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La donna giusta: Harmony Destiny
La donna giusta: Harmony Destiny
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E-book179 pagine2 ore

La donna giusta: Harmony Destiny

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Info su questo ebook

LA DINASTIA DEI NEWPORT - Eve Winchester ha preso le redini dell'impero immobiliare del padre e ha grandi progetti di espansione; matrimonio e figli appartengono a un futuro ancora lontano. Per questo, sembra proprio la donna perfetta per Graham Newport: motivata, in carriera e indifferente ai legami duraturi.

Quando scoprono di aspettare un figlio, Eve dovrà rivedere tutti i suoi programmi, mentre Graham dovrà capire se è pronto a lottare per lei e per il loro bambino nonostante le antiche frizioni tra le loro famiglie.
LinguaItaliano
Data di uscita19 ott 2017
ISBN9788858971482
La donna giusta: Harmony Destiny

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    Anteprima del libro

    La donna giusta - Jules Bennett

    successivo.

    1

    Eve Winchester fu pervasa da un senso di déjà vu. Non di nuovo. Non è possibile che stia succedendo di nuovo.

    Le due linee rosa si prendevano beffe di lei.

    Strinse nella mano il test di gravidanza, aggrappandosi con l'altra al bordo del lavandino.

    Dalla camera da letto arrivò un fruscio di lenzuola. Attraverso la porta socchiusa del bagno, Eve poteva vedere Graham Newport sdraiato sul suo letto.

    Ora che sapeva in quale situazione difficile si trovava, non aveva idea di come comportarsi. Per una che si vantava di saper pianificare ogni cosa, era completamente smarrita. Le sue incognite, tuttavia, avevano origine dalla paura di quello che avrebbe fatto Graham.

    Come avrebbe reagito?

    E le loro famiglie, la cui rivalità a Chicago era leggendaria, come avrebbero reagito a quella notizia scioccante? Negli ultimi tempi, i Newport e i Winchester dovevano affrontare abbastanza tragedie.

    All'inizio dell'anno, era stata messa in discussione la paternità dei fratelli Newport. Graham e suo fratello Brooks non sapevano ancora chi fosse il loro padre, mentre l'altro fratello, Carson, aveva scoperto che suo padre era Sutton Winchester, il quale, si dava il caso, fosse anche il padre di Eve.

    In quel momento erano tutti sconvolti e quella gravidanza imprevista avrebbe gettato benzina sul fuoco.

    Con mani tremanti, Eve rimise il test nella scatola e lo nascose nel cestino della carta straccia sotto il lavandino.

    Sbirciando di nuovo dallo spiraglio nella porta, notò che Graham dormiva ancora.

    Eve chiuse gli occhi e prese un respiro profondo. Dopo che il test di paternità aveva dimostrato che tra loro due non c'erano legami di sangue, avevano finalmente ceduto ai sentimenti contro cui si erano battuti con tenacia. Erano stati molto attenti a tenere segreta la loro relazione. Quando l'attrazione, però, era diventata evidente, tutto si era fatto più difficile.

    Bene, potevano incontrarsi di nascosto, giusto? Aveva funzionato nelle ultime sei settimane. Adesso, tuttavia, potevano scordarsi di tenere le famiglie fuori dalla loro vita.

    Avrebbe avuto un bambino. Una seconda gravidanza... che la terrorizzava ancora più della prima, perché adesso conosceva gli orrori che potevano succedere. Li aveva vissuti, ne portava ancora le cicatrici, e avrebbe dovuto trovare il modo di superarli di nuovo. Possibile che il destino fosse così crudele?

    Eve infilò una mano sotto la camicia da notte. Il suo addome già una volta si era arrotondato, già una volta aveva ospitato un'altra vita. Una vita che le era stata tolta troppo presto. Per quanto volesse assumere il controllo dell'azienda del padre, rifiutava l'idea che un bambino innocente non si sentisse amato e protetto.

    Sempre che lei fosse riuscita a portare a termine la gravidanza. Fu assalita dalla paura.

    La paura di dirlo a Graham era opprimente, ma quella di perdere un altro bambino la paralizzava. Dover superare di nuovo un dolore simile poteva distruggerla. Per giunta, suo padre era un malato terminale. Quanto dolore poteva sopportare senza soccombere?

    Ci fu un altro fruscio di lenzuola ed Eve capì che non poteva restare nascosta in bagno in eterno.

    Quella sera, Graham era arrivato tardi ed erano finiti subito a letto. Per loro, niente parole dolci o passeggiate romantiche. Solo passione. La faida tra i Newport e i Winchester non aveva spazio nella loro storia. Purtroppo, la realtà stava per entrare a gamba tesa nello spazio che si erano creati.

    Rientrando in camera, Eve trasse un respiro profondo. Anche se il suo mondo era stato messo a soqquadro, aveva pur sempre dei doveri e la Elite Industries aveva bisogno che il suo presidente fosse in perfetta forma. L'uomo nel suo letto sarebbe dovuto andarsene perché lei aveva una riunione di lì a breve. Inoltre, le occorreva tempo per analizzare la situazione.

