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L ammaliante fascino del capo: Harmony Collezione
L ammaliante fascino del capo: Harmony Collezione
L ammaliante fascino del capo: Harmony Collezione
E-book171 pagine2 ore

L ammaliante fascino del capo: Harmony Collezione

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Info su questo ebook

Totalmente alla sua mercé...



Zane Lorenson detesta chi cerca di ingannarlo, ma in questo caso non può negare di sentirsi attratto dall'artefice del raggiro. Sa perfettamente che la bella Abigail North, la sua assistente personale, è invischiata nella faccenda, ma forse essere sedotta le insegnerà la lezione, una volta per tutte.



Ingenua e insicura, Abigail non può permettersi di divenire la donna di Zane, anche se lo ama in silenzio da molto tempo. E, soprattutto, non ha armi per difendersi dalla travolgente attrazione che prova per lui. I sentimenti, però, non rientrano fra le priorità del suo affascinante capo.
LinguaItaliano
Data di uscita10 ott 2017
ISBN9788858973103
L ammaliante fascino del capo: Harmony Collezione
Autore

Lee Wilkinson

Tra le autrici più amate e lette dal pubblico italiano.

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    Anteprima del libro

    L ammaliante fascino del capo - Lee Wilkinson

    1

    Erano appena le sette e trenta, la Jaguar di Paul ronzava nel traffico scorrevole di Londra.

    Gail sapeva che prima di imbarcarsi negli impegni mattutini si sarebbe goduta una buona colazione.

    Seduta accanto a lui, sospirò. Gli aveva ripetuto più volte che poteva benissimo andare da sola nei prestigiosi uffici della Jenson Lorenson. Ma lui, a dispetto dell’ora e dell’incomodo personale, aveva insistito per passare a prenderla e accompagnarla.

    Era arrivato presto e si era infastidito nel vedere che lei cambiava borsa all’ultimo minuto, così Gail aveva dimenticato di prendere il portafoglio. Con sé aveva solo la borsa con la carta di credito e degli spiccioli.

    Irritato, Paul le aveva detto di non preoccuparsi perché non ne avrebbe avuto bisogno, e Gail aveva pensato che aveva ragione e che gli spiccioli le sarebbero bastati per prendere un autobus al ritorno. «Non ti agitare per tutto» la redarguì, fermandosi al semaforo. «Lorenson vuole gente fredda ed efficiente. Ti sei lasciata sopraffare da questa cosa, e adesso che sei al dunque, devi rimanere calma.»

    Dopo una notte insonne, Gail era nervosa, e non era disposta a sopportare prediche. «Vorrei solo che ci fosse un altro modo per ottenere ciò che vuoi» sbottò. «Odio tutto questo mentire e complottare.»

    «Non è necessario raccontare tante bugie. Di fatto è molto più sicuro attenersi alla verità quando è possibile. La tua professionalità è solida e affidabile, e hai tutte le qualifiche e l’esperienza che Lorenson cerca. E poi sei stata raccomandata da una donna di cui si fida, quindi non ha motivo di sospettare. Devi solo dimenticare che ci conosciamo e non potrai sbagliare.» La guardò e aggiunse: «Ti sei ricordata di toglierti l’anello?».

    «Sì.» L’anello di fidanzamento con tre diamanti, che le aveva dato Paul, era appeso al collo in una catenina.

    «Non dimenticare di sottolineare che non hai legami, né un fidanzato al momento. Lorenson ha una sede a Manhattan e vuole che la sua assistente sia libera di viaggiare.»

    «Oh, ma io...»

    «Lavorare con lui non è facile come lo era con Randall. Devi essere pronta ad avere a che fare con una persona fredda e arrogante. Uno che si aspetta che il suo personale salti se lui lo desidera.»

    «Come fai a sapere tutto questo?»

    «Mia sorella, Julie, si è premurata di conoscere l’ex assistente personale di Lorenson. Pare che abbia lavorato per lui per più di cinque anni, e sarebbe ancora con lui se non stesse per sposarsi...» Quando scattò il verde, Paul proseguì. «Ha detto a Julie che lo considera un buon capo, anche se lui si aspetta disponibilità ventiquattro ore al giorno...»

    «Quando dici ventiquattro ore al giorno» borbottò Gail a disagio, «non penserai che lui...?»

    «No, niente distrazioni. Lorenson non è noto per mischiare lavoro e piacere. Proprio il contrario.»

    «Allora è sposato?»

    «No. L’ex assistente, che ha ammesso di essere stata follemente innamorata di lui, è convinta che non ci sia posto per una donna nella sua vita. Comunque, è un demonio di bell’aspetto» ammise Paul riluttante, «e pare che quando vuole una donna che gli scaldi il letto ce ne siano sempre a volontà. Quindi non hai nulla da temere al riguardo. Una volta ottenuto il posto, devi solo essere la persona efficiente che sei e tutto filerà liscio.»

