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La sfida del greco: Harmony Collezione
La sfida del greco: Harmony Collezione
La sfida del greco: Harmony Collezione
E-book170 pagine4 ore

La sfida del greco: Harmony Collezione

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Info su questo ebook

Proprio quando Holly Halloran, rimasta vedova da poco, ha finalmente deciso di ricostruirsi una nuova vita altrove, Lukas Antonides irrompe di nuovo nella sua esistenza. L'uomo, il migliore amico di suo marito, le era sempre stato ostile, fino a un'indimenticabile notte in cui l'ostilità si era trasformata in qualcosa di molto diverso. Ora, l'arrogante greco sfida di nuovo la sorte offrendole un lavoro e la possibilità di restare. Holly non può rifiutare, ma questa volta è decisa a non permettergli di scalfire ancora le sue certezze. In breve tempo però le vecchie tensioni tra loro tornano ad acuirsi, così come la loro antica attrazione.
LinguaItaliano
Data di uscita20 ott 2016
ISBN9788858956946
La sfida del greco: Harmony Collezione
Autore

Anne McAllister

Autrice di grande versatilità, ha vinto il premio RITA per la letteratura romantica ed è acclamata dai fan di tutto il mondo.

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    Anteprima del libro

    La sfida del greco - Anne McAllister

    successivo.

    1

    «Sposarsi è un vero stress.» Althea Halloran Rivera Smith Moore si accasciò sul sedile posteriore del taxi e chiuse gli occhi, esausta.

    «Ecco perché la gente, di solito, lo fa una volta sola» puntualizzò Holly, salendo accanto alla cognata. Chiuse la portiera e diede al tassista il proprio indirizzo di Brooklyn.

    L'auto si immise nel traffico congestionato del centro di Manhattan, nel tardo pomeriggio del sabato, e anche Holly si abbandonò contro il sedile. «Quei vestiti erano disgustosi.» Rabbrividì ripensando alle creazioni pastello che aveva provato per tutto il giorno. Era già stata damigella di Althea anche nei matrimoni precedenti, con abiti altrettanto orrendi!

    «Questa è l'ultima volta, lo giuro» promise Althea con la mano sul cuore. «È che sono troppo impulsiva.»

    Da quando Holly aveva sposato suo fratello Matt, otto anni prima, Althea era salita all'altare tre volte. Per divorziare subito dopo.

    «Ma questa volta è diverso» assicurò. «Stig è diverso.»

    Giocatore professionista di hockey, svedese, Stig Mikkelsen non aveva proprio niente in comune con il primo marito, un algido dottore, né con l'esuberante agente di borsa che lo aveva seguito, né tantomeno con il terzo, un professore pomposo. Stig era comparso nella vita di Althea sei mesi prima, l'aveva affascinata, stuzzicata e aveva rifiutato di arrendersi ai suoi no. Così, era riuscito a farle rimangiare la promessa di non salire mai più su un altare e, cosa più importante, le aveva restituito l'allegria aiutandola a tornare la donna spumeggiante e gioiosa che era stata prima dei suoi tre disastrosi matrimoni.

    Anche solo per quello, Holly lo aveva benedetto. E quando Althea aveva cominciato a parlare di risposarsi e le aveva chiesto di farle da damigella – solo tu, ti prego, ti prego, ti prego! – Holly a denti stretti aveva accettato.

    Tra sé si era persino rassegnata a infilarsi, se necessario!, uno di quegli orrendi abiti meringa. Ma in due, fra tutti i tulle e i pizzi di Manhattan, non erano riuscite a scovare l'abito perfetto da damigella.

    «Stig saprà sicuramente che cosa ci vuole» disse Althea. «La prossima volta porto anche lui.»

    «Sì, è un uomo come si deve» ammise Holly. Sicuramente votato alla santità, se accettava di andare per vestiti con Althea.

    «E ha molti compagni di squadra...» Althea le lanciò un'occhiata. «Single, intendo.»

    «No» ribatté Holly, in automatico. «Non sono interessata.» Abbracciò la shopping bag davanti a sé come se fosse uno scudo.

    «Non sai neppure che cosa volevo dire!»

    Holly sollevò un sopracciglio. «Ah no?»

    Althea superò un attimo di imbarazzo, scrollò le spalle e alzò il mento. «Alcuni sono molto simpatici.»

    «Senza dubbio. Ma non mi interessano.»

    «Non hai ancora trent'anni! Hai tutta la vita davanti!»

    «Lo so.» Non c'era niente di cui avesse maggiore percezione, le restavano ancora moltissimi anni da vivere, una vita spenta e vuota. Strinse le labbra e fissò lo sguardo sul traffico.

    D'un tratto sentì la mano di Althea sul ginocchio. «Lo so che ti manca» sussurrò sua cognata, commossa. «Manca a tutti.»

    Intendeva Matt. Fratello di Althea e marito di Holly. Il baricentro della sua vita.

