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Il pornodivo - 4 bollenti storie erotiche per adulti
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Il pornodivo - 4 bollenti storie erotiche per adulti
E-book204 pagine3 ore

Il pornodivo - 4 bollenti storie erotiche per adulti

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Info su questo ebook

Stéphanie ha un nuovo compagno e questa sera la sua amica Mathilde lo incontrerà per la prima volta. Stéphanie ha organizzato una cenetta intima, soltanto loro tre. Il suo nuovo compagno, però, lavora nell'industria pornografica. Il solo pensiero di quanto sia dotato fa bagnare Mathilde...Ma come ci approccia a un pornodivo? Mathilde ha il presentimento che questa sera succederà qualcosa di molto particolare. La sensazione è forte e sa di sbagliarsi raramente. Quali sono i veri piani di Stéphanie per la cena?Questa compilation include:Il pornodivo - Breve racconto eroticoCopenaghen da sogno - Breve racconto eroticoIo e il dottore - Breve racconto eroticoLussuria nella Russia imperiale - Letteratura erotica-
LinguaItaliano
EditoreLUST
Data di uscita15 dic 2021
ISBN9788728135013

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    Anteprima del libro

    Il pornodivo - 4 bollenti storie erotiche per adulti - B. J. Hermansson

    Il pornodivo - 4 bollenti storie erotiche per adulti

    Original title:

    4 hot erotic stories for adults (Italian)

    Copyright © 2021 LUST, an imprint of SAGA, Copenhagen

    All rights reserved

    ISBN: 9788728135013

    E-book edition, 2021

    Format: EPUB 3.0

    All rights reserved. No part of this publication may be reproduced, stored in a retrieval system, or transmitted, in any form or by any means without the prior written permission of the publisher, nor, be otherwise circulated in any form of binding or cover other than in which it is published and without a similar condition being imposed on the subsequent purchaser.

    Il pornodivo

    Il pornodivo

    Mathilde si sentiva a disagio. La sera precedente allo scoccare delle undici Stéphanie, una sua amica di infanzia, l’aveva chiamata per invitarla a un apericena e farle conoscere il suo nuovo compagno. Il fatidico appuntamento si sarebbe svolto quella sera e la povera ragazza non sapeva cosa portare ai due piccioncini. Non voleva fare una figuraccia perché, stando alle parole dell’amica, il nuovo compagno di Stéphanie, un bel ragazzo dalla pelle olivastra e gli occhi azzurri, era nientemeno che un attore del cinema pornografico.

    Mathilde aveva già visto qualche film a luci rosse, benché preferisse pellicole più tradizionali, e la prima cosa che le venne in mente fu la dimensione esagerata degli attributi maschili. Girava intorno alla stanza, cercando di farsi venire un’idea per un regalo semplice ma carino. Provava un forte imbarazzo perché temeva che il presente alludesse, anche indirettamente, al sesso. Si chiese se tali uomini e donne, che lavorano nell’industria del sesso, parlassero solamente di queste frivolezze o se avessero altri argomenti di conversazione. Giravano sempre intorno al sesso? Facevano continuamente commenti maliziosi?

    Usavano qualsiasi parola con la minima connotazione sessuale per riportare tutto il discorso al sesso? Si prese il capo tra le mani, cercando di togliersi quelle idee assurde dalla testa. Quanto era stupida! Quelle persone erano come tutte le altre, se non che il loro lavoro risultava ancora un po’ tabù e oscuro ai non iniziati. Avrebbe potuto essere fidanzata anche con un idraulico e l’uomo non avrebbe di certo parlato solo di tubature a cena!

    Nella tarda mattinata, Mathilde si tuffò tra la folla parigina alla ricerca di un regalo. Vestita con dei jeans neri e una t-shirt che modellava il suo seno attraente, con un disegno della bandiera britannica davanti, entrò in un’enoteca e ne uscì con un Grand Cru millesimato dal prezzo abbordabile. Si recò poi dal parrucchiere per farsi spuntare, sfoltire e tingere i capelli; alla fine il castano chiaro era stato sostituito da uno splendido nero corvino con riflessi blu. Voleva cambiare un po’.

    Deviò per il parchetto vicino casa per prendere una boccata d’aria e osservare le anatre lanciarsi sulle molliche di pane gettate da un anziano signore con il volto segnato dal tempo. Quel weekend primaverile faceva bel tempo. Un pensiero bizzarro le balenò in mente: quante persone, in quel preciso momento, stavano facendo sesso al riparo di mura che garantissero la loro intimità? Su scala planetaria, milioni, decine di milioni, forse persino centinaia di milioni... Si sorprese a sorridere, un sorriso radioso reso ancora più bello dalla splendida giornata di sole. Si sentiva eccitatissima.

