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L'albergo stregato
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E-book230 pagine3 ore

L'albergo stregato

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Info su questo ebook

Traduzione di Umberto Ledda
Edizione integrale

Inafferrabili misteri e inganni criminali, nobiltà di natali e viltà d’animo, simulazioni e dissimulazioni, suspense e colpi di scena: pubblicato a puntate dal giugno al novembre del 1878, questo breve romanzo di fantasmi, che allo stesso tempo prefigura molti caratteri del giallo moderno, è l’ennesima prova dell’abilità compositiva di Wilkie Collins. Anche qui, come nel capolavoro La donna in bianco, è una dama in difficoltà a dare l’avvio alla vicenda. «Vorrei sapere, se non vi dispiace, se corro il pericolo di impazzire». Con queste parole perturbanti una misteriosa Contessa si presenta alla porta dello stimato dottor Wybrow, londinese. Quale evento mette a rischio la sua salute? «Il primo fatto, signore, è che sono vedova», dice la sconosciuta. «Il secondo fatto è che presto mi sposerò di nuovo». L’intricata storia di questa signora dal fascino ambiguo si svolge per la maggior parte a Venezia, dove sorge l’albergo del titolo: un antico palazzo ristrutturato, le cui stanze (e in particolare la n. 14) sono state testimoni di azioni nefande. Ancora una volta, la minaccia del presente giungerà da un oscuro passato, perché il sangue chiama il sangue…
Wilkie Collins
(1824-1889), figlio di un pittore paesaggista, studiò Legge senza mai praticare la professione, attingendo alle conoscenze del crimine maturate per le sue opere. La fortuna arrivò dopo l’incontro con Dickens, che pubblicò gli scritti di Collins sulle sue riviste, inaugurando un rapporto di lavoro e di amicizia che durò dieci anni. Fu un autore molto prolifico, scrisse venticinque romanzi, più di cinquanta racconti e numerose opere teatrali. Di Wilkie Collins la Newton Compton ha pubblicato La donna in bianco, Senza nome e L'albergo stregato.
LinguaItaliano
Data di uscita7 apr 2016
ISBN9788854192256
L'albergo stregato
Autore

Wilkie Collins

Wilkie Collins, hijo del paisajista William Collins, nació en Londres en 1824. Fue aprendiz en una compañía de comercio de té, estudió Derecho, hizo sus pinitos como pintor y actor, y antes de conocer a Charles Dickens en 1851, había publicado ya una biografía de su padre, Memoirs of the Life of William Collins, Esq., R. A. (1848), una novela histórica, Antonina (1850), y un libro de viajes, Rambles Beyond Railways (1851). Pero el encuentro con Dickens fue decisivo para la trayectoria literaria de ambos. Basil (ALBA CLÁSICA núm. VI; ALBA MÍNUS núm.) inició en 1852 una serie de novelas «sensacionales», llenas de misterio y violencia pero siempre dentro de un entorno de clase media, que, con su técnica brillante y su compleja estructura, sentaron las bases del moderno relato detectivesco y obtuvieron en seguida una gran repercusión: La dama de blanco (1860), Armadale (1862) o La Piedra Lunar (1868) fueron tan aplaudidas como imitadas. Sin nombre (1862; ALBA CLÁSICA núm. XVII; ALBA CLÁSICA MAIOR núm. XI) y Marido y mujer (1870; ALBA CLÁSICA MAIOR núm. XVI; ALBA MÍNUS núm.), también de este período, están escritas sin embargo con otras pautas, y sus heroínas son mujeres dramáticamente condicionadas por una arbitraria, aunque real, situación legal. En la década de 1870, Collins ensayó temas y formas nuevos: La pobre señorita Finch (1871-1872; ALBA CLÁSICA núm. XXVI; ALBA MÍNUS núm 5.) es un buen ejemplo de esta época. El novelista murió en Londres en 1889, después de una larga carrera de éxitos.

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    L'albergo stregato - Wilkie Collins

    553

    Titolo originale: The Haunted Hotel

    Traduzione di Umberto Ledda

    Prima edizione ebook: aprile 2016

    © 2016 Newton Compton editori s.r.l.

