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Dolce miraggio: Harmony Collezione
Dolce miraggio: Harmony Collezione
Dolce miraggio: Harmony Collezione
E-book152 pagine2 ore

Dolce miraggio: Harmony Collezione

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Info su questo ebook

Stava vivendo un incubo, vero? Fiera del successo come organizzatrice di matrimoni per VIP, Olivia Johnson non immaginava mai che le brutte esperienze del passato potessero tornare. Uno dei testimoni dell'ultima coppia, infatti, è il responsabile della più cocente delusione d'amore. Lei vorrebbe ignorarlo, ma lui la cerca per...
LinguaItaliano
Data di uscita9 gen 2017
ISBN9788858960233
Dolce miraggio: Harmony Collezione

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    Anteprima del libro

    Dolce miraggio - Mary Lyons

    successivo.

    Lord Tenterden

    Il signore e la signora Turnbull

    annunciano il matrimonio

    della loro figlia

    Sarah Elizabeth

    con

    l'On. Mark Ryland.

    La cerimonia si terrà nella chiesa di St. John,

    Bishopsgate

    Venerdì 7 gennaio alle ore 16.30

    Gli sposi saranno lieti di salutare parenti e amici all'Hotel Claridge.

    RSVP

    Turnbull Grange

    Headingly

    Leeds

    Yorkshire

    1

    Erano le quattro di un gelido, buio pomeriggio invernale, allorché una limousine nera si fermò di fronte alla chiesa situata nel cuore della City.

    «Siamo in anticipo» commentò Mark Ryland lanciando uno sguardo fuori dal finestrino verso la lunga scalinata che conduceva al porticato illuminato della chiesa.

    «La tua futura moglie mi ha dato delle istruzioni molto precise al riguardo» rispose Dominic FitzCharles in tono deciso. «Non solo mi ha assegnato il compito di badare alla tua sobrietà alla festa di addio al celibato, ma ha insistito perché arrivassimo con una buona mezz'ora di anticipo al matrimonio.»

    «Tutti penseranno che sia ancora un ragazzino» borbottò Mark.

    «Oh, no» lo rassicurò l'amico con una scrollata di spalle. «Sei un dettaglio ancor più trascurabile. Sei lo sposo! E in quanto tale, tu farai tutto ciò che ti viene detto senza protestare.»

    «Grazie, amico mio.»

    Dominic sorrise. «Stando a quanto dice Sarah, ha già dovuto affrontare una miriade di problemi e vederti arrivare in ritardo al matrimonio sarebbe stata la classica goccia che avrebbe fatto traboccare il vaso.»

    «Già, non stento a crederlo» commentò l'altro mentre l'autista in divisa gli apriva la portiera.

    Poiché viveva a Hong Kong, dove lavorava presso una banca importante, ed era arrivato a Londra appena tre giorni prima del suo matrimonio, Mark era riuscito a evitare i preparativi riguardanti le nozze. Da quanto aveva capito, però, Sarah, la sua fidanzata, era spesso giunta ai ferri corti con la propria madre, senza riuscire a trovare punti d'intesa.

    Per fortuna, un'amica di Sarah le aveva consigliato di rivolgersi a un'agenzia specializzata in organizzazione di matrimoni, gestita da una giovane donna abile e intraprendente, che si occupava di qualsiasi cosa: dalle partecipazioni alle scarpe della sposa.

    Nel caso di Sarah, ciò aveva significato la salvezza. Non solo l'aveva sollevata da un compito gravoso, ma l'aveva anche liberata dalle continue discussioni con la formidabile signora Turnbull.

    «È fantastico!» aveva esclamato Sarah entusiasta una volta che aveva parlato con Mark al telefono. «Sebbene Olivia abbia molta esperienza nel trattare con persone importanti, è sempre con i piedi per terra e mi è stata di grande aiuto. E poi, è riuscita a convincere mia madre a organizzare un matrimonio esattamente come lo volevo io.»

    Così, grazie a questa sconosciuta e provvidenziale Olivia, Mark e Sarah erano giunti ormai al momento del matrimonio. Nonostante l'organizzazione impeccabile, tuttavia, non erano riusciti a evitare un momento di panico allorché il fratello di Mark, James, era stato ricoverato all'ospedale qualche giorno prima per un improvviso attacco d'appendicite. James avrebbe dovuto essere il testimone alle nozze.

    «Sarah e io ti siamo molto grati» dichiarò Mark uscendo dalla limousine. «Scendere dall'aereo e sapere che mio fratello era in ospedale è stato uno shock. Non so come avrei fatto se non ci fossi stato tu.»