    Nell'attimo in cui attraversò la stanza, gli occhi color verde acqua di Graham si puntarono su di lei. Quello sguardo così intenso aveva effetti sbalorditivi sul suo corpo. Era sufficiente un'occhiata e quell'uomo l'aveva in suo potere. Non aveva mai provato niente di paragonabile.

    Con un sorriso beffardo, Graham scostò il lenzuolo in un tacito invito a raggiungerlo. Non aveva bisogno di pronunciare una sola parola per averla dove la voleva. Tra loro c'era un accordo, e cioè che si trattava solo di sesso. Era chiaro che nessuno dei due ambisse a qualcosa di più perché entrambi erano sposati con il lavoro. Una relazione impegnativa era fuori discussione. Adesso, però, stavano per iniziarne una di natura del tutto diversa.

    Eve scosse la testa. «Per quanto sarei felice di accettare la tua offerta, ho del lavoro che mi aspetta.»

    «Di domenica mattina? Posso fartelo dimenticare.»

    Graham Newport era in grado di affascinare anche una statua... motivo per cui era uno dei più brillanti avvocati di Chicago. Benché avesse solo trentadue anni, era diventato socio dello studio Mayer, Mayer & Newport. E non era stato solo merito del fascino se aveva conquistato quella posizione. Aveva raggiunto il vertice grazie a un'intelligenza letale.

    «Può anche darsi» ammise, con tono volutamente disinvolto. «Purtroppo, più tardi ho una riunione online con un gruppo di australiani perché per loro è lunedì mattina.»

    Graham si mise seduto e il lenzuolo gli si ammonticchiò intorno al busto scultoreo.

    «Detesto quando ti imponi di essere responsabile.»

    Eve trattenne a stento una smorfia. Se la considerava responsabile cosa sarebbe successo una volta scoperta la gravidanza? D'altra parte, anche se la loro era una relazione puramente fisica, Graham aveva il diritto di sapere. Tuttavia, fino a quando non avesse consultato un dottore, avrebbe tenuto la notizia per sé.

    «Stai bene?»

    Trasalendo, Eve si costrinse a tornare al presente. Incollandosi un sorriso sul volto, annuì. «Come potrei non stare bene dopo la notte appena trascorsa?»

    Graham si liberò del lenzuolo e attraversò la stanza per recuperare i vestiti. Anche nudo, quell'uomo era a proprio agio, e lei non aveva scrupolo a goderne la vista.

    Con mani tremanti, Eve sistemò coperte e cuscini sul letto. Doveva concentrarsi su qualcosa che non fosse l'uomo sexy che si aggirava per la camera e che riusciva a soddisfare ogni suo desiderio, o il bambino che avevano concepito.

    Graham avrebbe preteso di sapere come era potuto accadere. Lei gli aveva detto che prendeva la pillola, ed era così. Aveva, però, cambiato tipo di pillola proprio nel periodo del ballo di beneficenza per l'ospedale pediatrico... la loro prima notte insieme.

    Forti braccia le circondarono la vita e lei si lasciò andare contro il torace muscoloso di Graham, mentre il suo corpo reagiva all'istante quando le sue labbra le accarezzarono il collo. Non poté impedirsi di reclinare la testa, di chiudere gli occhi e di lasciarsi sfuggire un gemito.

    La forza di volontà l'abbandonava quando si trovava con Graham.

    «Forse potrei aiutarti per questa riunione» le borbottò lui contro l'orecchio. «Il momento in cui rifletto meglio è sotto la doccia.»

    Era da settimane che Eve si stava preparando.

    Se Graham l'avesse conosciuta davvero, si sarebbe accorto che mentiva quando aveva detto di doversi preparare per una riunione. Avrebbe saputo che aveva appunti e discorsi pronti in perfetto ordine. Era la dimostrazione che loro due non si conoscevano molto fuori dalla camera da letto.

    Con un gesto rapido, Graham sciolse il nodo della sua vestaglia. Eve gli afferrò le mani.

    «Può darsi che tu riesca a riflettere facendo la doccia, ma ti garantisco che io non ne sarei capace.»

    Lui le mordicchiò il lobo dell'orecchio e la lasciò andare. «Non fai altro che adularmi.»

    Come se il suo ego ne avesse bisogno.

    Eve terminò di fare il letto mentre Graham, seduto in una poltrona, si infilava le scarpe. Quell'uomo era uno schianto nudo, ed era formidabile anche nei completi su misura che indossava. Ogni volta che si presentava dopo il lavoro, lei aveva difficoltà a resistere a quell'aspetto da modello di GQ.

    Come era possibile che desse l'impressione di avere urgente bisogno di un taglio di capelli e avere al tempo stesso l'aria di uno dei più influenti avvocati di Chicago?

    Merito dello sguardo. Possedeva lo sguardo più sexy che lei avesse mai visto. Aveva quel modo di inclinare il capo alla George Clooney e di sbirciarti da sotto le folte ciglia. Già... gli occhi verde acqua erano l'elemento principale del suo fascino. Dopo averti stregato, ti incastrava sfoggiando il resto delle sue armi di seduzione.

