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Di nuovo sua: Harmony Collezione
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E-book151 pagine1 ora

Di nuovo sua: Harmony Collezione

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Info su questo ebook

Dalla Grecia agli Stati Uniti, dall'Italia all'Inghilterra, innamorarsi di un milionario non è poi così difficile.
Ma riuscire a rapirne il cuore non è un'impresa da tutti.

Ricco, influente e bellissimo, Rafe Montero sembra avere tutto dalla vita, se si esclude l'unica cosa che davvero vorrebbe: Carol Vaughn, la donna che otto anni prima ha posto fine alla loro relazione in modo brusco e del tutto ingiustificato. Rafe non l'ha mai dimenticata e, ora che sono di nuovo uno di fronte all'altra, costretti per qualche giorno a convivere nella sua splendida villa in Costa Azzurra, ha finalmente l'opportunità di dare una risposta a tutte le sue domande. E sarà una risposta particolarmente gradita.
LinguaItaliano
Data di uscita9 nov 2018
ISBN9788858990230
Di nuovo sua: Harmony Collezione
Autore

Carole Mortimer

Zu den produktivsten und bekanntesten Autoren von Romanzen zählt die Britin Carole Mortimer. Im Alter von 18 Jahren veröffentlichte sie ihren ersten Liebesroman, inzwischen gibt es über 150 Romane von der Autorin. Der Stil der Autorin ist unverkennbar, er zeichnet sich durch brillante Charaktere sowie romantisch verwobene Geschichten aus. Weltweit hat sie sich in die Herzen vieler Leserinnen geschrieben. Nach der Schule begann Carole Mortimer eine Ausbildung zur Krankenschwester, musste die Ausbildung allerdings aufgrund eines Rückenleidens nach einem Jahr abbrechen. Danach arbeitete bei einer bekannten Papierfirma in der Computerabteilung. Zu diesem Zeitpunkt schrieb sie ihren ersten Liebesroman, das Manuskript wurde abgelehnt, da es zu kurz war und die Handlung nicht den Ansprüchen des Verlags genügte. Bevor sie einen zweiten Versuch wagte, schmollte sie nach eigenen Angaben erst einmal zwei Jahre. Das zweite Manuskript wurde dann allerdings angenommen, und es war der Beginn ihrer erfolgreichen Karriere als Autorin von modernen Liebesromanen. Sie selbst sagt, dass sie jeden Augenblick des Beginns ihrer Karriere genossen hat, sie war die jüngste Autorin des Verlags Mills & Boon. Carole Mortimer macht das Schreiben viel Freude, sie möchte gern mindestens weitere zwanzig Jahre für ihre Leserinnen schreiben. Geboren wurde Carole Mortimer 1960 in Ost-England, und zwar in einem winzigen Dorf. Sie sagt, das Dorf sei so klein, dass, sollte der Fahrer beim Durchfahren einmal zwinkern, er den Ort vollkommen übersehen könnte. Ihre Eltern leben immer noch in ihrem Geburtshaus, ihre Brüder wohnen in der Nähe der Eltern. Verheiratet ist sie mit Peter, ihr Mann brachte zwei Kinder mit in die Ehe, sie leben in einem wunderschönen Teil Englands. Die beiden haben vier Söhne, zusammen sind es sechs Kinder, zwischen dem ältesten und jüngsten bestehen 22 Jahre Altersunterschied. Außerdem haben sie einen Kleintierzoo sowie einen Hund, der zur Hälfte von einem Kojoten abstammt und den die Familie aus Kanada mitbrachte.

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    Anteprima del libro

    Di nuovo sua - Carole Mortimer

    Titolo originale dell’edizione in lingua inglese:

    Bedded for the Spaniard’s Pleasure

    Harlequin Mills & Boon Modern Romance

    © 2009 Carole Mortimer

    Traduzione di Maria Paola Rauzi

    Questa edizione è pubblicata per accordo con

    Harlequin Books S.A.

    Questa è un’opera di fantasia. Qualsiasi riferimento a fatti o

    persone della vita reale è puramente casuale.

    Harmony è un marchio registrato di proprietà

    HarperCollins Italia S.p.A. All Rights Reserved.

    © 2010 Harlequin Mondadori S.p.A., Milano

    eBook ISBN 978-88-5899-023-0

    1

    «Posso aiu... Tu!» esclamò Carol, bloccandosi in mezzo al viale non appena riconobbe l’uomo che scendeva dall’auto.

    No!

    Non poteva essere!

    Non lui e non lì!

    Era in piscina a prendere il sole, quando aveva sentito il rumore di una macchina lungo la strada che portava a quella villa nel sud della Francia. Subito si era alzata, infilandosi una maglietta nera sopra il bikini, irritata per quell’intrusione. Quindi si era affrettata verso il viale, per dire alla persona alla guida che aveva sbagliato strada; ma niente l’aveva preparata alla vista dell’uomo che ora stava accanto all’auto, con gli occhiali da sole sollevati sui capelli neri.

