Scopri milioni di eBook, audiolibri e tanto altro ancora con una prova gratuita

Solo $11.99/mese al termine del periodo di prova. Cancella quando vuoi.

Appuntamento in Grecia (eLit): eLit
Appuntamento in Grecia (eLit): eLit
Appuntamento in Grecia (eLit): eLit
E-book158 pagine2 ore

Appuntamento in Grecia (eLit): eLit

Valutazione: 0 su 5 stelle

()

Leggi anteprima

Info su questo ebook

Un anno prima, Dominique Ainsley, credendo che suo marito Andreas l'avesse tradita, aveva chiesto il divorzio. Adesso, dopo aver affrontato il periodo più difficile della sua vita, Dominique si accorge di non aver lottato abbastanza per l'uomo che amava più di ogni altra cosa al mondo e, per riconquistarlo, decide di fargli un'offerta che non potrà rifiutare...


Un mese insieme nella cornice più romantica del mondo, l'isola di Zante, in Grecia. Andreas Stamatakis accetta entusiasta la proposta di Dominique, convinto che quella potrebbe essere l'ultima occasione di salvare il loro matrimonio. Tutto sembra andare per il verso giusto, quando, all'improvviso, compare all'orizzonte un terzo incomodo: cosa è venuta a fare qui... Olympia? E perché Andreas ha la terribile sensazione che sia disposta a tutto pur di separarlo da sua moglie?
LinguaItaliano
Data di uscita29 giu 2018
ISBN9788858988381
Appuntamento in Grecia (eLit): eLit
Autore

Rebecca Winters

Tra le autrici più amate e lette dal pubblico italiano.

Leggi altro di Rebecca Winters

Autori correlati

Correlato a Appuntamento in Grecia (eLit)

Ebook correlati

Narrativa romantica per voi

Visualizza altri

Articoli correlati

Categorie correlate

Recensioni su Appuntamento in Grecia (eLit)

Valutazione: 0 su 5 stelle
0 valutazioni

0 valutazioni0 recensioni

Cosa ne pensi?

Tocca per valutare

La recensione deve contenere almeno 10 parole

    Anteprima del libro

    Appuntamento in Grecia (eLit) - Rebecca Winters

    successivo.

    1

    «E questo come mi sta, mamma?» Dominique comparve sulla soglia del bagno della suite di New York con indosso un bikini giallo.

    La madre la fissò commossa. «Sei un incanto!»

    «Lo sai a che cosa mi riferisco.»

    «La plastica è perfetta. Nessuno si accorgerà che ti è stato asportato un seno.»

    «Andreas noterà la differenza.»

    «Solo nell'intimità della camera da letto.»

    Dominique la fissò perplessa. «Ammesso che mi permetta di avvicinarmi tanto.»

    «Te lo permetterà, perché saprai trovare il modo giusto.»

    «Ora che ho parlato con la dottoressa, non posso più perdere tempo.»

    «Sei stata lontana da Andreas già fin troppo a lungo. Ricordati che tuo marito ti ha sposata dopo la mastectomia, e che quando lo hai lasciato si è rifiutato di concederti il divorzio. Quindi, non vedo dove sia il problema.»

    Dominique, al contrario, ne scorgeva uno enorme. «Visto il modo in cui l'ho abbandonato, non credo che mi stia aspettando a braccia aperte.»

    «Questo è vero, ma quello che ancora ignora è che tu, in tutto questo tempo, hai lavorato sodo sul vostro matrimonio. Quando saprà quello che hai passato, ti amerà più di prima.»

    «Dici così solo perché sei mia madre, ma potrebbe non bastare» sospirò lei, inquieta. Il danno avrebbe anche potuto essere irreparabile.

    «Rilassati. Finalmente puoi lasciarti tutto alle spalle. La dottoressa Canfield ti ha dato il via libera stamattina.»

    Dominique annuì. «Era la notizia che aspettavo. Al liceo desideravo un seno più formoso, ma pare proprio che le mie misure facilitino questo genere di operazioni. Spero tanto che sia vero. Se qualcosa dovesse andare per il verso sbagliato, dovrei sottopormi a un nuovo intervento.»

    «Tesoro, la dottoressa ti ha anche spiegato che i casi di rigetto sono molto rari. Non ti fasciare la testa inutilmente.»

    «Non ne ho alcuna intenzione, la mia unica priorità è riconquistare Andreas. Mi piacerebbe fargli una sorpresa, ma non sarà facile, visti tutti i collaboratori che ha sempre intorno.»

    «Perché non gli telefoni?»

    «No, voglio che mi veda, prima. Desidero coglierlo alla sprovvista. Dopo che saremo arrivate in Bosnia, cercherò di scoprire dove si trova.»

    «Giustappunto. Sarà meglio prepararsi, se non vogliamo arrivare in ritardo all'aeroporto.»

    Dominique si precipitò in bagno. Non avrebbe perso quel volo per nulla al mondo.

