Reves
Di Otto
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Info su questo ebook
“Voi, spietati giudici, rigorosi guardiani della corretta prosa, sareste in grado di passare dall’altra parte del libro? Sapreste impadronirvi dell’attenzione di un lettore fino all’ultima pagina?” Solo i più ardimentosi hanno raccolto la sfida, e di essi solo Otto sono giunti alla meta.
Io mi sono limitato a pochi, marginali suggerimenti, talvolta accolti, talvolta no, e al confezionamento del prodotto.
Consegno ai lettori questo lavoro, fresco, immaturo, ingenuo e presuntuoso come ogni lavoro giovanile sa essere, perché possano capire quanto difficile e possibile sia il mestiere dello scrittore.
In ordine di comparizione questi i magnifici Otto:
Paolo Rossi, Silvia Porzani, Valentina Barbiani, Federica Paroli, Patrizia Storti, Sebastiano Fortugno, Andrea Brozzi, Gabriele Paroli.
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Anteprima del libro
Reves - Otto
Acquaroni
1 - Visione dopo il sermone, Van Gogh Il Trucco
di Paolo Rossi
Lui glielo aveva anche detto a quelli:
Siete sicuri? Non è che io conosca proprio bene la strada. Insomma, se si tratta di una consegna in zona, ok. Ma quel posto è lontano, se ci mandate un altro è meglio per me…
ma quelli no,
Guarda Bao che non abbiamo scelta: Silvio è in malattia, noi abbiamo già il nostro giro, Sveva è in maternità e rientra fra un mese, e la consegna va fatta entro le nove di questa sera. Se non rispettiamo l’ordine ci fanno un mazzo così.
Ma io non ci sono mai andato lì. Non ci so arrivare, e poi sono qui da quindici giorni, insomma, datemi il tempo di…
E dai Bao, non fare il difficile, c’è il navigatore, se hai paura di non capire lo imposti nella tua lingua. Sei cinese, vero? Dov’è il problema?
Vietnam del nord, per essere precisi.
Ma sì, Vietnam, Cina, quei posti lì, comunque non rompere e parti, queste sono le chiavi, e se ti perdi… fermati e chiedi
e giù risate.
Dopo tre ore di guida, il navigatore, impostato con la lingua vietnamita, era letteralmente impazzito. Bao era circa mezz’ora che non incontrava case o anima viva; solo alberi, alberi. Una foresta infinita. E del museo nessuna traccia.
Erano già le dieci e si era messo a nevicare di brutto.
Bao si fermò in una cascina diroccata, non voleva certo rischiare di finire fuori strada. Decise di passare lì la notte, poi, con la luce del giorno, avrebbe fatto chiarezza su come procedere.
Ma faceva un freddo cane. Pensava: Qui mi sa che crepo assiderato, porca vacca
. Decise allora di scaldarsi con la canna che aveva gelosamente nascosto nella tasca interna del giubbino.
Ah, questa sì che è vita.
Dopo due boccate vedeva già le cose in modo diverso, più colorato, positivo. Sì , ecco, domani mattina le cose andranno tutte a posto, me sono sicuro. Certo che se voglio arrivarci a domani mattina, bisogna che mi scaldi con qualcosa, perché mi sento già le chiappe ghiacciate.
Purtroppo, in quella gelida cascina non c’era proprio nulla da bruciare, l’unica cosa che avrebbe potuto usare… Ma sì, chissenefrega, non se ne accorgeranno neanche, uno più, uno meno, e poi che si fottano, io glielo avevo anche detto, e qui si tratta di vita o di morte.
Bao aprì il portellone del furgone, e dalla grossa cassa estrasse diversi quadri con belle cornici di legno. Chissà che bel fuoco caldo
pensò febbricitante. Aiutato dall’ottimismo della canna che aveva aspirato voluttuosamente in ogni suo aroma guardò con leggero disprezzo quei dipinti. Sono solo croste. Mio cugino, che ha dodici anni, saprebbe fare di meglio.
E con un gesto liberatorio, regalò alle fiamme la prima di quelle ignobili croste.
Visione dopo il sermone, Van Gogh
Ehi Bill, hai mai sentito parlare del Mago?
Mi prendi in giro Phil? Mi prendi in giro? Io ho visto quel diavolo bianco con lo sguardo di ghiaccio cinque anni fa, con questo mio occhio!
Bill, hai perso l’altro occhio solo l’anno scorso, forse volevi dire con questi occhi?
Allora sei proprio stupido Phil! Come posso dire con questi occhi quando uno dei due ha pensato bene di farsi un giro nel deserto insieme ai serpenti a sonagli?
