Attrazione irresistibile: Harmony Collezione
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CONTIENE UNA NOVELLA GRATIS! Markos Lyonedes è uno degli uomini più chiacchierati di New York: è ricco, potente e insopportabilmente bello. Eva Grey, apprezzata arredatrice d'interni, ha sentito tutti i racconti su di lui e sa perfettamente che è proprio il genere d'uomo dal quale deve stare alla larga. Ma quando lui la ingaggia per ridisegnare il suo attico, l'occasione è troppo vantaggiosa per lasciarsela scappare. Questa decisione, però, finirà col minare la determinazione di Eva a non entrare nella sua camera da letto.
Carole Mortimer
Carole Mortimer was born in England, the youngest of three children. She began writing in 1978, and has now written over one hundred and seventy books for Harlequin Mills and Boon®. Carole has six sons, Matthew, Joshua, Timothy, Michael, David and Peter. She says, ‘I’m happily married to Peter senior; we’re best friends as well as lovers, which is probably the best recipe for a successful relationship. We live in a lovely part of England.’
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Anteprima del libro
Attrazione irresistibile - Carole Mortimer
Titoli originali delle edizioni in lingua inglese:
His Reputation Precedes Him
The Millionaire’s Contract Bride
Harlequin Mills & Boon Modern Romance
Mills & Boon Short Stories
© 2012 Carole Mortimer
© 2008 Carole Mortimer
Traduzioni di Maria Paola Rauzi
Questa edizione è pubblicata per accordo con
Harlequin Enterprises II B.V. / S.à.r.l Luxembourg.
Questa è un’opera di fantasia. Qualsiasi riferimento a fatti o
persone della vita reale è puramente casuale.
Harmony è un marchio registrato di proprietà
Harlequin Mondadori S.p.A. All Rights Reserved.
© 2013 Harlequin Mondadori S.p.A., Milano
eBook ISBN 978-88-5891-311-6
www.eHarmony.it
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1
«Mi sembra che l’incontro con il braccio destro del senatore Ashcroft sia andato bene...»
A quelle parole Markos Lyonedes diede un’ultima occhiata allo skyline di New York dalla finestra dell’ottantesimo piano del suo ufficio prima di voltarsi a guardare il suo assistente personale.
«Sì?»
Gerry lo fissò interrogativo dall’altra parte dell’imponente scrivania in mogano.
«Non è così?»
Markos si scostò dalla finestra; il suo abito grigio scuro di sartoria gli calzava a pennello sulle spalle e il torace muscoloso.
All’età di trentaquattro anni si manteneva in forma andando a correre tutte le mattine in uno dei parchi di New York. Era alto più di un metro e ottanta, aveva i capelli scuri leggermente lunghi e occhi verdi penetranti che risaltavano in un viso bellissimo dai tratti scolpiti che denotavano le sue origini greche.
«Dipende. Il senatore Ashcroft si sarebbe scomodato di persona se Drakon fosse stato ancora il responsabile degli uffici di New York?»
Fino al mese prima lui si era occupato della sede londinese della Lyonedes Enterprises, la società che possedeva insieme a suo cugino. In Inghilterra aveva condotto una intensa vita sociale al di là del lavoro e non aveva mai pensato di trasferirsi in America... finché Drakon non aveva conosciuto Gemini, la donna inglese di cui si era follemente innamorato.
Drakon e Gemini si erano fidanzati e sposati nel giro di pochissimo tempo e adesso erano in viaggio di nozze in Grecia, sull’isola di proprietà della famiglia Lyonedes.
Fortunatamente, lui e Gerry si erano trovati subito bene e anche Drakon aveva espresso la sua totale approvazione per la segretaria che aveva assunto a Londra in seguito a un episodio imbarazzante con quella precedente.
Il ricordo del modo in cui quella donna gli si era gettata tra le braccia durante il loro ultimo viaggio di lavoro lo faceva ancora rabbrividire.
