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Passioni private: Harmony Collezione
Passioni private: Harmony Collezione
Passioni private: Harmony Collezione
E-book156 pagine2 ore

Passioni private: Harmony Collezione

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Info su questo ebook

Strani incroci del destino...

Quattro anni prima, l'appassionata relazione tra un famosissimo pilota di Formula Uno e una giovane e bella giornalista, subito finita in prima pagina, si era conclusa a causa di una serie di inganni e tradimenti fra i due. Raffaele Santini ed Eden Lawrence si erano così lasciati, senza alcuna intenzione di rivedersi mai più.

Ora però le loro strade si sono incrociate di nuovo. Raffaele sembra desiderarla ancora, mentre Eden, ora più matura ed esperta di prima, sa di volere molto di più di una semplice avventura, ma proprio non riesce a opporsi all'inarrestabile desiderio che prova verso l'unico uomo che abbia mai amato.
LinguaItaliano
Data di uscita12 set 2019
ISBN9788830504288
Passioni private: Harmony Collezione
Autore

Chantelle Shaw

Tra le autrici più amate e lette dal pubblico italiano.

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    Anteprima del libro

    Passioni private - Chantelle Shaw

    Titolo originale dell’edizione in lingua inglese:

    His Private Mistress

    Harlequin Mills & Boon Modern Romance

    © 2006 Chantelle Shaw

    Traduzione di Cornelia Scotti

    Questa edizione è pubblicata per accordo con

    Harlequin Books S.A.

    Questa è un’opera di fantasia. Qualsiasi riferimento a fatti o

    persone della vita reale è puramente casuale.

    Harmony è un marchio registrato di proprietà

    HarperCollins Italia S.p.A. All Rights Reserved.

    © 2008 Harlequin Mondadori S.p.A., Milano

    eBook ISBN 978-88-3050-428-8

    1

    «Ecco infine una breve rassegna delle notizie locali. Ieri, i pazienti dell’ospedale di Wellworth, ricoverati nel reparto di medicina spinale, hanno ricevuto la visita a sorpresa del famoso campione di Formula Uno, Raffaele Santini. Il pilota è arrivato a bordo di un elicottero e, dopo aver trascorso diverse ore in compagnia dei degenti, ha donato una somma ingente all’ospedale. La direttrice della struttura sanitaria, dottoressa Jean Collins, ha detto che la visita ha suscitato grande entusiasmo tra i pazienti.» Il commentatore radiofonico ridacchiò. «Chissà come erano agitate le signore! Sapete com’è, la fama di Santini lo precede anche lontano dalle piste. Allora Kate, prima di darci le anticipazioni meteo per domani, dimmi cosa ne pensi del nostro campione.»

    «Decisamente un gran bel ragazzo, Brian. Lui sì che illuminerebbe le cupe giornate che ci aspettano. Già, perché il tempo non sarà clemente con noi per i prossimi giorni...»

    Eden pigiò con insofferenza il pulsante di spegnimento della radio, troncando le fastidiose battutine dei due presentatori. Il suo sguardo era fisso sulla lunga fila di auto che si snodava davanti a lei. Quell’ingorgo non ci voleva proprio.

    Era nervosa, e non tanto per la preoccupazione di arrivare in ritardo, quanto per il terribile mal di testa che le martellava le tempie. La sera prima non avrebbe dovuto bere quel secondo bicchiere di vino, pensò quando raggiunse finalmente l’albergo e attraversò la hall accompagnata dal fastidioso rumore dei tacchi alti sul marmo.

    Con espressione critica controllò il proprio aspetto nell’ascensore di acciaio e specchi. Era elegante e sofisticata con indosso il tailleur color crema dal taglio severo, piuttosto maschile. Quella mattina aveva raccolto i lunghi capelli biondi in una treccia spessa, che le ricadeva lungo la schiena, e aveva chiamato a raccolta tutto il suo autocontrollo per nascondere l’assurda agitazione che provava all’idea di ciò che l’aspettava.

    Le misure di sicurezza erano molto severe. Avrebbe dovuto immaginarlo, rimuginò con sempre maggior fastidio, mentre la guardia scrutava il suo pass da giornalista quasi fosse convinta che lo avesse falsificato.

    «È in ritardo» dichiarò infine l’uomo, mentre le restituiva il documento. Parlava inglese con un pesante accento straniero. «L’intervista è già iniziata.»

    «Scivolerò nella sala senza farmi notare» promise Eden. «Nessuno si accorgerà di me.» Nel pronunciare quelle parole, sperò davvero che si potessero realizzare. L’ultima cosa che desiderava era farsi notare.