    «Sciocchezze! Era il minimo che potessi fare per un vecchio compagno di scuola. E poi, non è la prima volta che faccio da testimone a qualcuno, e non sarà nemmeno l'ultima» aggiunse Dominic lanciando un'occhiata all'elegante frac dello sposo, corredato di camicia bianca, cravatta grigia e gilet, esattamente come quello che indossava lui.

    «Aspetta un istante...» mormorò chinandosi per aggiustargli il garofano rosso all'occhiello. «Ecco, così sei perfetto» approvò porgendogli una tuba di seta nera. Quindi iniziarono a salire la lunga fila di gradini che conduceva alla chiesa. «Piuttosto, come sta tuo fratello? Migliora?»

    «Si sta riprendendo dall'operazione, benché non riesca a darsi pace per non avere potuto partecipare al matrimonio. E anch'io, d'altro canto, non faccio altro che domandarmi se non sarebbe stato meglio rimandare tutto fino a quando James non si fosse ripreso.»

    «Non credo che la madre di Sarah sarebbe stata d'accordo nel rinviare la cerimonia all'ultimo momento» gli ricordò Dominic il quale, pur avendo incontrato la signora Turnbull una sola volta, era ben felice di non averla come suocera.

    «Hai ragione, non avrebbe mai accondisceso» convenne Mark ringraziando tra sé la sorte che, dopo il viaggio di nozze ai Caraibi, li voleva a Hong Kong, ben lontani dalle sue grinfie. «E tu? Come mai non ti sei ancora sposato?» chiese infine all'amico. «Non pensi che sia giunta l'ora di sistemarti con una delle tue affascinanti fidanzate? Non puoi fare l'eterno ragazzo.»

    Dominic lo guardò sorpreso. «Per Giove, perché mai dovrei farmi accalappiare?»

    «Be'... Pensavo che fosse importante per te avere un figlio e tramandare il nome e il titolo...»

    «Sei rimasto indietro coi tempi» gli rispose l'amico. «Il governo si sta dando da fare per abolire la camera dei Lord e poi, oggigiorno, nessuno dà più importanza a queste cose.»

    «Dunque, non hai subito pressioni da tua madre?» gli domandò Mark incredulo.

    Da quello che si ricordava dai tempi di Eton, la vedova del conte Tenterden era una donna imperiosa che sbandierava alto il suo orgoglio di famiglia. Gli sembrava ovvio, quindi, che tormentasse Dominic con la richiesta di procurarle un erede al quale trasmettere il suo titolo nobiliare.

    «Be', devo ammettere che la mia cara mamma ha espresso il suo punto di vista sulla questione, ma io sono stato chiaro e le ho spiegato che non ho tutta questa fretta di sistemarmi. Inoltre, non ho incontrato ancora la ragazza giusta.»

    Davvero?, commentò Mark tra sé, notando come il suo amico si fosse rabbuiato e si fosse affrettato a raggiungere l'interno della chiesa.

    Il fatto che Mark vivesse e lavorasse all'estero non gli aveva impedito di seguire le vicissitudini sentimentali del suo amico, che sistematicamente appariva sulla copertina di qualche rivista mondana. Dominic era uno degli scapoli più appetibili della città, e il girotondo di fidanzate era destinato ad assicurargli ancora per parecchio tempo le prime pagine dei giornali. Quindi se Dominic FitzCharles, quattordicesimo conte di Tenterden, non aveva ancora trovato la ragazza giusta, non era certo perché non si fosse dato da fare!

    Non è facile per un uomo giudicarne un altro. In ogni caso, era indubbio che Dominic era un tipo interessante, almeno a guardare la facilità con cui trovava partner femminili.

    Con i suoi folti capelli scuri, la carnagione olivastra, il naso aquilino, insieme a un paio di inquietanti occhi grigio fumo, aveva l'aria del predatore. Se a ciò si aggiungeva il fatto che era un nobile molto ricco, e che viveva in un vecchio, romantico castello, non c'era da meravigliarsi di quanto apparisse irresistibile all'altro sesso.

    I pensieri di Mark furono interrotti dal ritorno dell'amico, che lo fissò con aria confusa.

    «Che strano» incominciò Dominic perplesso. «Avrei giurato che... Credevo di avere colto lo sguardo di una persona che mi è stranamente familiare anche se non riesco a ricordarmi dove o quando ci siamo incontrati. Ma adesso quella donna sembra essersi volatilizzata nell'aria.»

    «Dici sul serio? Chissà che dopo tutti i tuoi sforzi per tenermi sobrio non sia stato proprio tu ad alzare il gomito la notte scorsa» lo stuzzicò Mark.

