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Avvocati complicati: Harmony Collezione
Avvocati complicati: Harmony Collezione
Avvocati complicati: Harmony Collezione
E-book146 pagine2 ore

Avvocati complicati: Harmony Collezione

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Info su questo ebook

Jeanie ama in segreto Ward, avvocato, vedovo e suo collega di lavoro. È il suo migliore amico e lei teme, confidandosi, di perderlo. Si limita quindi a confessargli di soffrire per un amore non corrisposto, ottenendo il più classico dei risultati: Ward si scopre follemente geloso di lei, non sapendo di invidiare praticamente se stesso... Ma il lieto fine è nell'aria. Galeotti saranno la bimba di Ward, un infortunio della governante e la festa di San Valentino.

LinguaItaliano
Data di uscita10 nov 2015
ISBN9788858941300
Avvocati complicati: Harmony Collezione
Autore

Helen Brooks

Helen è nata e cresciuta in Nuova Zelanda. Amante della lettura e dotata di grande fantasia, ha iniziato a scrivere storie sin dall'adolescenza. A ventun anni, insieme a un'amica, partì in nave per un lungo viaggio in Australia, che da Auckland l'avrebbe condotta a Melbourne.

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    Anteprima del libro

    Avvocati complicati - Helen Brooks

    Titolo originale dell’edizione in lingua inglese:

    Her Secret Valentine

    Harlequin Mills & Boon Modern Romance

    © 2002 Helen Brooks

    Traduzione di Giuseppe Biemmi

    Questa edizione è pubblicata per accordo con

    Harlequin Books S.A.

    Questa è un’opera di fantasia. Qualsiasi riferimento a fatti o

    persone della vita reale è puramente casuale.

    Harmony è un marchio registrato di proprietà

    Harlequin Mondadori S.p.A. All Rights Reserved.

    © 2004 Harlequin Mondadori S.p.A., Milano

    eBook ISBN 978-88-5894-130-0

    www.harlequinmondadori.it

    Questo ebook contiene materiale protetto da copyright e non può essere copiato, riprodotto, trasferito, distribuito, noleggiato, licenziato o trasmesso in pubblico, o utilizzato in alcun altro modo ad eccezione di quanto è stato specificamente autorizzato dall’editore, ai termini e alle condizioni alle quali è stato acquistato o da quanto esplicitamente previsto dalla legge applicabile. Qualsiasi distribuzione o fruizione non autorizzata di questo testo così come l’alterazione delle informazioni elettroniche sul regime dei diritti costituisce una violazione dei diritti dell’editore e dell’autore e sarà sanzionata civilmente e penalmente secondo quanto previsto dalla Legge 633/1941 e successive modifiche.

    Questo ebook non potrà in alcun modo essere oggetto di scambio, commercio, prestito, rivendita, acquisto rateale o altrimenti diffuso senza il preventivo consenso scritto dell’editore. In caso di consenso, tale ebook non potrà avere alcuna forma diversa da quella in cui l’opera è stata pubblicata e le condizioni incluse alla presente dovranno essere imposte anche al fruitore successivo.

    1

    «Chi è il drittone che ha suggerito che la consegna del regalo per il pensionamento di Jim dovesse essere seguita da brindisi e abbuffate per tutto il pomeriggio? Se vuoi sapere la mia, chiunque egli sia, mi deve delle spiegazioni.»

    Jeanie sollevò lo sguardo dalla sua scrivania in disordine e sorrise alla figura alta e mora che stava sulla porta del suo ufficio personale. «Devo desumere che non ti stai divertendo gran che, lì fuori?» chiese dolcemente, mentre i suoi caldi occhi di un castano ambrato mettevano a fuoco il volto bello e decisamente contrariato di Ward Ryan.

    Lui fece una smorfia, entrando nella stanza e chiudendosi la porta alle spalle, e come accadeva sempre, per qualche istante il regolare battito del cuore di Jeanie ebbe un’improvvisa accelerazione, prima di tornare alla frequenza normale che ci si sarebbe aspettati da un socio giovane ma già dotato di una certa esperienza e fortemente rispettato in un grande e avviato studio legale nel cuore di Londra.

    «Accidenti, che cos’è che trasforma delle persone normalmente riservate e coscienziose in una banda di indemoniati non appena qualcuno menziona le parole party in ufficio?» Ward avanzò fino alla scrivania di Jeanie e si appollaiò con nonchalance sul bordo della stessa, tirandosi contemporaneamente indietro una ciocca di capelli neri dalla fronte e rabbuiandosi in volto. «È stata la stessa cosa a Natale, quando Jenny e Stephanie si sono praticamente date alla pazza gioia, tralasciando il dovere, e le altre segretarie che sono con noi da un po’ non è che si siano comportate tanto meglio, cosa questa che non ha certo fornito un bell’esempio per le nuove leve. Lo sai che Bob è rinchiuso nel ripostiglio in cui teniamo gli articoli di cartoleria insieme a Catherine da venti minuti, e che John e Michael stanno raccogliendo scommesse su chi riuscirà ad accompagnare a casa Kim?»