    Le mani le tremarono, mentre infilava il bikini in valigia. La prossima volta, giurò a se stessa, lo avrebbe indossato di fronte a suo marito. A seconda dell'espressione che si sarebbe dipinta sul suo volto, lei avrebbe subito capito se la desiderava ancora o meno, e di conseguenza avrebbe saputo se il loro matrimonio era spacciato oppure no.

    Dodici ore dopo, fece il suo ingresso nell'ufficio del padre all'Ambasciata Americana di Sarajevo, dove lavorava per lui. Era arrivato il momento di procedere con il suo piano. La paura e l'eccitazione le causarono un nodo alla bocca dello stomaco.

    In ufficio non c'era molto da fare, così controllò la posta finché non squillò il telefono interno. «Sì, Walter?»

    «Il signor Paul Christopoulos desidera vederla.»

    La notizia le fece balzare il cuore in gola. Il migliore amico di Andreas, nonché suo fidato braccio destro, era lì in quel preciso momento?

    Aveva sentito parlare di coincidenze, ma questa per poco non la fece svenire. Si sprofondò sulla sedia attendendo che la testa smettesse di girarle.

    Se Paul si era spinto fin lì, non poteva essere che per un motivo: Andreas era pronto per il divorzio.

    Gli aveva inoltrato l'istanza un anno prima, e l'unica sua risposta era stata quella di versarle sul conto corrente dell'altro denaro, che lei si era guardata bene dal toccare.

    Le successive domande del suo ufficio legale di New York si erano scontrate con lo stesso tipo di reazione. A quel punto aveva capito che suo marito non era disposto a lasciarla libera molto facilmente, almeno non sulla carta, e con i soldi e il potere di cui disponeva, era in grado di dettare le proprie regole.

    Aveva attribuito la cosa al suo orgoglio e alla fine se n'era fatta una ragione. Una volta sbollita la rabbia, si sarebbe arreso. L'arrivo inaspettato di Paul le suggerì che forse quel momento era arrivato.

    «Devo dirgli di prendere un appuntamento o può riceverlo subito?» provò ancora Walter, ma la sua testa era a chilometri di distanza.

    Andreas deve avere un'altra donna.

    Doveva essere pronto a voltare pagina. Anche Dominique lo era, ma con lui al suo fianco. Posò i palmi delle mani sulla scrivania. «Digli di entrare, Walter, e per favore, non mi passare nessuna chiamata.»

    Quando Paul entrò nell'ufficio, Dominique si alzò in piedi e, fatto il giro della scrivania, si avvicinò per salutarlo.

    Era persino più alto di Andreas, che misurava comunque un rimarchevole metro e ottantacinque. Entrambi gli uomini erano molto prestanti, ma se i capelli di Paul tendevano al fulvo, quelli di Andreas erano neri come la pece.

    Leale, fedele Paul, l'uomo di cui Andreas si fidava come di un fratello, che talvolta gli faceva persino da guardia del corpo. Con enorme soddisfazione, notò che l'uomo la contemplò a lungo prima di stringere la mano che lei gli stava tendendo.

    Era cambiata parecchio dall'ultima volta che si erano visti. Non solo, in quell'occasione, l'atmosfera tra loro era stata glaciale, e la colpa era ricaduta principalmente su di lei. Accecata dal dolore, aveva deciso di lasciare l'aula del tribunale prima dell'inizio del processo.

    Paul l'aveva accompagnata all'aeroporto sperando di farle cambiare idea e di convincerla a restare ad Atene fino a quando Andreas non le avesse fornito delle spiegazioni a quattr'occhi, ma lei era talmente sconvolta che aveva insistito per fuggire e divorziare dall'uomo con cui era stata sposata per soli quattro mesi. Sembrava fosse trascorsa una vita.

    Invece di tornare a sedersi alla scrivania, Dominique appoggiò un'anca al ripiano e incrociò le braccia. «Mi fa molto piacere rivederti, Paul. Prego, accomodati. Gradisci qualcosa da bere?»

    Lui, però, rimase in piedi. «No, grazie, signora Stamatakis.»

    Signora Stamatakis. Così formale, così distaccato.

    «Nessuno mi chiama così da quando ho lasciato Atene un anno fa.» Vista la situazione, non aveva fatto parola con nessuno circa il suo matrimonio, una volta tornata a casa dai suoi oltreoceano, e per prima cosa si era sbarazzata della fede all'anulare.

    «Sei cambiata» sussurrò lui inaspettatamente.

    In altre parole, non era più la ragazzina timida e insicura che era fuggita a gambe levate un anno addietro, il più lontano possibile da Andreas. Dal momento in cui si era decisa a prendere quella terribile decisione era cambiata molto, e il fatto che Paul si fosse lasciato sfuggire un commento tanto personale significava che era stato colto in contropiede. L'idea di ottenere lo stesso tipo di reazione anche da parte di suo marito, persino se avessero finito per divorziare comunque, le fece incurvare le labbra in una smorfia di soddisfazione.