    L’uomo strinse le labbra e con una mano abbassò gli occhiali, coprendo i suoi occhi color del cielo.

    «Carol» la salutò, chinando leggermente la testa.

    Lei non riusciva a parlare o a muoversi; era una situazione totalmente irreale.

    «Ti hanno mangiato la lingua?» la schernì lui con il suo accento particolare. «Oppure è passato così tanto tempo che non ti ricordi di me?»

    Non ricordarlo?

    Certo che Carol se lo ricordava. Anche se erano passati otto anni dall’ultima volta che lo aveva visto, non avrebbe mai potuto dimenticare il suo primo amante. In fondo in fondo, Raphael Antonio Miguel Montero, mezzo spagnolo e mezzo americano, non era mai uscito completamente dalla sua testa. Del resto, sarebbe stato quasi impossibile, dato che da quindici anni risultava tra gli attori più richiesti del mondo ed era diventato anche regista. Il suo film, Work of Art, aveva vinto il premio Oscar.

    Rafe la guardò, freddo. «Non hai proprio niente da dirmi, Carol?»

    «Ti ho già detto tutto ciò che dovevo l’ultima volta che ci siamo incontrati» ribatté lei, mentre cercava disperatamente di dare un senso al fatto che lui fosse lì, in quella villa isolata sulla collina che sovrastava la cittadina pittoresca di Grasse.

    Rafe fece una smorfia e aprì il baule dell’auto, da cui estrasse alcune borse che appoggiò per terra.

    «È passato tanto di quel tempo che me ne sono dimenticato.»

    Carol fissò l’uomo che una volta aveva occupato il suo cuore di ventenne, così come il suo letto, e dovette constatare che, ora che si avvicinava ai quaranta, era diventato ancora più bello. Con la sua statura, che superava il metro e ottanta, i capelli neri, la pelle olivastra ereditata dal padre spagnolo e gli occhi blu era dannatamente sexy. Per non parlare del naso aquilino e della mascella squadrata del suo volto virile. La polo nera e i jeans aderenti enfatizzavano il corpo snello e muscoloso.

    Scosse la testa, pensando che nessuna di quelle considerazioni giustificava la sua presenza lì, o il fatto che stesse scaricando i bagagli dalla macchina.

    «Che cosa credi di fare?» gli chiese.

    «Fermarmi qui, naturalmente. Ti dispiace prendere quella?» Rafe si mise sulla spalla la borsa del computer e raccolse due piccole valigie da terra.

    «Rafe, tu non puoi... E poi, cosa significa che ti fermi qui?»

    «Esattamente quello che ho detto» rispose lui, venendo verso di lei.

    Carol, istintivamente, fece un passo indietro. «Io... ma non puoi!»

    «E perché non posso?» le domandò Rafe, calmo.

    «Perché... perché...»

    «Smettila di balbettare, Carol, e porta dentro quella sacca appoggiata sul sedile dell’auto, per favore.» Quindi si incamminò verso la villa.

    Quella era la prima oasi di pace di Carol dopo mesi, anni, in cui non aveva avuto un momento di tranquillità. Tranquillità che Rafe Montero aveva frantumato nel momento stesso in cui era sceso dalla macchina.

    Si affrettò a raggiungerlo per poi cercare di adeguare il passo al suo.

    «Rafe, che cosa ci fai qui?»

    «Potrei farti la stessa domanda» ribatté lui, senza guardarla. «Dove sono Jeff e Margo?»

    «Non ci sono» ribatté Carol, desiderando invece che fossero lì, così la sorella e il marito avrebbero potuto spiegarle come mai Rafe Montero si trovava nella villa che usavano per le vacanze.

    «No?» replicò lui, inarcando un sopracciglio. «Sono andati a fare shopping?»

    Lei scosse la testa, esasperata. «No. Rafe, ti dispiacerebbe fermarti e spiegarmi che cosa sta succedendo?» sbottò, bloccandosi e appoggiando le mani sui fianchi, frustrata.

    Lui sistemò i bagagli davanti all’ingresso della villa e si sollevò di nuovo gli occhiali sulla testa. La fissò, cercando di venire a patti con la presenza di Carol in quella casa. Erano trascorsi otto anni dall’ultima volta che aveva visto quella donna.

    Otto lunghi anni.

    Ed era stato uno shock tremendo trovarsela di fronte dopo tutto quel tempo.

    Uno shock?

    Maledizione, aveva ancora il potere di turbarlo!

    Carol Vaughn era più bella di come la ricordava; forse un po’ troppo magra, ma i suoi capelli erano sempre lunghi, e rossi, così come le gambe tanto ben modellate e seminascoste dalla T-shirt nera. Anche il volto si era assottigliato, mettendo in risalto la curva delicata degli zigomi sotto gli occhi nocciola, il naso piccolo e dritto e le labbra sensuali.

    In quel momento, le sue guance erano arrossate per l’agitazione e stava pronta a fulminarlo con lo sguardo. Perciò aveva in tutto e per tutto l’aspetto della famosa attrice Carol Vaughn, e si discostava parecchio dalla donna pallida apparsa sulle copertine di tutte le riviste, negli ultimi mesi, in seguito al suo divorzio.

