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Per amore tutto è lecito: Harmony Destiny
Per amore tutto è lecito: Harmony Destiny
Per amore tutto è lecito: Harmony Destiny
E-book158 pagine1 ora

Per amore tutto è lecito: Harmony Destiny

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Info su questo ebook

Daisy Moore è in trappola e nemmeno lo sa!

Nella cittadina di Bliss, Montana, c'è infatti un circolo di allegre vecchiette che si divertono a combinare matrimoni.

Ed è proprio a loro ché si rivolge Georgie, figlia di Daisy, per trovare un marito alla madre, ormai vedova da quattro anni. Il candidato ideale è Gabe O'Connor. Da quando i loro rispettivi consorti, amanti clandestini, sono morti in un incidente stradale, Gabe e Daisy cercano di evitarsi. Ma ora...

LinguaItaliano
Data di uscita10 nov 2015
ISBN9788858941195
Per amore tutto è lecito: Harmony Destiny
Autore

Kristine Rolofson

Tra le autrici più amate e lette dal pubblico italiano.

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    Anteprima del libro

    Per amore tutto è lecito - Kristine Rolofson

    Titolo originale dell’edizione in lingua inglese:

    A Man For Maggie Moore

    Harlequin Temptation

    © 2001 Kristine Rolofson

    Traduzione di Vincenzo Russo

    Questa edizione è pubblicata per accordo con

    Harlequin Books S.A.

    Questa è un’opera di fantasia. Qualsiasi riferimento a fatti o

    persone della vita reale è puramente casuale.

    Harmony è un marchio registrato di proprietà

    Harlequin Mondadori S.p.A. All Rights Reserved.

    © 2003 Harlequin Mondadori S.p.A., Milano

    eBook ISBN 978-88-5894-119-5

    www.harlequinmondadori.it

    Questo ebook contiene materiale protetto da copyright e non può essere copiato, riprodotto, trasferito, distribuito, noleggiato, licenziato o trasmesso in pubblico, o utilizzato in alcun altro modo ad eccezione di quanto è stato specificamente autorizzato dall’editore, ai termini e alle condizioni alle quali è stato acquistato o da quanto esplicitamente previsto dalla legge applicabile. Qualsiasi distribuzione o fruizione non autorizzata di questo testo così come l’alterazione delle informazioni elettroniche sul regime dei diritti costituisce una violazione dei diritti dell’editore e dell’autore e sarà sanzionata civilmente e penalmente secondo quanto previsto dalla Legge 633/1941 e successive modifiche.

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    1

    «Ho avuto una richiesta molto particolare» annunciò Ella, sistemando le sue carte sul tavolo in una pila ordinata. «Penso che dovremmo prenderla in considerazione.»

    «Ma ormai mancano soltanto dieci giorni a Natale» osservò Missy, preoccupata.

    «Lo sappiamo, cara» controbatté Ella, sforzandosi di non sospirare. «E abbiamo già molti impegni. Eppure, come ho detto, penso che dovremmo prenderla in considerazione.»

    «Di chi si tratta?» volle sapere sua sorella Louisa.

    «Di qualcuno già in lista?» la incalzò Grace. Una volta la settimana le quattro donne anziane si riunivano nella sala da pranzo delle due sorelle Bliss per giocare a carte, ma soprattutto per combinare matrimoni. Avevano saltato il loro tradizionale pomeriggio del giovedì perché Missy non si era sentita bene e Grace doveva fare shopping con la figlia; così avevano stabilito di vedersi venerdì.

    Ella, la leader del gruppo, era piuttosto compiaciuta per quello che erano riuscite a combinare negli ultimi mesi.

    Owen Chase sembrava felice con la sua nuova moglie e le nozze di Calder Brown, al suo secondo tentativo, si sarebbero celebrate l’indomani mattina.

    Mac, il nonno dello sposo, aveva appena telefonato per invitare tutte loro. Ella aveva acquistato un abito nuovo per l’occasione, una cosa che desiderava fare da tempo.

    «Penso che dovremmo discutere di tutto quello che dobbiamo fare prima delle nozze» disse. «E buttare giù un programma.»

    Louisa stava passando con un vassoio. «Prendete un altro sandwich. È una ricetta nuova, insalata di pollo con patatine fritte schiacciate e mischiate insieme.»

    «Nuova e unica, direi» commentò Grace in tono ironico. «Forse dovrei prepararli per il ristorante della locanda.»

