La nostra prima vera estate
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Un libro per tutti, da annoverare nella migliore tradizione del genere che negli anni ’60 era denominato “narrativa per ragazzi”. Ma anche una ventata di astratto ottimismo, del tipo di quelli che lasciano il dolore nelle stanze buie della realtà, collocando la bellezza e il piacere nei giardini luminosi del sogno.
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Anteprima del libro
La nostra prima vera estate - Riccardo Bassi
Riccardo Bassi
La nostra prima vera estate
© 2016 – Gilgamesh Edizioni
Via Giosuè Carducci, 37 - 46041 Asola (MN)
gilgameshedizioni@gmail.com - www.gilgameshedizioni.com
Tel. 0376/1586414
ISBN 978-88-6867-204-1
È vietata la riproduzione non autorizzata.
In copertina: Progetto di copertina di Srimalie Bassani
Riccardo Bassi Official
https://www.facebook.com/RiccardoBassiOfficial/
Questo romanzo è un’opera di fantasia. Qualsiasi riferimento a fatti, luoghi o persone reali è puramente casuale.
© Tutti i diritti riservati.
ISBN: 978-88-6867-204-1
Questo libro è stato realizzato con StreetLib Write (http://write.streetlib.com).
Indice
Viaggio introduttivo
di Luca Bonaffini
Attenzione: prima di partire per questo viaggio, attenersi rigorosamente alle istruzioni
di Francesco Salvi
PARTE PRIMA Viaggiando s’impara
A come amicizia
B come Bellezza
C come Coraggio
D come Desiderio
E come Empatia
F come Fisicità
PARTE SECONDA Viaggiando con la musica
G come gioventù
H come hotel
I come Immaginazione
L come luminosità
M come Musica
N come novità
PARTE TERZA Viaggiando per ritornare
O come Originalità
P come Potenza
R come Ricordi
S come Solidità
V come Viaggio
Ringraziamenti
ANUNNAKI
Narrativa
57
La nostra prima vera estate racconta di infatuazioni fatali, figure classiche e situazioni anomale, a cavallo tra realtà quasi impossibili e fantasie pressoché realizzabili, che trascinano il lettore dentro un romanzo che è quasi un giallo, pronto però a convertirsi in rosa, colore ormai assegnato al genere narrativo di questo scrittore, parliamo di Riccardo Bassi, decisamente romantico.
Un libro per tutti, da annoverare nella migliore tradizione del genere che negli anni ’60 era denominato narrativa per ragazzi
. Ma anche una ventata di astratto ottimismo, del tipo di quelli che lasciano il dolore nelle stanze buie della realtà, collocando la bellezza e il piacere nei giardini luminosi del sogno.
Riccardo Bassi nasce a Milano nel 1974. Fin da piccolo si dedica a diverse attività sportive e a sei anni inizia a giocare a calcio. Nel 1997 diventa allenatore con Patentino UEFA B e per diversi mandati ricopre anche la carica di consigliere AIAC (Associazione Italiana Allenatori Calcio) di Milano. È referente partnership Scuola Calcio Milan Pantigliate Calcio 1977, nonché coordinatore della squadra di calcio O-Team del comico Flavio Oreglio.
Ama la montagna e pratica sia lo sci che l’alpinismo (in gioventù ha anche raggiunto con successo la vetta del Monte Bianco).
Nel 2014 ha pubblicato il romanzo La mia seconda manche.
Il viaggio, è come una splendida giornata d’estate,
dall’alba al tramonto,
un infinito susseguirsi di emozioni,
colori e profumi,
Il rosso e caldo sole apre il cuore
per sognare e viaggiare verso nuovi orizzonti.
Riccardo Bassi
A Silvia
e al nostro nuovo fantastico viaggio
partito dalla Lobbia Alta
grazie a un gruppo di amici speciali
Viaggio introduttivo
di Luca Bonaffini
Appena mi passa per le mani un’opera di Bassi, mi si gela il sangue.
I pochi capelli restanti si dipanano, le gambe accusano cedimenti e il morale scende a terra.
Anzi, sotto il livello del mare. Perché? Vi domanderete voi.
Cosa cela di così terrificante la penna (o il mouse) di un giovane scrittore della Bassa milanese?
Bene. La risposta esatta, dopo mesi di studi e di incontri col mio psicanalista, finalmente ce l’ho.
Nel libro d’esordio, l’orribile Bassi mi costrinse a leggere una storia che parlava di almeno un paio di cose che non avevo mai potuto sopportare: lo sport e l’altitudine (ricordate La mia seconda manche con i supereroi della neve? Non l’avete ancora letto? Compratelo, per favore, non lasciatemi solo!).
A distanza di un anno rieccolo qua, dotato di nuove mostruosità destinate ad alloggiare nei miei incubi fino al prossimo romanzo che, sono certo, non tarderà a consacrare questa trilogia del terrore.
Le mie paure più profonde e ancestrali, ritrovano la loro ragion d’essere nel tema portante della prima vera estate
di Gabriel Longoni, personaggio immaginato dall’autore, e dei suoi improbabili compagni di merende.
Il tema inteso da me come horror è quello del viaggio. Io, che odio viaggiare e amo starmene seduto davanti alla televisione a guardarmi i programmi di Giletti e di Del Debbio, rilassandomi con manciate di cioccolatini al latte… Invece eccomi qua, all’insegna di un nomadismo letterario improvvisato.
Racconta, il nostro Bassi, la metafora del viaggio della vita e l’importanza dei viaggi nella vita per far sì che un gruppo di adolescenti scappati di casa
(come lui stesso li definisce nel racconto) diventi adulto, passando attraverso un percorso a ostacoli chiamato gioventù.
