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La storia della grande Fiorentina in 501 domande e risposte
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E-book389 pagine5 ore

La storia della grande Fiorentina in 501 domande e risposte

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Info su questo ebook

La passione per la propria squadra del cuore non si discute. È legittimo, invece, che possa sorgere qualche dubbio sulla sua storia, sulle formazioni o sui record dei grandi protagonisti. Questo libro vuole dare una risposta a tutte le curiosità che un vero tifoso della Fiorentina intende soddisfare, fornendo 501 interrogativi – e altrettante risposte – che mettono alla prova anche i supporter più preparati. Curiosità, aneddoti e miti da sfatare di una grande storia d’amore come quella di una squadra che dal 1926 non ci ha mai fatto mancare le emozioni.  Preparatevi allora a mettervi alla prova, con gli amici o da soli, affrontando a una a una tutte le domande proposte. Sarà sorprendente scoprire come, dietro ogni quesito, si nasconda una storia fatta di passione, determinazione, talento, ma soprattutto di un infinito amore viola.

Il perfetto tifoso saprà sempre qual è la risposta giusta

Tra le 501 domande:
Firenze è la vera culla del calcio?
Perché ci sono due versioni sulla data di nascita della Fiorentina?
Come nasce la scelta del viola per le maglie della Fiorentina?
Quando arrivò la prima vittoria della Fiorentina contro la Juventus?
Chi salì due volte in cima alla torre di Palazzo Vecchio con la bandiera viola?
Un inno della Fiorentina è stato scritto da Mogol?
Quando tornarono in campo i viola dopo l’alluvione?
Chi fu soprannominato il “Barone Vincimai”?
La Fiorentina degli anni ’70 fu colpita da una sorta di maledizione: perché?
Chi è «il ragazzo che gioca guardando le stelle»?
Chi era il cervello del centrocampo che leggeva Camus?
...e tante altre domande!

Roberto Davide Papini
è nato a Milano il 20 marzo 1963 e vive a Firenze dal 1971. Giornalista professionista, lavora nella redazione web della Nazione e si occupa, oltre che di cronaca, anche di calcio, fumetti e cartoni animati. Da sempre tifoso viola, la sua prima volta allo stadio è coincisa con una sconfitta dalla quale ha capito che quello per la viola sarebbe stato un grande amore, ma con diverse sofferenze. Nel 2017 con il documentario “Campioni per sempre - Fiorentina ‘55/’56”, realizzato per La Nazione, ha vinto la Ghirlanda d’Onore a “SPORT MOVIES & TV – MILANO INTERNATIONAL FICTS FEST” Finale di 16 Festival del “World FICTS Challenge” Campionato Mondiale della  televisione, del Cinema, della Cultura e della Comunicazione sportiva.
LinguaItaliano
Data di uscita15 ott 2019
ISBN9788822738783
La storia della grande Fiorentina in 501 domande e risposte

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    Anteprima del libro

    La storia della grande Fiorentina in 501 domande e risposte - Roberto Davide Papini

    Prefazione

    Negli ultimi anni lo sport, e il calcio in particolare, è diventato protagonista del mercato editoriale. Un fatto importante, ma spesso svilito da testi che si limitano a enfatizzare la figura del campione o del personaggio sulla cresta dell’onda nello star system mediatico. Il lettore viene trattato alla stregua del fan, pronto a collezionare tutto sul personaggio di cui è accanito follower. Il libro che state leggendo non fa parte di questa ampia, facile, catena produttiva. È un volume con una caratura importante e un valore formativo rilevante per il lettore, sulla storia della Fiorentina ma non solo. La storia di una squadra di calcio non può essere limitata al mero bilancio sportivo, ai successi e agli insuccessi, che pure ne rappresentano un elemento essenziale. Così come non può essere ridotta ai campioni che ne hanno indossato la maglia, altro fattore rilevante, segnandone cicli e periodi.

    La Fiorentina è la storia di una grande passione. Ha coinvolto le generazioni che si sono succedute in oltre novant’anni, rappresentando un legame indissolubile con la città di Firenze: chi vi è nato, chi ci vive e chi, semplicemente, la ama. La storia di una passione è segnata dall’intensità con cui è vissuta, come dice il nostro inno, nei momenti di sconforto o in quelli di esaltazione per le vittorie. È, soprattutto, una passione che accompagna la vita quotidiana.