    Non erano affari suoi, si disse Rafe, cupo.

    «Allora, dove sono Jeff e Margo?» le chiese di nuovo. C’erano alcune cosette che avrebbe voluto sapere dalla coppia riguardo al fatto che non si fossero presi la briga di avvertirlo che Carol fosse lì.

    «Te l’ho detto, non ci sono» ripeté lei, esasperata. «Il medico di Margo le ha ordinato completo riposo a letto per queste ultime quattro settimane di gravidanza.»

    Margo e Jeff non erano lì.

    C’era soltanto lei!

    E nessuno dei due si era preoccupato di avvertirlo.

    Che cosa doveva...?

    «Zio Rafe! Zio Rafe!»

    Lui fece appena in tempo a voltarsi e ad afferrare il piccolo fagottino biondo con addosso un costumino rosa che si era lanciato tra le sue braccia.

    Daisy, la figlia di sei anni di Jeff e Margo.

    Se Carol l’aveva portata lì con sé significava che non era con un amante. Probabilmente.

    «La mamma mi ha detto che saresti arrivato oggi!» esclamò Daisy, radiosa, mentre veniva presa in braccio.

    «Margo sapeva che saresti venuto qui?» ripeté Carol.

    «Naturalmente» confermò lui, spostando la piccola sull’altro braccio per poterla guardare in viso.

    Lei non riusciva a respirare né, tanto meno, a pensare.

    Dopo gli ultimi mesi, particolarmente stressanti, aveva bisogno di stare sola e tranquilla senza essere costantemente seguita dai fotografi. Proprio per quel motivo era stata più che felice di accettare il consiglio di sua sorella Margo e usare quella villa nel sud della Francia, visto che loro non avrebbero potuto trascorrervi le consuete vacanze nel mese di maggio.

    Era stata una sua idea, invece, quella di portare con sé la nipotina, dato che era a casa da scuola, e la madre affrontava l’ottavo mese di una gravidanza che si stava dimostrando difficile.

    Era andato tutto bene fino a quel momento. Nessun giornalista o fotografo, che l’aveva perseguitata negli ultimi dieci mesi, aveva fatto caso a una donna che viaggiava con una bambina piccola. E nessuno aveva riconosciuto la famosa attrice Carol Vaughn dietro i grandi occhiali da sole e il cappello da baseball con il quale aveva nascosto i capelli mentre viaggiavano.

    La villa, costruita in cima a una collina che sovrastava Grasse, era stata una piacevole sorpresa. Si trattava di un edificio a un piano solo, e l’architetto era riuscito a mantenere il suo aspetto rustico dotando però la struttura di tutte le comodità, compresa una grande piscina sulla terrazza più bassa.

    Oltretutto, Daisy si era dimostrata una compagna deliziosa. Durante il viaggio aveva chiacchierato tutto il tempo e quando avevano finalmente raggiunto la villa, il giorno prima, si era tuffata entusiasta nell’acqua della piscina.

    La semplicità di quella situazione era stata di grande sollievo per Carol, dopo tanti anni passati senza sapere che cosa avrebbe fatto la settimana seguente o il mese successivo.

    Eppure Margo, malgrado sapesse dei suoi piani di venire in Francia, aveva evitato di menzionarle Rafe. A essere sinceri, non sapeva nemmeno che sua sorella e il cognato fossero rimasti in contatto con lui.

    Scosse la testa, perplessa. «Mia sorella non mi ha detto che saresti venuto.»

    «Se la cosa può consolarti, non ha detto niente neppure a me» ribatté Rafe, tagliente.

    «Capisco che Margo ultimamente non sia stata molto bene, però...»

    «Forse sarebbe meglio se continuassimo questa nostra conversazione più tardi» tagliò corto lui, lanciando un’occhiata a Daisy.

    «Invece credo che dovremmo risolvere questa situazione subito.»

    «Conosco bene i tuoi sentimenti» commentò Rafe, brusco.

    Forse li conosceva, tuttavia se ne infischiava, realizzò Carol, indignata. Si chiese se quell’uomo fosse stato sempre così arrogante e sicuro di sé da ignorare quello che volevano gli altri.

    Probabilmente otto anni prima era stata troppo ingenua e troppo innamorata di lui per rendersene conto.

    Be’, adesso non lo era più e non gliel’avrebbe fatta passare liscia.

    «Rafe, non ho la più pallida idea di quali siano i tuoi accordi con Margo e Jeff, ma, dal momento che sono entrambi in Inghilterra, capirai che non puoi assolutamente fermarti qui» cominciò, ripromettendosi di chiedere spiegazioni alla sorella la prima volta che si fossero sentite al telefono.

    «E dove vorresti che andassi?» le domandò lui, incupendosi.

    Carol, notando la sua espressione, si astenne dal rispondergli come avrebbe desiderato e disse invece: «In un hotel, naturalmente».

    «Ti aspetti davvero che

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