Raccontando Illorai
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In sommario le testimonianze orali di Peppina Boninu, Raimondo Boninu, Peppina Brau, Maria Briscas, Bernardina Cabizzosu, Bonaria Cappai, Franca Cappai, Salvatore Cardu, Sebastiana Cardu, Rosa Carta, Agostino Casu, Santino Casu, Mario Cossa, Paolo Cossa, Bachisangela Era, Giovanni Salvatore Filia, Giuseppa Filia, Giovanna Gessa, Riccardo Nicolò Gessa, Paolica Marras, Lucia Muredda, Giuseppa Mussone, Giovanna Antonia Ortu, Luigi Bernardino Ortu, Battistina Osu, Mario Pilu, Maria Nives Pintus, Pietrino Piredda, Salvatore Gavino Pischedda, Antioco Pitzolu, Giovanni Antonio Sanna, Giovanni Nicolò Sanna, Maria Giuseppa Sanna, Bachisio Antonio Uda, Battistina Uda.
Il presente e-book ripropone in versione digitale i contenuti del volume "Raccontando Illorai" di Caterina Cossa (Editoriale Documenta, 2019, Isbn 978-88-6454-418-2) ad esclusione del repertorio fotografico.
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Anteprima del libro
Raccontando Illorai - Caterina Cossa
Caterina Cossa
Raccontando Illorai
ISBN: 978-88-6454-435-9
Questo libro è stato realizzato con StreetLib Write
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Sommario
Prefazione
Nota editoriale
La mia vecchia casa
Sa domo nostra
Il vicinato
Le fontane
La chiesa antica di San Gavino Martire
Con il contributo di tutti
Possedere l’essenziale
Ristrettezze in tempo di guerra
Gli accampamenti dei tedeschi in paese
Gli anni della guerra
In campagna dopo la scuola
Il mio contributo in famiglia
Lavorare fin da piccoli
Il lavoro in campagna
La vita di campagna
S’arzola
Imbuccadura ’e trebbia
Le unità di misura
Gli artigiani
Su bandidore
Il lavoro all’ERLAAS
I lavori in periodo di povertà
I vari lavori
Il commercio
L’emigrazione e il ritorno a Illorai
L’autista
I miei mestieri
Il carbone
I lavori di casa e campagna
La panificazione
La preparazione del pane
Il telaio
Sas fàunas
L’arte del cucito e del ricamo
Dalla preparazione del lino alla tessitura
Il lino e s’argadura
Il bucato a mano
La macellazione del maiale
I festeggiamenti per la nuova vigna
La Madonna della Neve
Santu Nicolau
Le feste e le tradizioni del paese
La Settimana Santa
Sa Chida Santa
Il battesimo
La dichiarazione d’amore
Il fidanzamento
Dal fidanzamento alle nozze
Il matrimonio con Lucia
La festa di nozze
Zorzi e su Carrasegare
La festa di San Giovanni Battista
Santu Juanne
Le usanze
L’abbigliamento
La dottrina
Il funerale e s’attìttidu
La cena per i defunti
Ricordi di infanzia
Sa vida in contonera
A scuola di... rispetto!
Le elementari
I giochi
Gari e luna monta
Con un po’ di fantasia!
Il rispetto
Aiutarsi l’un l’altro
Cosa c’era e cosa no
Medicine antiche
Un errore all’anagrafe
Un forte amore per la famiglia
La fuga
La nevicata del 1956
Dopo la morte di mamma
Babbu Meli
Le suore
Gli insegnamenti di mia madre
Ricordi di vita
Don Raffaele Filia
La solidarietà
La vita di un tempo
Gli insegnamenti degli anziani
La vita di paese
La mia famiglia
Un fatto grave
All’insegna della semplicità
Sa lussia
Vita semplice
In ricordo della nevicata del 1956
L’arte di arrangiarsi
Aiutare la famiglia
Cose e attrezzi antichi
Sas cantilenas de Babbai e de Mammai
Le canzoni
Poesie e filastrocche
Una poesia per me
Preghiere
Preghiere antiche
© EDITORIALE DOCUMENTA
www.editorialedocumenta.it
in copertina
Ritratto di Salvatore Cardu
Proprietà letteraria riservata
Prima edizione ebook: luglio 2021
ISBN 978-88-6454-435-9
Prefazione
Racconti come immagini, ricordi come ritratti, storie come schegge di vita di un tempo perduto che rivive nelle testimonianze documentali, ora intense e vibranti, ora flebili e periture, degli abitanti di Illorai, protagonisti di un'antologia di pensieri sulla storia sociale ed economica del paese all'alba del Novecento. Brani vergati di seppia per riecheggiare, sul filo di una memoria divenuta storia, uno spaccato di vita comunitaria, sospesa tra racconto e fantasia, mito e leggenda, all'ombra di un passato che è nostalgia, malinconia, tormento, ma anche inviolabile eredità storica e spirituale, da custodire e tutelare.
Nota editoriale
Il presente e-book ripropone in versione digitale i contenuti del volume Raccontando Illorai
di Caterina Cossa (Cargeghe, Editoriale Documenta, 2019, Isbn 978-88-6454-418-2) ad esclusione del repertorio fotografico.