    A soli trent'anni Matthew David Halloran aveva tutto quanto si potesse desiderare. Era brillante, arguto, bello e affascinante. Uno psicologo che lavorava essenzialmente con bambini e adolescenti, e amava il proprio lavoro. Come amava la vita.

    Gli piaceva camminare, sciare e stare in mezzo alla natura. Amava l'astronomia e i telescopi, e il basket e l'hockey. Adorava New York City, e il monolocale al quinto piano senza ascensore che avevano condiviso appena arrivati in città. E poi amava la veduta su Manhattan al di là del fiume dall'appartamentino che avevano acquistato insieme in un elegante grattacielo di Brooklyn.

    Ma soprattutto Matt amava sua moglie.

    Gliel'aveva detto anche quella mattina di due anni e quattro mesi prima. Si era chinato sul letto per baciarla, prima di andare a giocare a basket con gli amici. «Ti amo, Hol» aveva sussurrato.

    Lei gli aveva preso la mano. «Potresti dimostrarmelo» aveva suggerito con un sorrisetto assonnato.

    «Tentatrice» aveva risposto lui, complice. «Torno a mezzogiorno e ne riparliamo.»

    Era l'ultima cosa che le aveva detto. Due ore dopo un aneurisma lo aveva stroncato, all'improvviso. Era entrato nello spogliatoio dopo la partita e si era accasciato al suolo.

    A Holly era crollato il mondo addosso.

    All'inizio era rimasta muta, incredula. Impossibile. Matt non poteva essere morto. Non era mai neanche stato malato. Era forte, sano come un cavallo, instancabile. Aveva ancora tutta la vita davanti!

    Invece, la vita davanti era rimasta solo a lei. Una vita senza Matt. Una vita che lei non aveva scelto.

    I primi mesi non avrebbe fatto altro che piangere, ma i suoi alunni gliel'avevano impedito. Loro contavano sul suo aiuto. Tutti conoscevano Matt, che al sabato accompagnava Holly per le uscite della classe in canoa e kayak. Tutti condividevano il suo dolore e guardavano a lei per un modello di comportamento.

    Matt, da psicologo, sarebbe stato il primo a dirglielo.

    Così, per loro, Holly aveva smesso di commiserarsi, si era asciugata le lacrime, si era stampata in faccia un sorriso e aveva messo un piede davanti all'altro.

    Alla fine, la vita aveva ripreso una parvenza di normalità, anche se niente sarebbe mai più stato lo stesso, senza Matt con cui condividerlo.

    Certo, aveva imparato ad andare avanti, ma non era pronta ai tentativi di amici e familiari che le proponevano nuove conoscenze maschili. Lei non voleva un altro uomo! Voleva il suo, quello che aveva prima.

    Aveva incominciato Althea, fin dall'estate precedente. Poi Greg, il fratello di Holly che faceva l'avvocato a Boston, le aveva detto che gli sarebbe piaciuto farle conoscere un collega. Persino sua madre, che pure era divorziata da tempo, le aveva suggerito una crociera per cuori solitari. A Natale i genitori di Matt avevano incominciato a ripeterle che doveva rifarsi una vita, perché anche Matt lo avrebbe voluto.

    Il problema era che per lei, da sempre, ogni desiderio di Matt era legge.

    «Meno male che almeno esci con Paul.»

    «Già.» Alcuni mesi prima, Holly aveva capito che il modo migliore per rintuzzare i tentativi di amici e familiari era quello di seguire in apparenza i loro consigli. Paul McDonald era psicologo come Matt, bello e affascinante come lui. Ma non era lui. Quindi non rappresentava un problema, serviva solo come copertura. E Paul non ne avrebbe sofferto. Divorziato da tempo, considerava il matrimonio una iattura.

    «Se tu sposassi Paul» continuò Althea, ignara, «non avresti bisogno di andare a seppellirti su un atollo in capo al mondo.» Gettò un'occhiata indignata a Holly. «Non posso credere che tu ci stia pensando davvero!»

    Si riferiva al servizio nei Corpi di Pace. In autunno, stanca di una vita vuota e senza più scopo, Holly aveva fatto domanda. Le avevano offerto di insegnare per due anni in una sperduta isoletta del Pacifico. Avrebbe iniziato l'addestramento alle Hawaii nella seconda settimana di agosto.

    «Non ci sto pensando, è già deciso» replicò.

    «Paul non ha provato a farti cambiare idea?»

    «No.»

    «Qualcuno dovrebbe farlo» borbottò Althea. «Avresti bisogno di un uomo che non usi mezzi termini, Paul è troppo gentile.» Di colpo si raddrizzò, con un sorriso sulle labbra. «Uno come Lukas Antonides.»

    «Chi?» A Holly sembrò che d'un tratto l'aria fosse stata succhiata via. Fissò Althea sconcertata. Come le era venuto in mente?

    «Ti ricordi di Lukas, no?» Sua cognata si riappoggiò al sedile.

    Lei si sentì le guance in fiamme. «Sì, me lo ricordo.»

    «Lo seguivi dappertutto» puntualizzò Althea.

    «Non è vero! Io seguivo Matt!» Era Matt, accidenti, che seguiva Lukas dappertutto.