    Raccontare la storia di una squadra di calcio è un’operazione molto complessa. Significa cimentarsi con quello che i sociologi definiscono un fatto sociale totale: il gioco e i suoi cambiamenti; l’evoluzione della tecnica e delle tattiche; i giocatori, protagonisti e anonimi; le proprietà e gli assetti economici; i tifosi, in tutte le loro gradazioni; i media; i luoghi attraversati dalla passione, a partire dagli stadi.

    Roberto Davide Papini lo ha fatto molto bene, analizzando a fondo gli argomenti con rigore scientifico, proponendo un testo che guida il lettore con maestria nella grande storia della Fiorentina. Il Museo Fiorentina, istituzione culturale che promuove i valori e la cultura sportiva, ha nelle proprie finalità la restituzione della storia della Fiorentina a tutti coloro che vivono questa passione. È per noi motivo di soddisfazione essere stati utili a Roberto Davide in questo suo lavoro.

    massimo cervelli

    (commissario alla Storia del Museo Fiorentina)

    Introduzione e ringraziamenti

    Il 23 aprile 1972 è una domenica importante, eccitante: mio padre mi ha promesso di portarmi allo stadio a vedere per la prima volta la Fiorentina. È una sorta di regalo di compleanno posticipato di poco più di un mese: dopo avermi avviato sulla strada del tifo viola (che, sebbene io abbia solo nove anni, mi ha già preso in modo viscerale), mio padre mi fa vedere da vicino i miei beniamini, già protagonisti delle mie epiche partite con le figurine in campionati immaginari in cui, ça va sans dire , la Fiorentina vince sempre.

    La scelta della partita non è casuale: i viola ospitano il Mantova, squadra che langue nelle zone basse della classifica, e mio padre valuta che sia la domenica adatta per portarmi allo stadio: la sua previsione è una goleada viola, quale inizio migliore?

    Il tragitto verso lo stadio è emozionante, la sosta al botteghino (com’era tutto più facile…) mi regala un po’ di ingenua suspense: ci saranno i biglietti? Mica saranno esauriti proprio oggi?

    Di quel pomeriggio ricordo tutto, purtroppo anche il risultato: vittoria del Mantova per 1-0 con gol di Sauro Petrini al 34’ del secondo tempo. Non è difficile immaginare la delusione di mio padre, che voleva farmi assistere a una facile vittoria, così come la mia tristezza, mitigata dalle emozioni nuove e travolgenti (lo stadio, il tifo, i colori, i giocatori visti da vicino). Da qui, proprio da questa sconfitta, il mio amore per la Fiorentina decolla definitivamente, temprato dal dispiacere di quello 0-1 così inatteso e bruciante. Tra le tante formazioni viola imparate (più o meno…) a memoria, un posto importante lo dedico proprio a quella del 23 aprile 1972: Superchi, Galdiolo, Longoni, Scala, Brizi, Orlandini, Merlo, Esposito, Clerici, De Sisti, Chiarugi. Allenatore: Nils Liedholm. Quella Fiorentina conclude il campionato al sesto posto, mentre il Mantova retrocede.

    Avrei visto in seguito tante altre partite, emozionandomi ogni volta nell’entrare allo stadio, nel vedere il prato verde, gli striscioni viola e quelli degli avversari. Vittorie, sconfitte, pareggi promettenti o deludenti, gioia e batticuore per i gol e i successi, malumore (per giorni) e talvolta febbre per i ko. Insomma, una malattia che condivido con piacere con i tifosi della Fiorentina e, con colori e storie diverse, con tutti gli appassionati di calcio.

    Ecco, il libro parla di questa malattia: parla della storia della Fiorentina attraverso 501 domande e altrettante risposte su fatti ed eroi dell’avventura viola, ma anche su personaggi ed episodi apparentemente minori, curiosi, particolari. Il tutto seguendo un criterio cronologico, con approfondimenti su alcuni personaggi particolarmente importanti. Criterio cronologico ma anche molto personale, per cui potrete trovare più in evidenza giocatori o fatti che mi hanno toccato nella mia esperienza di tifoso (prima ancora che di giornalista); altri avrebbero potuto probabilmente fare scelte diverse.

