo con

    Harlequin Books S.A.

    Questa è un’opera di fantasia. Qualsiasi riferimento a fatti o

    persone della vita reale è puramente casuale.

    Harmony è un marchio registrato di proprietà

    Harlequin Mondadori S.p.A. All Rights Reserved.

    © 2008 Harlequin Mondadori S.p.A., Milano

    eBook ISBN 978-88-5893-953-6

    www.harlequinmondadori.it

    Questo ebook contiene materiale protetto da copyright e non può essere copiato, riprodotto, trasferito, distribuito, noleggiato, licenziato o trasmesso in pubblico, o utilizzato in alcun altro modo ad eccezione di quanto è stato specificamente autorizzato dall’editore, ai termini e alle condizioni alle quali è stato acquistato o da quanto esplicitamente previsto dalla legge applicabile. Qualsiasi distribuzione o fruizione non autorizzata di questo testo così come l’alterazione delle informazioni elettroniche sul regime dei diritti costituisce una violazione dei diritti dell’editore e dell’autore e sarà sanzionata civilmente e penalmente secondo quanto previsto dalla Legge 633/1941 e successive modifiche.

    Questo ebook non potrà in alcun modo essere oggetto di scambio, commercio, prestito, rivendita, acquisto rateale o altrimenti diffuso senza il preventivo consenso scritto dell’editore. In caso di consenso, tale ebook non potrà avere alcuna forma diversa da quella in cui l’opera è stata pubblicata e le condizioni incluse alla presente dovranno essere imposte anche al fruitore successivo.

    1

    Dominick non trattenne un gesto di stizza quando l’interfono sibilò, sottraendolo così al filo dei suoi pensieri. Avrebbe dovuto dire alla segretaria di non disturbarlo per nessuna ragione... Dopo quattro mesi di accurata pianificazione, era ormai sul punto di raggiungere il proprio scopo, e adesso se ne stava lì, seduto nel suo ufficio, dalle cui finestre si godeva una splendida vista del Tamigi, a riflettere in pace e in solitudine sulla faccenda.

    Quattro mesi... Eppure gli erano sembrati di più. Gettarsi a capofitto nell’impresa senza prima concederle l’attenta considerazione che meritava, però, avrebbe reso molto meno dolce la vendetta che ora stava per attuare.

    Qualcuno gli aveva assicurato che la vendetta era un piatto da servire freddo. Lui era freddo adesso, gelido, e intendeva assaporare ogni istante della caduta dell’uomo che quattro mesi prima lo aveva ferito nell’orgoglio, portandogli via Kenzie.

    Dominick scosse appena la testa e pigiò il pulsante dell’interfono. «Sì?» rispose, la voce vibrante di irritazione.

    «La signora Masters sulla linea uno» annunciò Stella, la sua efficientissima segretaria.

    Sua madre era al telefono? E perché mai continuava a presentarsi come la signora Masters dato che aveva contratto già due matrimoni - e altrettanti divorzi - da quando si era separata da suo padre trent’anni prima? «Dille che sono impegnato» borbottò Dominick.

    «L’ho già fatto, ma lei ha insistito. Pare che si tratti di una faccenda urgente.»

    «Ricordami di dimenticare di farle pervenire il solito assegno il prossimo Natale» sospirò lui prima di spingere un secondo pulsante per accettare la chiamata. «Mamma» esordì, «sono molto impegnato, quindi...»

    «Dominick.»

    Tutto si fermò, i movimenti, il tempo, il respiro.

    Solo il suo nome sussurrato da quella voce roca e sensuale fu sufficiente per far smettere al suo mondo di girare.

    Non vedeva o sentiva Kenzie da quattro mesi, dunque non immaginava perché lei avesse deciso di contattarlo così all’improvviso, anche se era bizzarro che riapparisse dal nulla proprio ora, quando la sua vendetta stava per concretizzarsi.

    «Dominick...»