    Ella avrebbe dovuto mangiare qualcosa, ma non aveva appetito. E le strane ricette della sorella non servivano certo a farglielo venire. Louisa amava mescolare senza alcun criterio ogni sorta d’ingredienti e lei s’era fatta molto cauta davanti ai suoi stravaganti esperimenti culinari.

    «Allora» riprese Grace guardandola. «Di chi si tratta? Gabe O’Connor era il terzo della lista, dopo Owen e Calder. Però non credo che ti chiamerebbe per chiederti di trovargli una moglie.»

    Louisa e Missy ridacchiarono scioccamente, subito imitate da Grace, mentre Ella non sorrise neanche. Perché mai Gabe non avrebbe dovuto chiamarla, dopo che lei aveva sistemato i suoi due amici? Era proprio la persona giusta a cui rivolgersi, invece.

    «Non mi ha telefonato lui, infatti. Sto parlando di Georgianna Moore» precisò piccata. Prese la lettera e l’aprì, mentre le altre si scambiavano occhiate confuse. «È la figlia di Daisy Moore e ha otto anni» spiegò e dopo una pausa sapiente cominciò a leggere la lettera. «Cara signorina Bliss. Abbiamo bisogno di una nuova casa e di un nuovo papà. Ho sentito che lei è brava in questo genere di affari. Grazie, Georgianna Johnson Moore

    «Che nome delizioso» sospirò Missy. «Così vecchio stile...»

    «Lasciami dare un’occhiata» le ordinò Grace, tendendo una mano, ed Ella le diede il foglio.

    «Daisy sta liberando il nostro solaio» spiegò Louisa. «Qualche volta porta con sé i bambini, ma non sapevo che questa Georgianna fosse così... be’, sveglia.»

    Missy scosse il capo. «Una donna giovane e carina come Daisy costretta a guadagnarsi la vita comprando e vendendo cianfrusaglie... Decisamente suo marito era un buono a nulla.»

    «Non dovremmo parlare male dei morti» mormorò Louisa, facendosi il segno della croce. «E in ogni caso Jeffrey Moore, pace all’anima sua, non aveva niente in comune con suo padre.»

    «Tempo fa Daisy ci ha versato una cifra ragionevole per tutte quelle carabattole che c’erano nella rimessa dei carri» riprese Ella, sperando di riportare la conversazione sul punto che le stava a cuore. «Adesso sta facendo l’inventario di tutta la roba che c’è nel solaio, così potremo decidere cosa vendere e cosa tenere. È una donna giovane, ma molto determinata, e meriterebbe un uomo degno di lei, non credete?»

    «Ci vorranno cent’anni per liberare il nostro solaio da tutta quella robaccia» sbuffò Louisa, suscitando un’occhiata di disapprovazione da parte della sorella maggiore.

    «Non definirla robaccia. Rappresenta tutta la nostra storia, invece.»

    «Come vuoi, ma devi ammettere che la nostra storia è coperta di polvere secolare. E poi dovresti spiegarmi a che cosa serve un baule pieno di vecchi cappelli!» replicò Louisa.

    «Be’, potresti indossarne uno per le nozze di domani» intervenne Grace. «I cappelli d’epoca sono molto di moda.»

    «Davvero?» strillò Missy euforica, prendendo un altro sandwich. «Che genere di cappellini ci sono in quel baule, Ella?»

    «Daisy sarà presente» riprese questa ignorando la domanda. «Dovremmo guardarci intorno alla ricerca di un uomo adatto a lei.»

    «Chi?» chiese Louisa.

    «Non ne ho idea» replicò Ella fissandola. Erano davvero diverse, sia per l’aspetto sia per il temperamento, e qualche volta la sorella le faceva perdere la pazienza. «È proprio di questo che dovremmo parlare, ed è ciò che sto tentando di fare da un po’, nel caso tu non te ne fossi accorta.»

    «Mi piacerebbe tanto aiutare quella piccolina» sospirò Missy, raccogliendosi con la lingua una briciola dall’angolo della bocca. «Potremmo anche chiederle chi le piacerebbe come papà.»

    Grace spinse indietro la sedia, alzandosi in piedi. «Ottima idea. Intanto si potrebbe dare un’occhiata a quei cappelli. Dobbiamo vestirci in modo adeguato per la cerimonia, non vi sembra?»

    «In modo adeguato?» ripeté Ella inarcando un sopracciglio.