    Sarebbe stata una serata unica, se lo sentiva. Il suo istinto raramente sbagliava e, ripensandoci bene, tutte le allusioni fatte da Stéphanie non lasciavano spazio ad alcun dubbio. Conosceva l’amica come le sue tasche e aveva la sensazione che il sesso si profilasse all’orizzonte. Era nervosa. Doveva ammettere che l’idea di incontrare un pornodivo era eccitante, ma che piano aveva in mente Stéphanie? Si immaginava già a contorcere il corpo per assumere alcune delle diverse posizioni acrobatiche tipiche dei film porno. Gli unici che aveva visto erano stati in compagnia dei suoi vecchi fidanzati.

    All’inizio li trovava umilianti, ma in seguito ci aveva preso gusto. Sfortunatamente, i suoi partner precedenti non si erano rivelati gli stalloni che si aspettava e molti dei suoi desideri erano rimasti mere fantasie. Ne avrebbe finalmente realizzato uno facendo da partner sessuale a un pornodivo? C’era dell’altro che l’estasiava: quel membro enorme che aveva in mente. Si chiedeva come un arnese di quelle dimensioni potesse mai entrare in un buco così piccolo. Specialmente da dietro. All’improvviso, iniziò a bagnarsi e un liquido appiccicoso le inondò le mutandine.

    Sulla via del ritorno si fermò in un ristorantino turco e trangugiò un kebab, camminando spedita con la testa tra le nuvole. Una volta a casa si fece una doccia fredda per calmare il suo ardore e indossò biancheria intima nuova di zecca. Rovistò minuziosamente nell’armadio alla ricerca di un completo adeguato a una serata che si prometteva ricca di emozioni. La sua sensazione persistente le suggeriva che la cena tra pochi intimi sarebbe stata davvero piacevole. Esitò a lungo, divisa tra il desiderio di piacere e il timore di essere troppo sexy.

    Alla fine, optò per una camicetta smanicata, leggermente scollata, che lasciava intravedere la parte alta del seno, e una gonna che le arrivava alle ginocchia con degli spacchi ai lati. La gonna era nero antracite e il top grigio chiaro, con graziosi motivi asiatici. Si cosparse di Guerlain, un delizioso profumo fruttato che le aveva regalato Claire, la sua cara cugina bretone che lei adorava sebbene si vedessero di rado.

    Insieme ne avevo combinate di tutti i colori. Ma ora quando veniva a Parigi, le due donne amavano passeggiare per i viali animati dei mercatini delle pulci il giorno e per le vie illuminate di Pigalle la sera. Mathilde si chiese cosa avrebbe pensato Claire dei piani per la serata se li fosse venuti a sapere. L’avrebbe giudicata oppure le avrebbe detto di buttarsi? Decise di seguire l’istinto del suo corpo in fervore, una sensazione che aveva da quando Stéphanie aveva chiamato. Si mise un po’ di trucco senza eccedere poi si sedette sul piccolo divano in similpelle, che aveva scovato a un buon prezzo su un sito di vendite online, sorseggiando un caffè aromatizzato corretto con un goccio di brandy alla pera per darsi un po’ di coraggio.

    Solo all’ultimo minuto si mise il rossetto fucsia, dopo essersi controllata un’ultima volta nello specchio del bagno. Vi era rimasta a lungo, girandosi da tutte le parti per ammirare il suo corpo snello ma armonioso. Le piaceva particolarmente il suo seno, sodo e ben proporzionato; apprezzava anche il sedere leggermente rotondo che le era valso un certo numero di corteggiatori. Quanto alle gambe, i tacchi alti contribuivano a creare un profilo piacevole. Afferrò la borsetta, una Vuitton, e si avviò all’appuntamento, non dimenticandosi della bottiglia di vino.

    Il taxi la portò tranquillamente a destinazione, ai piedi di un sontuoso palazzo della capitale. Quel sabato sera l’atmosfera elettrica della città rispecchiava in pieno lo stato d’animo di Mathilde, un misto di controllo ed eccitazione al calare della notte. Dopo aver salito le scale si fermò davanti a una porta di legno marrone scuro e fece dei respiri profondi prima di suonare il campanello. L’amica si precipitò ad aprirle. Stéphanie indossava un vestito corto giallo che mostrava la parte superiore delle cosce e le sue splendide gambe lisce. Era radiosa. Camminava scalza, completamente rilassata. Le due amiche si abbracciarono e si scambiarono a bassa voce qualche parola sull’uomo nel salotto, ridacchiando scioccamente, come due adolescenti imbarazzate dalla presenza di un bel ragazzo.