    Questo libro non sarebbe stato possibile senza l’aiuto, i consigli e le correzioni di tante persone e vari soggetti, e mi corre l’obbligo di ringraziarli (anche se certo dimenticherò qualcuno) a partire dall’editore Newton Compton, che mi ha proposto di buttarmi in quest’avventura. Preziosissimo è stato il supporto di uno dei miei maestri a «La Nazione» (se ho imparato poco, comunque, non è colpa sua) come Sandro Picchi. Fondamentali sono stati Simone Nozzoli (altro mio punto di riferimento giornalistico) e Massimo Cervelli, vicepresidente e commissario alla Storia del Museo Fiorentina. Proprio il Museo Fiorentina mi ha fornito un supporto molto importante con il presidente David Bini, Andrea Claudio Galluzzo, Simone Cerino. Per il supporto statistico Massimo Cecchi e Mauro Moschini. Poi devo un grazie sicuramente al collega Giuseppe Calabrese, a Martina Donati e a Simone Lucidi. Grazie per correzioni e suggerimenti anche a Paolo Chirichigno, Riccardo Galli, Tamara Gomboli, Andrea Guagni, Cristina Scaletti, Maurizio Sessa, Stefano Vetusti.

    Un grazie, particolare, non può che andare a mio padre, Riccardo Papini, che mi ha trasmesso questa splendida passione, ma anche a mia madre, Adriana Ferrari, che – seppur milanista – condivideva con pazienza i miei ritorni a casa, euforici o depressi a seconda del risultato.

    E, last but not least, un grazie alla mia compagna Patrizia Parrini (tifosa del Livorno, ma adesso simpatizzante viola), che asseconda la mia passione per la Fiorentina consapevole che, in fondo, dentro di me c’è sempre quel bambino di nove anni che ancora si emoziona alla vista di un prato verde e di un pallone.

    Anni Venti: le origini

    1. Firenze culla del calcio?

    Comunemente si ritiene che il gioco del calcio sia stato inventato in Inghilterra, ma questa affermazione è vera solo se ci riferiamo al calcio moderno, più o meno come lo conosciamo oggi, codificato appunto in Inghilterra nel xix secolo. Tuttavia, il calcio ha diversi antenati (dalla Cina all’antica Grecia, fino all’epoca romana) e il predecessore più illustre e nobile è sicuramente il calcio in costume (o calcio in livrea), oggi conosciuto come calcio storico fiorentino. Un gioco diffusissimo nella Firenze del xiv , xv e xvi secolo che si gioca con due squadre di ventisette giocatori ciascuna: lo scopo è quello di segnare una caccia (l’equivalente del gol) in una porta che occupa per tutta la sua larghezza il lato corto del rettangolo che costituisce il campo.

    Abbiamo scritto si gioca perché, dopo un lungo periodo di interruzione, a partire dal 1930 ogni anno a Firenze si disputa un torneo, con tanto di spettacolare corteo storico che rievoca la partita più famosa, quella del 17 febbraio 1530, durante l’assedio da parte di Carlo V. Nonostante la città fosse stremata, i fiorentini non vollero rinunciare alla tradizione del gioco durante il Carnevale e, soprattutto, vollero disputare la partita come segno di sfida verso il nemico.