    Quell’atteggiamento disincantato non la convinse. «Ma anche se lo ottengo, sarò nuova, una sconosciuta. Potrebbe non confidarmi...»

    Paul la interruppe, impaziente. «Sta di fatto che, una volta scelto il personale, lui si fida. Non assumerebbe qualcuno di cui non si fida. Quindi non dovresti avere problemi da questo punto di vista.»

    Per certi versi saperlo la faceva sentire solo peggio.

    Ignorando il suo disagio, Paul proseguì. «Ho ricevuto un rapporto da qualcuno che avevo già collocato: i piani per il progetto Rainmaker dovrebbero essere finalizzati nelle prossime settimane, quindi siamo nel giusto margine di tempo. Non appena riuscirai a vederli e otterrai le ultime informazioni, fammelo sapere.»

    Faceva sembrare tutto quanto molto innocente, pensò Gail, ma per lei la parola giusta era spiare, e odiava l’idea di essere coinvolta. Tuttavia, dopo giorni di continua pressione, Paul aveva fatto diventare tutto questo una sorta di prova del suo amore.

    «Non ci sarà mai più un’occasione simile. L’assistente lo lascia proprio mentre il progetto Rainmaker va avanti, e tu sei senza lavoro... questa è esattamente l’opportunità che aspettavo. Lorenson ha la reputazione di essere attento, di esporsi solo quando si tratta di affari molto grossi. Ecco perché è milionario a poco più di trent’anni. Se intende giocare allo stesso modo anche questa volta, e io lo so in anticipo, posso aspettarlo al varco. È importante per me.» Le strinse una mano per sottolinearlo. «Devo sapere cosa dicono quei piani. Devo essere almeno un passo avanti.» Si portò la mano alle labbra, la baciò sul palmo. «In questo modo, se non posso distruggerlo, e lui potrebbe essere troppo forte per riuscirci» ammise Paul con rammarico, «quantomeno posso metterlo in ginocchio. Mi serve solo qualche informazione attendibile dall’interno, e se sarai la sua assistente sarà facile...»

    Quando Paul aveva parlato per la prima volta della Jenson Lorenson, il cuore di Gail si era fermato per poi martellare a una velocità irritante.

    «Jenson Lorenson?» aveva ripetuto, cauta.

    «Non dirmi che non ne hai mai sentito parlare. È una azienda angloamericana. Fu Richard Jenson ad avviarla negli Stati Uniti, in pieno boom dell’elettronica. Quando Jenson si è ritirato cinque anni fa, ha ceduto la società a Zane Lorenson, il nipote, che è stato il suo braccio destro per diversi anni...»

    Quindi era lui. Spontanea, un’immagine di Zane Lorenson le riempì la mente: alto, capelli neri, spalle larghe e fianchi stretti... un viso scolpito e abbronzato dai lineamenti forti, la bocca da angelo caduto, e gli occhi verde scuro dalle palpebre socchiuse.

    Occhi belli. Occhi che sembravano capaci di guardarle nell’anima. Rabbrividì.

    Paul proseguì, incurante della sua reazione. «Lorenson, che aveva una madre americana e un padre inglese, è un bastardo intelligente ed è brillante negli affari. Ha aperto una sede in Inghilterra, è passato alla ricerca e allo sviluppo della tecnologia informatica e ha triplicato i profitti della società in due anni.»

    «Ma non capisco cosa...»

    Paul la interruppe.

    «È un vecchio avversario. Quel bastardo è responsabile del crollo della mia prima società, e da allora lo odio. Adesso, con il tuo aiuto, ho la possibilità di far deragliare il progetto Rainmaker e avere una rivincita.»

    Gail si era voltata a guardarlo con gli occhi spalancati. «Con il mio aiuto? Oh, ma io...»

    «Ascolta. Dovrebbe funzionare perfettamente.»

    Mentre lui delineava il piano, lei si era agitata ancora di più. Non appena era riuscita, aveva dichiarato d’un fiato: «No, Paul. Non voglio averci nulla a che fare».

    Lui aveva tacitato la sua protesta. «Non sarà difficile. Pensaci. Sono sicuro che cambierai idea.»

    «Non cambierò idea.»

    Con un sorriso che normalmente le avrebbe sciolto il cuore, l’aveva persuasa. «Dai, tesoro, fallo per me.»

    Non lo avrebbe mai fatto se si fosse trattato di un altro, a maggior ragione trattandosi di Zane Lorenson...

    «Non sarei mai in grado di portarlo a buon fine.»

    «Non puoi almeno provarci?» le aveva chiesto, consapevole che lei era infatuata di lui, interrogandosi dunque su quell’insolita riluttanza.

    La bella bocca di Paul aveva assunto una piega ostinata, ma Gail aveva ribadito: «Non voglio essere coinvolta».

    Paul aveva incrociato il suo sguardo e aveva detto in tono tagliente: «Una volta hai giurato che avresti fatto di tutto per me».

