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E-book142 pagine1 ora

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The Billionaire Boys Club Series 3.5

In quanto erede al trono, la principessa Alexandra deve essere distaccata, impeccabile, attenta all’etichetta. E soprattutto non può mostrare le proprie emozioni. Mai. Di certo nessuno sospetta che abbia completamente perso la testa per una star di Hollywood! Quando però viene a sapere che il suo idolo, l’attore Luke Houston, girerà alcune scene del nuovo film proprio nel suo piccolo regno, Alexandra non sa resistere: sgattaiola via dal palazzo (e dai suoi obblighi) per dare un’occhiata. Ma quando sei una principessa è difficile passare inosservata, e Alex per poco non si ritrova braccata dai giornalisti accorsi sul set. Per sfuggire alla stampa, cerca riparo nel primo nascondiglio disponibile… finendo dritta dritta nella roulotte personale di Luke. E davanti all’uomo che le fa battere forte il cuore, accontentarsi di un’occhiata non sarà più possibile…
Jessica Clare
È lo pseudonimo con cui l’autrice firma i suoi libri erotici. Scrive storie paranormali con il nome di Jessica Sims e come Jill Myles è autrice di romanzi di vario tipo, dagli urban fantasy alle storie di zombie. Vive in Texas. La Newton Compton ha pubblicato Scommessa indecente, Troppo bello per dire di no e È l'uomo per me, i tre volumi della serie dedicata ai membri del Billionaire Boys Club.
LinguaItaliano
Data di uscita15 nov 2016
ISBN9788822703156
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    Anteprima del libro

    Sempre più vicino - Jessica Clare

    1455

    Titolo originale: His Royal Princess

    Copyright © 2016 by Jessica Clare

    Published in agreement with the author, c/o BAROR INTERNATIONAL INC., Armonk, New York, U.S.A.

    Traduzione dall’inglese di Carla De Pascale

    Prima edizione ebook: dicembre 2016

    © 2016 Newton Compton editori s.r.l.

    Roma, Casella postale 6214

    ISBN 978-88-227-0315-6

    www.newtoncompton.com

    Realizzazione a cura di Librofficina

    Jessica Clare

    Sempre più vicino

    The Billionaire Boys Club Series

    Capitolo uno

    Estate 2013

    «Le principesse non devono sbavare dietro gli attori di Hollywood», disse Lady Margaret von Strauss ad Alex. Era la settima volta, quel giorno, che glielo ripeteva. «È un comportamento improprio e sconveniente».

    «Non gli sto sbavando dietro», protestò nuovamente Alex mentre si aggiustava una parrucca di capelli scuri guardandosi in uno specchietto. Aveva trovato una sciarpa chiara, che aveva indossato a mo’ di turbante; e aveva messo anche un paio di grossi occhiali da sole dalla montatura tondeggiante, che le coprivano quasi del tutto il viso. «Voglio soltanto vedere che aspetto ha dal vivo».

    Va bene, Alex aveva una cotta per lui, ma avrebbe passato un brutto quarto d’ora se l’avesse ammesso davanti alla soffocante Margaret. Teoricamente Lady von Strauss era la sua dama di compagnia, ma data la grande differenza di età era più come una mamma o una baby-sitter. Per l’amor del cielo, Alex non aveva mica intenzione di andare a cercare Luke Houston sul set per chiedergli di sposarla. Voleva soltanto conoscerlo.

    E in fondo, cosa c’era di male? Non ne avrebbe mai più avuto la possibilità. Non succedeva mai che qualcuno venisse a girare un film nella piccola Bellissime. Un Paese incastonato nelle montagne tra Francia, Svizzera e Italia, i cui unici punti di forza turistici erano i tartufi e il cioccolato. E ora giravano un film d’azione a pochi chilometri dal palazzo reale. Ovviamente Alex doveva uscire a dare un’occhiata.

    Mise un piede fuori dalla berlina e immaginò di vedere Luke Houston. Era bellissimo e bucava lo schermo, anche se i film in cui aveva recitato non erano proprio dei capolavori. Aveva visto Mars Troopers sette volte, affascinata dal suo personaggio, e Alien Overlord soltanto tre volte, perché in quel film aveva interpretato un ruolo minore. Aveva visto la saga di Pirates! Ahoy! più volte di quante riuscisse a contarne, perché vi aveva interpretato il ruolo dell’arruffato marinaio che aveva rubato il cuore all’eroina. Alex doveva ammettere che aveva sognato di essere quella damigella in pericolo più di una volta. E spesso aveva desiderato essere la coprotagonista dei suoi film, così da poter passare un po’ di tempo vicino a Luke.

