Scopri milioni di eBook, audiolibri e tanto altro ancora con una prova gratuita

Solo $11.99/mese al termine del periodo di prova. Cancella quando vuoi.

Vendetta greca: Harmony Collezione
Vendetta greca: Harmony Collezione
Vendetta greca: Harmony Collezione
E-book156 pagine4 ore

Vendetta greca: Harmony Collezione

Valutazione: 0 su 5 stelle

()

Leggi anteprima

Info su questo ebook

Calda come il sole di Corfù, antica come le rovine di Creta, dolce come il nettare degli antichi dei. La passione, nel sangue di ogni uomo greco, scorre veloce fin dalla notte dei tempi...

Angelos Rousakis ha un conto aperto con Jessica Marshall da sette anni, e ora che è tornato ha tutte le intenzioni di rivendicare ciò che considera suo. Jessica inclusa. L'innocente ragazza di un tempo ha però lasciato il posto a un'affascinante donna, che finge di non provare più nulla per lui. Jessica, in cuor suo, sa benissimo di essere ancora innamorata di Angelos, ma si domanda se lui sia tornato per passione o per vendetta.
LinguaItaliano
Data di uscita10 giu 2019
ISBN9788858998557
Vendetta greca: Harmony Collezione
Autore

Kate Walker

Autrice inglese originaria della regione di Nottingham, ha anche diretto una libreria per bambini.

Leggi altro di Kate Walker

Autori correlati

Correlato a Vendetta greca

Ebook correlati

Narrativa romantica per voi

Visualizza altri

Articoli correlati

Categorie correlate

Recensioni su Vendetta greca

Valutazione: 0 su 5 stelle
0 valutazioni

0 valutazioni0 recensioni

Cosa ne pensi?

Tocca per valutare

La recensione deve contenere almeno 10 parole

    Anteprima del libro

    Vendetta greca - Kate Walker

    Titolo originale dell’edizione in lingua inglese:

    Bedded by the Greek Billionaire

    Harlequin Mills & Boon Modern Romance

    © 2008 Kate Walker

    Traduzione di Maria Elena Vaccarini

    Questa edizione è pubblicata per accordo con

    Harlequin Books S.A.

    Questa è un’opera di fantasia. Qualsiasi riferimento a fatti o

    persone della vita reale è puramente casuale.

    Harmony è un marchio registrato di proprietà

    HarperCollins Italia S.p.A. All Rights Reserved.

    © 2009 Harlequin Mondadori S.p.A., Milano

    eBook ISBN 978-88-5899-855-7

    1

    La pioggia scrosciante sferzava il parabrezza dell’auto, offuscando la visuale e rendendo illeggibile il cartello stradale attaccato al basso muro di pietra, ma ad Angelos Rousakis non serviva aiuto per trovare la strada per il luogo che cercava.

    La pista di campagna che conduceva a Manor House non era cambiata affatto nel corso anni e le sue mani si muovevano già sul volante, pronte a sterzare ancora prima che intravedesse l’ingresso.

    Il violento acquazzone lo costringeva a percorrere il viale di accesso ripido e tortuoso a bassa velocità, ma questo non lo preoccupava. Aspettava e programmava quel momento da tanto tempo che pochi minuti in più non avevano importanza. La verità era che pregustava l’attesa quasi quanto si aspettava di gioire nel mettere in pratica il suo piano, e quando comparve la grande casa color sabbia sentì crescere il senso di cupa soddisfazione che provava da quando aveva lasciato Atene.

    Dentro la casa, Jessica Marshall interpretava il suo ruolo di padrona di casa senza sapere che quei giorni erano contati. Già finiti, di fatto. Fra breve avrebbe scoperto qual era in realtà la propria situazione e lui sarebbe stato lì a guardare la sua reazione mentre il suo mondo si disintegrava. Il pensiero di quel momento era qualcosa che aveva reso sopportabile il lungo e noioso viaggio dall’aeroporto, perfino con quel tempo terribile.

    «Ormai siamo pronti, credo.» Jessica si rivolse sommessamente al maggiordomo del patrigno, che stava per lasciare la stanza dopo aver introdotto gli ultimi arrivati dal volto mesto e vestiti di nero. «Vuoi pregarli di portare le auto sul davanti della casa... C’è qualche problema?» aggiunse con lieve cipiglio, vedendo che Peters esitava e appariva ansioso.

    «Nessun problema, signorina» spiegò il vecchio. «È solo che forse dovremmo aspettare ancora un poco... finché non saranno arrivati tutti.»

    «Aspettare?»

    Jessica si passò la mano fra i lunghi capelli castani mentre si guardava intorno, cercando di ricordare esattamente chi fosse stato invitato. Le sembrava che non mancasse nessuno.

    «Ma... ci sono tutti... no?»