    Roma, Casella postale 6214

    ISBN 978-88-541-9225-6

    www.newtoncompton.com

    Edizione digitale a cura di Librofficina

    Realizzazione: Paola Hage Chahine

    Progetto grafico: Sebastiano Barcaroli

    Immagine di copertina: © Mikel Casal

    Wilkie Collins

    L’albergo stregato

    Un mistero della moderna Venezia

    Edizione integrale

    Nota biobibliografica

    CRONOLOGIA DELLA VITA E DELLE OPERE

    1824. William Collins, conosciuto come Wilkie, nasce l’8 gennaio a Londra. È il primogenito di William Collins, famoso paesaggista e ritrattista dell’epoca.

    1836-38. Segue la famiglia prima in Francia, poi in Italia.

    1841. Interrompe gli studi e decide di entrare nel mondo del commercio del tè, accorgendosi presto di non essere portato per gli affari. Durante quest’esperienza intraprende i primi esperimenti di scrittura.

    1843. Pubblica il racconto The Last Stage Coachman sull’«Illuminated Magazine».

    1846. Inizia a studiare legge al Lincoln’s Inn.

    1847. Muore il padre.

    1848. Pubblica The Memoirs of the Life of William Collins, Esq., R.A., monumentale biografia dedicata al genitore morto l’anno prima, riscuotendo un buon successo di critica.

    1850. Pubblica il romanzo storico Antonina. Ovvero la caduta di Roma e inizia a collaborare con diverse riviste.

    1851. Ottiene l’abilitazione all’avvocatura, ma è la scrittura ad assorbire tutte le sue energie. Conosce Charles Dickens, cui sarà legato da un profondo rapporto di lavoro e d’amicizia. Inizia a collaborare con l’amico pubblicando racconti sulle riviste «Household Words» e «All the Year Round».

    1852. Con la pubblicazione di Basil dà inizio al sensation novel.

    1854. Pubblica il romanzo Hide and Seek. Comincia a soffrire di gotta reumatica, che lo affliggerà per tutto il resto della vita. A causa della malattia subirà un drastico calo della vista, tanto da dover ricorrere a numerose segretarie, cui dettare i suoi scritti. Per far fronte ai terribili dolori che lo tormentano assume quantità sempre più elevate di laudano, fino a diventare un oppiomane.

    1855. Spronato dall’amico Dickens, alla scrittura di articoli, racconti e romanzi inizia ad affiancare quella di opere teatrali, spesso tratte da suoi precedenti testi narrativi.

    1856. Viene pubblicata After Dark, prima raccolta di racconti. In primavera conosce colei che gli ispirerà la donna in bianco, Caroline Graves, una vedova del Gloucestershire, già madre di una bambina (Carrie).

    1857. È dato alle stampe il romanzo The Dead Secret.

    1858. Inizia la convivenza con Caroline, cui sarà legato per oltre trent’anni, pur non sposandola mai.

    1859. Da novembre, sulla rivista di Dickens «All the Year Round», inizia la pubblicazione a puntate della Donna in bianco. Il romanzo viene accolto trionfalmente, tanto da influenzare la moda e i gusti del tempo. In questo stesso anno esce un’altra raccolta di racconti, The Queen of Hearts.

    1860. Ad agosto termina la pubblicazione della Donna in bianco.

    1862. Esce il romanzo Senza nome.

    1863. Viene pubblicata My Miscellanies, raccolta di ventiquattro tra saggi e racconti.

    1864. Il quarantenne Wilkie conosce la cameriera diciannovenne Martha Rudd, altra donna fondamentale della sua vita. Pur continuando a vivere con Caroline, l’uomo inizia una relazione con la giovane, che non sposerà, ma dalla quale avrà tre figli (Marian, Harriet e Charley). I due, per dare una parvenza di rispettabilità alla loro relazione, si faranno chiamare Mr e Mrs William Dawson, cognome che passerà ai figli.

    1866. Esce il romanzo Armadale.

    1868. Su «All the Year Round» inizia la pubblicazione a puntate della Pietra di Luna, primo grande romanzo poliziesco inglese. Caroline si ribella alla relazione che Wilkie ha con Martha, e decide di sposarsi con Joseph Clow. Alla cerimonia parteciperà lo stesso Wilkie.

