Un padre per mia figlia: Harmony Bianca
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Drake: Ho sbagliato a lasciare Tessa per inseguire i miei sogni di carriera. La mia vita è vuota senza di lei, le giornate lunghissime, il lavoro non può in alcun modo sostituire l'amore. Spero solo di essere ancora in tempo per convincerla a darmi una seconda possibilità e a formare insieme a me e a Poppy la famiglia che ha sempre desiderato.
Abigail Gordon
Tra le autrici più amate e lette dal pubblico italiano.
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Anteprima del libro
Un padre per mia figlia - Abigail Gordon
978-88-3052-799-7
1
Fecero l'amore l'ultima volta mentre il sole della sera disegnava strisce dorate sui loro corpi. Era stato bello come sempre: dolce, selvaggio e pieno di passione. Ma Tessa dovette lottare contro la tristezza perché nel profondo sapeva che la loro storia stava per finire, anche se nessuno dei due se la sentiva di dichiararlo in modo esplicito. Fra loro c'era stato un accordo chiaro fin dall'inizio: nessun impegno, ma prendere quello che la vita poteva offrire e divertirsi. Le fedi matrimoniali erano un vincolo da gettare in un angolo insieme ai bambini e al mutuo per la casa.
Lei si era tenuta lontana dagli uomini finché nella sua vita non era comparso Drake Melford, e allora era cambiato tutto. Non le aveva chiesto altro che fare sesso e quando era successo era stato magico. Nessun accenno a una relazione stabile, e all'inizio lei si era sentita completamente felice.
L'attrazione fra loro era talmente intensa che quando si incontravano facevano l'amore ovunque: sul tappeto del soggiorno di lui, sul tavolo della cucina di lei, addirittura su una delle panchine del parco, deserto alla luce della luna. Non pensavano mai al futuro, solo il presente contava.
Poi qualcosa era andato storto e la magia della passione si era trasformata in dubbi e incomprensioni che le avevano fatto capire che era finita. Avrebbe voluto chiedere a Drake cosa stesse succedendo, ma il patto che c'era fra loro di non cercare di creare un legame le soffocava le parole in gola.
La sua sola consolazione era che non l'aveva lasciata per un'altra. Il motivo che lo spingeva lontano da lei era la carriera, e fino a quel momento Tessa aveva tenuto nascosto il ricordo di quel periodo da qualche parte nella sua mente.
Ma la vista sfuggente della schiena e della zazzera bruna di un uomo che stava salendo su un taxi davanti a una stazione di Londra era bastata a rammentarle che non sarebbe riuscita facilmente a non rimpiangere il tempo che aveva passato con lui.
Si passò una mano sugli occhi come per allontanare un bagliore sgradevole. Non era la prima volta che si lasciava prendere dalla speranza di rivederlo, e sapeva bene quanto aveva dovuto lottare per scacciare i ricordi e quanto aveva dovuto lavorare per costruirsi una vita senza Drake.
Si lasciò sfuggire un lamento, tanto che l'anziana donna che le era accanto in coda per un taxi le chiese se andasse tutto bene.
Sforzando un sorriso, Tessa le mentì dicendo che aveva provato un dolore improvviso al fianco, e non una fitta al cuore.
Era venerdì e lei era a Londra per un impegno di lavoro importante, e quando aveva intravisto l'uomo che aveva tanto turbato la sua mente era tutta presa a pensare a cosa dovesse aspettarsi.
Aveva viaggiato dal Gloucestershire per assistere all'incontro annuale di medicina che si sarebbe tenuto nella city, ed era intenzionata a passare la notte in un hotel in città e tornare a casa in treno la mattina dopo.
L'Horizons Eye Hospital era famoso per le eccellenze nelle cure specialistiche e si trovava all'inizio dell'elegante città di Glenminster, circondato dalle verdi colline. Nella struttura Tessa occupava una posizione di dirigente amministrativo che la assorbiva completamente.
Qualcuno si lamentava sostenendo che nell'ospedale ci fossero più amministrativi che dottori. Naturalmente lei rispettava il magnifico lavoro del personale medico, ma loro non erano costretti ad alzarsi nel cuore della notte quando un paziente dimesso improvvisamente voleva riavere quello che aveva depositato al momento del ricovero.