    ● ● ●

    2. Come si diffonde a Firenze il calcio nell’Ottocento?

    Il calcio moderno, come detto, è di origine inglese e in Italia arriva alla fine del xix secolo, spesso grazie alle comunità britanniche, con l’apertura di sezioni dedicate al football all’interno di polisportive. È il caso della più antica squadra di calcio d’Italia, il Genoa, che nasce ufficialmente nel 1893 come Genoa Cricket and Athletic Club per diventare poi nel 1899 Genoa Cricket and Football Club. A Firenze il calcio moderno arriva nel 1898 con la nascita di una Società del Calcio, poi chiamata Società del Giuoco del Calcio, con il sindaco di Firenze, marchese Pietro Torrigiani, come presidente. Nel decennio successivo in molti si cimentano nel nuovo gioco al prato del Quercione e negli altri spazi verdi, con formazioni e associazioni, spesso dalla vita breve, che si sfidavano in continuazione. La prima esperienza veramente significativa è rappresentata dal Firenze Foot-Ball Club, fondato nel 1908 e subito affiliato alla FIGC, che vince il girone toscano, allora Terza categoria, dal 1909 al 1912. In questi anni nascono le sezioni calcio di due gloriose società sportive fiorentine: il Club Sportivo Firenze e la Palestra Ginnastica Fiorentina Libertas. Proprio da queste due realtà nascerà la grande ed entusiasmante avventura della Fiorentina.

    ● ● ●

    3. Quando nasce la Fiorentina?

    Sebbene per anni la data di nascita della Fiorentina sia stata erroneamente indicata come il 26 agosto 1926, lo stesso club viola sul suo sito Internet ha ufficializzato la data del 29 agosto 1926, come indicato nella ricostruzione storica del Museo Fiorentina. Come detto, sono il Club Sportivo Firenze e la Palestra Ginnastica Fiorentina Libertas a dare vita alla Fiorentina. Si tratta di una fusione fortemente voluta dal marchese Luigi Ridolfi Vay da Verrazzano, presidente del Club Sportivo, che convince i soci dei due club a unire le forze e fondere le rispettive sezioni calcistiche nell’Associazione Fiorentina del Calcio. Le maglie non sono ancora viola ma biancorosse: un omaggio ai colori di Firenze (il simbolo del giglio rosso in campo bianco), ma anche un compromesso rispetto ai colori dei due club che si sono fusi: il bianco del Club Sportivo e il rosso della Libertas, i cui giocatori sono detti ghiozzi rossi. Il viola, come vedremo, arriverà più tardi.

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    4. Perché ci sono due versioni sulla data di nascita della Fiorentina?

    La data ufficiale, come detto, è il 29 agosto 1926. Tuttavia, trattandosi di un evento lontano nel tempo e non essendo stato trovato l’atto costitutivo, negli anni ci sono state diverse versioni sulla data di nascita della Fiorentina. In particolare, c’è spesso un ping pong tra il 26 e il 29 agosto. In realtà, secondo quanto riportato dal Museo Fiorentina nella pubblicazione Fiorentina 1926-27. Le origini , il 26 agosto 1926 avviene a Firenze una riunione di società di calcio toscane per chiedere modifiche al regolamento della Federcalcio; tra queste società figurano la Palestra Ginnastica Fiorentina Libertas e il Club Sportivo Firenze, che in quella data risultano dunque – anche se la fusione è già stata decisa – ancora due entità distinte. La nascita ufficiale del nuovo club gigliato è il 29 agosto 1926. Questa data è tra l’altro riportata da molte pubblicazioni degli anni Trenta, Quaranta e Cinquanta e in tutte le pubblicazioni, sia della Fiorentina che della FIGC, edite sotto l’egida del marchese Ridolfi. Detto questo, nel corso degli anni c’è chi ha addirittura indicato il 19 o il 18 agosto come data di nascita. Insomma, un gran pasticcio che, però, adesso sembra risolto dall’autorevolezza degli storici del Museo Fiorentina. Comunque, ogni anno in agosto, soprattutto in questi tempi di social network, ci sono tanti tifosi che fanno gli auguri alla Fiorentina il 26, mentre altri (giustamente) scelgono la data ufficiale del 29. L’importante è voler bene a questa ragazza viola, sempre giovane e sempre affascinante nonostante siano passati tanti anni.

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    5. Qual è il primo stadio della Fiorentina?

