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Raccontando Illorai
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E-book157 pagine1 ora

Raccontando Illorai

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Info su questo ebook

Racconti come immagini, ricordi come ritratti, storie come schegge di vita di un tempo perduto che rivive nelle testimonianze documentali, ora intense e vibranti, ora flebili e periture, degli abitanti di Illorai, protagonisti di un'antologia di pensieri sulla storia sociale ed economica del paese all'alba del Novecento. Brani vergati di seppia per riecheggiare, sul filo di una memoria divenuta storia, uno spaccato di vita comunitaria, sospesa tra racconto e fantasia, mito e leggenda, all'ombra di un passato che è nostalgia, malinconia, tormento, ma anche inviolabile eredità storica e spirituale, da custodire e tutelare.

In sommario le testimonianze orali di Peppina Boninu, Raimondo Boninu, Peppina Brau, Maria Briscas, Bernardina Cabizzosu, Bonaria Cappai, Franca Cappai, Salvatore Cardu, Sebastiana Cardu, Rosa Carta, Agostino Casu, Santino Casu, Mario Cossa, Paolo Cossa, Bachisangela Era, Giovanni Salvatore Filia, Giuseppa Filia, Giovanna Gessa, Riccardo Nicolò Gessa, Paolica Marras, Lucia Muredda, Giuseppa Mussone, Giovanna Antonia Ortu, Luigi Bernardino Ortu, Battistina Osu, Mario Pilu, Maria Nives Pintus, Pietrino Piredda, Salvatore Gavino Pischedda, Antioco Pitzolu, Giovanni Antonio Sanna, Giovanni Nicolò Sanna, Maria Giuseppa Sanna, Bachisio Antonio Uda, Battistina Uda.

Il presente e-book ripropone in versione digitale i contenuti del volume "Raccontando Illorai" di Caterina Cossa (Editoriale Documenta, 2019, Isbn 978-88-6454-418-2) ad esclusione del repertorio fotografico.
LinguaItaliano
Data di uscita31 lug 2021
ISBN9788864544359
Raccontando Illorai

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    Raccontando Illorai - Caterina Cossa

    Caterina Cossa

    Raccontando Illorai

    ISBN: 978-88-6454-435-9

    Questo libro è stato realizzato con StreetLib Write

    https://writeapp.io

    Sommario

    Prefazione

    Nota editoriale

    La mia vecchia casa

    Sa domo nostra

    Il vicinato

    Le fontane

    La chiesa antica di San Gavino Martire

    Con il contributo di tutti

    Possedere l’essenziale

    Ristrettezze in tempo di guerra

    Gli accampamenti dei tedeschi in paese

    Gli anni della guerra

    In campagna dopo la scuola

    Il mio contributo in famiglia

    Lavorare fin da piccoli

    Il lavoro in campagna

    La vita di campagna

    S’arzola

    Imbuccadura ’e trebbia

    Le unità di misura

    Gli artigiani

    Su bandidore

    Il lavoro all’ERLAAS

    I lavori in periodo di povertà

    I vari lavori

    Il commercio

    L’emigrazione e il ritorno a Illorai

    L’autista

    I miei mestieri

    Il carbone

    I lavori di casa e campagna

    La panificazione

    La preparazione del pane

    Il telaio

    Sas fàunas

    L’arte del cucito e del ricamo

    Dalla preparazione del lino alla tessitura

    Il lino e s’argadura

    Il bucato a mano

    La macellazione del maiale

    I festeggiamenti per la nuova vigna

    La Madonna della Neve

    Santu Nicolau

    Le feste e le tradizioni del paese

    La Settimana Santa

    Sa Chida Santa

    Il battesimo

    La dichiarazione d’amore

    Il fidanzamento

    Dal fidanzamento alle nozze

    Il matrimonio con Lucia

    La festa di nozze

    Zorzi e su Carrasegare

    La festa di San Giovanni Battista

    Santu Juanne

    Le usanze

    L’abbigliamento

    La dottrina

    Il funerale e s’attìttidu

    La cena per i defunti

    Ricordi di infanzia

    Sa vida in contonera

    A scuola di... rispetto!