«Drakon aveva già accettato l’invito del senatore. Probabilmente si è scordato di dirtelo, visto che era impegnato con i preparativi del matrimonio» gli fece notare Gerry. «Ovviamente, Ashcroft desiderava essere sicuro che il nuovo capo della Lyonedes Enterprises a New York ne fosse a conoscenza. Non si sarà scomodato di persona, comunque ha mandato suo figlio.»
Gerry era un uomo alto e slanciato vicino ai quarant’anni. Aveva i capelli biondo rossicci e un viso dai tratti gradevoli.
«Ed è un bene?»
Il suo assistente si illuminò. «Il senatore sta allevando Robert Junior perché possa prendere il suo posto tra due anni. Inoltre, farebbero tutti a pugni per avere un simile invito. Il tuo atteggiamento disinvolto è stato un colpo da maestro.»
«In realtà ho avuto il dubbio di essere stato offensivo.» Markos fece una smorfia mentre si sedeva dietro la sua scrivania. «Temo che la politica americana sia un mistero per me.»
«Tutto ciò che devi sapere sui nostri politici è che il loro principale obiettivo è la rielezione, insieme alla raccolta fondi necessaria per condurre una campagna elettorale vincente. Ecco perché il senatore vuole coltivarsi il capo della Lyonedes Enterprises. La società impiega diverse migliaia di abitanti di New York e altrettante persone nel mondo. Mi pare un forte incentivo da parte sua...» Gerry venne interrotto da qualcuno che bussò alla porta.
Poco dopo entrò la segretaria esecutiva. Lena Holmes era un altro dipendente prezioso che Markos aveva ereditato da suo cugino. Vicina alla cinquantina, e abbastanza in carne, aveva un aspetto matriarcale con il tailleur scuro. Gestiva l’ufficio con l’efficienza di un sergente maggiore dell’esercito inglese.
«Mi spiace interromperla, signor Lyonedes, ma pensavo volesse sapere che la signorina Grey ha cancellato il suo appuntamento delle cinque» annunciò con un tono di evidente disapprovazione.
Era il secondo appuntamento che quella settimana veniva annullato da Evangeline Grey, arredatrice d’interni straordinaria, stando alla sua reputazione, nonché la professionista che gli era stata raccomandata dalla moglie di Gerry per sistemare il suo attico.
«Stavolta qual è stata la scusa?»
Lena strinse le labbra.
«Un’emergenza dal dentista.»
Markos controllò l’ora sul suo orologio d’oro e si accorse che erano già passate le cinque. Se Evangeline Grey avesse voluto arrivare puntuale avrebbe dovuto mettersi in viaggio già da un po’ e non avvertire cinque minuti prima che non sarebbe potuta venire.
«Dev’essere stata una emergenza veramente grave.»
«Non saprei dirle, signor Lyonedes. Mi ha chiesto se poteva spostare l’appuntamento a lunedì alla stessa ora.»
«E cosa le ha risposto?»
«Che l’avrei richiamata lunedì mattina per confermare» rispose Lena con una certa soddisfazione.
«E sono libero?»
«Attualmente non ha altri impegni.»
Markos sorrise. «Non le farà male stare un po’ sulle spine durante il weekend.»
«Esattamente.»
«Grazie, Lena» la congedò lui. Attese che la segretaria richiudesse la porta alle sue spalle prima di rivolgere un’occhiata interrogativa a Gerry. «Questa è la seconda volta che Evangeline Grey mi bidona in pochi giorni.»
«Non ho idea di quello che sta succedendo» rispose l’altro alzando le mani. «Kirsty è convinta che abbia un talento eccezionale e devo ammettere che approvo pienamente le innovazioni che ha apportato alla nostra camera da letto sei mesi fa.»
Markos inarcò un sopracciglio, divertito.
«Dovrei sapere quali sono?»
«Meglio di no, dato che Kirsty adesso è incinta di quattro mesi» rise Gerry. «Vuoi che le chieda se può raccomandarmi qualcun altro?»
Sia la sede degli uffici della Lyonedes a Londra sia quelli a New York avevano un attico che occupava l’intero ultimo piano. Durante i dieci anni in cui aveva fatto base a Londra, lui non ci aveva mai vissuto, preferendo abitare lontano dal luogo di lavoro, così come Drakon aveva voluto un appartamento distante dalla sede della compagnia, che aveva deciso di tenere per quando lui e Gemini fossero venuti negli Stati Uniti.