    Per un attimo sul volto di Peters comparve nuovamente quella strana espressione, che subito sparì. Non era sfuggita a Jessica, però, e la sensazione che le lasciò era di disagio, come se fosse all’oscuro di qualcosa che invece avrebbe dovuto sapere.

    «Non proprio tutti, signorina.»

    «Ma chi...?»

    Guardandosi intorno, Jessica corrugò la fronte mentre osservava nuovamente gli ospiti. Erano tutti anziani, come la maggior parte degli amici del patrigno, e non riusciva a pensare chi potesse mancare dall’elenco delle persone invitate al funerale.

    «Non mi viene in mente nessuno...»

    «C’è un ultimo...» Peters esitò, incerto su come definire la persona che intendeva. «Una persona che mi è stato detto di aspettare» concluse imbarazzato.

    «Detto da chi?»

    «Il signor Hilton. Simeon Hilton.»

    L’avvocato del patrigno. E così Simeon Hilton conosceva questo invitato, chiunque fosse. Perché non gliene aveva parlato personalmente durante il loro ultimo colloquio a proposito dei preparativi?

    «Chiederò...» incominciò Jessica, ma fu interrotta dal rumore di un’auto potente all’esterno. Un attimo dopo il motore tacque mentre l’auto si fermava al di fuori del grande bovindo, nascosta alla vista.

    «Sembra che il nostro ospite mancante sia arrivato» concluse rivolta a Peters, che aveva sentito a sua volta. «Per favore, fallo entrare, così potremo avviarci verso la chiesa.»

    Infine avrebbe scoperto chi era, pensò, tirandosi indietro una ciocca di capelli lucenti che le era caduta nuovamente sul viso. Li aveva raccolti per l’occasione, ma sembrava che una ciocca continuasse a liberarsi.

    Il nuovo arrivato doveva essere qualcuno d’importante, rifletté. Abbastanza perché Simon avesse chiesto a Peters di non incominciare senza di lui o di lei. Ma, in questo caso, perché non gliene aveva parlato? Gli aveva chiesto d’informarla se c’era qualcun altro che avrebbe dovuto avvertire.

    Dall’ingresso giunse il cigolio della pesante porta di quercia, seguito da un mormorio di voci.

    Voci maschili. Quindi l’ospite misterioso era un lui.

    C’era qualcosa che le suonava sgradevolmente familiare, rammentandole...

    Che cosa?

    Qualcosa di vago che non riusciva a focalizzare. Lo scroscio della pioggia oltre la porta aperta le aveva impedito di sentire le parole, tuttavia avevano risvegliato in lei un ricordo che credeva ormai sepolto, che le faceva battere il cuore e le serrava lo stomaco.

    No, era impossibile che l’ospite fosse lui, pensò. E non c’era motivo di farsi prendere dal panico per nulla. Era soltanto colpa della tensione delle ultime settimane. Lo choc per il grave e improvviso attacco di cuore di Marty, la lunga notte trascorsa in ansia mentre lui giaceva in coma. Almeno non aveva sofferto e non era sopravvissuto a lungo al primo attacco. Nonostante ciò, era stato un momento doloroso e snervante. Non c’era quindi da stupirsi che incominciasse a sentirne gli effetti.

    Peters stava tornando. Come tante altre volte in precedenza quel pomeriggio, indugiò sulla soglia, schiarendosi la voce.

    «Il signor Angelos Rousakis...» annunciò solennemente, e il suono di quel nome a cui non aveva mai voluto pensare fu come uno schiaffo in pieno viso per Jessica, e la fece vacillare per lo shock.

    Angelos Rousakis.

    No!

    Non era possibile. Sicuramente stava sognando. Oppure la sua mente confusa aveva capito male.

    La vista dell’uomo che comparve sulla soglia, prendendo il posto di Peters che si spostava, le impedì di ragionare. Poté soltanto restare a fissarlo, incredula.

    Perché si trovava lì? Non ne aveva motivo. Non aveva alcun motivo di tornare nella proprietà che aveva lasciato in modo burrascoso quasi sette anni prima, giurando che non vi avrebbe mai più rimesso piede.

    Ma non poteva negare l’evidenza. L’aitante figura era troppo concreta per essere frutto della sua immaginazione. La testa dai capelli neri era arrogantemente sollevata e gli ardenti occhi scuri scrutavano la stanza come se cercasse qualcosa.

    O qualcuno.

    Il senso di colpa e l’ansia erano così acuti che d’istinto Jessica si ritrasse leggermente. Quel breve movimento attirò l’attenzione dell’uomo e il suo sguardo indagatore si concentrò su di lei, notando il volto sconvolto che era sbiancato all’improvviso.

    Jessica s’immobilizzò come un topolino di campagna che è stato notato da un falco e aspetta solo che gli piombi addosso. Fu come se sette anni fossero stati cancellati. Aveva nuovamente diciott’anni e, in preda a un terribile imbarazzo, risentiva una voce beffarda dal forte accento che diceva: Non illuderti, piccola. Non m’interessi affatto in quel senso. Non gioco con le ragazzine.

