Il Ritorno: Storie migrabonde
Di Ana Kramar
()
Info su questo ebook
Leggi altro di Ana Kramar
ANUNNAKI - Narrativa
Correlato a Il Ritorno
Titoli di questa serie (100)
Zumpday Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniFrustrati: Uomini e donne che non hanno conosciuto l'amore Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniSan Giuseppe: La vita nello spirito dello sposo di Maria Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniCruciverbar Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniL'ultimo assolo Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniIl mare all'improvviso Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniL'uomo con lo zainetto Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniLa fonte: Un percorso di fede fra la Fonte Q e le Scritture Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniLa bambina in rosso: Egon Schiele visto dalle sue donne e dai contemporanei Valutazione: 4 su 5 stelle4/5I segreti di Zoltan Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniIl caso satanas Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniL'assedio di Asola 1516: La morte di Riccino Daina 1522 Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniPiccioni: Un libro da leggere assolutamente, uno dei romanzi più venduti, un magnifico thriller psicologico Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniLa camera celeste: Un romanzo psicologico, una fiaba moderna tra misteri e ornitologia Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniPanama Caffè Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniSagoma di cartone Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniUomini smarriti: Uno tra i libri da leggere assolutamente Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniIl Ritorno: Storie migrabonde Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniRe Infecta: Un thriller psicologico che ti lascerà senza fiato Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniLe false verità Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniLa schiava dei libri: Un romanzo storico ai tempi dell’Antica Roma Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniOmocrazia Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniLa stirpe di Zoltan Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniMenamato: Memorie di un cane con tre zampe Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniDue razze Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniReves Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniLa giovinezza di Shlomo Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniIl grande Firlinfù Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniUna squadra lunga dieci anni Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniIl compito Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioni
Ebook correlati
Tutto ciò che siamo stati Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniLa morte scherza sul Ticino: La seconda indagine di Sambuco & Dell'Oro Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniA scopo di onore Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniÈl Sgner Pirein Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniUova di garofano Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniSymposium - Lungo la strada Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniIl grande Firlinfù Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniL'imperatore dannato Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniAngela «La Malandrina». Storia di brigantaggio e libertà Valutazione: 3 su 5 stelle3/5En una esquina del suburbio: Il tango triste y solitario di Victor Tremamundo Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniSturm and Pulp Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniL'accordo del diavolo Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniDelirio notturno Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniI rabdomanti Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniCeleste, il soldato, la storia Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniMemorie fluttuanti: Ritratti del Novecento Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniCarne Umana Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniPassioni e Farfalle Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniQuella terra è la mia terra: Istria memoria di un esodo Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniSarrasine Valutazione: 4 su 5 stelle4/5A solo Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniUna giornata dall'aria antica Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniLa verità di Elvira: Puccini e l'amore egoista Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniLe Date e la Memoria: 63 poesie e 1 aiku Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniPer non dirlo a nessuno Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniFrida Kahlo: Strappi, voli e bizzarrie. Una vita oltre Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniLeggende napoletane Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniBallata di eretici e marinai Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniLuna Punk Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniL'assurdo fine della realtà Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioni
Narrativa letteraria per voi
Tutti i racconti, le poesie e «Gordon Pym» Valutazione: 4 su 5 stelle4/5I grandi romanzi e i racconti Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniNanà Valutazione: 4 su 5 stelle4/5Le affinità elettive Valutazione: 4 su 5 stelle4/5Ulisse Valutazione: 4 su 5 stelle4/5Storia di una ninfa Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniDesiderio per te - romanticismo erotico: Storie di sesso da 18 anni di censimento italiano Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniLe undicimila verghe. Il manifesto dell'erotismo Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniRitratto dell'artista da giovane Valutazione: 4 su 5 stelle4/5I promessi sposi Valutazione: 4 su 5 stelle4/5L'idiota Valutazione: 4 su 5 stelle4/5I demoni Valutazione: 4 su 5 stelle4/5Facciamo sesso insieme - Storie di sesso: Storie-erotiche erotismo erotico uncensored italiano Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniAlla ricerca del tempo perduto Valutazione: 5 su 5 stelle5/5Madame Bovary e Tre racconti Valutazione: 4 su 5 stelle4/5Sette sfumature di eros Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniTutti i romanzi e i racconti Valutazione: 4 su 5 stelle4/5Suor Monika. Il romanzo proibito Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniIl pane sotto la neve Valutazione: 4 su 5 stelle4/5Storie di mare e avventura Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniIl nome della rosa di Umberto Eco (Analisi del libro): Analisi completa e sintesi dettagliata del lavoro Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniTutti i romanzi, le novelle e il teatro Valutazione: 5 su 5 stelle5/5I grandi romanzi Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniRacconti e novelle: ediz. con ventidue opere Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniUna stanza tutta per sé Valutazione: 4 su 5 stelle4/5La locandiera Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniI capolavori Valutazione: 4 su 5 stelle4/5Gamiani. Due notti di eccessi Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniRacconti dell'età del jazz Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniI Malavoglia Valutazione: 4 su 5 stelle4/5
Recensioni su Il Ritorno
0 valutazioni0 recensioni
Anteprima del libro
Il Ritorno - Ana Kramar
edizioni
Prefazione
Il ritorno... Quante volte nel corso del nostro vivere desideriamo, vorremmo tornare sui nostri passi, alle scelte fatte o a quelle non fatte, in luoghi antichi abbandonati e mai più rivisti o, se rivisti, non riconosciuti? Ana Kramar ha provato sulla sua pelle il dolore di chi deve andarsene via, il malessere del non ritorno e, forse, la delusione insita nel ritorno (sempre che esso possa avvenire). Un sentimento diffuso, che si spande sottile, (in)controllato, non voluto e pur necessario, intriso di disagio e nostalgia, ma anche calma. Ritorno come ricordo che si fa e sfa, sedimenta nel profondo, condiziona. Un’idea che dimora e staziona inquieta; un animale in gabbia cui un distratto guardiano può lasciare aperta la porta.
Il ritorno, un titolo semplice per un libro idealmente complesso, ma, nel contempo, di straordinario impatto emotivo. Ana Kramar un giorno ha lasciato la nativa Bosnia, laddove, nel cuore dell’Europa, ex Jugoslavia, si è consumata una stupida guerra, fatta di atroci episodi – come non ricordare la triste e trista vicenda di Srebrenica? Oltre ottomila esseri umani, ragazzi e adulti, massacrati e seppelliti senza nome in fosse comuni, un vero genocidio e crimine di guerra – e pulizia etnica (scrivesi pulizia, leggasi vergogna, in quanto una delle cose più sporche che abbiano mai colpito e travagliato l’umanità, la comune umanità che ci dovrebbe legare e non dividere).
Sono anche Storie migrabonde quelle di Ana: storie dimenticate e riportate a galla, di errabondi senza più patria né terra, ricollocatisi altrove, anime in cerca di ciò che fu e non sarà più. Perché anche il ritorno non restituirà il tolto: il maltolto da quell’aspra faccenda che è la realpolitik, dall’assuefazione all’iniquità, dall’ipocrisia sotterranea e dilagante, all’indifferenza che amalgama nel peggio. Quell’indifferenza che faceva, e ancora fa, così male alla coscienza del mondo, allorché nelle piazze dei mercati o alle file per procacciarsi il cibo piovevano bombe, e la mira d’infallibili cecchini appostati sulle alture circostanti mieteva vittime innocenti, civili con la sola colpa di amare, oltre che la propria città, un’idea di pacifica convivenza fra genti, qualsivoglia fosse la loro appartenenza, credo politico o religione. Chi non ricorda amaramente le finestre nere, vuote o rotte, di Sarajevo, ciechi occhi a scrutarci e a scrutare nell’abisso più fondo, e i tram bruciati, relitti nelle strade, lungo le quali si doveva correre allo scoperto e a zig-zag per scampare alla morte ottusa e improvvisa? Citiamo una breve, ma fulminante ed emblematica poesia di Izet Sarajlić, La fortuna alla maniera di Sarajevo: A Sarajevo/ in questa primavera 1992,/ tutto è possibile;/ fai la coda per comprare il pane/ e ti ritrovi al Servizio Traumatologia/ con una gamba amputata./ E dopo asserisci/ d’aver avuto anche fortuna".