Il volume raccoglie una selezione di testimonianze orali di abitanti di Illorai. I testi, trascrizione di interviste realizzate sul campo nell’arco temporale intercorrente tra i mesi di novembre 2018 e settembre 2019, riportano il contenuto dei documenti orali originali con larga fedeltà alle forme sintattiche e semantiche adottate dagli informatori.
La mia vecchia casa
Le abitazioni di un tempo erano molto diverse da quelle di adesso. No b’aiada zeminera, su fogu fidi in mesuia, non c’era il caminetto, il fuoco si faceva in un punto della casa.
A casa tutti sedevamo intorno al fuoco poggiando le spalle a sa muredda, un muretto che serviva per ripararci dal vento che entrava dalla porta. C’erano una cassapanca di legno e uno spazio per poggiare la brocca dell’acqua.
Per andare nella stanza di mio padre e mia madre c’erano dei gradini; noi dormivamo tutti insieme in un’altra stanza, quella in cui si cucinava. Ma non c’era la cucina con i fornelli, cucinavamo in su foghile e portavamo la legna per fare il fuoco. Il pavimento della casa era costituito da terra battuta.
All’esterno della casa c’era un cortile che chiamavamo su cortileddu nel quale c’era un orticello in cui mia madre coltivava diversi ortaggi tra cui la lattuga. Avevamo anche su mannale, il maiale da ingrasso, e le galline.
Per avere l’acqua, che ancora non c’era nelle case, ci recavamo nella fontana di Bachis Larentu e di Bachisangela Ulgheri, la moglie; la fontana prendeva il nome dai coniugi che abitavano nella via in cui si trovava.
Quando l’acqua arrivò nelle abitazioni, in casa fu costruita sa barza, una vasca di cemento che usavamo per lavare i panni. Prima si andava al fiume a lavare la biancheria, bi fidi su riu ’e supra e su riu ’e josso, nois samunaimus in su riu ’e supra. Como non b’ada mancu pius riu in bidda!
Battistina Osu
Sa domo nostra
Le case di un tempo erano piccole e contenevano l’essenziale. A casa della mia famiglia, che era composta da nove figli, avevamo su furreddu per cucinare le pietanze, su putigheddu, un pozzo per lavare il bucato, su graneri, dove si riponeva il grano, s’istantziedda, dove c’erano il letto in cui dormivamo noi e una credenza fatta di legno dove si mettevano i bicchieri e le posate, su cessu, il bagno, e su fundaghe iscurosu, nel quale si conservavano la legna e il formaggio; quest’ultimo andava conservato al buio poiché a contatto con la luce e l’aria si sarebbe gonfiato e di conseguenza rovinato. Allora era questo l’essenziale!
Noi stavamo sempre a casa di zia Battistina e di nonna Mastinu; nonna faceva un gran fuoco! Oppure andavamo dai vicini a chiedere la brace cun su palittone, la paletta di ferro, per accendere il fuoco.
Battistina Uda
Il vicinato
La mia famiglia viveva nel vicinato di Via Su Riu. Un tempo il vicinato era come una grande famiglia, si andava tutti d’accordo. Il nostro vicinato era composto dalla famiglia di mammai Lenarda, da comare Maria Pasqua Pilu, da Saturnina Pisanu, dalla famiglia di Michelina Cossa e i fratelli, dalla famiglia di Rosedda, Pauleddu e Angelino Cossa, dalla famiglia di mammai Gavinedda Mameli e da comare Juanna ed altri ancora.
Eravamo una trentina solo tra ragazze, eravamo molto legate, ci volevamo bene. Uscivamo la sera al fresco, ognuno diceva la sua e babbo ci raccontava barzellette e storie. Se usciva babbo, tutti gli altri seguivano a ruota, se lui non usciva, non usciva nessuno nella via. Davanti a casa c’era posto a sedere: una pietra che faceva da panchina moderna che aveva messo mio padre; gli altri si portavano la sedia da casa. C’era una piazzetta davanti a casa e lì stavamo sempre tutti contenti.
La mattina, se c’era bisogno, ci aiutavamo. Ognuno aveva da fare, c’era chi doveva curare la vigna, chi l’orto. Ricordo con piacere le serate trascorse con i miei vicini di casa.
Maria Briscas
Le fontane
Un tempo il paese era diverso in tante cose. La pavimentazione delle strade era in acciottolato ed era chiamata s’impredadu. Ricordo che c’era un signore che aggiustava le strade, Antiogheddu. Non c’erano le fogne.
In tutto il paese, in diverse zone, c’erano le fontane dell’acqua: ricordo sa funtanella ’e Mihelànghelu in carrela mazore, sa funtanella ’e funtana, sa funtanella de s’istrada ’e campusantu, sa funtanella ’e su muru ’e Bachiseddu Moro, sa funtanella de sa carrela de Antiogu Ortu de Santu Predu e sa funtanella ’e piatza ’e Comune.
Luigi Bernardino Ortu
La chiesa antica di San Gavino Martire
La chiesa antica di San Gavino martire era un capolavoro storico che oggi non esiste più, o meglio, ne rimane il ricordo e qualche fotografia.
All’entrata della chiesa, sulla destra, si trovava il fonte battesimale. Quando si prendeva l’acqua santa si recitava " In nomen de su babbu, de su fizu e de s’Ispìritu Santu".
La chiesa era composta dalle cappelle dei Santi