Scopri milioni di eBook, audiolibri e tanto altro ancora con una prova gratuita

Solo $11.99/mese al termine del periodo di prova. Cancella quando vuoi.

La sposa ritrovata: Harmony Collezione
La sposa ritrovata: Harmony Collezione
La sposa ritrovata: Harmony Collezione
E-book181 pagine2 ore

La sposa ritrovata: Harmony Collezione

Valutazione: 0 su 5 stelle

()

Leggi anteprima

Info su questo ebook

Appianare le incomprensioni e decidere di ricominciare una vita insieme. Spesso, le cose sono molto più semplici di quanto non appaiano.

Due matrimoni andati in fumo, entrambi per colpa della stessa persona! Deborah Hartley fatica a credere a quello che le sta succedendo: David Westlake, l'uomo che tre anni prima avrebbe dovuto portarla all'altare, è appena ricomparso nella sua vita, mandando a rotoli le sue imminenti nozze con Gerald, suo attuale fidanzato. Insieme a ogni sua altra certezza. Evidentemente, averla tradita a pochi giorni dalle nozze non gli è bastato, e ora è tornato per vendicarsi nel più diabolico dei modi. Il suo amore per lui, sorprendentemente, è ancora forte come un tempo, a patto che la verità sul passato venga a galla, in un modo o nell'altro!
LinguaItaliano
Data di uscita10 mar 2016
ISBN9788858947142
La sposa ritrovata: Harmony Collezione
Autore

Lee Wilkinson

Tra le autrici più amate e lette dal pubblico italiano.

Leggi altro di Lee Wilkinson

Autori correlati

Correlato a La sposa ritrovata

Ebook correlati

Narrativa romantica per voi

Visualizza altri

Articoli correlati

Categorie correlate

Recensioni su La sposa ritrovata

Valutazione: 0 su 5 stelle
0 valutazioni

0 valutazioni0 recensioni

Cosa ne pensi?

Tocca per valutare

La recensione deve contenere almeno 10 parole

    Anteprima del libro

    La sposa ritrovata - Lee Wilkinson

    successivo.

    1

    Stava calando la sera quando l'automobile a noleggio di Gerald si fermò a un incrocio.

    «Da che parte ora, cara?»

    Deborah notò che aveva adottato il tono esageratamente educato con cui solitamente mascherava l'impazienza.

    «Sempre dritto» gli rispose, gentile. «Il paese è a un paio di chilometri.»

    Lui ripartì con inutile irruenza: era il suo modo di protestare per essere stato costretto a portarla fin lì.

    Deborah tuttavia aveva insistito perché né sua madre, che era caduta fratturandosi un'anca, né suo fratello Paul, che aveva molti impegni di lavoro e una moglie incinta, avrebbero potuto prendere parte alle loro nozze, a New York.

    La sua era stata una famiglia unita finché lei all'improvviso non aveva deciso di andarsene. Ora, dopo una lunga assenza, aveva voglia di riabbracciarli e presentare loro il suo fidanzato. Quando aveva proposto a Gerald quella visita, lui non si era mostrato molto entusiasta.

    «Potremmo andare a trovarli più avanti» aveva borbottato, mettendo il muso. «Mancano due settimane al matrimonio, e abbiamo già programmato il prossimo weekend a Los Angeles, con i miei. Non ci resta tanto tempo.»

    Gerald Justin Delcy, un bell'uomo biondo, figlio del fondatore della Delcy Fashion House di Los Angeles e capo della filiale di New York, era abituato a fare di testa sua sia nel lavoro sia con le donne puramente decorative di cui era solito circondarsi.

    Poco dopo il suo trasferimento a New York, un anno prima, Deborah era entrata a far parte di quel folto gruppo.

    Era rimasta affascinata dal bel viso di Gerald e dai suoi modi sofisticati e, determinata a conquistarlo, aveva stretto i lunghi capelli biondi in un austero chignon che metteva in risalto i grandi occhi verde mare e si era messa a dieta fino a diventare il tipo di donna sottile ed eterea che piaceva a lui.

    Aveva fatto di tutto per fargli girare la testa, tranne andarci a letto, e quando le aveva chiesto di sposarlo ne era stata felice.

    E allora perché, d'un tratto, si sentiva così insicura? In realtà, era ben consapevole del fatto che era stato quell'articolo sul World Beat a turbarla.

    Un breve articolo che aveva letto per caso.

    David Westlake, il miliardario che ha costruito dal nulla la sua fortuna, oggi riconosciuto come un uomo d'affari di grande levatura, si è prodigato per salvare uno dei più famosi edifici di Londra.

    Quando, dopo anni di abbandono, la Saint Mary's House è stata dichiara inagibile e se ne minacciava la demolizione, il filantropo ha acquistato l'edificio edoardiano per una cifra che non è stata resa nota.

    Dopo un accurato restauro, la casa sarà donata a un'associazione che si occupa di disagiati mentali.

    All'inizio dello scorso anno il signor Westlake aveva finanziato una nuova ala dell'ospedale Saint Jude.