Essendo arrivato in quella città soltanto da una settimana, Markos aveva trovato quell’attico comodo e spazioso, con una vista fantastica sullo skyline di New York. Alla fine aveva pensato di stabilirsi lì finché non si fosse ambientato meglio. Per questo aveva deciso di ricorrere a un arredatore d’interni per renderlo più accogliente e consono al suo gusto personale.
E l’inafferrabile Evangeline Grey avrebbe dovuto essere quel professionista.
«Vediamo cosa succede lunedì.»
«Mi fa piacere sentirtelo dire. Detesto deludere Kirsty. A mia moglie piace moltissimo quella donna e prima che tu le chiedessi il nome di un arredatore, aveva già pensato di organizzare una cena per fartela conoscere.»
«Se cancellerà anche il prossimo appuntamento sarà l’unico modo per incontrarla» ribatté lui lasciandosi andare contro lo schienale della poltrona in cuoio nero. «Non so perché, ma non posso fare a meno di associare il nome Evangeline Grey a una signora di una certa età. Quanti anni ha?»
«Ventotto o ventinove.»
«Davvero? Non è un po’ troppo giovane per essersi già conquistata una simile reputazione professionale?»
L’altro si strinse nelle spalle. «Se a New York non sei arrivato prima dei trent’anni significa che non ce la farai mai.»
Lui sorrise.
«È carina?»
«Ero sempre in ufficio quando veniva a casa per cui non saprei risponderti. Comunque immagino di sì, dato che mia moglie voleva presentartela.»
«In tal caso speriamo che non cancelli il suo appuntamento di lunedì.»
Gerry annuì.
«Se non altro per risparmiare una forte delusione a Kirsty. Tuttavia, suppongo che ci saranno parecchie belle donne al party del senatore domani sera.»
Lui scosse la testa. «Penso che negli ultimi giorni mi abbiano già presentato tutte le donne più attraenti di New York.»
«Non hai ancora incontrato Kirsty.»
«Essere circondato da tutto questo amore e romanticismo mi sta facendo venire l’allergia» dichiarò Markos a quel punto, con ironia. Prima Drakon e Gemini, e adesso anche Gerry non faceva mistero di quanto fosse felicemente sposato. «Dal momento che io ho un’inaspettata ora libera, perché non diamo un’occhiata a questi contratti?»
L’arredatrice d’interni fu presto dimenticata mentre si concentrava sul lavoro che voleva finire prima del weekend.
Da quando si era trasferito a New York, Markos si sentiva leggermente inquieto. Certo, le due settimane che avevano preceduto il matrimonio di Drakon e Gemini erano state frenetiche e non appena arrivato negli Stati Uniti aveva dovuto partecipare a riunioni continue per presentarsi ai suoi nuovi collaboratori. Poi era stato costretto a presenziare ogni sera a qualche evento mondano, dato che le persone più importanti di New York avevano voluto aprire le loro porte di casa per accogliere il cugino di Drakon Lyonedes.
Forse quei cambiamenti erano avvenuti troppo in fretta e lui non aveva ancora acquisito abbastanza familiarità con l’ufficio, l’attico e l’aspetto mondano della sua nuova vita.
Proprio per questo motivo, non aveva alcuna voglia di partecipare al party offerto dal senatore Ashcroft.
Eva non aveva mai gradito le feste. In passato era stata costretta a presenziare a un sacco di eventi simili a quello. Tutta la buona società di New York era stipata nella sala dei ricevimenti di uno degli alberghi più esclusivi della città. La gente parlava a voce alta, le risate erano persino più assordanti e i gioielli indossati dalle signore brillavano alla luce dei lampadari di cristallo che pendevano dal soffitto.
Allo stesso tempo, i suoi sensi erano stati assaliti dall’aroma di dozzine di profumi costosi che saturavano l’aria.