    Le elementari

    I giochi

    Gari e luna monta

    Con un po’ di fantasia!

    Il rispetto

    Aiutarsi l’un l’altro

    Cosa c’era e cosa no

    Medicine antiche

    Un errore all’anagrafe

    Un forte amore per la famiglia

    La fuga

    La nevicata del 1956

    Dopo la morte di mamma

    Babbu Meli

    Le suore

    Gli insegnamenti di mia madre

    Ricordi di vita

    Don Raffaele Filia

    La solidarietà

    La vita di un tempo

    Gli insegnamenti degli anziani

    La vita di paese

    La mia famiglia

    Un fatto grave

    All’insegna della semplicità

    Sa lussia

    Vita semplice

    In ricordo della nevicata del 1956

    L’arte di arrangiarsi

    Aiutare la famiglia

    Cose e attrezzi antichi

    Sas cantilenas de Babbai e de Mammai

    Le canzoni

    Poesie e filastrocche

    Una poesia per me

    Preghiere

    Preghiere antiche

    © EDITORIALE DOCUMENTA

    www.editorialedocumenta.it

    in copertina

    Ritratto di Salvatore Cardu

    Proprietà letteraria riservata

    Prima edizione ebook: luglio 2021

    ISBN 978-88-6454-435-9

    Prefazione

    Racconti come immagini, ricordi come ritratti, storie come schegge di vita di un tempo perduto che rivive nelle testimonianze documentali, ora intense e vibranti, ora flebili e periture, degli abitanti di Illorai, protagonisti di un'antologia di pensieri sulla storia sociale ed economica del paese all'alba del Novecento. Brani vergati di seppia per riecheggiare, sul filo di una memoria divenuta storia, uno spaccato di vita comunitaria, sospesa tra racconto e fantasia, mito e leggenda, all'ombra di un passato che è nostalgia, malinconia, tormento, ma anche inviolabile eredità storica e spirituale, da custodire e tutelare.

    Nota editoriale

    Il presente e-book ripropone in versione digitale i contenuti del volume Raccontando Illorai di Caterina Cossa (Cargeghe, Editoriale Documenta, 2019, Isbn 978-88-6454-418-2) ad esclusione del repertorio fotografico.

    Il volume raccoglie una selezione di testimonianze orali di abitanti di Illorai. I testi, trascrizione di interviste realizzate sul campo nell’arco temporale intercorrente tra i mesi di novembre 2018 e settembre 2019, riportano il contenuto dei documenti orali originali con larga fedeltà alle forme sintattiche e semantiche adottate dagli informatori.

    La mia vecchia casa

    Le abitazioni di un tempo erano molto diverse da quelle di adesso. No b’aiada zeminera, su fogu fidi in mesuia, non c’era il caminetto, il fuoco si faceva in un punto della casa.

    A casa tutti sedevamo intorno al fuoco poggiando le spalle a sa muredda, un muretto che serviva per ripararci dal vento che entrava dalla porta. C’erano una cassapanca di legno e uno spazio per poggiare la brocca dell’acqua.

    Per andare nella stanza di mio padre e mia madre c’erano dei gradini; noi dormivamo tutti insieme in un’altra stanza, quella in cui si cucinava. Ma non c’era la cucina con i fornelli, cucinavamo in su foghile e portavamo la legna per fare il fuoco. Il pavimento della casa era costituito da terra battuta.

    All’esterno della casa c’era un cortile che chiamavamo su cortileddu nel quale c’era un orticello in cui mia madre coltivava diversi ortaggi tra cui la lattuga. Avevamo anche su mannale, il maiale da ingrasso, e le galline.

    Per avere l’acqua, che ancora non c’era nelle case, ci recavamo nella fontana di Bachis Larentu e di Bachisangela Ulgheri, la moglie; la fontana prendeva il nome dai coniugi che abitavano nella via in cui si trovava.

