Un fidanzato inatteso: Harmony Collezione
Di Kara Lennox
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Info su questo ebook
Non si ficca il naso negli affari di cuore altrui neppure se si tratta della migliore amica e se il manuale "2001 modi per trovare marito" suggerisce il contrario! E così, adesso Phoebe Lane si è ritrovata in un labirinto di equivoci da cui sarà complicato uscire: lei voleva "piazzare" l'amica col bellissimo produttore Wyatt Madison, il nipote della sua vicina di casa , solo che lui ha capito che Phoebe... ci sta "provando". Seccato ma intrigato dalla situazione e da lei, Wyatt reagisce...
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Anteprima del libro
Un fidanzato inatteso - Kara Lennox
Titolo originale dell’edizione in lingua inglese:
Tame An Older Man
Harlequin American Romance
© 2001 Harlequin Books S.A.
Traduzione di Lucia Rebuscini
Questa edizione è pubblicata per accordo con
Harlequin Books S.A.
Questa è un’opera di fantasia. Qualsiasi riferimento a fatti o
persone della vita reale è puramente casuale.
Harmony è un marchio registrato di proprietà
HarperCollins Italia S.p.A. All Rights Reserved.
© 2003 Harlequin Mondadori S.p.A., Milano
eBook ISBN 978-88-5894-389-2
www.harlequinmondadori.it
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1
Phoebe Lane bussò alla porta della sua vicina di casa. Dall’interno dell’appartamento le giunsero solo i miagolii dei gatti.
«Frannie?» chiamò. «Sei in casa?»
«Un minuto, un minuto solo e arrivo!» rispose Frannie.
Un attimo dopo la porta si aprì e l’amica l’accolse con un sorriso e gli occhi ancora assonnati. I capelli corti e rossi erano lievemente appiattiti da un lato.
«Oh, Frannie, scusami, non volevo svegliarti!»
«Non preoccuparti... spicciati a entrare, per favore, prima che scappino i gatti» la sollecitò afferrandola per un braccio.
In realtà i gatti - Phoebe ne vide almeno sei - non mostravano alcuna intenzione di fuggire, stavano troppo bene lì. Con occhi adoranti e la coda rivolta in alto, seguirono la loro padrona verso la cucina.
«Avrei dovuto alzarmi comunque per dar da mangiare ai miei piccolini.»
Frannie versò l’acqua nella macchina per il caffè, mentre con l’altra mano riempiva di croccantini le ciotole dei gatti.
«Che cosa ti ha tirato giù dal letto così presto di sabato mattina?»
«Il nostro nuovo vicino. Ho visto la sua auto posteggiata, il che significa che una volta tanto è in casa; speravo di riuscire finalmente a dargli un’occhiata. Dalla tua terrazza si dovrebbe riuscire a vedere il suo balcone.»
«E che cosa ti fa pensare che il signor Madison uscirà sul balcone proprio stamattina?»
«Perché c’è il sole?» azzardò Phoebe. «D’accordo, non si tratta di un piano geniale. Ne hai uno migliore?»
«Mmh...» Frannie distribuì il cibo ai gatti con espressione pensierosa, poi esclamò: «Ho trovato!».
Phoebe la osservò incuriosita mentre prendeva in braccio un cucciolo siamese, che subito protestò per essere stato allontanato dalla sua ciotola.
«Igor adora arrampicarsi sugli alberi, vero piccolino mio?» Poi prese una confezione di cibo per gatti da una mensola. «Vieni con me.»
Phoebe non riusciva a immaginare che cosa avesse in mente. Frannie si vantava di sapere tutto degli inquilini del Mesa Blue: quest’ultimo era il nome del loro condominio, e Wyatt Madison, che aveva temporaneamente occupato l’appartamento dei suoi nonni mentre loro si trovavano in crociera, rappresentava una grande sfida.
Almeno per lei.
Nessuno era mai riuscito a vederlo. Di lui si sapeva solo che si era trasferito a Phoenix da Chicago per produrre un talk show televisivo dal titolo A Testa Alta.