    «Forse hai ragione» convenne Dominic leggermente imbarazzato. Quindi si strinse nelle spalle e insieme allo sposo rientrò in chiesa, dove andarono a sedersi ai loro posti di fronte all'altare sul lato destro della navata.

    Contrariamente a quanto era accaduto a Dominic, Olivia Johnson aveva riconosciuto fin troppo bene l'alta figura slanciata appartenente al testimone dello sposo.

    Quando poco prima si era recata sul porticato della chiesa per assicurarsi che tutti gli uscieri avessero copia dell'ordine di servizio, il suo sguardo era stato irrimediabilmente attratto dall'uomo che accompagnava lo sposo.

    Non posso crederci! Che diavolo ci fa qui?, si era domandata incredula sentendo il sangue defluirle dal volto alla vista dell'arrogante Dominic FitzCharles che camminava inesorabilmente verso di lei.

    Consapevole che le forze stavano per abbandonarla, Olivia era indietreggiata verso un angolo in penombra del porticato per cercare di riprendersi. Perché nessuno l'aveva avvertita che sarebbe stato Dominic a sostituire James, il fratello dello sposo?

    In seguito aveva notato che, avendola scorta a sua volta, lui tentava di raggiungerla, e si era allontanata in fretta e furia cercando riparo in una cappella laterale della chiesa. Lì si era seduta su una panca fissando immobile lo scintillio delle candele, nel tentativo di calmarsi e decidere cosa fare in quella situazione a dir poco drammatica.

    Per fortuna la ragione alla fine prevalse e lentamente incominciò a riprendersi dallo shock. Scappare non serviva a nulla, e comunque doveva aspettarsi di rincontrarlo, prima o poi. Era stata una sciocca a non essersi preparata in anticipo a quell'evenienza e perché non lo avesse fatto era una domanda cui lei stessa non sapeva dare risposta.

    Il che non era del tutto vero. In realtà, nessuno dotato di un sano istinto di conservazione avrebbe avuto voglia di rimuginare su episodi infelici del proprio passato, in particolare quando si sapeva di essere stati imperdonabilmente sciocchi. Inoltre erano passati più di dieci anni da quando era accaduto quell'imbarazzante episodio tra lei e Dominic. In quel periodo, Olivia sapeva di essere molto cambiata. Non rassomigliava più alla diciottenne insicura ed emotiva con la testa piena di romanticherie, pazzamente innamorata dell'eroe dei suoi sogni.

    Anche se, a essere onesti, non era stata l'unica sciocca ragazzina a essere sopraffatta dal fascino accattivante di Dominic o a essere attirata dalla misteriosa somiglianza con il suo illustre antenato, il famoso seduttore di belle donne, re Carlo II.

    Che idiota sono stata!, si disse Olivia scuotendo la testa alla sua follia giovanile. Chiunque con un briciolo di buonsenso avrebbe saputo sin dall'inizio che sarebbe finita in lacrime, come in effetti era accaduto.

    Si alzò in piedi, allontanando i ricordi del passato e prendendo un profondo respiro, poi decise di tornare al lavoro, visto che comunque non sarebbe potuta restare nascosta a lungo.

    In qualità di unica proprietaria della Society Weddings, che forniva impeccabili organizzazioni di matrimoni, Olivia era consapevole che il successo era una diretta conseguenza di un duro lavoro e di un'attenta programmazione. Il matrimonio di Sarah Turnbull era l'occasione della sua vita e aveva già dovuto risolvere tanti di quei problemi, che preoccuparsi anche di Dominic FitzCharles le sembrava uno sforzo inutile.

    Certo, se avesse saputo in anticipo che Mark Ryland intendeva rimpiazzare suo fratello con Dominic, sarebbe stata meglio preparata, ma ormai aveva capito da tempo che la vita riservava sorprese più o meno spiacevoli nei momenti più inaspettati. Pertanto, ora doveva affrontare quella situazione meglio che poteva. Ma per quanto cercasse di controllarsi, non riusciva a ignorare quella specie di mattone che sentiva sullo stomaco. Fece un profondo respiro e poi, intenzionata a ritornare al lavoro, uscì dalla piccola cappella e si avviò verso la navata centrale della chiesa.

    Ti prego, Signore, fa' che Dominic FitzCharles sia colto da amnesia!, implorò tra sé, sperando che il buon Dio la salvasse da quella che per lei sarebbe stata una situazione estremamente imbarazzante.

    «Non credo che essere arrivati così in anticipo sia stata una

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