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Tutte pazze per Jason: eLit
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E-book151 pagine2 ore

Tutte pazze per Jason: eLit

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Info su questo ebook

Dura la vita dello scapolo più sexy di tutta Chicago. Così infatti è stato definito Jason Knight, aitante procuratore distrettuale. Già, perché se prima le donne facevano a gara per strappargli un appuntamento, ora rischiano addirittura di... strappargli i vestiti! Ma quando Jason incontra Heather, conduttrice di un popolare programma radiofonico, si convince che i suoi guai sono finiti. È lei la donna giusta, quella di cui innamorarsi. Fiori d'arancio in vista? No, perché per Heather è soltanto un gioco, o meglio, una scommessa...

LinguaItaliano
Data di uscita31 ago 2015
ISBN9788858943014
Tutte pazze per Jason: eLit

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    Anteprima del libro

    Tutte pazze per Jason - Cathie Linz

    Titolo originale dell’edizione in lingua inglese:

    Too Sexy For Marriage

    Harlequin Love and Laughter

    © 1998 Cathie L. Baumgardner

    Traduzione di Andrea Cappi

    Questa edizione è pubblicata per accordo con

    Harlequin Books S.A.

    Questa è un’opera di fantasia. Qualsiasi riferimento a fatti o

    persone della vita reale è puramente casuale.

    © 2000 Harlequin Mondadori S.p.A., Milano

    eBook ISBN 978-88-5894-301-4

    www.harlequinmondadori.it

    Questo ebook contiene materiale protetto da copyright e non può essere copiato, riprodotto, trasferito, distribuito, noleggiato, licenziato o trasmesso in pubblico, o utilizzato in alcun altro modo ad eccezione di quanto è stato specificamente autorizzato dall’editore, ai termini e alle condizioni alle quali è stato acquistato o da quanto esplicitamente previsto dalla legge applicabile. Qualsiasi distribuzione o fruizione non autorizzata di questo testo così come l’alterazione delle informazioni elettroniche sul regime dei diritti costituisce una violazione dei diritti dell’editore e dell’autore e sarà sanzionata civilmente e penalmente secondo quanto previsto dalla Legge 633/1941 e successive modifiche.

    Questo ebook non potrà in alcun modo essere oggetto di scambio, commercio, prestito, rivendita, acquisto rateale o altrimenti diffuso senza il preventivo consenso scritto dell’editore. In caso di consenso, tale ebook non potrà avere alcuna forma diversa da quella in cui l’opera è stata pubblicata e le condizioni incluse alla presente dovranno essere imposte anche al fruitore successivo.

    1

    «Tu sì che sei fortunato! Di solito, quando vengo a mangiare qui, mi ci vogliono dieci minuti per attirare l’attenzione di una cameriera. Oggi, grazie a te, ne abbiamo ben quattro che ci ronzano attorno.»

    «Forse, se lasciassi delle mance più generose, saresti servito meglio» ribatté Jason Knight, lanciando al suo amico e collega Gordon Metcheff un’occhiataccia che avrebbe dovuto zittirlo. Non funzionò. Gordon poteva anche avere l’aspetto di un chierichetto, ma dentro era un vero squalo.

    «Non c’entrano per niente le mance» continuò infatti, sollevando un sopracciglio. Stavano pranzando nel ristorante vicino al tribunale, un locale rimasto uguale dai tempi della presidenza Kennedy. La carta da parati rossa era piuttosto consunta, ma il cibo era buono e il servizio rapido, cosa fondamentale per degli avvocati pieni di impegni. «C’entra il fatto che sei stato nominato scapolo più sexy di Chicago.»

    «Perché non alzi un po’ la voce? Forse a quel tavolo là in fondo non ti hanno sentito!»

    «Gradite ancora un po’ di caffè?» domandò una procace cameriera bruna, chinandosi su Jason in modo tale da offrirgli una generosa vista della sua scollatura. Avrebbe giurato che dall’ultima volta che si era fermata al loro tavolo, dieci minuti prima, avesse slacciato un altro bottone della camicetta. Non c’era da stupirsi, dato che era la stessa cameriera che aveva scritto il proprio nome e numero di telefono su un tovagliolino che aveva infilato sotto il suo sandwich di pollo.

    «No, grazie. Stiamo a meraviglia così» disse lui. Le rivolse uno sguardo indifferente e distaccato che avrebbe dovuto spegnere i suoi ardori una volta per tutte. Poteva godersi il pranzo in santa pace?

