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Fascino irlandese: eLit
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E-book157 pagine4 ore

Fascino irlandese: eLit

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Info su questo ebook

Era solo colpa di quell'irresistibile accento irlandese? Il tecnico di laboratorio Caroline Archer ha accettato volentieri di seguire l'inserimento professionale e sociale del dottor Declan Mc Culloch, patologo tirocinante e prossimo sposo di una famosa sceneggiatrice televisiva. Come presentazione mondana, Caroline ha pensato a un barbecue nel giardino di casa, non immaginando quello che poi sarebbe successo: la fidanzata di Declan non si è presentata e loro due... hanno flirtato senza pudore per tutto il tempo! Intrigata e confusa, lei prova a rimettere il rapporto su un piano razionale, peccato che nel frattempo succeda...

LinguaItaliano
Data di uscita29 feb 2016
ISBN9788858950029
Fascino irlandese: eLit
Autore

Lilian Darcy

Tra le autrici più amate e lette dal pubblico italiano.

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    Anteprima del libro

    Fascino irlandese - Lilian Darcy

    Titolo originale dell’edizione in lingua inglese:

    The Doctor’s Unexpected Family

    Harlequin Mills & Boon Medical Romance

    © 2004 Lilian Darcy

    Traduzione di Giacomo Boraschi

    Questa edizione è pubblicata per accordo con

    Harlequin Books S.A.

    Questa è un’opera di fantasia. Qualsiasi riferimento a fatti o

    persone della vita reale è puramente casuale.

    © 2005 Harlequin Mondadori S.p.A., Milano

    eBook ISBN 978-88-5895-002-9

    www.harlequinmondadori.it

    Questo ebook contiene materiale protetto da copyright e non può essere copiato, riprodotto, trasferito, distribuito, noleggiato, licenziato o trasmesso in pubblico, o utilizzato in alcun altro modo ad eccezione di quanto è stato specificamente autorizzato dall’editore, ai termini e alle condizioni alle quali è stato acquistato o da quanto esplicitamente previsto dalla legge applicabile. Qualsiasi distribuzione o fruizione non autorizzata di questo testo così come l’alterazione delle informazioni elettroniche sul regime dei diritti costituisce una violazione dei diritti dell’editore e dell’autore e sarà sanzionata civilmente e penalmente secondo quanto previsto dalla Legge 633/1941 e successive modifiche.

    Questo ebook non potrà in alcun modo essere oggetto di scambio, commercio, prestito, rivendita, acquisto rateale o altrimenti diffuso senza il preventivo consenso scritto dell’editore. In caso di consenso, tale ebook non potrà avere alcuna forma diversa da quella in cui l’opera è stata pubblicata e le condizioni incluse alla presente dovranno essere imposte anche al fruitore successivo.

    1

    «Non so come farvi capire che dobbiamo assolutamente tenerci stretto quest’uomo.»

    Il dottor Robinson - il caro Tom - non sapeva mai come farsi capire, pensò Caroline, sebbene s’impegnasse sempre al massimo. Dopo avere riunito il personale del piccolo reparto, stava seduto sull’angolo della scrivania con la fronte corrugata, e sottolineava ogni parola dando un pugno sul piano.

    Come sempre, Caroline provò la tentazione di prendere un paio di mollette per stirargli la fronte e pensò con un senso di rimorso: sto divagando.

    E continuò a divagare mentre il dottor Robinson suggeriva d’iscrivere Declan McCulloch al Circolo del Tennis, invitarlo a cena e accogliere a braccia aperte la sua amica quando fosse venuta a trovarlo durante i weekend.

    «E naturalmente, Caroline...» All’improvviso il dottor Robinson si rivolse a lei, che si riscosse e alzò la testa. «In questa faccenda tu avrai un ruolo di primo piano.»

    «Davvero?» domandò lei sbattendo le palpebre.

    «Non prende in affitto la casa dei tuoi genitori?»

    «Ehm... sì.»

    «Immagino che l’abbiano lasciata in condizioni impeccabili» ipotizzò Tom con aria d’intesa.

    «Be’, sì. Tom...»

    «Ma se ci fosse qualche problema... rubinetti che perdono e così via...»

    «Sì, certamente. Sarò io a chiamare l’idraulico.»

    «Senza perdere tempo.»

    «Senza perdere tempo» confermò lei.

    Era molto affezionata a Tom, ma a volte trovava esasperante la sua abitudine d’insistere su un argomento come se non volesse lasciarlo mai più.