    Come si era aspettata, la sala delle conferenze era gremita. Era raro che Raffaele Santini concedesse interviste. Il suo rapporto con i media era di amore e odio. Amore da parte dei giornalisti, che adoravano raccontare ogni suo movimento, odio da parte di Raffaele Santini, che detestava la loro continua intrusione nella sua vita privata. Sin dal giorno del terribile incidente capitato tre anni prima al fratello Gianni, seguito da un convulso succedersi di articoli nei quali si ipotizzava la responsabilità di Raffaele, il pilota di Formula Uno aveva preso a odiare i paparazzi in modo viscerale. Anche in quel momento, nonostante la conferenza stampa fosse stata organizzata da lui e dal suo staff, le risposte che il campione forniva ai giornalisti erano scarne, quasi brutali.

    Chissà quale forma di ricatto psicologico aveva esercitato Fabrizio Santini per convincere il figlio ad affrontare la stampa, si chiese Eden, mentre a testa bassa si lasciava cadere in una delle poche sedie rimaste libere in fondo alla sala.

    Fu solo allora, quando fu certa di essere completamente nascosta alla vista di chi occupava il palco, che si concesse di alzare gli occhi. Aveva passato tutta la mattina a prepararsi mentalmente per quel momento. Maledizione, ma chi credeva di prendere in giro? Erano giorni che aveva i nervi a fior di pelle, sin da quando aveva saputo di dover rivedere Rafe.

    Come previsto, la prima occhiata che gli rivolse le procurò un brivido e un tremore che le ripercorsero tutto il corpo. Accidenti, quell’uomo riusciva sempre a farla sentire indifesa! Se voleva sopravvivere a quella mattinata, doveva raddrizzare le spalle e farsi coraggio.

    Sebbene il suo viso fosse composto in un’espressione educata, Eden capì subito che Raffaele Santini era annoiato. Lo tradivano le lunghe dita che giocherellavano con una penna stilografica e la tensione nella mascella.

    Gli sguardi di tutte le donne presenti erano inevitabilmente attratti dai lineamenti duri e perfetti di lui, dal naso aquilino e dalle sopracciglia scure sotto cui lampeggiava un paio di intensi occhi di un grigio metallico. Quegli stessi occhi che si fissarono di colpo nella direzione in cui era seduta Eden, quasi riuscisse a vederla perfettamente.

    Doveva essere uno scherzo dei suoi nervi scossi, pensò Eden. D’altronde lui non sapeva della sua presenza lì. Nessuno lo sapeva. Era stata una decisione dell’ultimo minuto.

    A scanso di equivoci, Eden sprofondò ancora di più nella poltrona che si era scelta. Dato che Rafe sapeva che lei era giornalista, e che abitava a Wellworth, esisteva sempre la possibilità che si aspettasse una sua partecipazione, quel giorno. Senza contare che aveva sempre avuto una sorta di sesto senso, quando si trattava di lei.

    Quante volte l’aveva stupita voltandosi nel preciso istante in cui era entrata in una stanza? Incredibilmente lo stesso era accaduto a lei. La perfetta sintonia che era esistita tra loro li aveva resi sempre consapevoli della reciproca vicinanza.

    Il ricordo, tenuto a bada per tanto tempo, le procurò un istante di angoscia. Avrebbe preferito ricordare Rafe come l’amante distante e freddo che le aveva regalato momenti di grande intensità sensuale, ma nulla più. Anche per quello aveva deciso di lasciarlo, solo che lui l’aveva battuta sul tempo e si era sbarazzato di lei in modo plateale.

    Nonostante il tempo trascorso, il ricordo la feriva ancora e riusciva a far vacillare il difficile equilibrio che aveva raggiunto con fatica in quegli anni.

    Da una delle prime file, una donna domandò a Rafe di fare un pronostico sulla sua possibilità di vincere la gara di Silverstone, che si sarebbe tenuta due giorni dopo, e lui si rilassò un poco. Il sorriso sexy che gli increspò le labbra procurò a Eden un dolore sordo.

    «Non faccio mai pronostici» rispose Rafe con quella sua arroganza noncurante che Eden ricordava bene. «Sono sicuro di vincere. La macchina si sta comportando bene, e anch’io.» Ammiccò in direzione della giovane giornalista mentre tutti i presenti ridevano divertiti. Non per niente era conosciuto come un gran dongiovanni. Le storie delle sue numerose avventure riempivano le pagine delle riviste con incredibile regolarità. Il pensiero fece rabbuiare Eden, che inspirò a fondo e prese il taccuino dalla borsa.

    Avrebbe scritto solo poche informazioni basilari, riportato domande e risposte fornite ai colleghi che affollavano la stanza, ma niente di più. Cliff non poteva aspettarsi altro. Lei non aveva davvero intenzione di tentare di ottenere da Rafe un’intervista in esclusiva. Non poteva negarlo. Una volta aveva subito il suo fascino latino, proprio come stava accadendo alla giornalista di poco prima, che aveva ancora gli occhi puntati su di lui con espressione adorante. Ora però era guarita dall’infatuazione che l’aveva fatta cadere tra le braccia di quel moderno Rodolfo Valentino.

    Il fatto di sapere che il suo vecchio amico Cliff Harley, direttore della Gazzetta di Wellworth, sperava in un racconto esclusivo sulla vita dell’ultimo eroe della Formula Uno non cambiava affatto la sua decisione.

