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Tentazione notturna: Harmony Collezione
Tentazione notturna: Harmony Collezione
Tentazione notturna: Harmony Collezione
E-book155 pagine2 ore

Tentazione notturna: Harmony Collezione

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Info su questo ebook

Per un anno è stata un avvocato di successo durante il giorno e la calda amante di Zac durante la notte. Ora le cose sembrano cambiate.

Lisane Deveraux si è sempre ritenuta più che soddisfatta della sua relazione con Zac Winstone. E il matrimonio non è mai stato nei suoi programmi. Adesso le cose, però, sono cambiate, e Zac spinge per impegnarsi con lei in modo ufficiale. Così, Lisane deve decidere se vuole davvero ricoprire questo nuovo, doppio ruolo: moglie perfetta in pubblico e amante appassionata in privato. Senza alcun apparente spazio per l'amore.
LinguaItaliano
Data di uscita10 gen 2020
ISBN9788830507111
Tentazione notturna: Harmony Collezione
Autore

Helen Bianchin

Helen è nata e cresciuta in Nuova Zelanda. Amante della lettura e dotata di grande fantasia, ha iniziato a scrivere storie sin dall'adolescenza. I passatempi di Helen spaziano fra il tennis, il ping-pong, lo judo e la lettura. Inoltre adora il cinema e conduce un'intensa vita sociale.

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    Anteprima del libro

    Tentazione notturna - Helen Bianchin

    Titolo originale dell’edizione in lingua inglese:

    The Marriage Possession

    Harlequin Mills & Boon Modern Romance

    © 2007 Helen Bianchin

    Traduzione di Anna Vassalli

    Questa edizione è pubblicata per accordo con

    Harlequin Books S.A.

    Questa è un’opera di fantasia. Qualsiasi riferimento a fatti o

    persone della vita reale è puramente casuale.

    Harmony è un marchio registrato di proprietà

    HarperCollins Italia S.p.A. All Rights Reserved.

    © 2008 Harlequin Mondadori S.p.A., Milano

    eBook ISBN 978-88-3050-711-1

    1

    Il party esclusivo, a invito, era riservato ai legali più noti della città e ai loro accompagnatori. Giudici, procuratori e avvocati di grido si ritrovavano in un’occasione in cui l’amicizia e i buoni rapporti avevano la meglio, perché per una serata si accantonavano le lotte serrate delle aule di tribunale.

    «Champagne?»

    La voce familiare ebbe il potere di accelerare il battito cardiaco di Lisane... e anche di più... molto di più.

    Alzò il capo, incontrò gli occhi scuri e splendenti di Zac e si perse nelle loro profondità. «Ti sembra che ne abbia bisogno?»

    I posti a tavola erano stati assegnati, e lei sapeva già che si sarebbe ritrovata proprio accanto a Zac, accompagnato dai genitori e da Allegra Fabrisi, la giovane che avrebbero scelto come moglie del figlio.

    Zacharias Winstone, facoltoso e promettente avvocato, figlio di un giudice eminente, era la perfetta personificazione del fascino maschile.

    Alto, poco meno che quarantenne, capelli e occhi scuri, spalle ampie, ossatura perfetta, tratti ben scolpiti, bocca sensuale e sguardo penetrante non erano caratteristiche sufficienti a descrivere la sensualità che emanava in modo del tutto naturale. Bastava guardarlo per intuire che avrebbe fatto impazzire qualsiasi donna. Era scritto negli occhi, nel sorriso scanzonato... nella promessa che si celava sotto quell’aspetto sofisticato e irresistibile.

    Le donne lo spogliavano con lo sguardo, gli rivolgevano occhiate seducenti e, senza ritegno, si mettevano in lizza. Per alcune era una sfida, per altre un piano più a lungo termine... ma per il momento nessuna aveva avuto successo.

    Per ora era suo. Amico, amante...

    Impegno a lungo termine non era qualcosa cui Zac faceva riferimento, e matrimonio non rientrava nel suo vocabolario.

    Relazione? Lisane analizzò il termine, ne sviscerò il significato intrinseco e non arrivò a nulla.

    Insieme? Per il momento sembrava più appropriato.

    Un sorriso le incurvò le labbra. Era sufficiente...

    Condividevano molto, e nello stesso tempo erano molto diversi. Lui apparteneva a una delle famiglie australiane più prestigiose, mentre lei era di umili origini e aveva conseguito la laurea grazie a un lavoro part-time che le aveva permesso di sostenere le spese.