    «E credo che dovresti cucinargli un piatto caldo per dargli il benvenuto, e magari mettergli in frigorifero il minimo indispensabile.»

    «Giusto» approvò lei. «Non mancherò.»

    Natalia cambiò posizione e giocherellò con gli anelli che le ornavano le dita; Steph sbadigliò e sbirciò di nascosto una nota che aveva scritto sull’agenda; Mary guardò dalla finestra.

    Tom si accigliò di nuovo e parve sinceramente preoccupato.

    «Vi prego, cercate di non sottovalutare questa faccenda» supplicò, rivolgendosi a tutti i presenti.

    Caroline inspirò a fondo e approfittò della pausa successiva per farsi sentire.

    «Non la sottovalutiamo affatto, Tom» assicurò al capo. «E sono d’accordo con te: dobbiamo accogliere la sua amica come una regina. Glenfallon è una cittadina accogliente per natura, ma cerchiamo di essere realisti. Il dottor McCulloch è qui perché, come medico non australiano, prima di dare gli esami in Australia può esercitare soltanto lavorando in una zona bisognosa... ossia in campagna, non in città.»

    «Dobbiamo fare in modo che si senta a casa sua. Ha trentasei anni, in fin dei conti. A quell’età un uomo è pronto a piantare radici, magari a mettere su famiglia» ragionò ancora Tom con aria assorta.

    «Sì, ma non possiamo considerare soltanto lui... ecco il problema» replicò Caroline. «Mia madre mi ha detto che la sua amica lavora in televisione. Per lei non c’è lavoro da queste parti, e questo significa che lui non si fermerà più a lungo dell’anno necessario per prepararsi agli esami.»

    «Cerchiamo di essere ottimisti» replicò Tom. Scivolò dalla scrivania, si alzò e per la prima volta Caroline notò che la sua alta figura aveva cominciato a incurvarsi. Stava chiaramente invecchiando. «Forse la loro relazione non durerà!»

    Tutti risero, come se il dottor Robinson avesse scherzato, ma Caroline pensò: no, parla sul serio. Lo conosco troppo bene! Continuerà a rimuginare su questa storia, non si darà un attimo di pace e non lo darà nemmeno agli altri. Spero di non dover rimpiangere il fatto che papà e mamma abbiano affittato la casa al nuovo medico. Potrei convincere Chris a mantenere i contatti al mio posto?

    Represse un sospiro. Non sarebbe stato giusto. Suo fratello aveva sposato la figlia di un fattore e viveva nella grande fattoria che Sandie aveva ereditato dai suoi genitori, centoventi chilometri a nordest. Chris o Sandie venivano spesso in città, ma Caroline non voleva aggiungere altri incarichi alla lunga lista d’incombenze che dovevano sbrigare in quelle occasioni.

    Tom discusse di altre due o tre questioni, poi la riunione ebbe termine e il personale cominciò a riordinare le scrivanie per il weekend. Per il momento Tom dirigeva un gruppo di sei donne... una segretaria, due assistenti di laboratorio e due analiste cellulari. Caroline era una di queste, insieme con Natalia, che lavorava soltanto a mezza giornata.

    L’arrivo di Declan McCulloch, l’atteso patologo, avrebbe leggermente riequilibrato il gruppo in favore del sesso maschile.

    Il telefono di Caroline squillò mentre lei si accingeva a spegnere il microscopio. Forse era Josh, pensò alzando il ricevitore.

    All’inizio dell’anno scolastico, un mese e mezzo prima, aveva annunciato che non voleva più andare al doposcuola. Aveva preteso le chiavi di casa per rincasare in bicicletta e badare a se stesso, almeno quando non era invitato da un amico.

    Lei si era sentita un po’ inquieta, ma aveva acconsentito a metterlo alla prova. In fin dei conti, Josh era un ragazzo abbastanza assennato, a parte il fatto che la loro vicina di casa, una donna fidata e gentile, poteva tenerlo d’occhio.

    Un paio di volte alla settimana, Josh le telefonava per chiederle il permesso di prendere un gelato dal frigo. Quel giorno faceva particolarmente caldo, così probabilmente si trattava di quello...

    Sorridendo fra sé, Caroline alzò il ricevitore e salutò con un affettuoso ciao la persona che credeva suo figlio.

    Il silenzio all’altro capo del filo le rivelò che non era Josh... ancora prima che una sconosciuta voce maschile le confermasse che si era sbagliata.

