Sul filo della passione: Harmony Destiny
Di Karen Booth
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L'attrazione è reciproca e ben presto non c'è più nulla di finto nei passionali baci che si scambiano e nelle calde notti che trascorrono insieme.
Noah però ha il sospetto che il coinvolgimento di Lily non sia del tutto sincero. Cosa potrà fargli cambiare idea?
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Sul filo della passione - Karen Booth
successivo.
1
In teoria, a Lily Foster piaceva l'idea del matrimonio: due persone talmente innamorate da voler trascorrere il resto della vita insieme. In pratica, le faceva venire l'orticaria, indipendentemente dal fatto che si trattasse del matrimonio di qualcun altro. Ciononostante, si trovava nell'ufficio del municipio di New York e, malgrado la mancanza di un organo che suonava in sottofondo, un prete o una sposa nel classico abito bianco, non poteva fare a meno di sentirsi irrequieta. Stava sudando e non riusciva a restare immobile. L'istinto le diceva di correre fuori da quell'edificio e fuggire tanto lontano quanto le scarpe con il tacco le avrebbero permesso. Ma non poteva. Doveva rimanere lì. Era stata invitata alle nozze improvvisate della sorella del suo capo. E Lily avrebbe fatto qualsiasi cosa per Noah Locke.
La scomoda verità era che lo adorava.
Tuttavia, per Lily, prendere parte a un matrimonio era come aprire un baule vecchio e impolverato, contenente i ricordi dolorosi di quello che sarebbe dovuto essere il momento più bello della vita. Una donna non può dimenticare di essere stata abbandonata all'altare. È impossibile. E, quel giorno, l'universo la stava costringendo a rivangare il passato.
«Per il potere conferitomi dallo stato di New York, vi dichiaro marito e moglie.»
Soffocando l'invidia e trattenendo una lacrima da inguaribile romantica, Lily assistette al bacio appassionato tra la sposa nonché sorella di Noah, Charlotte, e lo sposo, l'affascinante Michael. In quell'istante, riuscì a percepire la forza del sentimento che li univa e non poté fare a meno di commuoversi. Charlotte, con indosso un abito al ginocchio che le fasciava il ventre arrotondato da una gravidanza di cinque mesi, spostò il peso su uno dei due piedi e sollevò l'altro. Sembrava una scena tratta dalla copertina di un romanzo rosa. A quel punto, Lily non ce la fece più a guardare.
Estrasse un fazzoletto dalla borsa e si voltò verso Noah, che si trovava vicino a Michael. Nemmeno lui stava guardando la coppia di neosposi. Aveva le mani infilate nelle tasche dei pantaloni del raffinato completo grigio e si stava fissando le scarpe. Probabilmente perché erano bellissime e costose, come ogni cosa nella sua vita. Noah era conosciuto per essere un playboy. I giornali scandalistici di New York lo inseguivano costantemente per poter immortalare uno scoop, un po' come il gatto con il topo. Perciò era evidente che non fosse un tipo da matrimoni.
E non c'era da stupirsi se a Noah piaceva divertirsi. Dopotutto, era perfetto: alto e slanciato, con un fisico atletico ma non troppo palestrato e capelli castani acconciati in un taglio volutamente arruffato.
I suoi occhi color verde smeraldo erano ipnotici e Lily era talmente stregata da lui, da rimanere spesso senza parole o dimenticare quello che avrebbe dovuto fare. Noah era quel genere d'uomo. Un uomo che non si riesce a smettere di guardare o a cui è impossibile non pensare. Per fortuna, Lily aveva superato quella fase. Nel corso degli ultimi due anni, si era allenata a diventare immune al suo fascino. Dopotutto, non aveva altra scelta. Noah era il suo capo e questo lo rendeva decisamente off limits. Lily teneva troppo al suo lavoro. Era brava e, cosa ancora più importante, Noah e suo fratello Sawyer se n'erano accorti.
Charlotte si voltò verso Lily e Noah. Il sorriso raggiante da neosposina le andava da un orecchio all'altro, ognuno adornato con orecchini di diamanti. «Grazie per averci fatto da testimoni. Io e Michael ve ne siamo veramente grati. Non so cosa dire. È che oggi ci siamo svegliati e abbiamo capito che era il giorno perfetto.»
Michael le diede un bacio sulla testa. Erano talmente carini insieme, che Lily non riusciva a smettere di sorridere. Eppure, sotto sotto, avvertiva una fitta al cuore. Anche lei, un tempo, aveva avuto una storia romantica come la loro o, perlomeno, così credeva. Solo che non era riuscita a tenersela stretta e, alla fine, si era ritrovata senza il promesso sposo.
«È stato un piacere. Congratulazioni.» Noah si fece avanti per baciare la sorella sulla guancia e stringere la mano a Michael. Charlotte sentì squillare il cellulare, prese Michael a braccetto, ed entrambi si diressero nell'atrio. Probabilmente si trattava di qualcuno che voleva farle gli auguri. Dopotutto, la famiglia Locke era molto conosciuta.