    No, decisamente non era sua madre, era la donna che fino a poco prima lui aveva chiamato moglie. Che era ancora sua moglie. Anche se lo aveva lasciato per seguire un altro uomo. L’uomo che lui aveva ogni intenzione di mettere in ginocchio. Dominick tirò un profondo respiro mentre socchiudeva gli occhi, riducendoli a due fessure. «Kenzie» replicò bruscamente.

    Kenzie riconobbe quel tono, lo stesso che lui aveva usato durante l’ultimo, duro litigio che aveva preceduto la loro separazione.

    Litigio? No, non c’era stato alcun confronto, si corresse, solo le spietate accuse che Dominick le aveva lanciato, e la sua sbigottita rassegnazione.

    Strinse la mano sul cellulare. Non era stata entusiasta di fare quella telefonata. Mai avrebbe voluto essere lei a muovere il primo passo dopo tutti quei mesi di silenzio, sapendo che Dominick l’aveva odiata quando si erano lasciati, e conoscendolo abbastanza per essere certa che il suo astio era solo aumentato con il passare del tempo.

    «Ebbene?»

    L’esortazione violò il silenzio.

    Era sempre lo stesso Dominick, capì Kenzie. Sempre impaziente, sempre impegnato con i suoi affari, tanto da non avere mai tempo da dedicarle, anche solo per cercare di comprenderla.

    Scosse leggermente la testa, come a voler cancellare quei pensieri negativi. D’altro canto, era inutile rifletterci troppo. Non era cambiato niente. Lei non era cambiata, e Dominick ancora meno.

    Non era stata sicura che lui fosse a Londra quando aveva deciso di contattarlo, ma adesso lo immaginava seduto dietro l’enorme scrivania dal ripiano di cristallo nel suo lussuoso ufficio. L’edificio in cui lavorava era il sontuoso esempio della non comune ricchezza che Dominick Masters aveva accumulato. Possedeva una compagnia aerea, una emittente televisiva e un casinò nel sud della Francia, e i suoi hotel di lusso erano localizzati nelle più belle capitali del mondo.

    Sì, immaginava suo marito in quel momento, con i capelli scuri, gli occhi color nocciola che si scurivano fino a diventare neri nei momenti di forte emozione, il naso dritto e arrogante, la linea delle mascelle che parlava di fierezza e di determinazione. Le spalle ampie e le lunghe gambe muscolose dovevano essere fasciate da uno dei soliti abiti dal taglio perfetto, creati esclusivamente per lui da un famoso sarto italiano.

    Solo pensare al suo aspetto le faceva martellare il cuore nel petto.

    «O mi spieghi perché hai chiamato, oppure interrompo la comunicazione. Devo lavorare» sbottò Dominick.

    «Come al solito» Kenzie non riuscì ad astenersi dal sottolineare.

    «Allora?» replicò lui ignorando il commento, con una impazienza che non era certo presagio di una piacevole conversazione. Con Kenzie però era sempre stato così, ammise. Non aveva mai avuto reazioni per così dire tiepide se lei era coinvolta. Un ardente desiderio lo aveva consumato non appena l’aveva conosciuta, e poi era stato colto da una furia spietata quando lei lo aveva abbandonato per gettarsi fra le braccia di un altro uomo.

    «Ho bisogno di parlarti» mormorò Kenzie.

    «Non ti sembra un po’ tardi per i discorsi?» domandò lui secco. «Ho ricevuto i documenti per il divorzio un mese fa» aggiunse.

    Li aveva ricevuti, vero, ma li aveva riposti in un cassetto e lasciati lì. Forse era proprio quello l’argomento che ora voleva affrontare Kenzie.

    Dunque desiderava talmente tanto mettere legalmente fine al loro matrimonio da sollecitarlo personalmente e non tramite il suo avvocato?

    Perché era già pronta per andare all’altare con il marito numero due?

    Jerome Carlton, naturalmente, il suo compagno attuale, l’uomo per cui lei lo aveva lasciato, era disposto a darle ciò che lui non poteva - o meglio, non voleva - darle. E dire che non aveva mai preso in considerazione la possibilità di sposarsi, e non lo avrebbe mai fatto se non avesse conosciuto Kenzie!