    «Pronto, parlo con Caroline Archer?»

    «Oh. Ehm... sì. Mi scusi.»

    Benché la voce fosse sconosciuta, Caroline non ebbe alcun dubbio sull’identità del proprietario. Quel melodioso accento irlandese poteva appartenere soltanto a...

    «Declan McCulloch, chiamo da Sydney. I suoi genitori mi hanno dato questo numero.»

    «Ah, sì, certo.» I genitori di Caroline erano già partiti per la Costa d’Oro e lei doveva rappresentarli in ogni questione concernente la casa. «Mi scusi, credevo fosse mio figlio. Mi dica che cosa le occorre, dottor McCulloch» finì con un passabile grado di calma e gentilezza.

    «Vorrei combinare un appuntamento per domani, in modo che la mia amica possa visitare la casa con lei. Crede che sarà possibile?»

    «Oh, sicuro.»

    «Purtroppo io non potrò venire, ma Suzy spera d’incontrarla davanti alla casa verso le nove e mezzo o le dieci, se le va bene.»

    «Sì, alle nove e mezzo...» Caroline cercò freneticamente di ricordare a che ora cominciasse la partita a calcio di Josh. Alle undici? «Alle nove e mezzo andrà benissimo.»

    Se la partita cominciava alle dieci, però, avrebbe dovuto...

    «E io dovrei arrivare verso sera con le nostre cose» concluse l’uomo.

    «Così intende trasferirsi domani?» chiese lei.

    «Spero di sì, se non ci saranno problemi» rispose Declan McCulloch. «Credo che l’affitto prenda corso da domani.»

    Il tono era leggermente divertito, come se lui fosse un uomo abituato a usare l’umorismo e la simpatia per ottenere quello che voleva, senza ricorrere all’ira o alla forza.

    «Certamente» convenne Caroline.

    Fu sul punto di parlargli dello stufato, ma si trattenne in tempo. Lui riattaccò e lei pensò per la prima volta che, come rappresentante dei suoi genitori per l’affitto della casa, si sarebbe trovata in una posizione imbarazzante, visto che avrebbe dovuto anche lavorare con l’inquilino.

    Quando alzò lo sguardo, vide Tom Robinson appoggiato allo stipite della porta.

    «Era...?»

    «Sì, il dottor McCulloch» confermò lei.

    «Come ti è parso? C’era qualche problema? Sei riuscita a...?»

    «Non potresti rilassarti un poco?» lo interruppe lei gentilmente.

    «Non ci riesco» rispose il suo capo con un sospiro. «Senti, potrei parlarti un momento?»

    «Sicuro.»

    Lui entrò nell’ufficio e chiuse la porta.

    «Il fatto è che... non ne ho parlato a nessuno, così ti prego di tenerlo per te. Fra un anno, due al massimo, vorrei andare in pensione anticipata.» Aveva cinquantotto anni, Caroline lo sapeva. «La madre di Eileen, che sta Melbourne, è malata, e dato che da quelle parti Eileen ha anche tre nipotini, è un po’ presa. Passa sempre più tempo là e io... be’, mi sento solo.» La sua voce si velò leggermente. «Non possiamo sprecare le nostre energie facendo la spola fra Melbourne e Glenfallon.»

    «Oh, Tom!»

    «Ma non me ne andrò finché non avremo un altro patologo competente e motivato. Questo Declan McCulloch sembra il tipo ideale. Se potessimo trattenerlo quando avrà sostenuto gli esami per esercitare liberamente in Australia...»

    «Capisco. Farò del mio meglio, Tom, te lo prometto» gli assicurò Caroline.

    Arrivò a casa venti minuti dopo, e trovò una fila di formiche intente a banchettare con i dolci residui del bastoncino di un gelato che Josh aveva lasciato sul banco di cucina.

    «Ho deciso di non disturbarti all’ospedale per chiederti il permesso di prendere un gelato, visto che me lo dai sempre» dichiarò Josh, poi discussero un momento sul problema delle formiche che invadevano il banco di cucina quando non era pulito a dovere.

    Caroline era divorziata dal padre di Josh da quasi dieci anni. Robert vedeva suo figlio di rado, ma aveva molte aspettative nei suoi confronti. Si stava avvicinando il momento in cui si sarebbe capito se Josh avrebbe seguito o meno le orme paterne come chirurgo ortopedico. L’anno seguente avrebbe cominciato il liceo.

    Andarono entrambi a mettere il minimo indispensabile nel frigo e

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