Si diceva anche che sarebbe stato meglio che il suo ruolo fosse più orientato alla guarigione dei malati che all'organizzazione generale, ma Tessa aveva sempre pensato che una struttura ospedaliera efficiente fosse importante quanto le cure mediche.
Quando il suo taxi raggiunse l'esterno dell'edificio in cui si sarebbe svolto l'incontro, le venne in mente la frase sibillina del direttore amministrativo dell'ospedale. Infatti il più famoso specialista, nonché coordinatore medico dell'Horizons, stava per andare in pensione, e, secondo il direttore, il professionista che lo doveva sostituire avrebbe fatto raggiungere alla clinica una reputazione ancora migliore nel campo dell'oculistica. Quando Tessa gli aveva chiesto chi fosse, lui le aveva sorriso scuotendo il capo. «Lo saprete tutti durante il nostro appuntamento annuale.»
E adesso lei era lì, ancora troppo presa dai ricordi del passato per essere curiosa del presente. Appena entrò nella sala delle conferenze, si rese conto che quella volta non si era sbagliata: aveva visto davvero Drake. Il dottor Melford era là, e stava parlando con alcuni colleghi con il suo solito atteggiamento rilassato.
Tessa si affrettò a raggiungere una toilette, in cui si trovò davanti a uno specchio a fissare la sua faccia del tutto priva di colore. Chiuse gli occhi cercando di scacciare l'immagine dell'uomo.
Quando rientrò, il consiglio di amministrazione dell'ospedale era già seduto attorno a un grande tavolo circolare. Al centro c'erano lo specialista che andava in pensione e Drake. Quando la vide il cuore di lui incominciò a battere forte. Avrebbe voluto incrociarla in un luogo meno affollato, ma d'altra parte sapeva che era meglio così. Si sarebbe trattato di un incontro fra vecchi amici, invece che... Invece cosa? Non lo sapeva.
Tessa prese posto in fondo al grande tavolo e si mise ad ascoltare con la sensazione di appartenere a un altro pianeta.
Il direttore salutò lo specialista che andava in pensione e poi presentò Drake, che era destinato a prenderne il posto.
Lo descrisse come un dottore al top nel campo dell'oculistica, che dopo avere lavorato in una clinica svizzera aveva accettato la posizione di primario e insieme di coordinatore medico nel loro ospedale.
Scoppiò un lungo applauso, cui Tessa si unì con scarso entusiasmo. Drake si alzò, ringraziò ed espresse tutta la sua soddisfazione di essere tornato in Gran Bretagna e la sua gioia di poter far parte del loro gruppo. A lei sembrava di vivere in un sogno da cui si sarebbe risvegliata da un momento all'altro.
La riunione continuò con la discussione di altre questioni che riguardavano l'ospedale, e poco dopo tutti i presenti si spostarono in un albergo vicino, dove era prevista una cena per loro.
Lei e Drake non si erano ancora parlati, ma mentre Tessa scambiava due chiacchiere con uno dei consiglieri, lui le si fece incontro. «Ciao Tessa» la salutò con tono asciutto. «Sei ancora nei paraggi, vedo.»
Lei si limitò a sorridergli. Sembrava che la considerasse parte dell'arredamento. Non era certo quello il genere di incontro cui lei aveva pensato durante tutte le notti che aveva trascorso a rigirarsi nel letto.
In qualche modo la serata passò e alla fine risultò che parecchi dei partecipanti alla riunione avrebbero dormito nello stesso albergo di Tessa. Drake era fra loro, e l'idea di passare la notte sotto lo stesso tetto del suo ex amante le parve incredibile.
Subito dopo cena si congedò dal gruppo e si affrettò verso la sua camera, cercando di riconsiderare gli eventi della serata. Mentre se ne stava a occhi sbarrati a fissare il soffitto, si ricordò che la prima volta che aveva incontrato Drake ne era rimasta sconvolta. E in quel momento provava la stessa sensazione, anche se per ragioni molto diverse.