    Quando l’acqua arrivò nelle abitazioni, in casa fu costruita sa barza, una vasca di cemento che usavamo per lavare i panni. Prima si andava al fiume a lavare la biancheria, bi fidi su riu ’e supra e su riu ’e josso, nois samunaimus in su riu ’e supra. Como non b’ada mancu pius riu in bidda!

    Battistina Osu

    Sa domo nostra

    Le case di un tempo erano piccole e contenevano l’essenziale. A casa della mia famiglia, che era composta da nove figli, avevamo su furreddu per cucinare le pietanze, su putigheddu, un pozzo per lavare il bucato, su graneri, dove si riponeva il grano, s’istantziedda, dove c’erano il letto in cui dormivamo noi e una credenza fatta di legno dove si mettevano i bicchieri e le posate, su cessu, il bagno, e su fundaghe iscurosu, nel quale si conservavano la legna e il formaggio; quest’ultimo andava conservato al buio poiché a contatto con la luce e l’aria si sarebbe gonfiato e di conseguenza rovinato. Allora era questo l’essenziale!

    Noi stavamo sempre a casa di zia Battistina e di nonna Mastinu; nonna faceva un gran fuoco! Oppure andavamo dai vicini a chiedere la brace cun su palittone, la paletta di ferro, per accendere il fuoco.

    Battistina Uda

    Il vicinato

    La mia famiglia viveva nel vicinato di Via Su Riu. Un tempo il vicinato era come una grande famiglia, si andava tutti d’accordo. Il nostro vicinato era composto dalla famiglia di mammai Lenarda, da comare Maria Pasqua Pilu, da Saturnina Pisanu, dalla famiglia di Michelina Cossa e i fratelli, dalla famiglia di Rosedda, Pauleddu e Angelino Cossa, dalla famiglia di mammai Gavinedda Mameli e da comare Juanna ed altri ancora.

    Eravamo una trentina solo tra ragazze, eravamo molto legate, ci volevamo bene. Uscivamo la sera al fresco, ognuno diceva la sua e babbo ci raccontava barzellette e storie. Se usciva babbo, tutti gli altri seguivano a ruota, se lui non usciva, non usciva nessuno nella via. Davanti a casa c’era posto a sedere: una pietra che faceva da panchina moderna che aveva messo mio padre; gli altri si portavano la sedia da casa. C’era una piazzetta davanti a casa e lì stavamo sempre tutti contenti.

    La mattina, se c’era bisogno, ci aiutavamo. Ognuno aveva da fare, c’era chi doveva curare la vigna, chi l’orto. Ricordo con piacere le serate trascorse con i miei vicini di casa.

    Maria Briscas

    Le fontane

    Un tempo il paese era diverso in tante cose. La pavimentazione delle strade era in acciottolato ed era chiamata s’impredadu. Ricordo che c’era un signore che aggiustava le strade, Antiogheddu. Non c’erano le fogne.

    In tutto il paese, in diverse zone, c’erano le fontane dell’acqua: ricordo sa funtanella ’e Mihelànghelu in carrela mazore, sa funtanella ’e funtana, sa funtanella de s’istrada ’e campusantu, sa funtanella ’e su muru ’e Bachiseddu Moro, sa funtanella de sa carrela de Antiogu Ortu de Santu Predu e sa funtanella ’e piatza ’e Comune.

    Luigi Bernardino Ortu

    La chiesa antica di San Gavino Martire

    La chiesa antica di San Gavino martire era un capolavoro storico che oggi non esiste più, o meglio, ne rimane il ricordo e qualche fotografia.

    All’entrata della chiesa, sulla destra, si trovava il fonte battesimale. Quando si prendeva l’acqua santa si recitava " In nomen de su babbu, de su fizu e de s’Ispìritu Santu".

    La chiesa era composta dalle cappelle dei Santi

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