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Il laboratorio degli orrori
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E-book115 pagine1 ora

Il laboratorio degli orrori

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Info su questo ebook

ROMANZO BREVE (72 pagine) - ZOMBIE - Anche quando la morte cammina per le strade, il vero orrore riesce sempre a nascondersi nei posti meno sospetti...

All'inizio è un'alba come tante altre, prima che il sangue cominci a tingerla un po' troppo di rosso. Quando i morti si rialzano e invadono le strade, Lucas è costretto a fare i conti con una realtà spietata e terrificante, che mette a dura prova la sua razionalità. Si ritrova ben presto a dover guidare un gruppetto di superstiti in fuga, che come lui possono affidarsi soltanto al proprio fiato e alla speranza di lasciare la città. Lottando con tutte le forze per non essere divorati da un mondo terribilmente affamato, Lucas e gli altri scopriranno che in realtà il vero orrore non è quello che digrigna i denti alle loro spalle, ma quello che si nasconde in un laboratorio ben più spaventoso del mondo degli zombie...

Davide De Boni, vicentino, classe '93, studia Medicina e Chirurgia a Padova. Due suoi racconti si sono intrufolati nella rosa dei semifinalisti del "Premio Campiello Giovani" nelle edizioni 2011 e 2012. Da sempre appassionato di lettura e scrittura, lotta quotidianamente contro il tempo per conciliare queste attività con gli impegni di studio. Nel 2015 ha pubblicato con Delos Digital "La danza dei morti" (collana "Chew-9") ed è riuscito a fare capolino nella rivista "Robot" con il racconto "Fantasmi dal passato" (contest "I vagoni di Trainville").
LinguaItaliano
Data di uscita1 mar 2016
ISBN9788865306086
Il laboratorio degli orrori

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    Anteprima del libro

    Il laboratorio degli orrori - Davide De Boni

    Davide De Boni

    Il laboratorio degli orrori

    Romanzo breve

    Prima edizione marzo 2016

    ISBN 9788865306086

    © 2016 Davide De Boni

    Edizione ebook © 2016 Delos Digital srl

    Piazza Bonomelli 6/6 20139 Milano

    Versione: 1.0

    TUTTI I DIRITTI RISERVATI

    Sono vietate la copia e la diffusione non autorizzate.

    Informazioni sulla politica di Delos Books contro la pirateria

    Indice

    Il libro

    L'autore

    Il laboratorio degli orrori

    Capitolo 1

    Capitolo 2

    Capitolo 3

    Capitolo 4

    Capitolo 5

    Capitolo 6

    Capitolo 7

    Capitolo 8

    Capitolo 9

    Capitolo 10

    Capitolo 11

    Capitolo 12

    Capitolo 13

    Capitolo 14

    Capitolo 15

    Capitolo 16

    Capitolo 17

    Capitolo 18

    Delos Digital e il DRM

    In questa collana

    Tutti gli ebook Bus Stop

    Il libro

    Anche quando la morte cammina per le strade, il vero orrore riesce sempre a nascondersi nei posti meno sospetti…

    All’inizio è un’alba come tante altre, prima che il sangue cominci a tingerla un po’ troppo di rosso. Quando i morti si rialzano e invadono le strade, Lucas è costretto a fare i conti con una realtà spietata e terrificante, che mette a dura prova la sua razionalità. Si ritrova ben presto a dover guidare un gruppetto di superstiti in fuga, che come lui possono affidarsi soltanto al proprio fiato e alla speranza di lasciare la città. Lottando con tutte le forze per non essere divorati da un mondo terribilmente affamato, Lucas e gli altri scopriranno che in realtà il vero orrore non è quello che digrigna i denti alle loro spalle, ma quello che si nasconde in un laboratorio ben più spaventoso del mondo degli zombie…

    L'autore

    Davide De Boni, vicentino, classe ’93, studia Medicina e Chirurgia a Padova. Due suoi racconti si sono intrufolati nella rosa dei semifinalisti del Premio Campiello Giovani nelle edizioni 2011 e 2012. Da sempre appassionato di lettura e scrittura, lotta quotidianamente contro il tempo per conciliare queste attività con gli impegni di studio. Nel 2015 ha pubblicato con Delos Digital La danza dei morti (collana Chew-9) ed è riuscito a fare capolino nella rivista Robot con il racconto Fantasmi dal passato (contest I vagoni di Trainville).

    Dello stesso autore

    Davide De Boni, La danza dei morti Chew-9 ISBN: 9788867758449

    1

    Entrò fischiettando, stampandosi un sorriso leggero sulla faccia.

    Gli odori della pasticceria erano caldi e seducenti. Lasciavano nelle narici un gradevole retrogusto di genuinità al quale era piacevole abbandonarsi, di prima mattina. Addolcivano la consapevolezza che un altro giorno di lavoro stava per cominciare.