    1870. Il 9 giugno muore Dickens. Dopo il successo raggiunto nel decennio precedente, comincia la parabola discendente della produzione di Wilkie. Viene pubblicato il romanzo Uomo e donna.

    1871. Ad aprile Caroline decide di tornare a vivere con Wilkie, fino alla morte del compagno.

    1875-76. Pubblica La legge e la signora e I due destini.

    1879-81. Escono i romanzi Foglie cadute, Jezebel’s Daughter, La veste nera.

    1889. Le condizioni di salute di Wilkie sono sempre più precarie. A gennaio viene sbalzato via dalla carrozza su cui viaggia, in seguito a un incidente. A giugno viene colpito da un ictus e il 23 settembre muore, a Londra. Viene sepolto al Kensal Green Cemetery. Accanto a lui verrà seppellita Caroline, morta nel 1895.

    BIBLIOGRAFIA

    Gli asterischi indicano testi usciti a puntate su rivista prima di essere editi in volume.

    Romanzi

    Antonina, or the Fall of Rome, 3 voll., Richard Bentley, London 1850.

    Mr Wray’s Cash-Box (o the Mask and the Mystery), Richard Bentley, London 1852.

    Basil: A Story of Modern Life, 3 voll., Richard Bentley, London 1852.

    Hide and Seek, 3 voll., Richard Bentley, London 1854.

    The Dead Secret*, 2 voll., Bradbury & Evans, London 1857.

    The Woman in White*, 3 voll., Sampson Low, London 1860.

    No Name*, 3 voll., Sampson Low, London 1862.

    Armadale*, 2 voll., Smith, Elder, London 1866.

    The Moonstone. A Romance*, 3 voll., Tinsley Brothers, London 1868.

    Man and Wife*, 3 voll., F. S. Ellis, London 1870.

    Poor Miss Finch. A Novel*, 3 voll., Richard Bentley, London 1872.

    The New Magdalen*, 2 voll., Richard Bentley, London 1873.

    The Law & the Lady*, 3 voll., Chatto & Windus, London 1875.

    The Two Destinies*, 2 voll., Chatto & Windus, London 1876.

    A Rogue’s Life*, Richard Bentley, London 1879.

    The Fallen Leaves*, 3 voll., Chatto & Windus, London 1879.

    The Haunted Hotel*, Chatto & Windus, London 1879.

    Jezebel’s Daughter*, 3 voll., Chatto and Windus, London 1880.

    The Black Robe*, 3 voll., Chatto & Windus, London 1881.

    Heart and Science: A Story of the Present Time*, 3 voll., Chatto & Windus, London 1883.

    I Say No*, 3 voll., Chatto & Windus, London 1884.

    The Evil Genius: A Domestic Story*, 3 voll., Chatto & Windus, London 1886.

    The Guilty River, J. W. Arrowsmith, Bristol 1886.

    The Legacy of Cain*, 3 voll., Chatto & Windus, London 1889.

    Blind Love*, 3 voll., Chatto & Windus, London 1890 (romanzo postumo completato da Walter Besant).

    Antologie di racconti

    After Dark*, 2 voll., Smith, Elder, London 1856.

    The Queen of Hearts*, 3 voll., Hurst & Blackett, London 1859.

    Miss or Mrs? and other stories in outline*, Richard Bentley, London 1873.

    The Frozen Deep*

    ,

    2 voll., Richard Bentley, London 1874.

    Little Novels*, 3 voll., Chatto & Windus, London 1887.

    Altri scritti

    The Memoirs of the Life of William Collins, Esq., R.A., 2 voll., Longman, Brown, Green, and Longmans, London 1848.

    My Miscellanies*, 2 voll., Sampson Low, London 1863.

    The Lazy Tour of Two Idle Apprentices*, Chapman & Hall

    ,

    London

    1890 (

    postumo

    ).

    Traduzioni italiane

    Romanzi

    Antonina. Ovvero la caduta di Roma, trad. di M. Bisanti, Castelvecchi, Roma 2012;

    LIT,

    Roma 2012.

    Basil, trad. di A. Tubertini, Fazi Editore, Roma 2002.

    La donna vestita di bianco, trad. di E. Bairati e V. Ferretti,

    S.A.I.E,

    Torino 1957; Ed. Paoline, Roma 1968.

