La Battaglia delle Nazioni: Sentinum 295 a.C.
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La Battaglia delle Nazioni - Federico Uncini
Federico Uncini
La battaglia delle nazioni
Sentinum 295 a.C.
ISBN: 9791280990495
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Indice dei contenuti
PREFAZIONE
GLI EVENTI DELLA PRIMA E DELLA SECONDA GUERRA SANNITICA
MIRE ESPANSIONISTICHE DI ROMA E NUOVE TATTICHE MILITARI
LA PENETRAZIONE ROMANA NEL CENTRO ITALIA
ANALISI DEL RACCONTO DI TITO LIVIO
VIABILITÀ NEL III SEC. A.C.
PERCHÉ LA TESI DELLA SENTINO-UMBRA È PIÙ ATTENDIBILE
IL LUOGO DELLA BATTAGLIA IN UMBRIA
IL TERRITORIO MARCHIGIANO NEL IV SEC. A.C.
LE STRADE PER SENTINO
GLI INSEDIAMENTI SENONI NELL'APPENNINO CENTRALE
LA GENS SENTINATE
I TERRITORI DI SENTINO E ATTIDIO
L'AGRO SENTINATE
CIVITALBA
GLI SCAVI DI CIVITALBA
LA SCOPERTA DEI FREGI
RICERCHE, ANALISI E RISULTATI DELLE INDAGINI DI SUPERFICIE A CIVITALBA
L'AGRO ATTIDIATE
L'AGRO TUFICANO
IL TERRITORIO DI FABRIANO NEL IV SEC. A.C.
I PICENI A CONFINE CON I SENTINATI
L'ARRIVO DEI CONTINGENTI MILITARI NELL'AGRO SENTINATE
L’IPOTESI DELLE DUE CITTÀ CON LO STESSO NOME
L'ARRIVO NELL'AGRO SENTINATE DELLA LEGA ITALICA
LE LEGIONI ROMANE
PIANURE A SUD DELL'AGRO SENTINATE
PIANURE A NORD DI SASSOFERRATO
PERSONAGGI NELLA TERZA GUERRA SANNITICA
LE AZIONI DIPLOMATICHE ETRUSCO ROMANE
GLI ANNI PRIMA DELLA GUERRA A SENTINO
LA BATTAGLIA
FASI DELLA BATTAGLIA
I CADUTI IN BATTAGLIA
LE PIANURE A CONFRONTO
SCHEMI E CARATTERISTICHE DELLA LEGIONE ROMANA IN COMBATTIMENTO
L'ARCHEOLOGIA NELLE PIANURE IN ESAME
I TOPONIMI
LE CELEBRAZIONI DELLE VITTORIE ROMANE SUI GALLI
I FASTI CONSOLARI
DOPO SENTINO
LA CRONOLOGIA DOPO SENTINO (A.C.)
CITTÀ SOTTO LA SFERA DI ROMA
FOTO RIFERITE AL TERRITORIO DI SENTINO
BIBLIOGRAFIA
SITOGRAFIA
PREFAZIONE
Il luogo della battaglia di Sentino non è stato ancora identificato con certezza. Nel tempo sono pubblicate svariate ipotesi senza avere degli elementi sicuri comprovanti prove sui siti indagati. Ciò non toglie la grande importanza dell’evento che per la storia antica è stato un fatto decisivo che aprì le porte a Roma alla conquista del continente europeo. Questo volume sulla battaglia di Sentinum non pretende di essere esaustivo sull’argomento né ha la pretesa di essere un trattato storico. Il testo vuole essere una guida, storicamente valida, ad un approccio alla storia di Sentinum, partendo dalla famosa battaglia e stimolando il lettore a scoprire di più su questo sito archeologico e, di riflesso, sulla storia del territorio. Parliamo di un territorio che, a partire dalla preistoria, è sempre stato abitato, fino ai giorni nostri. La sua posizione geografica e strategica ne ha fatto lo scenario di moltissimi eventi storici sui quali si invita il lettore a indagare e approfondire. Ogni libro che si scrive non vuole, non può e non deve essere, il punto finale della ricerca e della conoscenza. Deve, piuttosto, essere una provocazione ad approfondire e conoscere di più. Questa guida storica si inquadra nella concezione esposta. Buona lettura!
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Federico Uncini
GLI EVENTI DELLA PRIMA E DELLA SECONDA GUERRA SANNITICA
N elle mire espansionistiche di Roma tra IV e III sec. a.C. vi era la volontà di ampliamento dei propri confini e al tempo stesso quella di indebolire la potenza dei nemici che le precludevano le vie verso l'Adriatico, sia al sud sia al centro della penisola Italiana.