«Sai» riprese Frannie mentre uscivano sull’ampia terrazza, dove altri due gatti sonnecchiavano al sole, «non ti biasimo per voler conoscere Wyatt prima che qualche altra ragazza del condominio lo punti. Sarebbe ora che tu avessi una storia...»
Phoebe rise. «Ma... io non voglio avere una storia con Wyatt Madison! Ti prego!»
Phoebe aveva dichiarato ufficialmente di essersi votata a una vita da single.
«Non puoi ancora dirlo. Nulla fa sentire una donna attraente e desiderabile quanto le attenzioni di un uomo. Ma forse tu questo non lo puoi capire, tu sei già attraente e desiderabile.»
«È la mia maledizione» replicò l’altra in tono non del tutto scherzoso. «Comunque la mia è semplice curiosità, Frannie.»
In realtà Phoebe era davvero interessata a Wyatt, non per se stessa, ma per Daisy Redford. Daisy era una delle sue migliori amiche, stava al secondo piano... e il suo orologio biologico iniziava a farsi sentire con insistenza. Phoebe ed Elise Foster, un’altra loro amica, si erano impegnate a trovare un uomo per Daisy ed erano decise a portare a termine con successo la loro missione.
Frannie uscì in terrazza, posò a terra il gatto, aprì la confezione di bocconcini di carne e gliela fece annusare. Poi ne prese un pezzo e lo lanciò in alto, verso il balcone del terzo piano.
«Ma che cosa fai?» esclamò Phoebe ridendo. «Non funzionerà mai!»
«Aspetta e vedrai.»
Frannie rivelò una mira invidiabile, e al terzo tentativo il boccone di carne atterrò sul balcone di Wyatt. Igor comprese immediatamente il da farsi, affondò gli affilati artigli nel tronco della palma che svettava verso l’alto e iniziò la sua scalata.
«Come sapevi che l’avrebbe fatto?»
«Igor è un arrampicatore nato. Ora abbiamo un pretesto perfetto per bussare alla porta del misterioso signor Madison.»
Phoebe e Frannie si accertarono che il gatto fosse giunto a destinazione e si precipitarono anch’esse al terzo piano.
«Non lo trovi un mezzo un po’ disonesto?» chiese Phoebe quando raggiunsero la porta di Wyatt Madison.
«Niente affatto, il mio gatto è imprigionato sul suo balcone, devo pur riprendermelo!» rispose Frannie bussando con decisione alla porta del misterioso inquilino.
«Chi è?» chiese una voce lontana.
«Frannie e Phoebe, due vicine di casa» rispose sfacciatamente Frannie.
«Entrate pure, la porta è aperta.»
Frannie non esitò un solo istante. Phoebe la seguì, cercando di capire da dove provenisse la voce.
«Signor Madison?» chiese Frannie.
«Sono in cucina.»
Le due ragazze entrarono in cucina e Phoebe trattenne il respiro quando posò gli occhi sul più bel fondoschiena maschile che avesse mai visto. Wyatt era carponi sul pavimento, con la testa e il busto nascosti sotto al lavandino della cucina.
«Sto riparando una perdita d’acqua» spiegò un po’ trafelato per la scomoda posizione, «se mi allontanassi in questo momento, credo che qui si allagherebbe tutto. Che cosa posso fare per voi?»
Lo sguardo puntato sui jeans aderenti di Wyatt, anche Frannie non riuscì a dire una parola.
«Ci dispiace molto disturbarla» intervenne Phoebe, «ma il gatto della mia amica si è arrampicato sul suo balcone, e adesso non riesce più a scendere. Potrebbe prenderlo lei, per favore?»
«Ora proprio non posso.»
Sembrava che Wyatt stesse stringendo un bullone o qualcosa del genere.
«Andate pure a riprendervelo sul balcone.»
Il piano non stava procedendo come previsto. Phoebe guardò Frannie, la quale allargò le braccia impotente.
«D’accordo, grazie» disse quindi con la speranza che avessero bisogno del suo aiuto per riacciuffare Igor.
Mentre uscivano sul balcone, Phoebe si guardò intorno cercando di intuire qualcosa della personalità di Wyatt, ma l’appartamento era rimasto assolutamente identico a come lo ricordava: lui non vi aveva apportato alcun tipo di modifica.