    La ragazza vestita di bianco, trad. di F. De Poli, Fratelli Fabbri Editori, Milano 1968.

    La signora in bianco, introd. di Julian Symons, trad. di F. Dei, Mondadori, Milano 1979.

    La donna in bianco, introd. di I. Fei, trad. di G. Gaipa, Garzanti, Milano 1980; trad. di S. Tummolini, Fazi Editore, Roma 1996, 2009, 2015; trad. it. di Fedora Dei, Newton Compton editori, Roma 2015.

    Senza nome, trad. di L. Scarlini, Fazi Editore, Roma 1999, 2010, 2015; trad. it. Adriana Altavilla, Newton Compton editori, Roma 2016.

    Armadale, trad. di A. Tubertini, Fazi Editore, Roma 2001.

    La pietra della luna, 4 voll., Treves, Milano 1870-1871.

    Il diamante della luna, Sonzogno, 1928; Nerbini, 1948.

    Il diamante indiano, trad. di A. Pitta, Mondadori, Milano 1933, 1937.

    La pietra della luna, introd. di A. Brilli, trad. di O. Previstali, 2 voll., Rizzoli, Milano 1954, 2001, 2010; riduz. di A. Curcio, ill. di A. D’Agostini, Radar, Padova 1964.

    La pietra di luna, introd. di T. S. Eliot, trad. di E. Capriolo, Mondadori, Milano 1971; trad. di M. Cassini, ill. di L. Francesconi, Mursia, Milano 1972, 1989; introd. di A. Marcheselli, prefaz. di R. Barbolini, trad. di P. Jahier e M. L. Rissler Stoneman, Garzanti, Milano 1972, 2002, 2011; introd. di J. J. M. Stewart, trad. di E. Capriolo, Mondadori, Milano 1984; trad. di C. Montonati, Demetra, Bussolengo 1996; a cura di F. Quasimodo Palumbo, Palermo 2000; introd. di M. Mancuso, trad. di M. Rinaldi, Fazi Editore, Roma 2000.

    La maledizione del diamante indiano, trad. di V. Viviani, Editrice Nord, Milano 2001.

    La pietra di luna, introd. di A. Marcheselli, prefaz. di R. Barbolini, trad. di P. Jahier e M. L. Rissler Stoneman, «La Stampa», Torino 2003; trad. di E. Costa, Faligi, Aosta 2013.

    Uomo e donna, trad. di A. Tubertini, Fazi Editore, Roma 2004.

    La legge e la signora, trad. di L. Scarlini, postfaz. di A. Calanchi, Fazi Editore, 2000, 2007.

    I due destini, Sonzogno, Milano 1884.

    Foglie cadute, trad. di C. Vannuccini, Fazi Editore, Roma 2005.

    La veste nera, trad. di A. Lombardi Bom, Fazi Editore, Roma 2003.

    Il fiume della colpa, trad. di P. Parnisari, Fazi Editore, Roma 2002.

    Racconti e altri scritti

    Molti racconti di Collins sono usciti negli anni in raccolte antologiche e nella collana Giallo Mondadori.

    Tre storie in giallo, trad. di I. Loffredo con una nota di A. Brilli, Sellerio, Palermo 1985.

    Il truffatore truffato, a cura di F. Basso, Sellerio, Palermo 1991.

    Testimone d’accusa, a cura di F. Basso, Sellerio, Palermo 1996.

    La follia dei Monkton, a cura e trad. di F. Basso, Sellerio, Palermo 2001, 2007.

    Il pigro viaggio di due apprendisti oziosi, introd. di M. La Ferla, trad. e note di M. Premolidi, Sellerio, Palermo 2003.

    Saggi critici

    F. Rota, Wilkie Collins, Padova 1953.

    S. Benvenuti e G. Rizzoni, Il romanzo giallo. Storia, autori e personaggi, Mondadori, Milano, 1979.

    F. Fossati e R. Di Vanni, Guida al giallo, Gammalibri, Milano 1979/1980.

    R. Barbolini, Il detective sublime, Edizioni Theoria, Roma-Napoli 1988.

    G. Fink, Togliere le virgolette, in «Paragone Letteratura», n. 502-504, 1993; A. Calanchi, Visite guidate, ivi; M. Ascari, Più di una penna, più di un testimone, ivi.