Nel IV sec a.C. i Romani iniziarono la conquista dei territori dell’Italia centrale, conducendo operazioni militari contro gli Etruschi, i Sanniti, gli Umbri e i Galli Senoni. Le notizie relative agli eventi che precedettero la battaglia di Sentino (chiamata anche Prima guerra italica) dal 341 a.C. al 296 a.C. sono vaghe e confuse.
Tito Livio nel libro VII ci fornisce la ricostruzione dell’origine della guerra contro i Sanniti: "E da questo punto si dovrà trattare di guerre più importanti, sia per la potenza dei nemici con i quali si vennero alle mani, come per la grande distanza delle regioni e per la durata delle guerre stesse. E infatti in quell'anno (343 a.C.) si combatté contro i Sanniti, gente valida in armi e ricca di mezzi; alla guerra sannitica, che non fu risolutiva, tenne dietro quella con Pirro; a questa succedé il nemico cartaginese. Che imprese colossali! E quante volte si giunse quasi alla catastrofe, perché si conseguisse questa vastità di dominio che appena si sorregge! Alla guerra con i Sanniti, poi, i Romani, che erano legati con loro da amicizia e da alleanza, furono trascinati non da cause intrinseche ma da circostanze esteriori.
I Sanniti avevano attaccato di prepotenza i Sidicini, dei quali erano molto più potenti; le condizioni d’inferiorità costrinsero i Sidicini ad allearsi con i Campani, gente assai più ricca di mezzi. Questi ultimi però, afflosciati da una vita agiata, portarono aiuto più di nome che di fatto; sconfitti sui territori dei Sidicini dai Sanniti, assai più induriti nella vita militare, tutto il peso della guerra venne a riversarsi su loro: perché i Sanniti, non curandosi più dei Sidicini, mossero all'attacco della città dei loro confinanti, i Campani, dove contavano di avere, con una vittoria altrettanto facile, maggiore gloria e più ricca preda.
Occuparono perciò i Tifati, colli che dominano la città di Capua, valido presidio. Discesi poi nella pianura che si stende tra Capua e i Tifati, con l'esercito compatto, diedero di nuovo battaglia e sconfissero di nuovo gli avversari, costringendoli a rinchiudersi dentro le mura.
I Campani che avevano perduto il fior fiore della loro gioventù, non potendo sperare nell'aiuto di poli vicini, furono costretti a chiedere quello dei Romani". Nel 341 a.C. avvennero in Campania, nel cuore del Sannio, le battaglie decisive di Gauro e Saticula. I Romani vinsero, ma subito dopo rinnovarono il trattato con i Sanniti riconoscendo a questi il diritto di intervenire contro i Sidicini. In quel periodo la politica di Roma si mosse a sfavore dei Latini. Essi furono i più danneggiati dalla preponderanza Sannita e dalla perdita del controllo della Via Latina che passava per Teano. Ugualmente rapida fu la sottomissione dei Campani e dei Sidicini. Dal 340 a.C. al 338 a.C. i teatri d’operazione, secondo le fonti storiche, furono assai mobili. Una battaglia decisiva e molto aspra si svolse a Trifano, nel territorio di Minturnae (Minturno -LT), ai confini tra i territori occupati da Latini e Campani. A seguito della vittoria dei Romani furono fondate le colonie latine di Circeii, Nepi, Norba, Setia, Signia, Sutrium. Roma in quel periodo divenne la capitale del Lazio, raddoppiando il suo territorio rispetto agli inizi della guerra portandoli a circa 6000 km quadrati. Nel 329 a.C. fu fondata la colonia di Terracina e furono insediati diversi presidi militari sul lungo mare. Nel 326 a.C. i Romani stipularono un trattato con la colonia greca di Napoli a danno dei Sanniti. Le guerre che seguirono, comunemente note come seconda e terza guerra Sannitica (dal 326 a.C. al 304 a.C. e dal 298 a.C. al 290 a.C. ), furono in realtà un’unica lunga ed estenuante lotta per la supremazia dei Romani sui Sanniti. Esse furono combattute su fronti sempre più lontani da Roma, coinvolgendo interessi più vasti, tanto che l'ultima fase, la terza guerra Sannitica, assunse l'aspetto di una guerra Italica e tale fu sentita dagli antichi.
MIRE ESPANSIONISTICHE DI ROMA E NUOVE TATTICHE MILITARI
Secondo alcune fonti storiche nel 325 a.C. i Romani condussero una prima penetrazione nel territorio dei Vestini, a oriente del territorio Sannita. Da ciò si può presumere che già agli inizi la loro strategia comportasse quell'ampia manovra d’accerchiamento che, di fatto, fu poi attivata, portando Roma a stretto contatto con la realtà politica dell'Italia centro-orientale e meridionale. In realtà la seconda guerra Sannitica, dal punto di vista militare, fu decisa da una serie di combattimenti nel Sannio e nella regione occidentale del Lazio e della Campania, la cui conquista fu l'esito sostanziale del conflitto.