Infatuazioni fatali, figure classiche e situazioni anomale, a cavallo tra realtà quasi impossibili e fantasie pressoché realizzabili, trascinano il lettore dentro una sorta di giallo che, tutto sommato, si converte nel solito rosa, colore ormai assegnato al genere narrativo di questo scrittore decisamente romantico.
Un libro per tutti, da annoverare nella migliore tradizione di quella che, negli anni Sessanta, chiamavano narrativa per ragazzi
.
Ma anche una ventata di astratto ottimismo che, come nelle favole, lascia il dolore nelle stanze buie della realtà, collocando la bellezza e il piacere nei giardini luminosi del sogno.
Bassi, sognatore dei miei stivali (anzi, dei miei Moon Boot), me l’hai fatta anche questa volta!
E, senza accorgervene, vedrete che – nel giro di qualche pagina – inizierete anche voi a viaggiare insieme a noi.
Preparate la valigia, lettori disillusi.
Perché dietro la superficie di un viaggio apparentemente scontato, qualche volta si nascondono centinaia, se non addirittura migliaia, di viaggi.
E soprattutto, quello più importante: quello alla ricerca della nostra prima vera estate
che, nonostante sia solo una delle stagioni, le rappresenta tutte e quattro.
Luca Bonaffini
(Presidente Onorario dell’Associazione Internazionale Anti-Viaggio)
Attenzione: prima di partire per questo viaggio, attenersi rigorosamente alle istruzioni
di Francesco Salvi
Il Bassi è forte.
E non solo di alito.
Ha scritto una bella storia di gente che cresce, di uomini di domani – nel caso degli uomini: per le ragazze si dovrà attendere l'esito del rapporto arbitrale.
Il racconto è fresco, perciò adattissimo all'incipiente periodo estivo (il periodo estivo è sempre incipiente così come l'inverno, ma col vantaggio che si va in giro più leggeri).
La musica fa da colonna sonora a questo viaggio di crescita, altrimenti la colonna non sarebbe sonora ma di marmo, appesantendo il racconto.
È una storia d'amore e di amicizia, di scoperta del mondo, di molte illusioni e qualche delusione in attesa che il rapporto si inverta.
Ogni capitolo inizia col deejay che ti sveglia la mattina con le canzoni del periodo e subito capisci dove ti trovi e in che periodo (niente rompe le palle come il deejay che ti sveglia) e da lì si snoda fino al capitolo dopo (tranne l'ultimo perché poi finisce) tra dialoghi veloci e amori in corso.
È un bel libro, lò
letto in autostrada durante i sorpassi. E se non ha fatto male a me, a voi farà solo bene.
PARTE PRIMA Viaggiando s’impara
A come amicizia
Buon giorno ragazze, buon giorno ragazzi. La riconoscete questa voce?
È il vostro DJ che vi parla.
Quello della mattina, quello del pomeriggio, quello della sera e, ovviamente, quello della notte…
Sì. Quel DJ…
Quello che ti fa ascoltare la canzone che ti ha fatto innamorare…
Quello di 103.5 SDM… La tua radio…
Quella che ti accompagnerà in questo breve ma intenso viaggio…
Erano le sette del mattino quando il nostro
DJ, con la sua voce perfetta e dolce, mi svegliò come tutti i giorni.
Mentre parlava, in sottofondo, risuonavano le ultime note della splendida musica notturna che ci avrebbe traghettati al weekend e, soprattutto, al mitico sabato sera.
Come prima cosa abbassai il volume (quasi completamente) fino ad appoggiare il pensiero sul silenzio di tantissimi anni prima, quando, una bella mattina, decisi di alzarmi in piedi e iniziare a camminare con le mie gambe.
Da quel giorno ebbe inizio il mio stupendo viaggio nella vita alla ricerca della libertà.
Dentro e fuori, con tutti i mezzi possibili e immaginabili.
Tormentato dalla quasi banale domanda che da sempre affligge l’umanità sul significato della vita, addobbato con zaini reali e metaforici, mi lanciai sulla strada.
Libri, film e canzoni hanno provato a raccontare l’insonne viaggio dell’uomo alla ricerca della libertà. Ma ognuno di noi, ogni essere esistente ebbro di identità, vaga nel tempo smarrendo la bussola e la carta geografica.
Il mio primo viaggio, durante l’adolescenza, fu con quelli della compagnia
, altrimenti chiamata seconda famiglia
. Ovvero i miei amici.
Forse fu proprio da allora che iniziai a capire l’importanza dell’amicizia e la voglia di vivere libero e felice.
Quel giovedì di marzo si presentò come una tipica giornata scolastica in odore di inquietanti interrogazioni e di un compito in classe di matematica!
Dopo aver fatto una doccia veloce mi vestii al volo, azzannai una brioche e urlai: «Ciao mamma, vado a scuola e dopo vado a studiare da Rudy. Poi vado a calcio. Ci vediamo stasera!».
Presi la cartella, indossai gli auricolari e via.
Il mondo fuori era escluso mentre la musica era la colonna sonora della mia giornata.
«Gabriel, finito l’allenamento non stare a parlare con i tuoi amici, se no arrivi che è praticamente notte!»
Mia mamma, eternamente fibrillata, ci teneva a organizzare ogni minimo particolare della mia vita, dai calzini puliti alla cura della Zanza, ovvero la disordinata kermesse di capelli che litigava sulla mia testa prima di andare dal barbiere.
Una volta uscito dal portone, mi misi a correre per prendere in tempo il pullman che mi avrebbe portato, come tutti i santi giorni, a Milano.
Anche quel dì, l’autobus delle sette e quaranta era pieno;