    Jeanie si strinse nelle spalle. Lavorava all’Eddleston, Breedon and Partners da cinque anni ormai e i due soci anziani, Joseph Eddleton e Dan Breedon, seguivano tutti i loro dipendenti da vicino, fin troppo da vicino, a volte. Era giusto che i lunghi anni di servizio di Jim Hatton venissero festeggiati a dovere, ma certa gente non riusciva proprio a gestire i drink gratuiti.

    Lei guardò più attentamente Ward e quindi disse seccamente: «Forse potrai anche pulirti il rossetto che hai sulla guancia, ma non credo che tu possa fare molto per lo sbaffo rosa che hai sul colletto della camicia».

    «Dannate donne!» Fu una specie di grugnito rabbioso, e quando Ward si sfilò da una tasca un immacolato fazzoletto di lino bianco e se lo passò sullo zigomo ben cesellato che gli era stato indicato da Jeanie, lei dovette reprimere un sorrisetto agrodolce.

    Tutte le donne nello studio, dalla diciannovenne apprendista Kim, con la sua vaporosa chioma bionda e i sensuali occhi azzurri che parevano un invito ad andare a letto con lei, fino a Mildred Robinson, l’assistente personale dei due soci anziani che era una specie di sergente istruttore, avevano un debole sia pur a diversi gradi di intensità per Ward Ryan. E i modi freddi e distaccati di Ward in ufficio, la sua legge non scritta riguardo al tenere ben distinto il lavoro dal piacere, spingevano alcune delle femmine più audaci a farsi notare a tutti i costi quando il rigido protocollo dello studio veniva un po’ allentato come quel giorno.

    «Sbaglio, o quello è il colore del rossetto di Jenny?» Jeanie avrebbe voluto mantenere un tono scanzonato, tuttavia fallì miseramente. Nonostante lo amasse in silenzio da tanti anni, le faceva ancora male pensare che Jenny avesse effettivamente baciato Ward, cosa per cui lei sarebbe stata disposta a dare un occhio della testa. Ma poi questo avrebbe finito per rovinare la confidenza che c’era fra di loro, confidenza che aveva guadagnato grazie al suo self control e alla sua riservatezza, si rammentò Jeanie.

    Sapeva che lui la considerava un’amica, e probabilmente era anche l’unica rappresentante del cosiddetto sesso debole che poteva fregiarsi di questo appellativo, dato che Ward non continuava più a frequentare le donne con cui era uscito una volta finita una storia. L’Uomo di Ghiaccio. Era quello il nomignolo che gli era stato affibbiato dal personale femminile, ma questo non impediva alle donne dello studio nell’insieme di fantasticare a occhi aperti su di lui, pensò mestamente Jeanie.

    Comunque, non era affatto un uomo gelido e insensibile. Bastava vederlo alle prese con la figlioletta di sei anni per rendersene conto, ma, a parte lei, dubitava che qualcun altro all’Eddleston, Breedon and Partners avesse avuto il privilegio di osservarlo durante la vita privata.

    «Non parlarmi di Jenny!» esclamò Ward, estremamente irritato. «Speravo di poter terminare il rapporto Bakerson prima di chiudere baracca e burattini questa sera, ma lei pareva convinta che l’avessi pregata di presentarsi nel mio ufficio per tutt’altro scopo.»

    «Sei solo un vecchio tiranno.» Jeanie aveva deciso da un pezzo quale linea di condotta seguire quando una delle colleghe, o delle donne in genere, si gettava ai piedi di Ward. Aveva dovuto farlo, dato che non era certo un’evenienza insolita. «A Jenny piace semplicemente flirtare un po’, ecco tutto.»

    I penetranti occhi azzurri di Ward la studiarono per un momento, poi quel volto affascinante da duro si rilassò, sciogliendosi in un sorriso che aveva sempre il potere di far sentire molli le ginocchia a Jeanie. «Jenny è piuttosto carina» ammise lui con nonchalance, «ma, santi numi, è la mia segretaria.» Questo, secondo Ward, diceva tutto.