    «Naturalmente. Siamo o non siamo le ospiti d’onore?» osservò Grace. «Quei due non si sarebbero sposati senza la nostra opera.»

    «In ogni caso sono contenta che Lisette e Calder si siano decisi, finalmente» tagliò corto Missy. «E Cal è stato davvero carino a chiamare per annunciarcelo.»

    «Carino è proprio la parola giusta» approvò Louisa annuendo.

    «Sì, ma non dimentichiamoci dei cappelli» insistette Grace. «Ci stanno aspettando.»

    «Devo proprio venire?»

    «Per la quinta volta, ti rispondo di sì» replicò Gabe al figlio. «E anche se me lo chiederai altre cento volte, avrai sempre la stessa risposta. Devi venire e prima devi renderti presentabile.»

    «Non capisco proprio perché non posso restare a casa» brontolò Joe O’Connor, di malumore perché il padre l’aveva costretto a vestirsi elegante.

    «Stiamo andando al ranch di Calder perché oggi si sposa. Voi siete invitati per il semplice motivo che la sua nuova moglie ha due figlie. Così avranno compagnia anche loro.»

    «Lo so» sospirò Joe, sedendosi sul letto del padre, intento ad annodarsi la cravatta davanti allo specchio. «Una è mia compagna di scuola.»

    «Quale delle due?»

    «Cosette... Ma che cavolo di nome è?»

    «Francese, immagino. Come la madre, che si chiama Lisette.»

    Gabe si diede un’occhiata nello specchio, pensando senza modestia che sarebbe stato l’uomo più attraente, laggiù. Lui e Owen, che erano amici di Calder fin dai tempi della scuola, avevano tirato a sorte per vedere a chi sarebbe toccato fare da testimone. Aveva vinto lui, ma le nozze erano state rimandate finché Calder non aveva convinto la sua futura sposa che stava facendo sul serio.

    «Sai, alla mia amica Georgie Lisette piace.»

    Gabe fissò accigliato il figlio. Aveva gli occhi verdi della madre, ma tutto il resto era in puro stile O’Connor, coi riccioli scuri e i tratti del volto marcati.

    «Davvero?»

    «Un sacco. Va a casa sua a suonare il piano con la sorellina.»

    Questo significava che Daisy e le sue ragazzine sarebbero state presenti alle nozze. E che di conseguenza avrebbero partecipato al ricevimento. Rivederla sarebbe stata dura, sebbene fossero già trascorsi quattro anni dall’incidente, come lo aveva definito dentro di sé.

    Soprappensiero, Gabe si allentò il nodo per respirare meglio.

    «Be’, cerca di comportarti meglio che puoi. Devi sembrare un piccolo gentiluomo.»

    «Era meglio restare a casa.»

    «Non per me» ribatté Gabe infilandosi la giacca. «Il nostro amico Calder sta per sposare la migliore cuoca della città.»

    «Davvero?»

    «Già. Lisette prepara crostate e torte eccellenti ed è capace di cucinare le cose più fantasiose. Ti ho portato nel suo negozio una volta, non ricordi?»

    Si guardò di nuovo nello specchio, mentre sistemava meglio la giacca scuotendo le spalle. Niente male per un uomo di trentadue anni, vedovo e padre di due bambini.

    «No. Ci sei andato con Kate» rispose il ragazzino in tono polemico.

    «Sì, è vero... ma ti ho portato qualcosa che avevo comprato là. Non ricordo cos’era, però qualunque cosa fosse doveva essere buonissima.»

    «Dici?»

    «Sicuro. E adesso muoviamoci o faremo tardi.»

    In quel momento Kate entrò nella stanza indossando il suo vestitino nuovo.

    «Allora, papà, che cosa te ne pare?»

    «Davvero carino» osservò lui turbato, pensando che sembrava davvero più grande dei suoi dodici anni. Al posto dei soliti jeans indossava un abitino di velluto color cioccolato e un paio di scarpine lucide, anziché gli stivali che portava sempre. La sua bambina era cresciuta davvero.

    «Non sono mai stata a un matrimonio» enunciò Kate agitata. I suoi occhi erano neri come quelli della famiglia O’Connor. «È un giorno speciale.»

    «Trovi?» borbottò Joe, per nulla convinto.

    «È un giorno speciale per Calder» disse Gabe rivolgendosi a entrambi i figli. «E io sono certo che sarà felice di avere accanto tutti i

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