    Quell'articolo era stato sufficiente per far crollare la diga dietro cui si era affannata ad arginare i ricordi.

    Benché David non avesse particolari interessi artistici, si erano incontrati tre anni prima alla festa per l'inaugurazione di una prestigiosa galleria.

    Deborah e Claire, l'amica con cui divideva l'appartamento, lo avevano notato subito.

    Elegante, i corti capelli ben pettinati, spiccava tra la piccola folla di artisti. Sembrava più maturo degli altri ragazzi che affollavano la sala con la sua tranquilla aria autoritaria e quel misto di ascetismo e sensualità che l'aveva affascinata al primo sguardo.

    A giudicare dalle occhiate delle altre donne, non era stata la sola a rimanerne colpita.

    Claire, i capelli rosso fuoco e gli occhi azzurri, bella come una Venere di Botticelli, era rimasta folgorata e aveva fatto di tutto per mettersi in mostra. Lui le aveva sorriso ed era stato gentile, ma non aveva ceduto al suo palese tentativo di seduzione.

    Tra tante, era stata Deborah a catturare il suo interesse. A metà serata si era materializzato al suo fianco all'improvviso.

    «Mi stavo chiedendo perché fossi venuto a questa festa. Ora lo so» le aveva detto, fissandola. «Lei ha gli occhi più belli che io abbia mai visto» aveva aggiunto. «Sembrano due opali.»

    In quel periodo Deborah era molto concentrata sulla sua carriera e l'amore era l'ultimo dei suoi pensieri.

    Però, quando si era vista riflessa negli occhi profondi di David, aveva avuto l'impressione che il mondo si fosse messo a ruotare in senso inverso.

    Lo aveva osservato da vicino, e anche se non sembrava un divo del cinema era uno degli uomini più attraenti che lei avesse incontrato. Possedeva una grazia da atleta e un carisma da guru.

    Dopo ventuno anni di stabile affetto familiare, la vita di Deborah era cambiata di colpo. Si era innamorata all'istante, con una passione e un ardore che sembravano destinati a durare per sempre.

    Poche settimane dopo la Delcy Fashion House le aveva offerto un lavoro a Parigi. Un'opportunità per la quale molti aspiranti stilisti avrebbero fatto carte false. Ma lei non aveva voluto lasciare David e aveva rinunciato all'incarico senza esitazione.

    Quando lui le aveva infilato al dito l'anello di fidanzamento, aveva desiderato di condividere con Claire e il resto del mondo la sua gioia.

    La sua famiglia e le due sorelle di David avevano accolto con entusiasmo la bella notizia, il resto del mondo era rimasto pressoché indifferente e Claire aveva reagito con una strana calma.

    David aveva un bellissimo attico a Londra ma era stanco della vita di città, così avevano deciso di cercare casa in campagna.

    All'inizio i risultati erano stati scarsi poi, verso la fine di ottobre, avevano letto un'inserzione per la vendita di una villa elisabettiana con sette stanze da letto e un giardino immenso.

    Rothlands, aveva spiegato loro l'agente immobiliare, era una stupenda casa di pietra a due piani, con i comignoli ritorti e grandi finestre a più luci, ma necessitava di un radicale restauro.

    La proprietà, a pochi chilometri dal villaggio di Pityme, era a una distanza ideale da Londra. Così, nonostante gli avvertimenti dell'uomo e il prezzo molto elevato, avevano deciso di andare a vederla.

    L'intero edificio era semi diroccato. Il grande portone d'ingresso era scardinato, tutti i vetri delle finestre erano rotti, una parte del tetto era crollata e l'intero parco era soffocato dalle erbacce. Malgrado quello sfacelo, lei se ne era innamorata al primo sguardo.

    «Ti piace?» le aveva chiesto David mentre ispezionavano le stanze devastate tenendosi per mano.

    Deborah aveva esitato: il prezzo di vendita era altissimo e per ristrutturare il tutto ci sarebbe voluta una cifra astronomica. Le sembrava di chiedere troppo.

    «Non me lo dire!» aveva riso David. «Mi basta vedere la tua faccia! Va bene... sarà perfetta per crescere i nostri figli.»

    Ma la gioia di Deborah era durata solo poche settimane. Quando aveva scoperto il tradimento di David, i suoi sogni erano crollati come un castello di carte.

    A complicare la situazione si era aggiunto l'amore sbocciato tra suo fratello Paul e Kathy, la sorella più piccola di David, che già parlavano di matrimonio.

    Deborah aveva rotto il fidanzamento all'improvviso, ma il suo orgoglio e il desiderio di mantenere l'armonia familiare le avevano impedito di dire la verità.

    Si era affannata a trovare una giustificazione per un gesto all'apparenza inspiegabile, e alla fine aveva detto di aver capito che la sua carriera era più importante del matrimonio.

    Tutti, chi più chi meno, si erano impegnati per farle cambiare idea. Soprattutto Paul.

    Recitare quella parte le era pesato più del dolore e del tradimento. Per giorni aveva avuto la sensazione che una mano gigantesca le spremesse il cuore e dopo mille tormenti, spossata, aveva deciso di confidare la verità a suo fratello.