    Finalmente, Mathilde e Stéphanie irruppero nel salotto minimalista mentre l’uomo seducente, accomodato sul divano con nonchalance, se le mangiava con gli occhi. Il suo sguardo intenso turbò la giovane donna, che si sentì arrossire. L’uomo era abbastanza alto e muscoloso, con il viso abbronzato e gli occhi di un azzurro penetrante. Stéphanie non aveva mentito. La mascella squadrata e il naso schiacciato accentuavano la sua virilità. Quando Mathilde lo vide, tutti le fantasie libidinose precedenti riemersero con impeto. Si sentiva già pervasa da uno squisito desiderio e il basso ventre iniziò a fremere.

    Fatte le presentazioni, l’uomo si chiamava Sébastien, si misero tutti a sedere sui divani disposti attorno a un tavolino in vetro, colmo di toast, petit four e quadratini di pizza. C’era anche due piattini con olive verdi snocciolate. Stéphanie afferrò uno dei frutti ovoidali e se lo portò alle labbra. Dando il tono alla serata, lo prese tra i denti e ci giocò, accarezzando l’ovale verde con un gioco di lingua provocante. Nei suoi occhi brillava una luce di malizia. L’istinto di Mathilde non l’aveva tradita! Provava disagio e non sapeva come muoversi.

    Tuttavia, la gentilezza di Sébastien e il suo gran sorriso la fecero subito rilassare. Si sentì addosso il suo sguardo lubrico, come se fosse una pornodiva sul punto di girare una scena di sesso spinto. Non conosceva i segreti dell’ambiente porno, ma questi tipi duravano a lungo, quindi si promise di fare del suo meglio per stare al passo. La stanza era pervasa da un odore di incenso. E anche di altre fragranze. Avviata a fatica, la conversazione si fece via via più animata e ben presto parole, frasi e discussioni spinte presero piede in un’atmosfera diventata molto calda.

    Sebbene se lo aspettasse, Mathilde fu colta di sorpresa quando il bel Sébastien le poggiò una mano sulla coscia. La ragazza emise dei suoni che erano un’accozzaglia di parole sussurrate e incerte, senza alcun reale significato. Il giovane approfittò della sua palese confusione per aumentare ancor di più il contatto fisico e questo le fece perdere completamente la testa. Il suo profumo, dalle forti note di muschio, la rapiva. Si sentì in preda a pensieri impuri e si vide nuda sul morbido tappeto posto di fronte al caminetto rischiarato da un fuoco artificiale. Si immaginò di essere presa selvaggiamente da quest’uomo, che aveva un potere di seduzione incontestabile.

    Stéphanie, che non era nata ieri e che aveva deciso di fare andare avanti il gioco, la riportò alla realtà chiedendole se volesse assaggiare del vino squisito della cantina del nonno. Mathilde accettò senza esitare. Complice l’alcol, le difese si abbassarono man mano che le carezze sensuali aumentavano di intensità. Sébastien non parlò di sesso. Non disse nulla fuori luogo, ma nei suoi occhi si leggeva un desiderio immenso per la giovane donna. Le sue dita cominciarono a sfiorare più intensamente le cosce nude della sua spasimante, che tremò ed emise un sospiro lungo e soddisfatto.

    Il suo sguardo insistente la faceva impazzire. Temeva il seguito, ma non desiderava altro. Mai prima d’allora era stata deliziata dai piaceri della carne in quel modo. Continuava a pensare che un pene enorme come aveva immaginato dovesse essere doloroso, ma desiderava sentire quel bastone di carne dentro di lei. Si chiese se quell’arnese potesse farsi strada dentro la sua stretta caverna dei piaceri; non era abituata a una tale abbondanza. Nei film porno che aveva visto, gli attori erano delle belve del sesso e c’era una pratica che questi, come pure le attrici, apprezzavano particolarmente. Erano adepti del cosiddetto ingresso degli artisti.

    Stéphanie, completamente eccitata, confermò le dimensioni spropositate del membro dell’unico uomo nella stanza. Ciò voleva dire che l’attraente Sébastien girava con una sequoia nelle mutande. Di conseguenza il dolore sarebbe stato intenso, ma non avrebbe reso l’esperienza meno piacevole. L’attore le piaceva e lei era in bianco da diverse settimane. Ma c’era Stéphanie. Mathilde aveva l’impressione che l’amica non volesse partecipare ai sollazzi, che si prospettavano torridi. Tuttavia, le sue parole e i gesti l’avevano tradita.