    «Sono contenta di saperlo. Mi fa piacere che i clienti stiano a meraviglia. E lei è proprio una meraviglia.» Lo esaminò sfacciatamente. «Qualunque cosa desideri, mi faccia un fischio.»

    Jason scosse il capo sconfortato, mentre la cameriera scivolava via, ancheggiando in un modo che avrebbe fatto apparire timida e goffa perfino Mae West.

    «E chi riesce a fischiare?» gemette Gordon. «Ho la bocca completamente asciutta.»

    «Sarà perché te ne stai con la lingua fuori da mezz’ora» ribatté Jason tamburellando impazientemente sul tavolo. «Non si potrebbe parlare di lavoro?» Gordon era avvocato d’ufficio mentre Jason lavorava per l’ufficio del procuratore distrettuale, quindi in tribunale si trovavano ai lati opposti della barricata. «Credevo che dovessimo pranzare insieme per discutere del caso Fiarelli.»

    «Tra un istante. Lasciami godere ancora un po’ la luce del riflettore puntato su di te» disse Gordon facendo gli occhi dolci a tutte quelle donne che li guardavano ammiccanti.

    «Bel riflettore» borbottò Jason mentre due ragazze a un altro tavolo ridacchiavano indicandolo.

    Gordon non mollò. «Smettila di lamentarti, se fosse successo a me sarei salito sul tetto a urlare la notizia. È un modo fantastico per avere successo con le donne. Dimmi che cosa si prova.»

    «Devo ammettere che all’inizio era... interessante. Adesso però comincia a interferire anche con il lavoro. Ho la scrivania coperta di strane lettere profumate. E ieri ho perfino ricevuto in una busta un paio di mutandine di pizzo, con allegate una fotografia della ragazza che le aveva indosso.»

    «Era un tanga, per caso?» Gordon era in fibrillazione. «Ti prego, dimmi che era un tanga.»

    «Gradite ancora un po’ di acqua gelata?» chiese con voce roca un’altra cameriera, bionda questa volta.

    «No. Né ghiaccio né acqua.» Jason fu brusco con lei, visto che gli aveva già rovesciato in grembo diversi cubetti di ghiaccio, occupata com’era a sbattere le ciglia anziché a fare attenzione a ciò che stava facendo. Per fortuna ormai la brocca era quasi vuota.

    La donna mise il broncio e si allontanò ancheggiando.

    «Parliamo un po’ di quella fotografia» suggerì Gordon. «È chiaro che ti sconvolge. Il minimo che posso fare per te è togliertela dalle mani. Ce l’hai qui? Sarebbe meglio che mi dessi anche le mutandine.»

    Jason non si divertiva affatto. «Non c’è niente da ridere. Hai idea di come mi prendano in giro in ufficio? Insomma, attirare l’attenzione di una donna mi piace, come piace a tutti, ma quando è troppo...»

    «Non saprei. Non è che le donne abbiano mai fatto la fila per uscire con me» disse Gordon acido.

    «In palestra facevano a spintoni per usare la cyclette accanto alla mia. Era imbarazzante. Ammazzerei mia sorella per avermi fatto questo.»

    «Che cosa c’entra tua sorella?»

    «È stata lei a mandare la mia fotografia al Chicagoan Magazine

    «E l’hanno pubblicata senza la tua autorizzazione?»

    «No. È saltato fuori che l’editore è un compagno di università del nostro illustre procuratore distrettuale.»

    «E dato che sei l’astro nascente dell’ufficio, non hai potuto impedire a un amico del tuo capo di usare la tua fotografia e incoronarti scapolo più sexy di Chicago.»

    «Detto in soldoni...»

    «E allora ascolta il mio consiglio, amico mio: rilassati e goditi questo momento finché dura. E fai in modo di dirottare verso di me quelle che non ti piacciono.»

    «Ehi, sveglia! La riunione è quasi finita» bisbigliò Heather Grayson all’amica e produttrice radiofonica Nita Weisskopf. Sedevano entrambe nell’angolo più remoto dell’affollata sala da pranzo adibita anche a sala riunioni. Diversi tavolini erano stati accostati a formare un lungo tavolo, intorno al quale sedeva la maggior parte dello staff della WMAX, con differenti livelli di attenzione. Gli ultimi arrivati, come Heather e Nita erano relegati in fondo, vicino a un distributore di acqua guasto.

    «Sono sveglissima» bisbigliò a sua volta Nita.

    «Ma se stavi russando...»