Non puoi Bill, non puoi. Non sarebbe corretto. Non sarebbe giusto nei confronti dell’occhio che hai perso. Però cinque anni fa ne avevi due e di questo sono sicuro.
Hai ragione amico, scusa se ti ho dato dello stupido. Sono stato cattivo con te. Allora facciamo così: facciamo finta che non sia successo niente e ripartiamo da capo.
Grazie Bill, tu sì che sei un amico. Cosa volevo chiederti… Ah sì! Ehi Bill, hai mai sentito parlare del Mago?
Mi prendi in giro Phil? Mi prendi in giro? Io ho visto quel diavolo bianco dallo sguardo di ghiaccio, cinque anni fa, con questo mio occhio e con quello che ha deciso di farsi un giro nel deserto insieme ai serpenti a sonagli.
Stai scherzando Bill?
Potessi perdere l’occhio buono, Phil. Potessi perdere quest’altro dannatissimo occhio, io l’ho visto!
Dove l’hai visto, Bill?
Cheyenne, nello stato del Wyoming.
Ma noi ci troviamo a Cheyenne, stato del Wyoming. Bill vivi qui da vent’anni.
Non rovinarmi il racconto Phil!
Scusa Bill.
Mi trovavo a Cheyenne, stato del Wyoming. Mi stavo intrattenendo con una dolce signorina, in un saloon vicino alla stazione ferroviaria della Union Pacific. Era bionda, ricordo, e aveva due…
Sei il solito maiale Bill!
… orecchini di perla. Phil, per favore, lasciami andare avanti o giuro che ti tiro un pugno sul naso! Comunque ricordo che era bellissima.
Già, me lo ricordo anch’io Bill!
Ma tu non c’eri!
Scusa Bill, è il whisky che mi fa parlare.
Potrebbe farti tacere una buona volta! Comunque, mi trovavo in quel maledettissimo saloon, a farmi i fatti miei, quando sento degli spari. Corro alla finestra e chi vedo?
Il Mago!
No, la banda Del Gado, all’assalto del treno fermo in stazione.
La banda Del Gado? I predoni del West? Quelli che hanno depredato ogni città e ogni villaggio da Omaha a Sacramento?
Proprio loro. C’erano i più famosi: Tito, Rosco, Sonny e anche quel tipo con i baffoni che assomigliava ad un castoro. In più altre dieci o quindici persone armate fino ai denti. Delinquenti, banditi e uomini che non avevano nulla da perdere. Hanno circondato quel dannatissimo vagone e, mentre alcuni tenevano a bada i pochi uomini dello sceriffo che erano di guardia, gli altri portavano giù una grossa cassa dal treno. Ho visto tutto dalla finestra del saloon. Non ho mai scoperto il contenuto di quella cassa, ma, che Dio mi fulmini, se quei criminali avevano mosso le loro chiappe pelose, beh, quella cassa doveva contenere qualcosa che scottava più della pollastrella che era in mia compagnia.
Sicuro, quelli non si sono mai mossi per pochi spiccioli.
Esatto Phil, ma avevano fatto i conti senza l’oste. A proposito di oste… Oste! Un’altra bottiglia! Non vedi che sono tutte vuote quelle sul tavolo?
Vai avanti Bill!
Sei tu che mi interrompi! Proprio mentre quei figli di buona donna stavano uscendo dalla stazione, bam! Un colpo in mezzo agli occhi a quello che apriva la strada. Neanche il tempo di rendersene conto e bam! Giù un altro. Così altri dieci ne sono caduti. Dodici in tutto. Uno per ogni colpo contenuto in quei due revolver che quel diavolo portava sempre con sé. Due Colt Single Action Army, almeno così hanno sempre detto tutti. Dodici colpi andati a segno senza che nessuno di quei pidocchi potesse capire da che parte provenissero. La cassa era a terra e quelli tremavano come foglie, ti dico. In quel momento, il Mago, decise di fare la sua apparizione. Sbucò da dietro un edificio. Altri tre colpi disarmarono Tito, Rosco e Sonny. Tre colpi precisi alle mani, ti dico! Mai visto niente di simile! L’uomo castoro se l’era già data a gambe. I quattro tenori riuscirono a raggiungere i cavalli e a fuggire, ma un loro complice, un tipo che sembrava un ragazzino, iniziò a correre verso il centro della città. Il Mago lo inseguì.
E…?
E puoi giurarci Phil, io seguii loro.
Ma Bill! La bionda?
La bionda è rimasta lì Phil! Quanto sei stupido!