    Dopo aver assistito al disastroso fallimento dell’unione dei suoi genitori - stessa sorte che era toccata poi a ogni altro matrimonio contratto da entrambi - aveva giurato a se stesso di non percorrere mai quel cammino, e tanto meno di mettere al mondo un figlio per farlo vivere in quello che a lui sembrava un campo minato di emozioni. La sua infanzia era stata un incubo, un continuo avvicendarsi di patrigni e matrigne, nessuno dei quali aveva resistito nella sua vita troppo a lungo.

    Quattordici mesi prima però, durante il party organizzato per festeggiare l’inaugurazione dell’ennesimo Masters Hotel, aveva incontrato Kenzie, ed era bastato un solo sguardo alla splendida e famosa modella per decidere che sarebbe stata sua. La sua bellezza era addirittura abbagliante, la sua sensualità prorompente, e considerato ciò che si diceva sul suo conto - la descrivevano come una donna discreta e restia a facili avventure - aveva incarnato ai suoi occhi una sfida irresistibile.

    L’aveva invitata a cena, corteggiata con classe e, conoscendola meglio, aveva anche scoperto il perché della sua scarsa propensione alle storie di letto. Nonostante la vita sociale sfavillante che conduceva, pur essendo una delle modelle più pagate al mondo, Kenzie aveva conservato la mentalità tipica del piccolo villaggio inglese di cui era originaria, villaggio dove i suoi genitori vivevano ancora, e dove lei e le sue tre sorelle erano nate e cresciute. Insomma, la facciata sofisticata nascondeva una ragazza semplice che si conservava in attesa del fatidico per sempre.

    Che tipo di follia lo avesse posseduto quando lei gli aveva rivelato di essere ancora vergine, Dominick ancora non sapeva spiegarselo. Era stato forse il desiderio di possesso, oppure la volontà di avere una persona così diversa dalle donne che popolavano il suo mondo fatto di relazioni transitorie, o forse anche la soddisfazione di sapere di essere il primo uomo a portarla a letto.

    Quello che però sapeva con certezza era che la sua ossessione per la donna era cresciuta al punto da indurlo persino a trascurare il lavoro, perché tutto quello cui riusciva a pensare giorno e notte era fare l’amore con lei... Uno stato d’animo così inconsueto per lui, che a lungo andare avrebbe finito per distruggerlo.

    Il che gli aveva lasciato una sola strada da seguire.

    Il matrimonio.

    Perché no?, si era detto dopo essersi ripreso dall’iniziale shock che lui stesso si era procurato. Non avrebbe mai commesso l’errore di innamorarsi, e di esporsi così alle sofferenze e alle delusioni di cui avevano patito i suoi genitori durante gli anni della loro unione, e anche in quelli a seguire.

    Aveva ormai trentasette anni, e procacciarsi una moglie bella e famosa come Kenzie Miller era inoltre un’astuta mossa di cui anche i suoi affari avrebbero beneficiato.

    Si era pentito amaramente della propria impulsività solo nove mesi dopo aver sposato Kenzie, esattamente quando lei lo aveva lasciato per seguire un uomo che poteva darle ciò che voleva.

    Kenzie era lieta che quella conversazione si stesse svolgendo per telefono, in modo che Dominick non potesse vedere il suo pallore, né notare i segni della tensione evidenti sul suo viso.

    Si era innamorata di quell’uomo a prima vista, ed era rimasta sbigottita quando lui aveva corrisposto il suo interesse.

    Erano stati inseparabili per qualche settimana, infine Dominick l’aveva colta completamente di sorpresa portandola a Las Vegas con il suo jet privato per sposarla.

    L’unico neo nella sua felicità era stato costituito dall’assenza dei suoi genitori. Suo padre e sua madre avevano sempre sognato per lei un matrimonio classico, completo di vestito bianco, del tutto simile a quello che avevano avuto due delle sue tre sorelle. Ma era stata così innamorata di Dominick, così entusiasta al pensiero di diventare sua moglie, da

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