«Ti va di andare a bere qualcosa? Sono quasi le cinque, non ha senso tornare in ufficio» propose Noah a Lily, come se fosse la cosa più normale del mondo. La vedeva come un'amica e, probabilmente, sarebbe stato così per sempre. In passato, avevano partecipato a qualche evento di lavoro insieme e si erano anche divertiti. Però, ogni volta, Lily tornava a casa con la speranza che un giorno Noah si sarebbe accorto di lei. Spesso, si ritrovava a fare sogni proibiti da cui non avrebbe mai voluto svegliarsi.
«Grazie dell'offerta, ma penso che andrò a casa. Mi toglierò finalmente i tacchi e leggerò un po'.»
«È venerdì sera. Andrai in quella libreria che ti piace? Come si chiama?»
Il posto preferito di Lily in città era un negozio di libri specializzato in letteratura rosa. «Corsetti e proposte di matrimonio. Mi conosci alla perfezione.»
«Cerco di prestare attenzione. Sono pochi gli uomini che continuano a farlo.»
I loro sguardi si incrociarono e il cuore di Lily cominciò a battere all'impazzata. Tu-tum, tu-tum, tu-tum. Era come se gli occhi di Noah fossero due magneti che l'attraevano e le rendevano impossibile guardare altrove.
Avrebbe voluto mettere il mondo in pausa soltanto per bearsi di quella visione per qualche ora. E ovviamente, nel frattempo, riempirlo di baci. Se doveva lasciarsi andare a fantasie irrealizzabili, tanto valeva farlo in grande stile.
«È perché non faccio altro che parlarne.»
«Sono sicuro che non è questa la ragione.» Noah si schiarì la voce e distolse lo sguardo per un istante. «Grazie per essere venuta oggi. Per Charlotte era impensabile pianificare nozze in pompa magna e contemporaneamente organizzarsi per l'arrivo del bambino. Sono davvero felice per lei. A dire la verità, anche a me spaventerebbe l'idea. Mi sembra che un matrimonio richieda parecchio lavoro, per durare solo una giornata.»
«Già. Sono d'accordo con te.» Noah non conosceva il segreto che Lily nascondeva. E lei non gliel'avrebbe rivelato per niente al mondo.
«Allora, ci vediamo lunedì.»
«Sì. Buon fine settimana.» Lily sorrise e andò via. Come se allontanarsi da Noah Locke non fosse per niente difficile.
Tornare in ufficio dopo aver trascorso un intero weekend lontano da Lily era sempre complicato per Noah. A ogni inizio di settimana, doveva mettercela tutta per ricordarsi di mantenere il controllo in sua presenza. Quel lunedì, in particolare, comportarsi in maniera professionale sembrava ancora più faticoso.
«Per essere lunedì, sei arrivato presto» osservò Lily, accogliendolo con il solito buonumore. Si trovava in piedi all'ingresso del suo ufficio ed era bella da togliere il fiato.
«C'è una riunione d'emergenza per l'accordo da stipulare con il gruppo alberghiero Hannafort Hotels. Anche Charlotte parteciperà. Non so se te l'ha detto, ma l'abbiamo inclusa nel progetto, visto che è stata lei a procurarci il contatto.» Noah non aveva ancora alzato lo sguardo ma, con la coda dell'occhio, riusciva a intravedere che Lily indossava un maglione blu. Anzi, il maglione blu. Quello che, non solo evidenziava le curve sinuose del suo corpo, ma metteva in risalto i meravigliosi occhi color zaffiro.
«Ah. Okay. Poso la borsetta, controllo le e-mail in arrivo e ti raggiungo subito.»
«Perfetto.» Come se il maglione non la rendesse una tentazione già abbastanza irresistibile, il suo profumo paradisiaco fu il colpo di grazia. Era dolce e fruttato, proprio come Lily. E Noah capì che avrebbe dovuto sforzarsi non poco per restare concentrato.
«A meno che tu non abbia bisogno di qualcosa» aggiunse Lily, mentre tamburellava con le dita sullo stipite della porta. Per un istante, Noah pensò a come sarebbe stato sentire quelle dita delicate sbottonargli la camicia e accarezzargli il petto. Si impose di mettere un freno a quelle fantasie, altrimenti, non sarebbe più riuscito a mantenere il controllo. «No, non preoccuparti. Fai con calma.»
Appena Lily se ne andò, Noah si lasciò sfuggire un sospiro, appoggiandosi allo schienale della sedia. È proprio un inferno.
Dopo due anni trascorsi a lavorare a stretto contatto con lei, Noah continuava a provare un misto di amore e odio nei confronti di Lily. Da un lato, era felice di vedere il suo viso ogni mattina e adorava il modo in cui riusciva a rallegrare l'ufficio e a stemperare la tensione lavorativa. Dall'altro, odiava il fatto che riuscisse a trasformarlo in un completo idiota. Noah detestava trovarsi in spazi chiusi insieme a lei, come l'ascensore. Doveva fare appello a tutta la propria forza di volontà per non lasciarsi sfuggire quanto desiderasse disperatamente baciarla. Odiava doversi tenere tutto dentro. Non era così che era abituato a comportarsi con il sesso opposto.