Mark mi manchi e questo ciondolo è l’unica cosa ce mi lega a te. Troppo tempo è trascorso da quando te ne sei andato ed è stata dura non averti accanto. Eri l’unica persona che riusciva a farmi ridere in questa triste città. Le nostre passeggiate, gli incontri dietro il fienile, il nostro primo e unico bacio, sono ricordi che porterò sempre nel mio cuore. Ricordo ancora la prima volta che ti vidi. Stavi tirando sassi in un secchio arrugginito. Io, intimidita dalla tua presenza, mi bloccai e tu, come se ci conoscessimo da una vita, mi facesti un sorriso, quello più bello e sincero che avessi mai visto. Da allora non ci siamo più separati. Quella era la nostra forza: essere sempre insieme. Tu, però, hai sempre voluto di più per noi e questo tuo desiderio ti ha accecato. Avremmo potuto avere tutto, con pazienza e sacrificio, ma tu lo volevi subito e ti sei aggregato a quella banda di criminali per quella stupida rapina al treno. Vedrai, con la mia parte del bottino riusciremo a costruirci la nostra casa lontano da qui.
Queste le parole che mi dicesti la sera prima di quel terribile giorno, l’ultima volta che ti abbracciai. Sei stato uno stupido Mark, ma mi manchi comunque terribilmente.
Li hai seguiti Bill? Li hai seguiti?
Puoi giurarci Phil. Te lo giuro su quella brava donna di mia madre. Non potevo certo perdermi lo spettacolo del grande pistolero all’opera! Avevo sentito qualche racconto da Johnny il guercio e da Robert lo storpio, ma non avevo mai visto il Mago all’opera e non volevo farmi sfuggire l’occasione. Quindi uscii dalla locanda e iniziai a correre, per star dietro a quei due che filavano come cavalli imbizzarriti.
Poi, l’ha preso?
Un po’ di pazienza Phil. Non posso passare subito al finale.
Scusa Bill.
Il ragazzo si fermò in prossimità della chiesa dove la strada iniziava a stringersi. Messo alle strette, si voltò verso il suo inseguitore. Anche il Mago si fermò. Aveva capito che voleva…
Sfidarlo a duello! Mio Dio, è un pazzo!
Phil non interrompere. Comunque sì, voleva sfidarlo a duello e il Mago l’aveva capito. Non una parola, non un cenno, ma solo sguardi fissi e mano pronta a scattare verso il fodero.
Che fegato quel ragazzino!
Puoi dirlo Phil. Ad ogni modo io ero lì, a pochi metri da loro, ad osservare la scena come uno dei tanti passanti. Quegli occhi… se ancora ci penso mi vengono i brividi. Gli sguardi sono il linguaggio dei grandi pistoleri, ricordatelo Phil. Passarono istanti lunghi intere vite, ma poi, con un movimento da maestro, il ragazzino prese la pistola. Sapeva come trattare un’arma, non c’è che dire: braccio lesto, presa salda, da vero professionista Ma con il Mago non si scherza. Quel diavolo riuscì ad estrarre la Colt prima del suo avversario e… bam!
Morto?
No, non colpì lui, ma la sua pistola. Un colpo preciso e tac, quel pezzo di ferro volò pochi metri più indietro. Il ragazzino cercò disperatamente di recuperare la sua arma, ma il Mago si era già avventato su di lui e l’aveva atterrato. Il tempo di un battito di ciglia e l’unica persona che aveva osato sfidare la Leggenda si ritrovò con la canna di un revolver puntata alla fronte.
L’ha ucciso davanti ad una chiesa?
Quanto sei stupido! Se il Mago avesse voluto ucciderlo avrebbe potuto farlo davanti alla stazione oppure durante il duello. Invece no, non l’ha fatto. E sai perché? Perché il Mago non ha mai ucciso degli innocenti. Quello con la banda Del Gado doveva essere un conto aperto da molto tempo, ma quel ragazzino… voleva solo dargli una lezione, ecco tutto.
Quell’uomo è veramente una leggenda.
Non è finita qui Phil. Ti ho detto che quei due si trovavano davanti ad una chiesa. Beh, subito dopo gli spari, tutti coloro che si trovavano lì per il sermone uscirono per vedere cosa stava accadendo. Il Mago stava ancora puntando la sua arma verso il giovane, quando, da un gruppo di donne, sbucò una ragazza vestita di nero e con il copricapo bianco. Una bellezza rara, ma non come quella del saloon. Quella era la tipica ragazza che un brav’uomo dovrebbe sposare. Lo ricordo ancora come se fosse ieri. L’urlo che uscì dalla gola di quella giovane donna era la voce della disperazione. Un solo nome che mi rimbalza ancora nella testa: Mark.
Il Mago si chiama Mark?
"No, idiota, il ragazzo si chiamava Mark. Immagino ci fosse del tenero trai due, è l’unica soluzione che sono riuscito a darmi, fatto