    Gli aveva fatto giurare il silenzio e gli aveva rivelato che David aveva una relazione con Claire, nascondendogli comunque la parte più scottante di quella torbida storia.

    «Sono certo che ti stai sbagliando, sorellina» aveva affermato lui, davvero colpito.

    «Vorrei anch'io che fosse così.»

    «E David cosa ti ha detto?»

    «Non sa che io so.»

    «Non ne hai parlato con lui?»

    «No, non posso abbassarmi a tanto. E poi non è necessario. Claire ha ammesso tutto. Anzi, mi ha anche presa in giro.»

    «Non pensi che possa aver mentito per mettersi tra te e David?» aveva ipotizzato allora suo fratello.

    «Perché avrebbe dovuto? Ha un ragazzo!»

    «Può anche avere un ragazzo, ma sai benissimo che David le è sempre piaciuto.»

    «È proprio questo il punto. Le è sempre piaciuto, e visto che lei è bella e attraente...»

    «È abituata a veder cadere gli uomini ai suoi piedi. Così, dato che David l'ha ignorata... be', sai cosa si dice delle donne disdegnate? Che per l'umiliazione subita potrebbero mentire senza ritegno...» aveva concluso Paul.

    «Sono sicura che Claire non ha mentito, e comunque li ho visti insieme. Si stavano baciando.»

    Per un attimo Paul era apparso confuso. «Un bacio non dice niente» aveva insistito.

    Deborah non se l'era sentita di scendere nei particolari. «Era più di un bacio, credimi.»

    Paul era rimasto in silenzio per un attimo.

    «Cosa significa David, per te?»

    «Meno di niente» aveva mentito, piena di rabbia e risentimento.

    «Ne sei sicura?»

    «Assolutamente sì! Non voglio vederlo mai più. Mi dedicherò solo alla carriera.»

    Paul, benché fosse molto dispiaciuto, aveva rispettato il patto e non ne aveva più parlato.

    Presa la sua decisione, Deborah aveva sentito un disperato bisogno di andarsene, così aveva telefonato alla Delcy Fashion House per offrire nuovamente la sua collaborazione. Dopo una breve trattativa avevano stilato un contratto e lei era partita subito per la Francia.

    Per due anni aveva vissuto a Parigi e non era tornata a casa nemmeno per il matrimonio di Paul e Kathy. Aveva combattuto ostinatamente per evitare di pensare a David e cancellarlo dalla sua vita e in apparenza, da quando si era trasferita a New York, era riuscita nel suo intento.

    Solo di rado il ricordo si era riaffacciato, insinuandosi nel suo cuore come un pugnale, ma da quando aveva letto quell'articolo lo spettro di David la minacciava giorno e notte, rifiutandosi di svanire.

    Nonostante il male che quell'uomo le aveva fatto, le costava uno sforzo tremendo concentrarsi sul brillante futuro che l'attendeva con Gerald.

    Deborah non aveva accettato subito la sua proposta di matrimonio. All'inizio aveva esitato poi, quando lui le aveva messo l'anello al dito e avevano iniziato a fare progetti per le nozze, si era convinta che tutto sarebbe andato per il meglio.

    Quando aveva espresso il desiderio di fargli conoscere la sua famiglia Gerald era parso sorpreso, quasi infastidito.

    «Non vivi a casa dei tuoi dai tempi del liceo» aveva commentato. «Non credo sia importante andarci proprio ora.»

    Per lei invece lo era, al punto che aveva minacciato di rimandare le nozze.

    Messo alle corde, Gerald aveva accettato a malincuore di trascorrere il fine settimana a Seldon, da sua madre e dal suo patrigno, ma non senza una punta di astio.

    Durante il volo non aveva fatto altro che lamentarsi, elencando tutte le cose importanti che avrebbe potuto fare se non fosse stato costretto a sprecare il suo tempo in un paesello sperduto.

    Almeno su questo lei non poteva dargli torto: Seldon era un paesello rurale che il progresso, quando si era trovato a passare di lì, aveva accuratamente evitato. Le stradine acciottolate tra i pittoreschi villini erano rimaste identiche negli ultimi duecento anni, e la sola concessione alla modernità erano i lampioni elettrici, che avevano rimpiazzato i lumi a gas.

    «Siamo a cento chilometri da Londra, ma pare che il tempo si sia fermato» rimarcò Gerald sprezzante.

    «Forse è così» rispose Deborah conciliante. «Ma la mamma sembra felice, qui.»

    Dopo la morte del primo marito Laura Hartley aveva sposato Alan Dowling, il medico del paese.

    Vivevano in una bella casa spaziosa, in un'ala della quale era stato ricavato lo studio medico di Alan.

    Erano a pochi passi dall'ingresso quando la porta si spalancò e apparve una donna di mezza età, che Deborah non aveva mai visto.

    «Prego, entrate. La signora Dowling vi sta aspettando» li invitò la donna prima di aggiungere: «Sono Mary Peele. Vivo qui vicino. Mi occuperò della casa fino a

    Ti è piaciuta l'anteprima?
    Pagina 1 di 1