    «Aspettate qui», disse Margaret, trattenendola per un braccio. «Vedo se ci sono i fotografi».

    Alex aspettò, pazientemente, accanto a un vecchio muro ricoperto di edera. Si erano fermate vicino al vecchio magazzino di una fabbrica di cioccolato, fallita l’anno precedente. Secondo le sue fonti, era la location per una scena in una bisca clandestina. A giudicare dalle numerose roulotte e dalle automobili parcheggiate lungo la strada acciottolata, era proprio così. Avvertì un brivido di eccitazione.

    Stava per incontrare Luke Houston, l’attore più sexy e affascinante di Hollywood.

    Certo, era un’impresa rischiosa. Così incredibilmente rischiosa che quando una macchina le passò davanti si irrigidì per la paura. Se sua nonna l’avesse scoperta non ne sarebbe stata certo entusiasta. Aveva sentito quella storia già troppe volte negli ultimi mesi: A seguito del comportamento di tua madre, la famiglia ha iniziato a disgregarsi. Ora più che mai, dobbiamo mostrare al popolo un’immagine serena e unita.

    E così avrebbe fatto… dopo aver incontrato Luke.

    Margaret tornò da lei dopo aver ispezionato il perimetro dell’edificio. «Non vedo paparazzi», disse, un po’ affannata. «Siete sicura di volerlo fare, Vostra Grazia?».

    Alex annuì. Non si sarebbe tirata indietro proprio adesso.

    Margaret esalò un profondo sospiro, in preda allo sconforto, poi si ravviò i capelli. «Molto bene. Allora andiamo». Aprì la porta del magazzino ed entrarono. Senza bussare, ovviamente. Alex non bussava mai: non aveva bisogno di chiedere permesso a nessuno.

    Era un edificio piccolo, almeno rispetto alla maggior parte delle immense e antiche costruzioni di Bellissime. L’interno era sgombro e buio, e i loro passi echeggiavano nel vuoto. Solo in lontananza si vedeva una piccola zona illuminata: parecchie persone strette nel fascio di luce di un faro, sotto una selva di microfoni. Sembrava che ci fossero cavi elettrici ovunque. In fondo al magazzino c’erano due roulotte, parcheggiate una vicina all’altra. In un angolo c’era un tavolo pieno di panini, vassoi di frutta e bevande. Alcuni membri della troupe si affaccendavano tutto intorno.

    Alex strinse forte le mani sulla borsetta, guardandosi intorno emozionata. Allora era questo il nuovo film di Luke. Chi avrebbe interpretato stavolta? Un giocatore d’azzardo? Un ex detenuto con il cuore d’oro? Un miliardario in cerca di vendetta?

    Un uomo si allontanò dal gruppo e si avvicinò a loro, accigliato. «Signore, posso esservi di aiuto?». Aveva un forte accento americano, e non sembrava felice di vederle.

    Margaret fece un passo avanti, e con espressione altezzosa disse: «Ho bisogno di parlare con il responsabile».

    L’uomo incrociò le braccia. «Dovete andarvene, signore. Il set è off-limits».

    Il set! Quindi stavano davvero girando un film! Sollevata, Alex tolse un pelo invisibile dalla giacca di lana blu e si sistemò la gonna abbinata.

    «Chi è il suo superiore?», domandò Margaret con voce impassibile.

    «Io sono il responsabile della sicurezza. Dunque, a meno che non vogliate essere cacciate a calci in culo…».

    Alex si schiarì la voce. Non erano lì per sollevare un polverone, ma soltanto per dare un’occhiata in giro.

    Margaret si voltò per guardarla, poi annuì. Si avvicinò allo sconosciuto. «Sono Lady Margaret von Strauss, dama di compagnia di Sua Altezza principessa Alexandra Olivia

    III

    di Bellissime». Notando l’espressione impassibile dell’uomo, continuò a spiegare: «Lei sa che in questo Paese c’è la monarchia, giusto? Sua Grazia desidera dare un’occhiata al set».

    L’uomo rimase a bocca aperta… troppo aperta. Poi rivolse lo sguardo ad Alex.

    Lei fece un cenno con il capo a mo’ di saluto.

    «Io… devo parlare con il regista. Aspettate qui», disse lo sconosciuto allontanandosi. Si portò una ricetrasmittente alle labbra e iniziò a parlottare.