    In ambito legale, Zac era riconosciuto come uno dei migliori penalisti, mentre Lisane era membro dell’ufficio del procuratore.

    Zac aveva uno studio avviato a Brisbane, risiedeva in città e possedeva una meravigliosa villa a Sovereign Islands, un quartiere d’élite sulla Queensland Gold Coast, a una settantina di miglia dalla città.

    Un abisso rispetto al piccolo cottage nel quartiere periferico di Milton che Lisane aveva acquistato con un mutuo e che stava restaurando.

    Figlia di genitori francesi, nata a Sydney, si era trasferita un anno prima a Brisbane, uno spostamento dovuto in parte alla necessità di un cambiamento per sottrarsi a quella che era diventata una situazione penosa: due coppie... due sorelle bionde dagli occhi azzurri che uscivano con due fratelli. Con la differenza che mentre Solene e Jean-Claude si erano innamorati e avevano deciso di sposarsi, Lisane non condivideva gli stessi sentimenti per Alain. Amicizia e affetto... Ma non amore.

    Purtroppo aveva avuto bisogno di tempo per capirlo. Il fidanzamento di Solene e Jean-Claude aveva spinto Alain a farle una proposta di matrimonio e lei aveva accettato l’anello, coinvolta dall’euforia della sorella e dal potere di persuasione di Alain... per avere immediatamente dei dubbi in proposito.

    Non era stato facile rompere il fidanzamento, e neppure lasciare la città in cui era nata. Ma non sarebbe stato onesto nei confronti di Alain rimanere.

    Lui meritava di più. E anche lei.

    Fin da piccola era stata affascinata dal diritto, fascino favorito dalla visione di tanti film polizieschi, anche se non avevano il minimo riscontro nella realtà, rifletté ora con un sorriso.

    Comunque non era stato difficile trovare un’occupazione in una città diversa. In un certo senso era soddisfatta del cambiamento, delle nuove conoscenze e... di essersi imbattuta in Zac.

    Letteralmente imbattuta... tre giorni dopo essere entrata a far parte dell’ufficio della procura.

    L’occasione si era verificata in tribunale, quando era uscita dall’ascensore al piano sbagliato. Erano stati sufficienti pochi secondi per rendersi conto dell’errore, e si era voltata di scatto... solo per andare a sbattere contro un corpo maschile.

    Si era affrettata a scusarsi, mentre prendeva atto dell’impatto fisico dello sconosciuto: la sua notevole altezza, l’ampiezza delle spalle, i tratti che parevano scolpiti alla perfezione. Per non parlare dell’abbigliamento, del lieve aroma della sua colonia, del sorriso sensuale che gli incurvava le labbra. Ma, soprattutto, dell’aura di potere che emanava. Decisamente il massimo di tutto, valutò pochi minuti dopo, uscendo dall’ascensore al piano giusto.

    Chi era?

    Non c’era voluto molto a scoprirlo. La famiglia Winstone era molto conosciuta nell’ambito legale e nell’alta società. Zac Winstone era una leggenda in entrambi i campi.

    Le era parso incredibile che lui l’avesse cercata, così come l’invito a prendere un caffè. Una settimana dopo c’era stata una cena, poi uno spettacolo...

    «Pensieri piacevoli, mi auguro...»

    Lisane gli rivolse un sorriso radioso. «Perché non dovrebbe essere così?»

    Zac aveva anche un’altra dote. Pareva che le leggesse nella mente. Una capacità innata - l’abilità di individuare il carattere di una persona e di prevederne le possibili reazioni - che aveva contribuito parecchio al suo successo nei dibattimenti processuali. Sembrava che ben poco gli sfuggisse.

    Zac racchiuse la sua mano nella propria e si avvicinò. «Ricordati che questa sera ti conduco a casa mia.»

    I suoi occhi si illuminarono. «Vuoi dire che trascorreremo insieme le prossime ore?» bisbigliò.

    «Sei d’accordo?»

    A casa di Zac o nel suo cottage, non faceva differenza, purché passassero insieme quanto restava della notte.

    «La giuria si sta riunendo.»

    La sua risata soffocata per poco non la fece sciogliere. «Allora cominciamo...»

    I genitori di Zac, Max e Felicity Winstone, erano appena entrati nel salone accompagnati da Leo Fabrisi, la moglie Charmaine e la figlia Allegra.