Quello che la inquietava di più era la prospettiva di lavorare con lui tutti i giorni, dopo che per tanto tempo aveva fatto di tutto per dimenticarlo. Come avrebbe potuto farcela? Era vero che il loro accordo prevedeva che ciascuno potesse andarsene da un momento all'altro, e lui non aveva esitato quando gli si era prospettata una buona opportunità di carriera. Ma da allora non s'era più fatto vivo. Nemmeno una parola. Niente. E adesso erano di nuovo colleghi. Tessa sprofondò nel cuscino.
Drake aveva raggiunto la sua camera dopo che Tessa se n'era andata. Sul suo viso era sparita qualunque traccia di sorriso. Quando aveva ricevuto l'offerta di recarsi a lavorare in Svizzera, tutto il resto gli era sembrato irrilevante. Era una grande opportunità di migliorare le sue competenze ed era così ansioso di partire, così preso da se stesso, che non aveva attribuito nessuna importanza a quello che loro due avevano condiviso.
Solo dopo che i mesi senza di lei erano diventati anni, aveva cominciato a rendersi conto di quello che aveva perso per la sua presunzione. Era passato troppo tempo per potersi mettere di nuovo in contatto con lei, e lui aveva provato... Cosa? Vergogna? Rimpianto?
Tutte le volte in cui lo coglieva il desiderio di averla ancora al suo fianco, si diceva che, per quello che ne sapeva, Tessa avrebbe potuto essersi sposata e avere già un paio di marmocchi. Questo non gli avrebbe impedito di scusarsi con lei se un giorno se ne fosse presentata l'occasione, e scoprire che era diventata dirigente amministrativo nell'ospedale dove lui stava per ricominciare a lavorare era un vantaggio in più.
Era arrivato alla riunione prima di lei e si era accorto del suo sgomento quando lo aveva visto. Era chiaro che non poteva aspettarsi nessuna accoglienza calorosa da parte sua. E poi, stupido come era, aveva peggiorato le cose salutandola con aria di sufficienza quando l'aveva incontrata dopo l'assemblea. Doveva averle dato l'idea di pensare che lui avesse raggiunto la vetta del mondo e lei fosse sempre rimasta a strisciare per terra.
Nella sua stanza in fondo al corridoio Tessa stava ricordando la prima volta in cui aveva incontrato Drake. Si trattava di una riunione del personale medico in cui lui doveva intervenire per illustrare alcuni miglioramenti che aveva portato nel suo lavoro. Lei non aveva intenzione di fermarsi molto, visto che era una amministrativa, ma era curiosa di conoscere l'uomo che si stava facendo un ottimo nome nel campo della medicina.
In attesa che il meeting cominciasse lui stava chiacchierando allegramente, circondato da un gruppo di infermiere che pendevano dalle sue labbra.
Vedendola arrivare si era spostato in modo da osservarla meglio, e dallo sguardo che le aveva lanciato era evidente che quello che aveva scorto gli era piaciuto: snella, elegante, i capelli colore del grano maturo, vestita con una gonna nera e una camicetta di seta bianca, Tessa Gilroy era abituata agli sguardi di approvazione del sesso opposto, ma molto raramente aveva permesso a qualcuno di andare oltre. Il suo lavoro l'assorbiva totalmente e a lei andava bene così.
Ma lo sconosciuto alto e dal portamento eretto, con gli occhi di un caldo color nocciola e una folta zazzera di capelli neri, le era sembrato diverso da tutti quelli che aveva incontrato fino a quel momento. E quando le era stato presentato come Drake Melford aveva capito perché.
Aveva già sentito parlare di lui nei circoli medici, poiché lui aveva un modo di fare nuovo, diverso, per niente formale, che gli consentiva di ottenere ottimi risultati. E fu lo stesso con lei.
Il solo contatto che aveva avuto in quella occasione era stata una breve stretta di mano, perché, appena terminato l'incontro, lei si era affrettata ad andarsene, lasciandolo al centro di una folla di ammiratori.
La mattina dopo il campanello di casa sua era suonato alle sei, e quando lei era andata ad aprire si era trovata