Ciò nonostante, i racconti di Ana, che si svolgano nella sua martoriata terra d’origine o lontano da essa, protagonisti menti e cuori migrabondi, si dipanano con un filo di quietudine
, da non confondere con passività e supina rassegnazione. Semplicemente l’autrice nella sua maniera piana, e insieme piena e coinvolgente, ha elaborato (e quanto deve essere stato ciò non scevro di sofferenza...) ogni accaduto, autobiografico o storico, per restituirci una riflessione matura, per donarci volti perduti, per chiederci, dopo tanto silenzio da parte nostra (sottolineare
nostra), una partecipazione finalmente consapevole.
Non sono gridati i racconti di Ana, nemmeno il primo, L’ultimo ballo (non si ricerca alcun facile effetto splatter, né truculenza, e sarebbe stato oltremodo facile!), che si sviluppa nella città già martire: Tutte le notti sento il suono sordo del badile che cozza contro qualche pietra mentre scava nell’umida terra del parco in cui si seppelliscono i cadaveri senza le cerimonie o gli onori dovuti, senza canti funebri e senza lacrime. Mi unisco alla loro silenziosa preghiera e non riesco per lungo tempo a cancellare l’immagine di un mucchio di terra fresca che diventa velocemente una piccola altura, perché la sento respirare, sento come si mette in moto per ricoprire tutto in fretta. Sono periodi lungi che si susseguono, un ininterrotto monologo interiore, dove rivive tutto l’orrore, ma anche la pietà, la paura così come la voglia disperata di normalità, la tragedia, lo straniamento e il desiderio dell’intimità, degli affetti e dell’amore.
Sono poi gli occhi di un bambino ad accompagnarci nel racconto Nella lingua di tutte le madri e quelli di un emigrato, uno dei tanti vagabondi costretti fra frontiere e burocrazie, che non si danno pena della pena di chi sta in fila per il rinnovo del permesso di soggiorno, in Non uscire mai dalla fila, delicata riflessione su come l’amore non potrà mai essere bandito percorrendo imperscrutabili sentieri, ignoti all’arida Legge. L’incontro è sempre possibile, anche nell’ambito di una lunga, lenta e sfibrante colonna di persone che attendono un timbro, inchiostro per la palingenesi della speranza.
Un amico per Amir ci accompagna nei misteriosi meandri dell’amicizia, che s’afferma al di là di limiti temporali e convenzioni sociali, mentre Il popolo che ride si muove fra ironia e surrealtà, e la figura dell’uomo gigante, con la sua saggezza urlata, si scolpisce davvero nell’immaginario.
Il discorso proibito è un ritratto dall’interno, una sorta di gruppo di famiglia
... le solite chiacchiere fra bosniaci mentre sorseggiano lentamente il caffè turco e trascorrono le loro giornate parlando dei tempi di pace, quando c’era Tito... quasi uno spaccato antropologico coi modi della narrativa, lieve ed esaustivo.
La canzone è una delle più struggenti narrazioni contenute nel volume: dalla kafana, tipico bar dei Balcani, a una solitaria casa; il rapporto ancestrale e semi-morboso fra una madre e la figlia; una lettera, con l’annuncio e l’attesa di una partenza che risolverà guarendo l’incancrenito. Anche qui, per tornare a crescere, per essere, si dovrà lasciare qualcosa di sé e, può darsi, che il ritorno non sia nemmeno contemplato.