    Sulla quarantina, o almeno così dichiarava, Nita era una bionda platinata con la pelle dorata e le sopracciglia folte. Dura e affascinante al tempo stesso, aveva uno stile innato, sicurezza ed energia. Avrebbe potuto ingannare la maggior parte delle persone che si trovavano in quella stanza, ma non Heather. E questo era bastato a far sì che le due legassero immediatamente.

    «E così la conclusione è che buttare soldi dalla finestra può davvero pagare» disse nel suo monotono ronzio Paul Wiley, direttore dell’emittente. «Come dimostra la nostra ultima promozione Buttate i vostri soldi per me. Confesso di aver avuto i miei dubbi sul fatto che il nostro pubblico del mattino gettasse dalla finestra dei biglietti da dieci per scommettere sulla serie negativa della squadra dei Cubs. Ma con una spesa minima abbiamo ricavato per radio WMAX un ritorno incredibile su tutte le stazioni televisive più importanti di Chicago e su una mezza dozzina di quotidiani. Inoltre abbiamo fatto felici i nostri ammiratori, anche se abbiamo mandato in bestia i poliziotti che dovevano tenere a bada la folla. Ottimo lavoro. E adesso vorrei chiudere la riunione con qualche nota di merito.»

    Heather cercò di mostrarsi attenta, ma lo voce monotona di Paul avrebbe fatto addormentare anche un bambino iperattivo. Del resto sapeva benissimo che cosa stava per accadere. Le note di merito andavano sempre all’uomo dall’ego più smisurato dell’emittente, il commentatore sportivo Bud Riley. Ogni settimana la stessa cosa. La direzione lo magnificava, Bud gongolava e la riunione finalmente terminava.

    «C’è una persona qui presente il cui contributo vorrei evidenziare, una persona che si è dimostrata di particolare valore per la nostra radio. Una persona che credo continuerà a migliorare i suoi indici di ascolto già ottimi, una persona che ha un talento naturale e un pubblico affezionato che l’adora...»

    Bud stava già facendo la ruota come un pavone.

    «Quindi vi invito a tributare con me un solenne applauso a...»

    Bud era già in piedi.

    «Heather Grayson» proseguì Paul, «la conduttrice del nostro programma pomeridiano di punta, Amore on the rocks, in cui le storie d’amore vengono rimescolate, non agitate.»

    Bud crollò sulla sedia incredulo, mentre Heather rischiò di cadere dalla sua per lo stesso motivo. Non era mai accaduto prima: Bud aveva sempre avuto la sua generosa dose di adulazione alla fine di ogni riunione di redazione. Era un fatto scontato.

    «Alzati, Heather» la invitò Paul, mentre Nita dava di gomito nelle costole dell’amica.

    Heather ubbidì, cercando di sistemarsi addosso il maglione sformato. Aveva dimenticato che era martedì, il giorno della riunione di redazione, e si era vestita privilegiando la comodità rispetto all’eleganza.

    «Di’ qualcosa» le sibilò Nita.

    «Non so che cosa dire.»

    «Perfetto» ghignò Bud. «Non sapere che cosa dire è una grande qualità per un personaggio radiofonico.»

    «Tengo le cose migliori per il mio show» replicò Heather fissando la testa di Bud. Dio, aveva il cranio così lucido da potercisi specchiare. Rabbrividì al pensiero di poter anche solo inavvertitamente sfiorare la testa di Bud.

    «Bene, continua così, Heather» disse Paul. «È tutto, gente. Fino alla prossima volta...»

    Se gli sguardi avessero potuto uccidere, quello che Bud riservò a Heather l’avrebbe spedita dritta all’obitorio. Non era mai stato molto amichevole, ma dopo il suo ultimo divorzio era diventato davvero insopportabile. Heather aveva tentato di mostrarsi comprensiva. Dopotutto non doveva essere stato facile per lui quando la giovane moglie era scappata con un istruttore di aerobica. Ma Bud aveva sempre trovato il modo di respingere qualunque profferta di solidarietà. Nei quasi quattro anni che Heather aveva passato alla WMAX, Bud aveva disdegnato tutti i suoi gesti di amicizia, finché lei aveva smesso di offrirglieli. Non era tipo da giudicare gli altri, ma Bud era un insopportabile prepotente.

    La sua ultima vittima era stata Cindy, la nuova segretaria. «E queste le chiami lettere?» aveva urlato facendole a pezzi davanti al suo naso. «Io non mando ai miei ammiratori questa spazzatura! La prossima volta

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