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Il grande premio: Harmony Destiny
Il grande premio: Harmony Destiny
Il grande premio: Harmony Destiny
E-book180 pagine2 ore

Il grande premio: Harmony Destiny

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Info su questo ebook

Grant Carter è un importante produttore di Hollywood che abbandona il mondo di lustrini e di finzione per le montagne del Colorado, dove intende produrre un film sulla dinastia dei Barrington e sul mondo dei campioni delle corse di cavalli. Un playboy come lui è abituato a ottenere tutto ciò che vuole, anche se si tratta della bellissima Tessa Barrington, una delle migliori fantine al mondo. La giovane non intende darsi a un uomo qualsiasi, ancor meno se proviene dalla dissoluta vita hollywoodiana: vuole restare concentrata sulla sua carriera, sull'obiettivo di aggiudicarsi un'importante competizione e una vincita prestigiosa. A volte però innamorarsi può essere un premio ancora maggiore, se solo non ci fossero dei segreti che da Hollywood gettano ombre sul futuro...
LinguaItaliano
Data di uscita21 ago 2017
ISBN9788858969106
Il grande premio: Harmony Destiny

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    Anteprima del libro

    Il grande premio - Jules Bennett

    successivo.

    1

    Non appena ebbe messo piede nelle lussuose scuderie, un fondoschiena femminile rotondo e sodo accolse Grant Carter, rammentandogli che aver accettato il progetto di quel film era più di un'occasione unica, era un dono di Dio.

    Doveva mettere la testa a posto, eppure non poté ignorare la perfezione davanti ai suoi occhi. Grant sapeva contenersi e non aveva lavorato a Hollywood così duramente per far saltare tutto a causa di un'irresistibile tentazione.

    I capricci avrebbero dovuto attendere poiché produrre un film sull'icona delle corse dei cavalli, Damon Barrington era un'opportunità che non poteva lasciarsi sfuggire. Poco importavano gli incubi che lo perseguitavano.

    Le curve sinuose di quella donna non potevano essere null'altro che una leggera distrazione. Nel contratto ricevuto prima di giungere a Stony Ridge, era ben evidenziata la clausola che proibiva di fraternizzare con le persone impegnate nel film.

    Comunque, anche senza quella postilla, nulla lo terrorizzava di più del ritornare nel mondo dei cavalli. Con la propria forza di carattere e l'indiscussa professionalità, non avrebbe concesso ai conflitti personali di oltrepassare le barriere che aveva eretto attorno al proprio cuore.

    Grant riportò l'attenzione ai glutei tonici fasciati da un paio di aderenti pantaloni da equitazione. Che fossero maledetti le clausole e suoi demoni.

    L'odore familiare del fieno e delle selle di cuoio, combinato con la vista dei bellissimi purosangue, gli riportò alla memoria orribili ricordi.

    Concentrati su quelle forme mozzafiato. Un corpo del genere era in grado di curare ogni male. Anche se lei era off-limits, aveva già memorizzato l'immagine.

    «Mi scusi, sa dirmi dove posso trovare Tessa Barrington?» Avanzò cautamente nella stalla, con la paglia che scricchiolava sotto i suoi stivali nuovi.

    La ragazza minuta e aggraziata si volse, gettando indietro la coda di fiammeggianti capelli rossi e fissandolo con due occhi blu come zaffiri. Chissà quanti uomini aveva annientato con quello sguardo. Era davvero uno schianto, ma lui non sarebbe ricaduto nel prevedibile cliché maschile e non avrebbe mostrato il proprio apprezzamento.

    «Lei è il produttore?» Ripose la spazzola con cui stava strigliando il cavallo.

    Lui avanzò di un passo e le porse la mano. «Uno dei produttori. Sono Grant Carter.»

    «Io sono Tessa.»

    Piacevolmente sorpreso, si trattenne dallo spalancare la bocca. E così, quella bellissima donna era il famoso fantino di cui aveva tanto sentito parlare. Quando lei si posò le mani sulla vita sottile, proprio sopra i fianchi, deglutì a fatica. Non avrebbe mai immaginato di avere un debole per le ragazze di campagna, in jeans e camicia a quadri...

    Certo, Tessa Barrington era tutt'altro che quel genere di donna. Da quanto aveva sentito dire, era il castigo divino per la maggior parte dei fantini e degli allenatori.

    «Mio padre mi aveva avvertito che lei sarebbe arrivato oggi.» Gli strinse la mano, lasciando scivolare lo sguardo sui suoi piedi. «Begli stivali nuovi, Hollywood. Li dovremo consumare un po'.»

    I suoi occhi intelligenti e il suo commento gli strapparono un sorriso. Già gli piaceva quella donna che non teneva a freno la lingua e che non si gettava ai suoi piedi. E quelle dita callose lo stuzzicavano, rammentandogli come i fantini prendessero seriamente il loro stile di vita.

    «È un piacere conoscerla.» Le sorrise. «Devo confessarle che mi ha impressionato.» Vedendola accigliarsi, Grant scoppiò a ridere. «Forse non mi sono spiegato.» Sembrava un adolescente incapace di elaborare una frase di senso compiuto. «Intendevo dire che sono rimasto colpito dalle sue doti.» Sempre peggio...