    Si tratta del campo di via Bellini, inaugurato nel 1922, che fino alla fusione è il campo della sezione calcio della Libertas; si chiama infatti Stadio Velodromo Libertas. Qui la Fiorentina muove i primi passi, questo è il teatro di battaglie (calcistiche, ovviamente) pionieristiche. Purtroppo, non solo quel piccolo stadio oggi non esiste più, ma l’intera area è stata totalmente sommersa dai palazzi e non è più possibile passeggiare su quell’erba, cercare le atmosfere del tempo che fu. Quello stadio, però, non è del tutto dimenticato: in via Bellini, all’angolo con via Monteverdi, il Museo Fiorentina e la Libertas hanno posto una targa commemorativa il 1° ottobre 2016, nel quadro delle celebrazioni per i novanta anni del club gigliato; una cerimonia ufficiale, con tanto di gonfalone del Comune di Firenze, per rendere omaggio a un luogo che fisicamente non c’è più, ma che è stato la culla dei primi vagiti della Fiorentina.

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    6. Chi è il primo allenatore?

    Inaugurando una serie importante di tecnici magiari, il primo allenatore della Fiorentina è l’ungherese Károly Csapkay. Si tratta di un ex giocatore della nazionale magiara che approda alla Libertas nel 1925. A Firenze comincia la sua avventura come allenatore-giocatore; poi, complici anche le limitazioni verso l’impiego dei giocatori stranieri, lascia il campo per dedicarsi solo all’attività di allenatore. Con la fusione e la nascita della Fiorentina passa alla guida della squadra biancorossa, continuando a fare in panchina quello che già faceva in campo con la Libertas: guidare la squadra. È un tecnico molto amato dai giocatori e incassa con eleganza le critiche della stampa, che già all’epoca non risparmia gli strali agli allenatori.

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    7. Chi è il primo straniero?

    Anche in questo caso si tratta di un ungherese: Árpád Posteiner, che arriva alla Libertas dal Diósgyőri vtk nel 1925. In realtà, gli stranieri tesserati dalla Fiorentina nella sua prima stagione sono due: Posteiner e Csapkay. Come detto, però, quest’ultimo presto decide di abbandonare l’attività da giocatore. In patria Posteiner aveva giocato soprattutto come mediano, ma alla Libertas viene schierato come terzino, ruolo che mantiene anche dopo la fusione con il Club Sportivo nella neonata Fiorentina. Le cronache dell’epoca lo descrivono come uno dei giocatori più efficaci della squadra biancorossa. La sua esperienza alla Fiorentina, però, dura solo una stagione perché poi, a causa del divieto di utilizzare giocatori stranieri nei campionati italiani, fa ritorno in patria.

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    8. Quali sono la prima partita e il primo gol in assoluto della Fiorentina?

    La Fiorentina nasce alla fine di agosto del 1926, il campionato comincia all’inizio di ottobre: bisogna stringere i tempi per presentarsi al via in buone condizioni, cercando di limitare i problemi dovuti al poco tempo avuto dalla squadra per prepararsi. Così, prima dell’esordio in campionato, i biancorossi affrontano due partite amichevoli. La prima è una sorta di derby contro il Signa (o meglio: la Società Sportiva Signa), squadra dell’omonimo paese alle porte di Firenze. È questa la prima partita in assoluto della Fiorentina. Si gioca al velodromo Libertas di via Bellini in una data risorgimentale (il 20 settembre, anniversario della breccia di Porta Pia), ma la gara comincia male per i fiorentini, che si ritrovano in svantaggio per 2-0 dopo un primo tempo nettamente dominato dagli avversari. Nella ripresa le cose vanno un po’ meglio e Baldini segna il gol della bandiera. Questa, dunque, è la prima rete della storia della Fiorentina. Per la seconda amichevole, il 26 settembre, la Fiorentina ospita la Sampierdarenese di Genova, squadra di categoria superiore. I gigliati non demeritano e conquistano un bel pareggio per 2-2 con le reti di Bandini e Volk. Per il centravanti fiumano si tratta del primo gol con la Fiorentina.

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    9. Qual è il primo campionato della storia della Fiorentina?

    Èquello della stagione 1926-27, nella quale la Fiorentina viene inserita nel girone C della Prima Divisione, una sorta di Serie B (articolata in vari gironi) rispetto alla Divisione Nazionale. Nel suo girone la Fiorentina arriva sesta con 17 punti, preceduta da Reggiana, Spal, Pistoiese, Parma e Prato e davanti a Lucchese, Pisa, Carpi e Anconitana. Al termine della stagione i gigliati disputano anche la Coppa Arpinati, arrivando secondi nel loro girone, e fanno il loro esordio internazionale con il successo per 3-1 sugli svizzeri del Lugano.