    Due giudici famosi sposati a due avvocati altrettanto brillanti, ed entrambe le coppie avevano generato eredi destinati a seguire le orme familiari.

    Non c’era dubbio che la coppia Allegra Fabrisi e Zac Winstone sarebbe stata perfetta, e che i genitori di entrambi incoraggiassero quell’unione. Allegra, poi, non faceva mistero che Zac fosse il suo obiettivo.

    Quella sera, la giovane avvocatessa rampante aveva scelto un abito firmato nero, che le aderiva talmente da sembrare una seconda pelle. I capelli lunghi biondo cenere le scendevano a onde sulle spalle, e persino a distanza il trucco appariva perfetto.

    Lisane non poteva competere. Le sue finanze non le consentivano di acquistare abiti firmati, o scarpe di marca, come quelle che immancabilmente impreziosivano i piedi di Allegra. E i suoi gioielli si limitavano a un pendente di diamanti con orecchini coordinati che aveva ereditato dalla madre.

    Fortunatamente aveva una predisposizione per i lavori di cucito, e dubitava che persino i più smaliziati appartenenti all’alta società avessero il sospetto che lo splendido abito che indossava fosse opera sua.

    La musica in sottofondo accompagnò l’avanzata delle cinque persone verso di loro.

    «Tesoro...» Allegra si fece avanti e premette le labbra truccate sulla guancia di Zac. «Siamo un po’ in ritardo.» La bocca si atteggiò a una smorfia vezzosa. «Il traffico.» Gli occhi luminosi si incupirono quando si rese conto della donna al suo fianco. «Lisane.»

    Lisane ignorò il saluto di Allegra e rivolse un sorriso alle due coppie più anziane, un sorriso dettato esclusivamente dall’educazione.

    La ricchezza e la posizione sociale conferiscono quell’inconfondibile aria di superiorità acquisita fin dalla nascita. Maximilian Winstone, o Max, come preferiva essere chiamato, apparteneva a una famiglia che risaliva a diversi secoli addietro, vergognosamente ricca e con una posizione sociale seconda a nessuno.

    «Ti spiace procurarmi un drink, tesoro?» cinguettò Allegra rivolta a Zac, accompagnando la richiesta con un’occhiata seducente. «Ho bisogno di qualcosa per iniziare bene la serata.»

    Nel salone si aggiravano camerieri in abbondanza. Zac si limitò a un cenno della mano e, nel giro di un secondo, un cameriere si avvicinò con un vassoio carico di bicchieri di champagne.

    Allegra arricciò il nasino perfetto. «No, vorrei qualcos’altro.» Posò la mano dalle unghie perfettamente laccate sul braccio di Zac. «Possiamo andare al bar?»

    «Tra poco inizia la cena.» Il tono di Zac era leggero, eppure tradiva una nota di ammonimento.

    Che Allegra decise di ignorare.

    «Ci saranno almeno trenta minuti di discorsi noiosissimi prima che si inizi a mangiare. Abbiamo tutto il tempo che vogliamo.»

    Lisane si irrigidì. Perché tanta insistenza? Per un intimo tête-à-tête? Per separarla da Zac?

    Ormai avrebbe dovuto essere abituata alle manovre di Allegra, orchestrate senza dubbio per ridimensionare la sua presenza nella vita di Zac.

    Fu un sollievo vedere che le porte della sala da pranzo si aprivano e gli ospiti cominciavano ad affluire e a prendere posto.

    Conversazioni educate, superficiali caratterizzarono la serata, e il fatto che al loro tavolo si fossero aggiunti tre altri ospiti costrinse Allegra a moderare i tentativi per richiamare l’attenzione di Zac.

    Il segreto professionale e la discrezione fecero sì che si discutesse soltanto in linea generale degli assistiti, e Lisane fece del proprio meglio per apparire interessata a un recente raid di acquisti effettuato a Sydney da Allegra e Charmaine.

    «Prada, mia cara!» esclamò compiaciuta Allegra. «E il miglior Louis Vuitton.» Poi osservò Lisane. «Il tuo abito... è un Collette Dinnigan?»

    Vorrei tanto! «È un D’Aubigne.» Era il nome da ragazza di sua madre.

    Allegra, sconcertata, arcuò un sopracciglio. «Non ho mai sentito il nome di questo stilista.»

    «È francese» la illuminò Lisane con sussiego.

    «Ovvio. Lo si nota dalle finiture

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