Tuttavia, se mai esisteva una donna off-limits, quella era proprio Lily Foster. Era un'impiegata modello, intelligente e capace. Imparava in fretta e lavorava in maniera organizzata e meticolosa. Rappresentava una risorsa troppo importante per l'azienda di cui era comproprietario insieme al fratello Sawyer. Più di una volta, suo fratello gli aveva intimato di tenere le mani a posto e di stare alla larga dall'adorabile Lily. Per compensare, Noah aveva deciso di corteggiare altre donne. Il che aiutava, ma solo in parte.
«Eccomi, sono tornata.» Lily rientrò nell'ufficio e cominciò a ordinare i documenti sulla sua scrivania. Aveva capito fin da subito come preferiva che fossero sistemati, senza nemmeno bisogno di chiedere.
«Com'è andato il weekend?» domandò Noah, sforzandosi di parlare del più e del meno. Alzò lo sguardo per un momento e si accorse che Lily portava i capelli dorati raccolti in uno chignon basso, un'acconciatura che metteva in risalto il collo lungo e aggraziato. Noah andava matto per quel look da libraia sexy. Avrebbe tanto voluto vederla indossare un paio di occhiali da lettura e abbassarli per intimargli di fare silenzio.
«Al solito.»
«Hai trascorso il venerdì sera in quel negozio di libri rosa?»
«Potrei rimanerci per ore, completamente immersa in un romanzo d'amore.»
Il fatto che Lily fosse una lettrice vorace era adorabile. Anche a Noah piaceva leggere, ma preferiva saggi storici e biografie. Non era un inguaribile romantico come Lily, caratteristica che, probabilmente, la rendeva ancora più attraente ai suoi occhi. Avevano una visione completamente opposta riguardo l'amore e Noah avrebbe tanto desiderato liberarsi di un po' del proprio pessimismo. Il matrimonio di Charlotte era stato l'esempio perfetto di quella diversità. Lily si era commossa, malgrado si fosse trattato del rito civile e non della classica cerimonia in chiesa. Pur essendo felice per la sorella, Noah non aveva provato la stessa emozione. La sola idea del matrimonio lo metteva in agitazione.
La voce di Charlotte echeggiò nel corridoio che si trovava fuori l'ufficio di Noah.
«Sembra che sia arrivata tua sorella» commentò Lily.
Rimettiamoci al lavoro, pensò Noah tra sé, mentre si alzava dalla scrivania. Si concesse un'occhiata di sfuggita alla gonna nera attillata che Lily stava indossando. Rimanere a fissarla mentre ancheggiava era un lusso che non poteva permettersi.
«Buongiorno» disse alla sorella nella zona della reception, regno indiscusso di Lily. Charlotte passava in ufficio più spesso da quando era stata coinvolta nell'accordo Hannafort, ma si presentava quasi sempre nell'ora della pausa pranzo. Di solito, trascorreva la mattina a dedicarsi al suo lavoro di agente immobiliare e, ultimamente, a prepararsi per l'arrivo del bambino. Perciò era strano vederla lì così presto.
«Sawyer ti ha mostrato il video?» domandò Charlotte in tono agitato, scostando i lunghi capelli biondi per sbottonare il cappotto di lana.
«Sawyer è al telefono con il signor Hannafort» commentò Lily, mentre continuava a fare fotocopie e a occuparsi del centralino. «Ha lasciato un memo sulla mia scrivania con scritto che non voleva essere disturbato. Non so quando si libererà.»
La porta dell'ufficio si aprì e Sawyer uscì. Si era tolto la giacca e aveva le maniche della camicia arrotolate, come se stesse lavorando già da ore. Visto che erano soltanto le nove e dieci del mattino, non era per niente un buon segno.
«Charlotte, hai parlato a Noah della notizia che hanno pubblicato?»
«Non ne ho ancora avuto modo» rispose Charlotte.
«È appena arrivata» dichiarò Noah, evidentemente confuso. «Qualcuno vuole dirmi che cosa sta succedendo?»
«Hannafort l'ha visto e non è per niente contento» proseguì Sawyer.
«Oh, no» commentò Charlotte e si precipitò nell'ufficio del fratello con tutta la drammaticità di un avvocato che sta per esclamare: «Obiezione, vostro onore!».
Noah chiese a Lily se voleva raggiungerli. Non aveva idea di che cosa si trattasse, ma lui e Sawyer avevano iniziato a coinvolgerla anche nelle questioni aziendali più delicate. Si era guadagnata quel diritto e la sua presenza contribuiva a rendere il lavoro più efficiente.
«Sì, ma devo finire di preparare i documenti per l'accordo Hannafort. Vi serviranno per l'incontro.» Gli rivolse un sorriso e Noah si gustò fino in fondo quello spettacolo. Aveva la sensazione che, da lì in poi, la giornata sarebbe andata sempre peggio. «Tu vai pure. Vi raggiungo fra un minuto.»