    A. Calanchi, A solitary prisoner in his own room: lo studio di Mr Frederick Fairlie, Esq., in Quattro studi in rosso. I confini del privato maschile nella narrativa vittoriana, Il Ponte Vecchio, Cesena 1997.

    C. Di Vaio, Wilkie Collins e il Gioco delle Coppie, Aracne editrice, Roma 2008.

    Numerose fin dai primi del Novecento le riduzioni cinematografiche e gli adattamenti per la televisione delle opere di Wilkie Collins. Tra queste, ricordiamo almeno due produzioni italiane: La pietra di Luna (sceneggiato del 1972 per la regia di Anton Giulio Majano) e La donna in bianco (miniserie

    RAI

    del 1980, regia di Mario Morini).

    L’albergo stregato

    Prima parte

    I.

    Nel 1860, a Londra, la reputazione del dottor Wybrow aveva raggiunto l’apice: voci ben accreditate sostenevano che pochi altri, nell’intera età moderna, avessero raggiunto un simile reddito nell’esercizio della professione medica. Un pomeriggio, verso la fine della stagione mondana londinese, Wybrow aveva appena pranzato dopo una mattinata di lavoro particolarmente faticosa, e doveva ancora affrontare una lunga lista di visite a domicilio che avrebbero occupato il resto della giornata, quando il suo domestico annunciò che una signora aveva chiesto di parlare con lui.

    «Di cosa si tratta?», chiese il dottore. «Una sconosciuta?»

    «Sì, signore».

    «Non ricevo sconosciuti fuori delle ore dedicate alle visite. Comunicale gli orari e mandala via».

    «L’ho fatto, signore».

    «E allora?»

    «È ancora lì».

    «È ancora lì?», ripeté il dottore con un sorriso. Era dotato di senso dell’umorismo, a suo modo, e in quella situazione c’era qualcosa di bizzarro che lo divertiva. «E questa insistente signora ti ha riferito il suo nome?»

    «No, signore. Si è rifiutata di farlo. Ha detto che non vi avrebbe sottratto più di cinque minuti, e che la situazione era troppo grave per aspettare fino a domattina. Al momento è di là, nello studio, e non sono affatto sicuro di riuscire a liberarmi di lei».

    Il dottor Wybrow si prese qualche istante per pensare. La sua conoscenza del mondo femminile (parlando da un punto di vista professionale) si basava su un’esperienza più che trentennale: aveva incontrato ogni genere di donna, la predominanza era composta da signore che ignoravano del tutto il valore del tempo e si barricavano dietro i privilegi del proprio sesso. Una rapida occhiata all’orologio lo informò che il suo giro di visite si avvicinava, e che nelle loro case i pazienti lo stavano già aspettando. Optò per la soluzione più saggia, date le circostanze, e decise di darsi alla fuga.

    «La carrozza è pronta all’ingresso?».

    «Sì, signore».

    «Ottimo. Allora apri il portone badando a non far rumore e lascia che la signora faccia indisturbata i suoi comodi nello studio. Quando sarà stanca di aspettare, sai cosa dirle. Se chiede quando sarò di ritorno, dille che ho in programma di cenare al club e che passerò la serata a teatro. E ora attenzione, Thomas! Se le tue suole scricchiolano, io sarò un uomo morto!».

    E silenziosamente si diresse verso l’ingresso, seguito dal domestico in punta di piedi.

    La signora nello studio aveva forse intuito la sua mossa? O davvero le suole di Thomas scricchiolarono, e l’udito della donna era straordinariamente fine? Quale che sia la spiegazione, non appena il dottor Wybrow passò davanti allo studio la porta si aprì, la signora apparve sulla soglia e gli posò una mano sul braccio.

    «Vi prego, dottore, non andatevene senza prima avermi ascoltato». Aveva un accento straniero; la voce era bassa e ferma. Le sue dita si strinsero, gentili ma irremovibili, sulla manica del dottor Wybrow.