    «Suppongo che si riferisca all'equitazione.»

    Sollevato che lei lo avesse tirato fuori da quell'impiccio, inclinò la testa. «So che è molto impegnata...»

    «Impegnata è un eufemismo, signor Carter» precisò con tono brusco.

    «Diamoci del tu e chiamami Grant. Trascorreremo molto tempo insieme nelle prossime due settimane.»

    Tessa si volse, afferrò di nuovo la spazzola e rientrò nel box dello stallone. «Signor Carter...»

    «Grant» la corresse, increspando le labbra.

    Lo fulminò poi riprese a strigliare il cavallo. «La mia agenda è piuttosto fitta, signor Carter. Le ho stampato l'elenco dei miei impegni così che lei sappia quando mi sto allenando, quando lavoro nelle stalle e quando ho tempo da dedicarle. Le parti che la riguardano sono quelle segnate in verde. Desidero attenermi al mio programma , se lei, però, ha altri impegni, posso rielaborarlo.»

    Si trattenne dal riderle in faccia per quanto la sua pedanteria gli rammentasse quella della sua sorella gemella. Almeno, prima dell'incidente.

    Dato che Tessa non aveva ancora accennato un sorriso, dedusse che fosse terribilmente seria.

    Tosta la ragazza. Lui amava le sfide, eppure qualcosa gli suggeriva che lei non volesse avere niente a che fare con il film. Molte persone sarebbero state elettrizzate al pensiero che Hollywood girasse una pellicola sulla loro vita nelle loro proprietà. La maggior parte delle donne che conosceva avrebbe rinunciato alla propria collezione di scarpe per una parte nel film di Bronson Dane con Max Ford come attore protagonista.

    Grant osservò Tessa mentre strigliava la criniera del cavallo con cura e precisione. No, lei non era affatto impressionata da lui o dall'industria del cinema. Apparteneva al proprio mondo super organizzato ed era certo che fosse impossibile coglierla in fallo.

    Come avrebbe desiderato indispettirla o sconvolgere i suoi piani. Tuttavia, coprodurre quella pellicola, non doveva farlo risucchiare dal mondo che aveva distrutto la vita della sua famiglia.

    Le emozioni personali dovevano essere mantenute sotto controllo. Il suo obiettivo - fondare una propria società di produzione - era ormai cosa fatta e non si sarebbe perdonato se avesse lasciato che il senso di colpa o il timore lo ostacolassero.

    «Quand'è il mio primo spazio a disposizione, Tessa? La mia squadra arriverà fra un mese e io ho in programma di elencare i luoghi in ordine di ripresa dopo aver visitato tutte le location. Tuttavia, sono flessibile e lavorerò seguendo i tuoi impegni.»

    Lei si volse adagio, battendo la spazzola contro il palmo della mano. «So che mio padre ha accettato che io la aiutassi, ma le corse hanno la precedenza per me. È giusto che lei sappia che non approvo l'idea di questo film.»

    Non ci poteva fare niente. Tessa lo faceva sorridere. Una vera ventata di aria fresca rispetto alle donne che avrebbero fatto di tutto pur di farsi notare da lui, sia per la sua fama che per il suo conto in banca. Era evidente che lei non fosse attratta da nessuna delle due cose, il che la rendeva ancora più intrigante.

    «Comprendo che tu sia molto impegnata» ripeté nella speranza di ammorbidirla con il proprio fascino. «Farò il possibile per non rubare troppo del tuo tempo prezioso.»

    «Ho accettato che lei mi seguisse nel mio lavoro solo perché pretendo che questo film sia accurato. Non voglio che la vita di mio padre venga mostrata in maniera scorretta o equivoca.»

    Era palese che Tessa fosse stata segnata da una spiacevole esperienza e ora Grant la stava infastidendo.

    Fantastico. Non c'era niente come lavorare gomito a gomito con una donna piena di livore.

    «Farò in modo che il film sia il più aderente possibile alla realtà» le promise.

    «Bene, così otterremo entrambi ciò vogliamo.»

    Ciò che vogliamo entrambi? Grant studiò il suo corpo delicato. Immaginò di scioglierle i capelli, sbottonarle la camicia, magari proprio dentro quel box.

    Non c'erano dubbi. Lo aspettava un lungo mese.

    Tessa sapeva quando un uomo era attratto da lei; non era stupida. E, in tutta onestà, trovava quel celebre produttore piuttosto sexy. Questo, però, non significava nulla. Aveva eretto una barriera che l'aveva resa immune agli uomini seducenti che venivano dalla città come il suo ex.

    Non l'avevano infastidita le sue scarpe lucide, gli abiti firmati o i capelli sempre in ordine, bensì il fatto che avesse approfittato del suo nome e delle sue finanze per promuovere una piccola impresa.

    Mai e poi mai, si sarebbe lasciata abbindolare da un affascinante sconosciuto di Hollywood solo perché, per un istante, le aveva fatto battere il cuore con quel sorriso accattivante e quegli occhi maliziosi.