    Jeanie annuì. Di fronte a quel tipo di conversazioni, il suo limite di sopportazione veniva raggiunto piuttosto in fretta e, non a caso, cambiò subito argomento, dicendo tranquillamente: «Tutto pronto per la festa di compleanno di Bobbie? È questo finesettimana, no?».

    «Uh-uh. Il venti gennaio» confermò Ward.

    Adorava la sua voce, era una parte imprescindibile del suo fascino, tanto da rivelarsi pura dinamite per i suoi ormoni femminili. E adesso, quando lui si stirò collo e spalle mettendo in risalto i potenti muscoli, Jeanie si ritrovò a dover tirare di nascosto un profondo respiro per poi rilasciare il fiato, prima di azzardarsi a parlare.

    «Suppongo che Bobbie sarà eccitatissima, o sbaglio?» disse con encomiabile disinvoltura, considerato che avrebbe tanto voluto saltare a piè pari la scrivania per saltargli addosso. Non si sarebbe mai dovuta concedere quei due bicchieri di vino in precedenza, pensò arcignamente. Era di vitale importanza avere sempre il cento percento del controllo di se stessi quando si era in presenza di Ward.

    «Non sta più nella pelle» convenne lui, sfoderando uno dei suoi irresistibili sorrisi. «Il passaggio dai sei ai sette anni a quanto pare è per lei un avvenimento di suprema importanza, e non penso ci sia un solo bambino in tutto il vicinato che non sia stato invitato alla sua festa. Aggiungi a questo le ripetute suppliche per avere un criceto come regalo di compleanno, e puoi bene immaginare quanto sia in fermento per l’arrivo del grande giorno.»

    «E il paparino ha intenzione di procurarle questo benedetto criceto?» Era una domanda puramente retorica. Se Bobbie avesse chiesto la luna, indubbiamente se la sarebbe trovata perfettamente impacchettata e infiocchettata in mezzo agli altri regali la mattina del suo compleanno, vale a dire la domenica successiva.

    La moglie di Ward era morta sei anni e mezzo prima, quando l’auto alla cui guida si era trovata la bella donna dai capelli rosso tiziano era stata colpita da un albero sradicato nel bel mezzo di un violento temporale ed era finita in un fossato. Bobbie era legata sul seggiolino portabimbo del veicolo, che aveva provvidenzialmente salvato la vita della piccola, ma l’intervento di nove ore che era seguito per salvarle le gambe martoriate aveva lasciato nella bambina una lievissima zoppia.

    «Da due giorni vive nel bagno di Monica» ammise Ward, storcendo divertito la bocca dal taglio deciso. Era ben conscio che la figlioletta era in grado di fargli fare tutto ciò che voleva. «Il che è un atto di estremo eroismo da parte di Monica, considerato che è contraria ai roditori di qualsiasi tipo.»

    Jeanie annuì. Non era affatto sorpresa. La robusta governante di Ward venerava il suolo che calpestava Bobbie, e dato che Monica non si era mai sposata e aveva ormai passato da un pezzo la sessantina, Ward e Bobbie erano tutta la sua famiglia e lei recitava perfettamente il ruolo della nonna indulgente.

    «E tu?» buttò lì tranquillamente Ward, sporgendosi leggermente attraverso il ripiano della scrivania per versarsi un bicchiere di vino dalla bottiglia che la segretaria di Jeanie, Stephanie, aveva portato in precedenza quando aveva rinunciato al tentativo di convincere il suo capo stacanovista ad andare a unirsi alla baldoria.. «Che cosa farai tu, questo weekend?»

    Ci volle un attimo... be’, in verità, più di uno, ammise Jeanie indispettita, perché le riuscisse di far mente locale. Subiva sempre terribilmente il fascino di Ward quando era in sua presenza, ma quel giorno, con il suo profumo speziato che riempiva l’aria e la vista delle sue cosce sode e potenti messe in risalto dal tessuto dei pantaloni che si era teso quando si era sistemato sull’estremità della scrivania, si sentiva letteralmente sciogliere.

    Aveva sperato, ormai più di quattro anni prima, quando finalmente aveva ammesso a se stessa l’orribile verità e si era confessata di essere pazzamente, irrimediabilmente innamorata di uno dei suo soci, che sarebbe riuscita a gestire le emozioni connesse a questa faccenda che le era caduta addosso come una tonnellata di mattoni la prima volta che si fosse ritrovata al cospetto di Ward Ryan. Ebbene, stava ancora sperando.

    La verità era che avrebbe dovuto lasciare lo studio allora, o durante uno dei quattro anni successivi. Sarebbe stata la cosa più saggia da fare, qualcosa che avrebbe consigliato di fare lei stessa a chiunque si fosse venuta a trovare in una posizione

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