    Ma non furono le sue parole né il suo gesto a indurre il dottore a cambiare idea. L’influsso che lo portò a fermarsi e a rinunciare a raggiungere la carrozza fu piuttosto quello, muto, del suo volto. Lo sconvolgente contrasto fra il pallore cadaverico dell’incarnato e la formidabile, vitale luce che scintillava come un riflesso metallico dai suoi grandi occhi neri lo lasciarono turbato. Era vestita di scuro, con ottimo gusto; era di media altezza e (a un primo sguardo) di mezza età: uno, due anni sopra i trenta. La parte inferiore del volto – naso, bocca e mento – possedeva quella delicata eleganza che si poteva vedere più spesso in lineamenti stranieri che non nelle donne inglesi. Era indiscutibilmente bella, se non si faceva caso al suo colorito spettrale e se si ignorava il difetto (meno evidente) di quegli occhi assolutamente privi di tenerezza. Al di là della sorpresa iniziale, il dottore provò per lei un immediato moto di curiosità professionale. Poteva trattarsi di un caso inedito nella sua carriera. Proprio così, pensò. Potrebbe valere la pena scoprire di cosa si tratta.

    La donna parve rendersi conto della reazione che aveva suscitato nel dottore, e allentò la presa sul suo braccio.

    «Voi avete confortato molte donne sofferenti nell’esercizio della vostra professione. Vi prego, confortatene un’altra».

    E senza aspettare risposta rientrò nello studio.

    Il dottore la seguì e chiuse la porta. La fece accomodare sulla sedia destinata ai pazienti, proprio davanti alla finestra. Nonostante fossero a Londra, in quel pomeriggio estivo il sole splendeva in tutto il suo fulgore, inondandola di luce. Lei non distolse gli occhi, affrontando quel bagliore accecante con uno sguardo duro come quello di un rapace. Il vellutato pallore della sua carnagione sembrava ancora più inquietante. Per la prima volta dopo molti anni, il dottor Wybrow sentì il proprio battito cardiaco farsi più rapido al cospetto di un paziente.

    Ora che aveva attirato la sua attenzione la donna sembrava, curiosamente, poco propensa a parlargli, come se una strana apatia si fosse impossessata di lei, privandola delle sue maniere decise. Constatando che stava a lui rompere il ghiaccio, il dottore si limitò a una formula meramente professionale, chiedendole cosa potesse fare per lei. Il suono della sua voce sembrò ridestarla. Senza distogliere lo sguardo dalla luce, disse improvvisamente: «Devo farvi una domanda dolorosa».

    «Di cosa si tratta?».

    Lo sguardo della donna si spostò lentamente dalla finestra agli occhi del dottore. Senza mostrare la minima traccia di agitazione, espose la sua domanda dolorosa con queste formidabili parole: «Vorrei sapere, se non vi dispiace, se corro il pericolo di impazzire».

    Alcuni uomini ne sarebbero stati affascinati, altri avrebbero trovato allarmante quell’affermazione. Il dottor Wybrow si limitò a provare un moto di delusione. Era dunque tutto lì, il caso inedito e straordinario che si era immaginato? Aveva valutato la situazione con troppa avventatezza, lasciandosi sviare dalle apparenze. Davvero si trattava soltanto di un’ipocondriaca, i cui unici problemi erano uno stomaco dispettoso e un cervello troppo debole?

    «Perché siete venuta da me?», chiese con durezza. «Perché non vi siete rivolta a un medico specializzato in casi di salute mentale?».

    La donna rispose senza esitare.

    «Non sono andata da un dottore di quel genere proprio perché non desideravo consultare uno specialista: avrebbe avuto l’inevitabile difetto di giudicare il mio caso secondo le regole e le procedure prestabilite dal suo campo. Sono venuta da voi perché la mia situazione va oltre ogni regola e ogni procedura, e perché voi siete noto per la vostra capacità di individuare le malattie più misteriose. Siete soddisfatto ora?».

    Il dottor Wybrow era più che soddisfatto: alla fine, forse non si era sbagliato. Senza contare che la donna sembrava pienamente consapevole della sua posizione prominente nel mondo della medicina: la qualità che lo aveva più di ogni altra portato alla fama, e in cui non aveva rivali fra i suoi colleghi, era proprio quella di scoprire i disturbi più inconsueti e sfuggenti.

    «Sono a vostra disposizione», disse. «Vediamo se posso fare qualcosa per comprendere il problema».

    Iniziò con le domande consuete. Ottenne risposte rapide e precise, che lo condussero alla sola conclusione che

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