Si trascorre, quindi, dal curiosissimo spunto de Le stanze rosse a Il ritorno, che ha offerto il titolo alla raccolta, così esemplare nella descrizione di eventi piccoli e grandi, l’immane dramma della Storia e la conseguenza dell’esilio quasi sullo sfondo, i fantasmi che aleggiano nel quotidiano, spettri che parrebbero prendere corpo... Ma poi le tornarono in mente i due bicchierini, che aveva trovato sul tavolino di legno quel giorno. Aveva chiesto a tutti, ma nessuno sapeva chi avesse fatto visita a Mirko quel pomeriggio. Però la vecchia vicina, che a causa della sua età, molto avanzata soffriva di sclerosi e che perciò non era affidabile, disse ad Angela che le era sembrato di aver intravisto Goran. Non poteva prenderla sul serio, perché anche gli altri le assicurarono che Goran era morto in guerra. Angela non si dava pace, e continuava a rimuginare su chi avesse potuto passare da casa loro quel giorno.
Immaginiamo che dare alla stampa e licenziare al mondo questo libro sia costato non poco ad Ana, ci pare di indovinarne il gran subbuglio interiore. Catartico anche, con ogni probabilità, ma estremamente ricco per valore formale. Una visione diversa, ossia contro qualsiasi banalizzazione, di quei giorni e luoghi, dei loro postumi. Un’opera a puntate compatta e un mosaico di infinite tessere, sfaccettature e riflessi. Il ritorno ha un’importante qualità filosofica
e antiretorica e, soprattutto, è un libro che, aiutandoci a sapere e conoscere per quanto sia consentito alla nostra imperfetta natura e intelletto, ci rimane, inesorabilmente e felicemente, dentro.
Alberto Figliolia
L’ultimo ballo
Tanta è la gente che migra verso il Sud da sembrare un enorme stormo di uccelli. E tanti sono gli attimi di vita che scorrono sul nastro della memoria, da riempire un’intera pellicola: una madre sistema i capelli al figlio davanti a un portone, una bambina rincorre il fratello e gli passa la giacca che aveva dimenticato; si gioca una partita a scacchi fra amici, mentre la scacchiera emana un odore duraturo e indimenticabile di sudore umano; dei ragazzi si preparano per una partita di calcio; un taxi si ferma di colpo al richiamo di una ragazza che sta facendo tardi all’appuntamento col fidanzato; gente al volante suona il clacson al corteo degli sposi; due innamorati che si baciano a lungo sul tram; il profumo del gulasch della vicina assale i miei sensi, mentre sento il suono soffocato di un violino provenire dal fondo della via.
Tutto in qualche modo dilegua, come qualcosa di scivoloso che si lascia dietro una bava sottile e va verso l’ignoto.
Questo luogo ormai popolato da carcasse urbane ha perso ogni traccia di umanità; sono giorni che ci bombardano, quasi che loro non abbiano mai avuto una vita normale, o tempo per l’amore, per mangiare e ridere di gusto in compagnia, cantare e ballare, fare una carezza al proprio figlio mentre si prepara per la scuola, parlare con il vicino del raccolto rovinato da una grandinata improvvisa; tempo per quei momenti in cui si sta con la testa immersa sotto l’acqua tiepida della vasca, lasciando giocherellare le dita dei piedi al ritmo delle gocce che cadono dal rubinetto. Ma quanti sono? Non credo si tratti sempre delle stesse persone. Saranno svegli da due o tre giorni ormai. Magari sono strafatti, e riescono a resistere solo grazie alla danza dei bazooka, questa specie di allucinazione di massa...
Sento soltanto i suoni acuti. Le forme e i colori di un mondo che amavo lentamente si trasformano in un incubo e tutto sbiadisce, diventa bianco e nero, un film muto. Ma qui nessuno spiega nulla negli intervalli, nemmeno una didascalia o un avvertimento chiaro su quello che sta per succedere. È una di quelle storie in cui inspiegabilmente una cosa si ricollega all’altra senza interruzione.
Per ora, nessuna visione della cosa, solo i frammenti di una vita precedente. Ma più loro ci calpestano, più noi diventiamo tenaci, riprendiamo a respirare e a guardarci attorno, ci concentriamo e ci perdiamo nelle piccolezze. Sono quelle che contano quando uno cerca di tirare avanti sotto le bombe. Mi viene in mente la solita frase: Vivi ogni giorno della tua vita come se fosse l’ultimo
. Be’, qui non c’è bisogno che uno te la ripeta, perché ogni angolo della