Ma come le aveva ripetuto spesso sua madre, ciò che non poteva essere eliminato andava sopportato. E infatti ci volle tutta la sua capacità di sopportazione per reggere la festa organizzata dal senatore Ashcroft.
E non perché temesse di incontrare qualche membro della famiglia del suo ex marito; sapeva che Jack si era trasferito a Parigi un anno prima a occuparsi del ramo francese della loro attività e l’ex suocero non era un sostenitore del partito politico del senatore.
Anche stando così le cose, dubitava che avrebbe accettato quell’invito se non fosse stato per l’uomo che l’aveva accompagnata. Quello era senza dubbio il genere di glamour che Glen apprezzava. Il che andava anche bene, peccato che non fosse il motivo per cui aveva voluto rivederlo.
In realtà lei non aveva idea di come avrebbe reagito quando avesse avuto l’opportunità di spiegargli che non aveva nessuna intenzione di andare a letto con lui, o con qualsiasi altro uomo.
La sua intenzione era quella di chiedergli se avrebbe acconsentito a donarle il suo sperma nel caso in cui fosse andata avanti con il suo progetto di sottoporsi a una fecondazione in vitro.
Purtroppo era un argomento troppo delicato e personale per essere affrontato al secondo appuntamento.
Il party del senatore Ashcroft si stava rivelando esattamente come Markos si era aspettato. Nei giorni passati era già stato presentato alla maggior parte degli invitati, ma molti uomini vollero approfondire la reciproca conoscenza. Le mogli e le figlie non facevano mistero di trovare il suo aspetto mediterraneo molto attraente.
Non che lui avesse da lamentarsi al riguardo; durante gli anni che aveva vissuto a Londra aveva goduto di una salutare attività sessuale e sperava sinceramente di continuare su quella strada anche adesso che si era trasferito a New York.
La sua attenzione venne catturata da una donna con un abito rosso dall’altra parte del salone. Probabilmente l’aveva notata in mezzo alle altre perché se ne stava in disparte e sembrava oltremodo annoiata sia dall’ambiente sia dalla mezza dozzina di ammiratori che la circondava.
Tuttavia non era soltanto il suo atteggiamento indifferente ad averlo colpito e neppure il fatto che fosse giovane e molto bella. I capelli color dell’ebano le ricadevano seducenti sulle spalle e gli occhi erano grigi, o forse blu. La pelle era di un pallido alabastro e i tratti del volto delicati. Le labbra erano piene, dello stesso rosso del vestito.
Come unico gioiello aveva degli orecchini pendenti di filigrana d’oro.
Eppure non era nemmeno quello che aveva stimolato la sua curiosità, risvegliando una parte molto sensibile del suo corpo.
Tutte le altre donne presenti erano appesantite da preziosi diamanti, erano snelle ed eleganti, mentre quella con l’abito rosso era... voluttuosa.
Sì, quella ragazza alta aveva una figura incredibilmente sensuale. Possedeva il genere di corpo che la maggior parte degli uomini apprezzava, benché fosse raro ormai da trovare in quell’epoca in cui andava di moda essere il più magri possibile.
Le sue spalle erano nude. La stoffa del vestito enfatizzava la pienezza del seno sodo, per poi restringersi in vita e accarezzare infine la rotondità dei fianchi. Il tutto si arrestava un paio di centimetri sopra le ginocchia. Ai piedi portava un paio di sandali rossi con il cinturino e il tacco alto.
Markos trattenne il respiro quando la vide alzare lo sguardo sopra la testa dei suoi interlocutori e guardarsi in giro, come se avesse percepito la presenza di qualcuno che la stava osservando. La sua impressione che si stesse annoiando venne confermata da uno sbadiglio che la sconosciuta riuscì a reprimere a stento.
In quel momento i loro occhi si incrociarono e restarono incatenati qualche istante prima che la donna in rosso si voltasse a prendere un calice di champagne dalla mano di uno degli uomini che la attorniavano, dimenticandosi subito della sua esistenza.
Dopo avere trascorso gli ultimi giorni e le ultime due ore in compagnia di femmine pronte a offrirsi a lui come vittime sacrificali,