    Per Matt e Holly, che all'epoca avevano nove anni, Lukas Antonides era diventato una specie di pifferaio magico dal momento in cui si era trasferito lì.

    «Lui sì che era un fusto.» La voce di Althea si fece sognante. «Lo è ancora.»

    «Come lo sai?» chiese Holly. «Vive dall'altra parte del globo.»

    Lukas aveva trascorso gli ultimi cinque anni, o forse più, in Australia. Prima aveva vissuto in Europa, Grecia, Svezia, Francia... Era stato Matt a seguirne le tracce, non lei.

    Holly non sapeva più dove fosse, dopo la morte di Matt. Aveva ricevuto un laconico biglietto di condoglianze. Il che per lei andava bene.

    Non si era aspettata di vederlo al funerale, Lukas viveva troppo lontano. Grazie a Dio. Non aveva pensato a lui per quasi dodici anni. E allora, perché Althea lo nominava, pur sapendo che se ne stava ancora a estrarre opali chissà dove o a domare canguri, mosso dal suo inesauribile entusiasmo?

    «È tornato» disse Althea. «Non hai visto l'articolo su Chi?»

    Holly sentì lo stomaco contrarsi. «No.» La scuola stava per finire e lei non aveva tempo per leggere altro che compiti in classe. «Che articolo?» Tra l'altro, quello non era esattamente il genere di rivista che acquistava.

    Althea, invece, da quando era fidanzata con Stig non solo lo leggeva ma spesso vi compariva anche. Annuì. «Un articolo fantastico.» Sogghignò. «Con la fotografia centrale a doppia pagina, e tutta la storia di lui, della fondazione e della galleria che sta per aprire.»

    «Una galleria? Ma dove?»

    «Qui a New York. Con opere provenienti da Australia, Nuova Zelanda e isole del Pacifico. Un grande evento nel mondo dell'arte. E lui è a capo di una fondazione che la sponsorizza a titolo gratuito.»

    «Lukas?» L'idea che lui fosse a capo di un'organizzazione che non metteva al centro il profitto era come il segno di un'imminente apocalisse.

    «È in copertina, nel numero di questa settimana» continuò Althea. «Mi sorprende che tu non l'abbia notato. La galleria aprirà a Soho, con opere di grande impatto. Farà scalpore.» Sogghignò. «Il che è normale, trattandosi di Lukas.»

    Holly incrociò le mani. «Mi fa piacere.»

    «Insomma!» sbuffò Althea. «Che cos'hai contro di lui? Eravate amici, no?»

    «Era amico di Matt» precisò lei.

    L'arrivo di Lukas nel quartiere aveva sconvolto il suo mondo. Fino a quel momento lei e Matt erano stati inseparabili e poi di colpo lei era diventata un'appendice.

    Matt non l'aveva esclusa, certo. Lui era affidabile e leale, e aveva giurato che erano amici come prima. Ma quando il padre di Lukas aveva deciso di portare i ragazzi in barca lei non era stata invitata.

    «Vai a giocare con Martha» le aveva suggerito Lukas. Da allora era diventato un ritornello.

    Martha, la sua gemella, passava ore a disegnare e schizzare ogni cosa che vedeva. Holly non sapeva neppure tirare una riga senza il righello. A lei piaceva nuotare, giocare a pallone, andare in bicicletta e dare la caccia alle rane. Le piaceva tutto quello che piaceva a Matt.

    Eccetto Lukas.

    Se Matt era sempre stato comodo come una vecchia pantofola, Lukas era irritante come camminare sui chiodi. Pericoloso e imprevedibile. Affascinante, come può esserlo una tigre del Bengala. E, quanto peggio, lei non era mai riuscita a ignorarlo.

    Se Lukas era tornato, lei aveva una ragione in più per essere felice di partire.

    «A quanto pare, ha guadagnato una fortuna con le miniere di opale» disse Althea. «E adesso fa affari in tutto il mondo, il tuo Lukas.»

    «Non è il mio Lukas» ribatté Holly, seccata.

    «Be', dovresti pensarci» ribadì Althea, seria. «Con tutto quel magnetismo animale.» Si fece vento con la mano. «Una festa per gli ormoni.»

    «Più di Stig?»

    «Nessuno batte Stig» sogghignò Althea. «Ma Lukas ha certamente sex appeal da vendere.»

    «E lo sa, ci scommetto» insinuò Holly. Una volta che si era accorto dell'esistenza dell'altro sesso, Lukas non aveva fatto altro che passare da una donna all'altra.

    «Be', dovresti sentirlo, in onore dei vecchi tempi» tornò a insistere Althea.

    «Io non credo.» Holly cercò un nuovo argomento, poi si accorse con sollievo che non ce n'era bisogno. Il taxi aveva appena girato nella sua strada.

    Althea si strinse nelle spalle. «Tu fai come ti pare. Ma io lo preferirei a Paul sette giorni su sette.»

    «Prego, fai pure.» Holly raccolse il maglione e la borsa.

    «Io ho già

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