    «Al momento, sto lavorando a un caso.» Graham si alzò in piedi e arrotolò le maniche dell'elegante camicia. «Più tardi, mi incontro con Brooks. Tuttavia, dimmi una sola parola, e sarò felice di annullare l'appuntamento.»

    «Siamo impegnati tutti e due. E se le nostre famiglie si accorgono di come tu e io ci eclissiamo contemporaneamente, cominceranno a porsi delle domande.»

    Senza parlare, lui annullò lo spazio che li separava, la strinse tra le braccia e la baciò.

    Essere baciata da Graham era qualcosa a cui sarebbe dovuta essere preparata, tuttavia non c'era modo di preparare il proprio corpo all'ondata di passione e desiderio che la investiva ogni volta che lui la toccava.

    Le mani di Graham le accarezzavano la schiena. Mordicchiandole le labbra, mormorò: «Torno stasera».

    Con quella promessa, la lasciò andare e uscì.

    Eve rimase immobile, fissando il letto rifatto e cercando di immaginare come quella gravidanza imprevista si sarebbe inserita nella sua vita, perfettamente organizzata... e come Graham avrebbe reagito alla notizia che sarebbe diventato padre.

    «Alla fine, Sutton non vincerà» dichiarò Brooks. «Fosse l'ultima cosa che faccio, lo smaschererò per quel subdolo bastardo che è.»

    Graham sbuffò.

    Sutton Lazarus Winchester era sempre stato una spina nel fianco – la sua impresa edile era la principale concorrente della Newport Corporation – e le cose erano peggiorate da quando avevano scoperto che Sutton aveva avuto una relazione con la loro madre, Cynthia Newport.

    Tutto aveva avuto inizio al suo arrivo a Chicago. Il suo vero nome era Amy Jo Turner. Quando era fuggita da un padre violento, incinta di due gemelli, lo aveva cambiato. Con una nuova identità, in una città nuova, Cynthia aveva lavorato come cameriera in un bar per crescere i suoi due figli. Gerty, una cameriera in pensione, l'aveva presa sotto la propria ala protettiva. Era stato in quel bar che Cynthia aveva conosciuto Sutton e aveva deciso di andare a lavorare per lui. E con lui aveva concepito il loro fratellastro, Carson.

    Quella storia era veramente complicata.

    Adesso che il test del DNA era ufficiale, Graham e Brooks sapevano che Sutton non era il loro padre. E questo aveva permesso a Graham di sedurre Eve.

    Quella donna lo incantava. Contava i minuti che mancavano al momento in cui avrebbe potuto metterle di nuovo le mani addosso, accarezzarla mentre sussurrava il suo nome e si avvinghiava a lui con quel corpo voluttuoso.

    «Mi stai ascoltando?»

    Graham lasciò cadere la mano sul bracciolo della poltrona nell'ufficio del fratello e sospirò. Ascoltava solo in parte, e in parte fantasticava in quali altri modi far perdere il controllo a Eve.

    «Ti ascolto. E sono d'accordo. Carson ha diritto all'eredità alla morte di Sutton. È giusto, dal momento che è figlio suo. Le proprietà non devono essere divise solo tra le ragazze.»

    Le tre figlie di Sutton erano impegnate in quella battaglia. Nora, Grace ed Eve non erano pronte ad accogliere un fratello; peggio per loro, perché il test dimostrava che Carson era un Winchester.

    Graham detestava quella lotta fra fratelli. Tuttavia, era giusto che, quando Sutton fosse passato a miglior vita, Carson ottenesse una parte di ciò che gli spettava di diritto. I Winchester avrebbero fatto meglio a non opporsi perché Graham avrebbe contrattaccato... e avrebbe vinto.

    Quella situazione intricata era un altro dei motivi per cui la relazione tra lui ed Eve doveva restare segreta e puramente fisica. Niente di impegnativo, niente legami e niente a lunga scadenza.

    Per nulla al mondo fratelli e sorelle potevano venire a conoscenza di quanto fosse incandescente l'attrazione tra loro. All'inizio non erano stati molto riservati ma non avevano tardato a rendersi conto che era meglio essere discreti. Considerando che, quello che lui ed Eve facevano, non erano affari di nessuno, avevano scelto di isolarsi in camera da letto e ignorare il caos che li circondava.

    Non parlare di famiglie, di testamenti o della salute di Sutton era l'unico modo per far funzionare la loro storia, e Graham non aveva nessuna fretta di porvi fine. Una relazione con una donna che lo uguagliava per passione come nessun'altra non era un'occasione da gettar via.

    «Perciò, occorre che tu chiami Eve a testimoniare.»

    Il tono freddo di quelle parole lo strappò di colpo dai suoi pensieri. «Scusa? Come hai detto?»

    «Lo sapevo che non stavi ascoltando» borbottò Brooks. «Ci occorre che lei e le sorelle rendano testimonianza all'udienza riguardante le proprietà di Sutton. Ho bisogno che tu consegni quei mandati di comparizione.»

    E lui che si illudeva di mantenere segreta la relazione con Eve. Dannazione. Era d'accordo che a Carson spettasse la sua parte, però non voleva entrare in conflitto con Eve. Non che non avrebbe vinto. Vincere non era mai

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