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    10. Qual è la prima partita ufficiale e quale la prima vittoria in campionato della Fiorentina?

    Dopo aver disputato, come abbiamo visto, due amichevoli di preparazione al campionato (sconfitta con il Signa per 2-1, pareggio 2-2 con la Sampierdarenese), la Fiorentina fa il suo esordio ufficiale: la data fatidica è quella del 3 ottobre 1926, quando nell’impianto di via Bellini si gioca Fiorentina-Pisa. Di fronte a un pubblico entusiasta, fiorentini e pisani si sfidano in una gara emozionante. La Fiorentina attacca ma non passa e anzi subisce il gol nerazzurro alla fine del primo tempo. Nella ripresa, però, i viola si scatenano e la partita finisce 3-1 per i gigliati: questa gara, quindi, corrisponde anche alla prima vittoria in un incontro ufficiale della storia della Fiorentina. Un esordio davvero promettente per il neonato club. La prima formazione è questa: Sernagiotto, Posteiner, Benassi II, Focosi, Segoni I, Barigozzi, Baldini, Salvatorini, Volk, Baccilieri, Bandini. Le reti gigliate sono di Volk (doppietta) e Baldini.

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    11. Chi è il primo capitano della Fiorentina?

    L’ onore va a Ermanno Barigozzi, classe 1899 di Monza. Barigozzi arriva a Firenze nel 1921 e approda alla Libertas, dove gioca nel ruolo di mediano e si mette in evidenza per la sua personalità. Con la fusione che dà vita alla Fiorentina passa alla neonata società biancorossa. Un infortunio lo terrà fuori dal campo per diverse giornate e la fascia di capitano passerà a Zelante Salvatorini, pedina inamovibile della squadra e sempre presente in questa prima stagione.

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    12. Di chi è il primo gol ufficiale della storia della Fiorentina?

    Èdel fiumano Rodolfo Volk, al primo minuto del secondo tempo di Fiorentina-Pisa, seguito dal bis dello stesso Volk un quarto d’ora dopo. Volk – che a Firenze sta svolgendo il servizio militare e per questo deve giocare sotto falso nome, come Rodolfo Bolteni – resta soltanto un anno ed è il capocannoniere dei gigliati con una media importante (11 reti in quattordici partite) che però non basta per la promozione nella divisione superiore. La sua carriera esploderà nella Roma, dove a suon di gol (in tutto ne realizza 103 in campionato, superato nelle statistiche giallorosse solo da Francesco Totti e Roberto Pruzzo) diventerà l’idolo dei tifosi, che lo soprannomineranno Sigfrido (o Sigghefrido) e Sciabbolone. Tra l’altro, oltre ad aver siglato il primo gol in una gara ufficiale della Fiorentina, in giallorosso è anche il primo a segnare un gol a Campo Testaccio e ad andare a segno in un derby contro la Lazio.

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    13. Qual è la prima partita internazionale della Fiorentina?

    Nata da pochi mesi, nell’aprile 1927 la Fiorentina fa già la sua prima esperienza internazionale in un’amichevole contro il Lugano. Gli svizzeri sono in tournée in Italia e hanno scelto le tappe anche in base alla bellezza delle città: Firenze, Roma e Napoli. I tifosi biancorossi affollano lo stadio di via Bellini e fanno bene, perché l’esordio internazionale della Fiorentina è una bella vittoria. L’inizio è da sogno: al 3’ la squadra gigliata è già avanti di due gol. Segnano Miconi (2’) e Volk (3’), poi gli svizzeri accorciano con Fink (12’), ma non riescono a trovare il pareggio nel resto del primo tempo né durante la ripresa. Anzi, al 64’ arriva la terza rete, messa a segno ancora da Volk. Dunque quello di Miconi è il primo gol della Fiorentina in una partita internazionale, mentre quella di Volk la prima doppietta.

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    14. Chi difende la porta, Sernagiotto o Serravalli?