    Margaret sbuffò. «Americani… sono così maleducati».

    «Ehi, calma», disse Alex con tono conciliante. Era sempre così tra loro: lei era gentile e innocente, mentre a Margaret era toccata la parte della cattiva. «Li abbiamo interrotti e stiamo dando fastidio. Se il regista ci chiederà di andare via, ce ne andremo».

    «Non lo farà, se gli diranno chi siete», rispose Margaret sbuffando ancora più forte. Era una donna all’antica e si era sempre rifiutata di prestare attenzione ai cambiamenti della società: preferiva ignorare che i nobili non erano propriamente riveriti nell’epoca moderna.

    Un uomo alto e magro, con i capelli grigi in disordine, si avvicinò di buon passo, seguito dall’addetto alla sicurezza. Aveva un paio di occhiali in precario equilibrio sulla punta del naso, e i suoi vestiti erano stropicciati. «Principessa!». Porse la mano ad Alex. «È un piacere vederla sul set».

    Alex gli tese la mano e gli rivolse un sorriso garbato, ignorando il protocollo. La gente, solitamente, la salutava con un inchino, ma gli americani non seguivano le stesse regole degli europei, e a lei non importava. La postura ingessata di Margaret faceva trasparire tutto il suo fastidio, così Alex cercò di mantenere un tono di voce il più cordiale possibile. «Spero davvero che non vi stiamo arrecando troppo fastidio, signor…».

    «Stanton. Nick Stanton». Le strinse forte la mano.

    «Oh. Lei ha diretto Pirates! Ahoy!, giusto?»

    «Esatto! Lei è una fan della saga?», chiese il regista, chiaramente lusingato.

    «Sì, una fan sfegatata». Alex si guardò intorno, facendo il possibile per non far capire che stava cercando una persona in particolare. «State girando un film dello stesso genere?»

    «Oh, no, no. Questo è più un film d’azione, con tanti inseguimenti di macchine». Scoppiò a ridere e la prese per un braccio prima che Alex potesse allontanarsi. «Sono davvero onorato che lei sia qui! Mi permetta di farle fare un giro del set».

    «Perché no? Mi piacerebbe molto», rispose Alex sorridendo. Sperava che il tour comprendesse anche un piacevole incontro con gli attori principali.

    Un’ora dopo, Alex era stata presentata a tutte le maestranze ed era stata invitata nel caotico ufficio di Stanton. L’uomo le stava raccontando la routine della vita a Hollywood, spiegandole i benefici economici che avevano spinto la produzione a trasferire il set a Bellissime abbandonando Praga, dove avevano girato la prima parte del film. Alex mantenne un sorriso amichevole, ma dentro di lei era disperata per il fatto che forse non avrebbe incontrato Luke Houston. Probabilmente si sarebbe dovuta accontentare di intravederlo. Ma il regista non sembrava avere fretta. Al contrario, le porse una copia della sceneggiatura offrendole una piccola parte, dato che era una sua fan.

    Alex, ovviamente, era titubante. Non sarebbe stato il caso, per una principessa, partecipare a un film popolare pieno di sesso, violenza e parolacce. A palazzo si sarebbero messi le mani nei capelli. «Guardi, queste sarebbero le sue battute», disse il regista. «Può leggerle già adesso. Le dirò se avrà bisogno di lavorarci un po’ di più».

    «Sono obbligata a dirle di no», rispose Alex. «Ma…».

    Qualcuno bussò alla porta. «Signor Stanton?».

    Il regista sembrò irritato dall’interruzione. «Che c’è?», chiese seccamente. Vicino a lei, Margaret sussultò.

    «Sono arrivati i fotografi».

    I fotografi? Alex sentì un tonfo al cuore e guardò Margaret con una compostezza che faceva a pugni con i suoi sentimenti. Ma una principessa doveva sembrare sempre tranquilla e impassibile.

    Margaret era terrorizzata. «I fotografi?».

    Il nuovo arrivato aggrottò le sopracciglia. «Be’, sì. Dobbiamo girare un servizio per il notiziario locale. Non vedo…».

    Alex strinse le mani sulla borsetta. Oh, no. Non poteva apparire al telegiornale mentre gironzolava sul set di un film americano. Avrebbero fatto ogni genere di illazioni sulla sua presenza. Male, molto male. Era un bel problema. E l’avrebbero vista con una parrucca!

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