    La maggior parte delle venticinquenni era già sposata e aveva figli. Lei aveva scelto d'inseguire il proprio sogno, la Triplice Corona. Non c'era tempo per una relazione seria quando vivi in un maneggio e ti eserciti tutto il giorno. Inoltre, aveva una reputazione di sé troppo alta per perdere la propria innocenza con il primo che passava.

    «Devo portare Oliver a fare una cavalcata» lo informò, sperando di scoraggiarlo. «Credevo che lei sarebbe arrivato più tardi, così mi sono tenuta due ore libere per dopo pranzo.»

    Lui controllò l'orologio. «Posso tornare, tuttavia sarebbe utile che avessi il prospetto della tua agenda, giusto per sapere quando non devo disturbarti.»

    Tessa sospirò. La stava prendendo in giro.

    Nessun problema; era abituata a quel genere d'atteggiamento. L'ultimo ragazzo che si era preso gioco di lei si era ritrovato a ingoiare il proprio orgoglio.

    Si spostò in un altro box dove l'attendeva Oliver, il suo splendido purosangue. Più che un cavallo da corsa, era il suo bambino e lei lo amava teneramente. Schizzinoso e di forte temperamento, i due si comprendevano alla perfezione e detestavano gli estranei.

    «Le porterò la tabella al nostro incontro» gli comunicò, aprendo la porta del box. Oliver si agitò come per comunicarle che era pronto per la loro cavalcata. «Ci vediamo qui fra due ore...» Non aveva ancora finito di parlare che si ritrovò tra le braccia di Grant. «Che cosa sta facendo?» Incrociò i suoi occhi scuri e profondi.

    Grant era impietrito, le braccia strette attorno a lei, lo sguardo fisso su Oliver. Mentre lui era distratto dall'animale, Tessa osservò la linea dura della sua mascella coperta da un velo di barba, la carnagione abbronzata, la presa ferrea e i muscoli possenti sotto la camicia di flanella grigia. E che buon odore... Era piacevole respirare quella fragranza mascolina, una mescolanza penetrante di dopobarba e colonia, invece dell'abituale tanfo di stalla e fieno.

    «Grant?» Si liberò dalla sua stretta.

    Scosse la testa per snebbiarla. «L'ho visto balzare.» Si ritrasse e si passò nervosamente una mano tra i capelli. «Non volevo che ti facessi male.»

    Confusa da quella reazione eccessiva e, allo stesso tempo, toccata dalla sua premura, Tessa incrociò le braccia. «Farmi male? Oliver è sempre così, su di giri. Ecco perché sono l'unica che riesce ad avvicinarlo.»

    «Scusa. Non sono avvezzo ai cavalli.»

    Tessa reclinò la testa, cercando d'inquadrarlo. «Sicuro che ti troverai bene qui?»

    «Sto bene» la rassicurò con uno dei suoi sorrisi assassini, soddisfatto che avesse deciso di dargli del tu. «Desideravo solo difenderti, tutto qua.»

    Il modo in cui la guardò, accarezzandola con i suoi occhi di velluto nero, il tono fermo e caldo della sua voce, l'avvolsero in un abbraccio protettivo. Non voleva provare alcun sentimento per quell'uomo, tuttavia quell'atteggiamento che originava da una segreta vulnerabilità, lo rese più attraente ai suoi occhi.

    «Non vorrei essere scortese, ma lavorerai in un film sui cavalli. Non dovresti esserti preparato e aver studiato qualcosa a riguardo?»

    Grant si avvicinò con un'andatura pigra e trascinata da fare invidia a un vero cowboy. Se non avesse indossato quegli abiti impeccabili, avrebbe giurato che vivesse in un ranch. Invece, proveniva da Los Angeles, la città del peccato, ed era nell'industria cinematografica. Forse era abituato a entrare nella parte.

    Grant si fermò davanti a lei solo quando le punte dei loro stivali si sfiorarono. A Tessa non rimase che fissare la camicia grigia che fasciava il suo scultoreo torace. Ogni parte di quel corpo induceva in tentazione e lei stentò a rammentare cosa stesse dicendo mentre il suo sguardo inquieto la squadrava. Non aveva mai provato un'emozione così forte e intensa, e temette di perdere il controllo.

    «Ecco perché mi devo rivolgere a te. Devo imparare tutto sui cavalli. Ho atteso anni per un progetto di questo calibro.» Gli occhi di Grant assorbirono famelici i tratti del suo viso, le labbra, le lunghe ciglia. «E quando voglio qualcosa, faccio in modo di ottenerlo.»

    Era una minaccia o una promessa?

    Perché era stata travolta da una pioggia di brividi? Forse non aveva ancora imparato la lezione.

    Belle parole e modi seducenti erano naturali nel mondo del cinema. Era già stata così ingenua da cadere nelle grinfie di un farabutto incantatore, non avrebbe ripetuto lo stesso errore una seconda volta. E poi non aveva tempo per le turbolenze ormonali. C'erano corse da vincere e titoli da conquistare.

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