I Romani, dopo diverse operazioni che evidentemente non avevano comportato risultati consistenti, decisero di tentare l'avanzata nel cuore del Sannio: il loro obiettivo doveva essere una delle capitali dei Pentri: Boviano (IS). Questa manovra tattica condusse nel 321 a.C. al disastro delle Forche Caudine, quando l'esercito romano, forte di due legioni guidate da Spurio Postumio Albino e Tito Vetrurio Calvino, in marcia su Benevento sulla Via Appia, che conduceva a Capua, fu bloccato e sconfitto in una stretta gola nelle vicinanze di Caudium, antica città del Sannio. I romani dovettero arrendersi e sottostare a una pace onerosa, che non è certo se fu accettata o meno dal Senato.
L’esercito dovette in ogni modo passare sotto il giogo, le cosiddette " forche caudine".
La sconfitta di Caudio segnò l'inizio di una lunga tregua, durata fino al 316 a.C., che impose ai Romani di apportare all'esercito alcune modifiche importanti, come il raddoppio delle legioni da due a quattro e l'adozione di uno schieramento tattico più agile, adatto alla guerra sui terreni accidentati, consistente nella suddivisione della legione in trenta manipoli, che formarono da allora l'unità base della legione. Anche l'armamento fu rinnovato con l'adozione del pilum e dello scudo rettangolare, che rimarranno poi classici.
Nel 315 a.C. furono riprese le operazioni belliche con esito sfavorevole ai Romani; lo scontro più importante si ebbe a Lautulae, nei pressi di Terracina.
I Sanniti vinsero ancora e questa volta in campo aperto. Nel 314 a.C. fu fondata la colonia latina di Luceria (Lucera-Foggia), ai confini tra la Puglia e il Sannio. Tale colonia aveva lo scopo di permettere l'accerchiamento del territorio Sannita, già iniziato per via diplomatica attraverso alleanze con le tribù dei Marsi, dei Peligni, dei Marruncini, dei Frentani, che ridussero il margine di manovra alla coalizione Sannita. Nello stesso anno Fabio Rulliano ottenne una vittoria a Terracina.
L'entità di questo successo fu notevole poiché mostrò ai Sanniti la difficoltà di raggiungere un risultato finale e decisivo a causa della capacità di recupero dei Romani. Anche gli stessi Romani rimasero logorati dallo scontro e le lotte interne di quegli anni ne sono una dimostrazione.
Nello stesso periodo cominciarono a muoversi gli Etruschi con l'intento di contrastare il dominio romano presso i loro confini. Roma in ogni caso continuò nella sua politica d’occupazione di un territorio che riteneva d’assoluta importanza strategica ed economica.
Nel 312 a.C. fu occupata la valle del Liri e fondata la colonia d’ Interamna Lirenas (Latina). Nel 311 a.C. Fabio Rulliano eseguì una spedizione che portò per la prima volta i Romani a nord dei monti Cimini, consentendo loro di contenere la minaccia etrusca. Fu in questo periodo che iniziarono a costituirsi i grandi schieramenti e le alleanze sia di Roma sia dei Sanniti.
LA PENETRAZIONE ROMANA NEL CENTRO ITALIA
Nella seconda guerra sannitica la città di Camerino era alleata sostanzialmente con Roma, fornendo all’Urbe 600 combattenti. N el 310-309 a.C. fu stipulato un vero trattato d’alleanza tra Roma e la città umbra di Camers (Camerino), definito " Aequum Foedus", con cui le parti s’impegnavano ad un aiuto reciproco, soprattutto in caso di guerra, un accordo di alleanza con eguali condizioni. Tale privilegio fu concesso a pochissime città italiche, il che sta a testimoniare l’importanza dei Camerti agli occhi dei Romani. Settimio Severo lo rinnovò nel 210 a.C., con un valore ormai divenuto soltanto formale.
Nel 309 a.C. si ebbe l’alleanza di Roma con Otricoli. I primi documenti che accertano i contatti con Roma ci dicono che, alla fine del IV secolo a.C., le legioni di Marco Rutilio e Quinto Fabio Rulliano attraversarono la Selva Cimina e che, con la battaglia nella piana di Mevania (308 a.C.), Otricoli strinse un patto di alleanza con Roma. Nel 303 a.C. l'Italia centrale era controllata dai Romani con la fondazione delle colonie latine di Sora (Frosinone), Alba Fucense (Avezzano) e, poco dopo, nel 298 a.C. di Carsulae (S. Gemini), in territorio Equo.
Nel 299 a.C., con la disfatta di Nequinum e la fondazione della colonia di Narnia (Narni), si aprirono alla penetrazione romana le porte dell'Umbria e della Sabina.
Nel 298 a.C. Scipione Barbato compì