    Dopo quella notte orribile era stata felice di sapere che lui se n’era andato e aveva sperato di non rivederlo mai più. Quale destino crudele aveva riportato nella sua vita, in quel momento terribile, l’uomo che un tempo aveva definito l’Angelo Nero?

    Tuttavia, non poteva ignorare il nuovo arrivato. Lui la fissava, con la testa leggermente inclinata di lato, come in attesa che lei facesse il primo passo. Al pari di tutti gli altri presenti, Jessica se ne rese conto all’improvviso notando gli sguardi rivolti nella sua direzione. Naturalmente, come unica parente di Marty, anche se solo acquisita, toccava a lei accoglierlo.

    Chissà come, riuscì a farsi avanti, tenendo la schiena e il collo rigidi per non dare a vedere che le tremavano le gambe, mentre il gruppo di amici e vicini si apriva per lasciarla passare.

    Quegli occhi scuri e pericolosi non la abbandonarono per un attimo, così concentrati e ardenti che Jessica ebbe la sensazione che le ustionassero la pelle.

    Perché era venuto? E perché proprio in quel momento, il peggiore possibile?

    Non tornare! Jessica sentì riecheggiare nella mente le parole che gli aveva gridato allora. Non tornare mai più! Non voglio più rivederti!

    Non preoccuparti, tesoro, le aveva risposto lui. Assaggiare una volta l’inferno basta per tutta la vita a un uomo. Non sarò tanto stupido da correre nuovamente il rischio.

    Eppure adesso era lì, massiccio e scuro. Più massiccio di come lo ricordava. Gli anni avevano rimpolpato la figura magra e slanciata, conferendogli un’immagine di straordinario potere, tanto che sembrava riempire il vano della porta, bloccando la luce dell’atrio alle sue spalle.

    Per un terribile istante, Jessica ebbe la sensazione che le ostruisse l’uscita, impedendole ogni via di fuga e assicurandosi che fosse intrappolata nella stanza. Il cuore le balzò in gola, battendo così forte da toglierle il respiro, e per un istante l’immagine di quel viso dai lineamenti forti si sfocò.

    Quanto avrebbe voluto che Chris le fosse rimasto accanto quel giorno. Ma il suo fidanzato aveva un’importante riunione d’affari a Londra che non poteva annullare per nessun motivo, così aveva dovuto fare a meno del suo sostegno durante quella difficile prova. Se soltanto avesse pensato, o sognato, che Angelos Rousakis sarebbe riapparso dal nulla dopo sette anni, avrebbe pregato Chris di restare a qualunque costo. Ma come avrebbe potuto immaginare che il suo vergognoso passato sarebbe tornato a tormentarla sotto le sembianze di quell’uomo?

    Perché era lì? Aveva sempre temuto che un giorno sarebbe ricomparso, cupo e pericoloso, per vendicarsi del modo in cui era stato trattato. L’immagine di quei lucenti occhi neri e la promessa di vendetta che vi aveva letto mentre lanciava un ultimo sguardo sprezzante nella sua direzione avevano tormentato i suoi sogni per parecchi mesi.

    C’era voluto parecchio tempo perché il ricordo si affievolisse e ancora adesso capitava che tornasse a ossessionarla quando era stanca o giù di corda.

    Ma poi la realtà ebbe il sopravvento e Jessica scosse leggermente la testa, superando il momento di panico. Angelos Rousakis era un invitato al funerale, e andava trattato come chiunque altro. Ci sarebbe riuscita, anche se sarebbe tornata a respirare normalmente solo quando lui fosse uscito nuovamente da quella casa e dalla sua vita.

    «Signor Rousakis...» si sforzò di salutarlo, cercando di mostrarsi calma e indifferente. «Grazie per essere venuto.»

    Riuscì anche a porgergli la mano, grazie all’educazione che le aveva impartito sua madre. La cortesia nei confronti degli ospiti era una cosa su cui Andrea aveva sempre insistito. Ma fu uno sforzo enorme non ritrarsi quando il contatto della sua mano fu come una scossa elettrica.

    «Signorina Marshall...»

    Da vicino, appariva ancora più imponente. Nonostante portasse i tacchi alti, Jessica era più bassa di lui di parecchi centimetri e dovette inclinare indietro la testa per guardarlo negli occhi. La sua carnagione olivastra e abbronzata contrastava con il pallore degli altri ospiti. Era vestito di nero, come tutti gli altri, ma su di lui aveva un effetto diverso.

    I suoi vestiti erano di qualità assai migliore di quanto si sarebbe potuto permettere sette anni addietro il

    Ti è piaciuta l'anteprima?
    Pagina 1 di 1