    «Dai, Eden, sei una giornalista d’assalto, la ragazza d’oro delle cronache dall’Africa in tumulto, famosa per i suoi resoconti crudi delle zone di guerra» le aveva detto l’amico. «Se c’è qualcuno che può riuscire a strappare un’intervista a Santini, quella sei tu.»

    «Rafe Santini detesta la stampa» aveva ribattuto Eden. «Non concede mai esclusive. Scommetto che ha accettato di partecipare alla conferenza di domani solo per pubblicizzare l’acquisizione di una nuova fabbrica di automobili da parte del gruppo Santini. Sai, quella di Oxford. Senza contare che il suo ufficio stampa avrà pensato che fosse ora che si mettessero a tacere tutti gli scandali che hanno colpito la sua famiglia negli ultimi anni.»

    «Sarà, però lo conosci intimamente, Eden, e credo tu sia l’unica che potrebbe riuscire a parlare a quattr’occhi con lui.» La luce maliziosa negli occhi di Cliff aveva tradito il tono serio delle sue parole e lei era arrossita.

    Oh, certo, aveva conosciuto Rafe Santini molto intimamente, aveva esplorato ogni centimetro del suo corpo e, anche a distanza di quattro anni, ricordava ancora benissimo le sue spalle larghe, i muscoli perfetti del suo petto, la sua pelle olivastra e profumata dell’aroma speziato del dopobarba che usava. Oh, sì, Rafe Santini aveva un corpo difficile da dimenticare!

    «La mia amicizia con Rafe Santini è finita molto tempo fa» aveva risposto a Cliff in tono piccato, ignorando il sorrisino di lui. Anzi, non era mai neppure iniziata perché lei e Rafe non erano mai davvero stati amici. Per Raffaele Santini, lei non era stata altro che l’ultima conquista del momento. Una bella ragazza da portarsi a letto senza pensieri e da mostrare ad amici e giornalisti come una delle tante che avevano perso la testa per lui.

    «Insomma, vorrei una storia con una buona dose di intimità» aveva continuato Cliff. «Voglio i dettagli. Voglio sapere cosa prova Rafe Santini prima di una gara, cosa lo fa funzionare. Voglio una storia che metta in evidenza l’uomo che si nasconde dietro il mito...»

    «Tu vuoi solo sapere con chi va a letto adesso» aveva tagliato corto Eden senza mezzi termini. Cinque anni prima, lei e Cliff avevano esordito come giovani reporter alla Gazzetta e poi le loro strade si erano divise. Cliff era rimasto a Wellworth, aveva sposato la ragazza con cui era fidanzato sin dal liceo e si era fatto largo all’interno del giornale locale, fino a diventarne il direttore. Lei, invece, si era guadagnata la fama di inviata estera rispettata e senza paura, che aveva saputo descrivere con fredda lucidità le situazioni critiche di un paese lontano come la Costa d’Avorio. Gli ultimi tre anni erano stati intensi e duri, e ora Eden aveva bisogno di recuperare le forze.

    Aveva promesso ai suoi genitori che si sarebbe riposata senza fare nulla, occupandosi al massimo del giardinetto del loro cottage. Dopo appena un mese di quella vita però, Eden aveva iniziato a sentirsi nervosa per la troppa inattività e aveva preso la palla al balzo quando Cliff le aveva offerto un lavoro come reporter per la Gazzetta.

    «Guarda che non scriverò pettegolezzi» aveva avvertito mentre usciva dall’ufficio del nuovo capo. «La mia convivenza con Rafe mi ha insegnato cosa si prova a essere perennemente inseguiti da giornalisti invadenti e a vedere la propria foto sbattuta sulla copertina di riviste da quattro soldi.»

    Con uno sforzo, Eden si costrinse a tornare al presente, e a scrivere qualche appunto sul taccuino che teneva in mano.

    Rafe stava dicendo di non avere intenzione di lasciare la Formula Uno per i prossimi anni, e lei non ne dubitava, anche se di recente erano circolate voci sulla cattiva salute di Fabrizio Santini. Si vociferava che il padre di Rafe non fosse mai riuscito a superare il dolore per la perdita del figlio Gianni, che si era tolto la vita dopo essere rimasto paralizzato a causa di un terribile incidente durante una gara automobilistica. Secondo le stesse voci Fabrizio aveva intenzione di lasciare a Rafe le redini della Santini Corporation, cosa della quale Eden dubitava fortemente. Rafe non avrebbe mai accettato un simile cambiamento. Le corse erano tutta la sua vita.

    Rafe non era come gli altri uomini. In lui esisteva un elemento primitivo, selvaggio, che lo spingeva ad affrontare quei rischi che gli altri esseri umani rifuggivano e dai quali, per la sua abilità, usciva sempre indenne. Aveva molti ammiratori che avrebbero desiderato imitarlo. Anche il fratello minore Gianni era sempre stato molto competitivo nei confronti

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