    Itabellini dell’epoca riportano il nome di Serravalli come portiere della prima partita della Fiorentina. Poi, però, in tanti testi ci si può imbattere nel nome di Sernagiotto. Il mistero è svelato dal Museo Fiorentina (grazie alla Collezione Italo Bandini) nel fondamentale volume per i novant’anni del club gigliato Fiorentina 1926-27. Le origini : il portiere che difende la porta nella prima storica partita (sia la prima in assoluto che la prima in campionato) è il friulano Mario Sernagiotto, che utilizza il nome di un ex compagno della Libertas (Serravalli, appunto) per poter giocare nonostante stia facendo il servizio militare. Un escamotage usato anche da Volk-Bolteni, come abbiamo visto. In realtà si tratta di escamotage pro-forma: molto probabilmente le autorità militari sono a conoscenza dell’identità dei soldati di leva che giocano sotto falso nome.

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    15. Qual è la prima goleada nella storia della Fiorentina?

    Quella del 20 novembre 1927, quando la squadra (ancora) biancorossa travolge il Tivoli in casa, sul campo di via Bellini, in una gara del campionato di Prima Divisione. Il risultato è 8-0 con una tripletta di Miconi, una doppietta di Bernetti e reti di Rivolo, Scazzola e Bay. Un risultato che entusiasma i tifosi che affollano lo stadio.

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    16. Quale centravanti di quel periodo ha all’attivo più reti che presenze?

    Un record davvero particolare è quello che può vantare Miconi, centravanti della Fiorentina 1927-28. In questa stagione, Miconi realizza 14 reti in undici partite: oltre alla già citata tripletta nell’8-0 al Tivoli, si scatena con il Savoia (un’altra tripletta) e segna ad altre squadre, compreso il Bari che poi vincerà il campionato.

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    17. Come sono i primi passi della Fiorentina?

    Nel secondo campionato della sua storia, quello 1927-28, la Fiorentina si ritrova nel girone centro-meridionale della Prima Divisione e questo comporta notevoli disagi per le trasferte più lunghe. Nonostante ciò la squadra di Csapkay sfiora la promozione in Divisione Nazionale (arriva seconda, dietro il Bari). Promozione che arriva comunque: grazie alla modifica dei campionati nazionali la Fiorentina viene ripescata. L’avventura nella serie superiore, però, trova i gigliati impreparati a quel livello, li vede subire sconfitte molto pesanti e chiudere all’ultimo posto con l’inevitabile retrocessione.

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    18. In quel campionato 1927-28 la Fiorentina è coinvolta in uno scandalo. Quale?

    Il poker inflitto dalla Fiorentina al Savoia, l’11 dicembre 1927, potrebbe valere tanto in termini di classifica, se non fosse annullato dal giudice sportivo. Prima di quella gara, infatti, c’è un contatto tra i dirigenti del Savoia e alcuni dirigenti gigliati, con i primi che offrono i 2 punti in cambio di soldi, poi un dirigente fiorentino offre soldi in cambio di un impegno particolare contro il Bari, quindi omesse denunce e responsabilità oggettive. Da questo pasticcio risultano estranei il presidente Ridolfi e il consigliere Agostini, ma il resto della dirigenza viene falcidiato dalle squalifiche. Alla fine la gara è data persa a entrambe le squadre e, soprattutto, viene fatta una gran brutta figura.

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    19. Qual è la prima partita della Fiorentina in Divisione Nazionale?

    La squadra biancorossa, grazie (si fa per dire) al calendario, ha subito modo di rendersi conto di non essere ancora attrezzata per la categoria: il 30 settembre 1928, con grande attesa da parte dei tifosi fiorentini, allo stadio di via Bellini arriva l’Ambrosiana Inter di Giuseppe Meazza. È una partita storica, i tifosi sono entusiasti al fischio d’inizio e restano entusiasti per tutto il primo tempo, che vede la Fiorentina disimpegnarsi bene e dare del filo da torcere agli avversari. Nella ripresa, però, l’Ambrosiana passa tre volte (doppietta di Blasevich e gol di Viani) chiudendo il discorso. La settimana dopo va peggio (decisamente molto peggio) con la sconfitta in casa della Juventus per 11-0. Per la prima vittoria gigliata, dopo sei sconfitte, bisogna aspettare la settima giornata, con il 3-2 sul campo della Reggiana.