    «Tu invece non sei cambiato affatto, Paul.» Aveva l'espressione seria e compassata di sempre e portava tuttora i soliti occhialini cerchiati di scuro. Pur essendo un anno più giovane del trentatreenne Andreas, Paul sembrava più attempato e maturo, a maggior ragione quando vestiva in modo formale e impeccabile per il lavoro. Come, ad esempio, in quel momento.

    Lui non rispose al suo sorriso, ma per una volta nella vita, ne era certa, il suo leggendario sangue freddo era venuto meno. Le parve persino di cogliere una leggera esitazione, prima che lui si decidesse a estrarre una cartelletta dalla ventiquattrore. «È tutto qui dentro.» Così dicendo, gliela passò. «Dovrai riconoscere che è un'offerta oltremodo generosa. Basterà che tu scriva il tuo nome dove indicato e poi sarai di nuovo la signorina Dominique Ainsley.»

    Senza nemmeno prendersi la briga di aprire il fascicolo, Dominique lo infilò di nuovo nella valigetta. «Prima di firmare qualunque cosa, desidero vedere Andreas di persona. Dove si trova?»

    Paul la scrutò con curiosità. «Sullo yacht.»

    Certo.

    Era settembre, il periodo perfetto per prendere il largo a bordo del Cygnus, la temperatura era semplicemente idilliaca. «Per quanto tempo?»

    Una breve pausa. «Dipende da Olympia.»

    Il cuore le balzò in gola. Così Olympia era ancora l'altra donna...

    Sentir pronunciare il suo nome riaprì la vecchia, dolorosa ferita che l'aveva costretta ad abbandonare il tetto coniugale tanto tempo prima. Si domandava se Paul avesse fatto apposta a girare il coltello nella piaga. In quel caso, aveva ottenuto il suo scopo, ma non sarebbe bastato: lei voleva fronteggiare suo marito e combattere per il loro matrimonio.

    «Non mi stupisce. Erano entrambi molto affezionati alla sorella di Andreas. Sono amici da sempre.» Dominique raddrizzò la schiena. «Immagino tu sia venuto con il suo jet privato.»

    Visto che la risposta era a dir poco ovvia, Paul non si prese nemmeno il disturbo di confermare. O forse era semplicemente rimasto senza parole per la sua mancata reazione al sentir nominare Olympia?

    «Vorrà dire che verrò con te.»

    «Ma... Andreas si aspetta di vedermi di ritorno oggi stesso.»

    «Dov'è il problema? Ho il passaporto con me.» E la medicina, pensò automaticamente.

    Voltatasi per prendere la borsetta che era appesa allo schienale della poltrona, notò con la coda dell'occhio che Paul aveva estratto il cellulare. «Se fossi in te, non lo farei» lo mise in guardia. «Sono ancora la signora Stamatakis, come hai ricordato tu stesso poco fa. Non credo sia una buona idea intromettersi.»

    Paul e Andreas erano praticamente cresciuti insieme ad Atene e la sua fedeltà nei confronti dell'amico non conosceva limiti, eppure le sembrava che lui avesse perso il suo abituale aplomb e non sapesse più quale fosse la cosa migliore da farsi.

    «Questa volta sono io ad avere bisogno del tuo aiuto, Paul» insistette. «Desidero solo vedere Andreas prima che il sole tramonti sullo Ionio, è forse chiedere troppo?»

    Lui non rispose.

    «Allora, andiamo?» In silenzio, passarono davanti alla scrivania di Walter. «Per favore, devi dire a mio padre che parto per la Grecia. Lo chiamerò domani, non appena avrò un'idea più precisa dei miei piani.»

    L'uomo li fissò entrambi incuriosito. «Molto bene.»

    Tre ore dopo, l'elicottero che li aspettava ad Atene li condusse direttamente a Cefalonia.

    Dall'alto, Dominique scorse la folta vegetazione che conosceva come le sue tasche per averla esplorata in compagnia del marito.

    A mano a mano che il velivolo si abbassava, il porto del piccolo centro di Fiscardo si fece più riconoscibile. «Non mi pare di vedere il Cygnus

    «Andreas ha fatto una capatina a Zante. Non si aspettava di vedermi di ritorno prima di sera.»

    Lei controllò l'orologio. Erano le due e mezzo. «Molto bene, vorrà dire che approfitteremo dell'attesa per andare a fare un po' di compere con quella generosa buonuscita della quale mi parlavi.» Aveva lasciato Sarajevo senza nemmeno prendere con sé dei vestiti di ricambio.

    Stoico come suo solito, ragione per la quale era sempre riuscito a nascondere la propria disapprovazione per il matrimonio del suo migliore amico, Paul la seguì da una boutique all'altra, mentre lei sceglieva gli indumenti adatti a una crociera.

    Entrò in un camerino e, sfilatasi l'impeccabile completo firmato, si provò un bikini turchese che aveva

    Ti è piaciuta l'anteprima?
    Pagina 1 di 1