    Sin dall’inizio si era seduta sulla poltrona di fronte, lasciando che Mathilde e Sébastien si mettessero una di fianco all’altro sul divano a due posti. Molte volte aveva lasciato intendere di provare piacere nel guardare gli altri fare l’amore. Aveva scoperto il suo debole per il voyeurismo alcuni anni fa, quando si era imbattuta in una coppia nel pieno di un amplesso al piano terreno dell’edificio di fronte al suo. Le tende della camera erano aperte, offrendo una visuale perfetta della scena. Il suo basso ventre era percorso da sensazioni strane e deliziose e i suoi occhi, in preda a una nuova ebbrezza, luccicavano. Mentre cominciava a toccarsi, si era sorpresa di scoprire una sensazione fino ad allora ignota e il vedere senza essere vista le aveva provocato un orgasmo dirompente. Da quella volta, aveva ripetuto l’esperienza in altre occasioni, con risultati altrettanto eccezionali.

    Mathilde in quel momento vide la sua amica sotto una luce diversa. Il fatto di essere stata invitata da Stéphanie e dal suo compagno a fare sesso l’aveva oltremodo sorpresa, ma che la sua amica non vi prendesse nemmeno parte la lasciava di stucco.

    La padrona di casa si ritirò con una falsa scusa, lasciando la coppia sola sul punto di non ritorno. Mentre se ne stava andando, si guardò indietro e lanciò un’occhiata complice e divertita a Mathilde, che ricambiò. Quella tiepida sera primaverile, tutti sarebbero rimasti soddisfatti. Sulla parete opposta si stagliava un grande specchio. Forse un falso specchio pensò Mathilde. Che porca! Si ecciterà là dietro al riparo dai nostri sguardi.

    Sébastien si mise comodo, sprofondando ancora di più nel divano. Una bozza notevole sporgeva dai jeans all’altezza della patta. Nonostante la temperatura mite Mathilde si sentiva bollire; aveva vampate di calore. Imperturbabile, Sébastien diede dei colpetti sul cuscino alla sua destra, invitando la giovane donna ad avvicinarsi. Con imbarazzo, ma molto eccitata, Mathilde si appiccicò a lui. Le guance le divennero rosse, quasi viola. L’uomo iniziò ad accarezzarla teneramente, sfiorandole dolcemente la pelle; lei lo lasciò fare, presa da un’eccitazione intensissima. Le fremeva il basso ventre e le tremò tutto il corpo quando il ragazzo fece scivolare la mano sotto la gonna. Mathilde ansimò.

    Con dita esperte, sposto le mutandine e accarezzò le labbra carnose, eseguendo abili movimenti circolari intorno alla vulva e al clitoride. Poi, infilò il medio nella vagina bagnata della donna. Delle piccole grida uscirono dalla sua bocca semiaperta. I capezzoli duri di Mathilde spuntavano sulla camicetta sottile. L’attore avvicinò il volto e con labbra avide la baciò appassionatamente, in un intreccio delizioso di lingue. I suoi baci scesero lungo le guance della ragazza giungendo all’inizio del collo. Mathilde sentì il respiro caldo dell’uomo sulla schiena e l’eccitazione le diede i brividi.

    L’esperienza dell’uomo giocò a loro favore. Le prese la mano e se la portò all’inguine. Lei gli sbottonò i jeans, rivelando infine la misura del membro di Sébastien: il suo pene era grande e superava abbondantemente i venti centimetri. Ebbe un momento di esitazione, ma poi si ricompose. Spalancò la bocca per succhiare più che poteva il cazzo turgido di Sébastien. Quest’ultimo si appoggiò con fermezza alla testa di Mathilde, che sentì il glande strofinarsi sulla glottide. Avvertì un conato ma si riprese succhiando abilmente quel sesso dalle dimensioni attiranti. Si sentì come osservata, persino controllata, da occhi inquisitori che le rubavano un’appassionata intimità.

    Quella sera sarebbe venuta come mai prima d’allora e la sua amica pure. Con la lingua solleticò il frenulo del suo compagno, che emise un leggero rantolo di piacere. All’improvviso tutto accelerò; si ritrovarono nudi e sdraiati sul tappetino morbido di fronte al caminetto decorativo. Tutto si svolgeva come se l’era immaginato. Con mano sempre ferma, le massaggiò il clitoride e la penetrò, guidando lentamente il membro nell’orifizio. La ragazza cacciò un grido forte, simile a un ululato. Nonostante la temperatura mite i loro corpi, uniti in una sensualità inebriante, erano bollenti. Il ragazzo diede delle spine intense, non infilando nemmeno interamente il fallo nella sua vagina.

    Le pareti vaginali si inumidirono, rendendo la penetrazione più facile e voluttuosa. Il ragazzo fece l’amore freneticamente per lunghi minuti, durante i quali le sensazioni di Mathilde oscillarono tra il piacere e il dolore e ciò rese l’esperienza ancora migliore. Godeva come non mai, con grida di piacere senza inibizioni. Dopo averla messa nella posizione del missionario massaggiandole con ardore i seni, la prese di lato, sollevandole la coscia destra per liberare spazio. In seguito, si sdraiò sulla

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