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    20. E il colore viola?

    Già, perché la Fiorentina della quale abbiamo parlato finora è ancora biancorossa. Il viola arriva il 22 settembre 1929 in occasione di un’amichevole precampionato con la Roma. Negli anni si è diffusa la leggenda di un bucato andato male che avrebbe trasformato le maglie biancorosse in viola; altre teorie legano la scelta del viola a una particolare lavorazione dei tessuti, con una colorazione ottenuta grazie a una sorta di segreto industriale tutto fiorentino dal xiii secolo, oppure si parla di un legame con la tradizione dell’iris di Firenze o con la camelia viola della famiglia Ridolfi, creata da Cosimo, nonno di Luigi e appassionato di botanica. Ma al di là del perché, sappiamo che il nuovo colore è una scelta precisa del presidente Ridolfi. Certo una scelta originale, soprattutto per l’epoca, ma una scelta che piace ai tifosi, che si affezionano subito, e che legherà per sempre il viola a Firenze e alla Fiorentina. La gara finisce 3-0 per i giallorossi, ma questo conta poco: ciò che conta è che in quella stagione 1929-30 (conclusa con il quarto posto) la maglia diventa viola e i giocatori e i tifosi della squadra gigliata diventano i viola.

    Luigi Ridolfi

    21. Chi è Luigi Ridolfi?

    Il marchese Luigi Ridolfi Vay da Verrazzano, discendente di Lorenzo il Magnifico, è una delle personalità più importanti della Firenze sportiva e culturale della prima metà del xx secolo. Futurista, aderisce al fascismo, partecipa alla marcia su Roma e viene nominato federale della provincia di Firenze dal dicembre 1926 all’aprile 1929, quindi diventa deputato. Di certo gli spetta, nella storia della Fiorentina, un posto di rilievo: è il primo presidente del club, che con lui approda in Serie A e vince la Coppa Italia; grazie a lui vengono realizzati lo stadio a Campo di Marte (attualmente intitolato ad Artemio Franchi), a opera dell’architetto Pier Luigi Nervi, e il centro tecnico federale di Coverciano (la casa delle Nazionali azzurre di calcio). Ma Ridolfi rappresenta un punto di riferimento per tutto lo sport fiorentino e non solo. Oltre alla Fiorentina fonda la società di atletica leggera Giglio Rosso e nel 2001 Firenze gli intitola l’impianto di atletica leggera (l’ex stadio militare) a pochi metri dallo stadio realizzato da Nervi. Oltre che un grande appassionato di sport è un vero mecenate, con interessi anche nella cultura: è lui a fondare, insieme a Vittorio Gui, il Maggio Musicale Fiorentino. In questo suo ritratto ci guida il fondamentale testo di Andrea Claudio Galluzzo Il Fiorentino. Vita e opere del Marchese Luigi Ridolfi .

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    22. Come la famiglia Ridolfi discende da Lorenzo il Magnifico?

    Discendenti da Ridolfo di Poppiano (mercante del xiii secolo), i Ridolfi si dedicano all’arte della lana e all’agricoltura, sono banchieri e svolgono incarichi politici a Firenze tra Medioevo e Rinascimento, un impegno che proseguirà nei secoli. Parlando delle origini della famiglia, come spiega Galluzzo, bisogna distinguere tre diversi rami, a seconda del luogo di residenza: i Ridolfi di Ponte (della zona di ponte Vecchio), i Ridolfi di Borgo (residenti in Borgo San Jacopo) e i Ridolfi di Piazza (nella zona di piazza San Felice). Quest’ultimo ramo, il più importante, è quello di Luigi. Ebbene, il sangue dei Ridolfi di Piazza si mescola con quello dei Medici quando Lorenzo il Magnifico dà in sposa a Piero Ridolfi sua figlia Contessina. Per venire a tempi più recenti, Luigi Ridolfi è anche discendente (per parte di madre) di Gino Capponi, fondatore nel 1821 della rivista culturale «Antologia» con Giovan Pietro Vieusseux.

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    23. Come avviene la fondazione della Fiorentina?

    La fusione tra il Club Sportivo

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