Il balcone era interamente occupato da una gran moltitudine di piante. Helen, la nonna di Wyatt, aveva il pollice verde e sul suo balcone c’era un po’ di tutto, dalle felci ai cactus. Sembrava che lui si fosse preso cura delle piante, perché erano tutte in ottima salute.
Phoebe scorse Igor abbarbicato sul tronco di una palma, all’altezza della sua spalla. Il gattino miagolava lamentosamente. Frannie lo prese in braccio e lo coccolò.
«Oh, povero piccolino... la mamma ti ha giocato un brutto tiro. Su, andiamo a casa adesso.»
Prima di lasciare l’appartamento, fecero tappa in cucina. Wyatt era ancora alle prese con le tubature. Be’, almeno avevano scoperto che aveva un bel didietro e una voce piacevole.
«Siete riuscite a prenderlo?» chiese lui.
«Sì, grazie. Posso portarle dei biscotti al cioccolato per ringraziarla? Li ho sfornati ieri sera.»
«In realtà io non ho fatto nulla per voi, e inoltre sono allergico al cioccolato... ma grazie lo stesso.»
Phoebe e Frannie si lanciarono un’occhiata sconsolata.
«Allora noi andiamo...» confermò Phoebe, «a meno che non abbia bisogno di una mano.»
«Ho quasi terminato, grazie.»
«Missione stra-fallita!» mormorò prima di salutare l’amica sul pianerottolo.
Wyatt rimase sotto al lavandino ancora per qualche istante dopo che le due donne furono uscite. In realtà era stato roso dalla curiosità di dare un’occhiata a Phoebe. I suoi nonni gli avevano parlato molto di lei, dicendole quanto fosse bella, gentile e... single. Non avevano mai nascosto il fatto che desideravano vederlo felicemente sposato e con una famiglia numerosa.
Aveva sempre pensato che un giorno o l’altro si sarebbe sposato, ma quel giorno non era mai arrivato. Aveva trentanove anni ma ancora nessuna fretta di accasarsi, soprattutto in un momento in cui la sua carriera si trovava a un punto cruciale: in questo periodo stava lavorando anche sedici ore al giorno per mandare in onda di lì a breve il suo talk show.
Dopo aver ultimato la riparazione, Wyatt prese una bottiglia di succo di frutta e uscì sul balcone. Mentre toglieva alcune foglie secche dalla felce notò qualcosa di rossastro per terra. Si chinò, raccolse quella strana cosa morbida e appiccicosa e la annusò.
Odorava di pesce... cibo per gatti!
Evidentemente Phoebe era ricorsa a uno stratagemma per intrufolarsi nel suo appartamento. Sospirò, deluso. Perché la signorina Lane avrebbe dovuto essere diversa dalle altre donne che aveva conosciuto? Evidentemente anche lei, come tutte le altre, sperava di apparire in televisione grazie a qualche conoscenza.
Nel frattempo, invece di rientrare nel suo appartamento, che si trovava sullo stesso piano di Wyatt, Phoebe scese al secondo piano e bussò alla porta di Elise.
«Avanti, è aperto!» urlò la padrona di casa.
Al Mesa Blue era un’abitudine comune quella di lasciare la porta aperta. Gli inquilini si conoscevano tutti, a eccezione del misterioso Wyatt; inoltre, poiché l’accesso al condominio era controllato ventiquattro ore su ventiquattro dalla polizia privata, nessuno sentiva il bisogno di trincerarsi in casa.
Phoebe trovò Elise seduta sul divano, intenta a sfogliare la rivista Sposa e a sorseggiare un caffè. I capelli castano chiaro erano raccolti in una coda di cavallo e indossava un paio di pantaloncini ginnici e una T-shirt, come se avesse appena terminato di fare ginnastica.
Elise la salutò con un sorriso.
«Prendi una tazza di caffè e vieni a sederti qui.»
Era un po’ dispiaciuta all’idea che di lì a pochi mesi l’amica si sarebbe sposata e avrebbe lasciato per sempre quella casa, anche se non poteva che essere