    «Ho detto tutto ciò che potrei fare. Ma questo è qualcosa che non posso fare» si era difesa lei.

    «Perché non puoi?»

    «Non posso e basta.»

    «Deve esserci un motivo» aveva insistito lui.

    «L’ho conosciuto una volta» era sbottata a quel punto.

    «Cosa vuol dire lo hai conosciuto una volta?»

    «L’ho conosciuto quando vivevo negli Stati Uniti. Lui... era un amico di Rona.»

    «La tua sorellastra?»

    «Sì.»

    «Pensavo che fossi tornata in Inghilterra da anni.»

    «È così.»

    «Quindi deve essere passato del tempo.»

    «Sette anni.» Non aveva aggiunto che per sette, lunghi anni l’immagine di Zane Lorenson l’aveva perseguitata. «Avevo solo diciassette anni.»

    «Lo conoscevi bene?»

    «No...» A dispetto di ciò che era successo, in realtà non lo conosceva affatto. «Ma ci siamo incontrati due o tre volte e io...» aveva mormorato, imbarazzata.

    «Quando tua madre si è risposata dopo la morte di tuo padre, il tuo patrigno ti ha adottata?» l’aveva interrotta, impaziente.

    «No.»

    «Tu e la tua sorellastra non avete cognomi diversi?»

    «Sì, ma...»

    «Allora di cosa ti preoccupi? Il tuo nome non gli dirà nulla, e se vi siete visti solo due o tre volte, difficilmente si ricorderà di te dopo sette anni.»

    «Ma supponi che si ricordi.»

    «Se per puro caso accadesse, avrebbe importanza?»

    «Sì, ne avrebbe. Vedi, io...»

    «Mia cara, credi davvero che ci sia la remota possibilità che ti riconosca dopo tutto questo tempo?»

    La risposta onesta sarebbe stata no. Era stata meno di nulla per il giovane Zane Lorenson. Finché Rona non l’aveva messa sotto un riflettore crudele, lui non si era neppure accorto della sua esistenza.

    «Se credi davvero che ci possano essere problemi, per l’amor del cielo trova un modo di alterare il tuo aspetto. Metti degli occhiali o qualcosa di simile. Ma sono sicuro che ti preoccupi per nulla. Negli ultimi sette anni devi essere cambiata tantissimo.»

    Sì, era cambiata.

    Allora era solo un’adolescente goffa, in ritardo con lo sviluppo, pietosamente timida e maldestra, e con ancora i rimasugli di un accento del Nord. Pungolata da Rona, e disperatamente innamorata di un uomo che aveva visto solo da lontano, aveva deciso di cambiare il proprio aspetto. Solo per essere derisa e ridicolizzata dalla sorellastra che, a ventitré anni, era bella, affascinante e mondana. Ma c’era stato di peggio...

    Aveva allontanato il ricordo, ancora fastidiosamente vergognoso e umiliante perfino dopo tutti quegli anni, e aveva cercato di concentrarsi su ciò che era diventata.

    Adesso era una giovane donna fredda e padrona di sé, dai capelli scuri lucidi e la pelle chiara, con un bell’aspetto, buone maniere e nessun accento.

    No, in tutta onestà, Zane Lorenson difficilmente l’avrebbe riconosciuta. Ma ricordando come l’aveva guardata l’ultima volta che si erano visti, le labbra strette, la furia fredda negli occhi verdi, non voleva tuttavia rischiare.

    «Non voglio rivederlo. Ho paura...» Sul punto di dire ho paura di lui, e non volendo che Paul le ridesse in faccia, aveva concluso dicendo: «Ho paura che non mi piaccia. Semplicemente odierei lavorare per lui».

    Paul si era incupito. «Ritengo che in queste circostanze sia un atteggiamento molto egoista. Dopotutto non durerà molto. Non appena avrai le informazioni che voglio, potrai inventare una scusa e andartene.»

    «Ti prego, Paul, non chiedermi di farlo.»

    Una supplica così sentita avrebbe dovuto muovere le montagne. Ma Paul era stato implacabile. «Non è chiedere tanto, e se mi amassi davvero lo faresti.»

    Non appena lei aveva esitato, odiando la sensazione di deluderlo, lui l’aveva incalzata. «Se non lo fai, non ha senso il nostro fidanzamento.»

    «Io ti amo.»

    «Allora provamelo.»

    Cedendo infine alla pressione, Gail aveva accettato. «E va bene, ci proverò.»

    «Ecco la mia ragazza. Ho sempre saputo che non mi avresti deluso!» aveva esclamato Paul, trionfante. «Un’ultima cosa, nessuno deve saperlo, non dirlo alla tua coinquilina. Dille solo che hai un altro lavoro.»

    Gail lo aveva guardato, ancora inquieta per il piano. «Potrei non ottenere il posto.»

    «Certo che lo avrai. È praticamente una certezza.»

    Come ricompensa, Paul l’aveva portata fuori e le aveva regalato l’anello di fidanzamento.

    Molte donne erano

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