    Smise di fischiettare e si guardò intorno. Era la prima volta che metteva piede in quella pasticceria, ma percepì comunque un vago tono familiare nell’ambiente. Una saletta piccola ma confortevole, con una manciata di tavoli rischiarati da un’ampia vetrata affacciata sulla strada. L’alba tinteggiava di rosso tenue le pareti, accentuando il senso di tepore che avvertiva sulla pelle.

    C’erano due ragazze sedute a un tavolo. Una bionda e una mora, gambe chilometriche accavallate, minigonne cortissime. La bionda aveva un tatuaggio sulla coscia destra, una specie di drago che iniziava un po’ sopra il ginocchio e scompariva sotto la minigonna. Lucas pensò che ci si sarebbe infilato volentieri anche lui, là sotto: sembrava un posto accogliente.

    – Due di quelle, per piacere – ordinò, e non si riferiva alle belle ragazze sedute a quel tavolo, ma alle brioche esposte sul bancone, che avevano l’aria di essere appena state sfornate.

    Ricevette una busta di carta con il logo della pasticceria. Le brioche all’interno erano ancora tiepide. Consegnò in cambio un paio di monete e fece dietrofront, avviandosi verso la porta.

    Incrociò un uomo che stava varcando la soglia, un giovane prete, a giudicare dall’aspetto affettato, dall’abbigliamento sobrio e dalla vistosa croce d’oro appesa al collo. I loro sguardi non si incontrarono e ciascuno dei due procedette sulla propria strada senza rallentare.

    Assaporò ancora per un istante l’immagine delle due ragazze con le minigonne corte (troppo corte, tanto corte da risucchiare il fiato fuori dai polmoni) e uscì all’aria aperta, abbandonando dietro di sé quel piccolo ritaglio di tranquillità per immettersi su un marciapiede che costeggiava un’arteria stradale poco trafficata.

    Ricominciò a fischiettare dal punto esatto in cui aveva interrotto. La promessa dell’orizzonte era quella di una buona giornata. C’era da augurarsi che non deludesse le aspettative.

    S’incamminò di gran carriera, facendo ondeggiare nella destra il sacchetto di carta con le brioche acquistate. Una era per lui, naturalmente. L’altra era destinata a Noemi, la sventola dell’ufficio contabile di fianco all’officina. Era da un pezzo che se la lavorava, e ormai riteneva di essere giunto ragionevolmente vicino alla realizzazione del sogno di portarla nel proprio appartamento, anche soltanto per una notte. Quella brioche sarebbe servita a perorare la sua nobile causa.

    Lavorare all’officina non era il massimo, ma in fin dei conti i suoi vantaggi li aveva. E poter spiare la finestra dell’ufficio di Noemi durante le pause, in modo da raccogliere qualche inquadratura sulla quale fantasticare fino alla fine del turno, non era l’unico.

    L’esperienza sul campo gli aveva permesso di sviluppare alcune abilità piuttosto utili. Era capace, per esempio, di aprire lo sportello di un’auto e avviarne il motore in quarantasette secondi esatti, senza bisogno di chiavi. Questo gli aveva consentito di arrotondare lo stipendio in più di un’occasione, bazzicando qualche parcheggio e puntando delle signorine niente male, di quelle con la cilindrata abbondante.

    Di solito rivendeva il bottino di guerra a un paio di Jackie Chan che gestivano un grosso giro di veicoli dall’altra parte della città. Oltre che ricettatori di auto rubate, i due Jackie Chan ai quali si rivolgeva erano anche ottimi prestigiatori: lo pagavano bene, infilavano la macchina nel proprio garage e in un paio d’ore la facevano scomparire definitivamente.

    Un altro frutto colto dal suo lavoro in officina era il fisico atletico che aveva sviluppato: giocava a suo favore, quando si trattava di corteggiare una bella ragazza, e anche con Noemi pareva sortire un certo effetto.

    Con il suo ego ben trincerato dietro questi pensieri, Lucas fece per attraversare la strada, quando si accorse di un uomo piegato in due sull’altro versante. Doveva essere un operaio, se ci si voleva affidare a una rapida valutazione dell’abbigliamento. Forse diretto verso qualche cantiere edile nelle vicinanze. Sembrava star male sul serio.

    Superò il profilo di un’auto parcheggiata e scorse un’altra persona distesa sul ciglio della strada, accanto al poveretto che si teneva la pancia come per evitare che le budella gli cascassero di fuori.

    Un tizio con indosso un camice bianco e un paio di stupidi occhialetti senza montatura si avvicinò di corsa. Probabilmente era un medico in pausa diretto verso il bar più vicino, considerò Lucas: l’ospedale si trovava a due passi da lì, e non era raro vederne girare qualcuno, a qualsiasi ora del giorno. Sembrava che fosse una costante, per loro, quella di gironzolare con il camice addosso. Quasi a voler rimarcare la propria

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