La guardia del corpo
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Info su questo ebook
Messa alle strette, Shelby Greer è costretta ad accettare di essere protetta da Gray Compton, uomo di fiducia del padre. Peccato che l'attraente guardia del corpo sia lo stesso uomo del quale è segretamente innamorata da diversi anni, anche se non ha mai avuto il coraggio di confessarglielo. Il compito non è uno scherzo nemmeno per l'abile Gray: non solo la sensuale Shelby è la figlia del capo, ma il suo cuore batte segretamente per lei e, ora che è costretto a starle accanto giorno e notte, rimanere distaccato e professionale è per lui quasi impossibile. Anche se irresistibile.
Amanda Browning
Tra le autrici più amate e lete dal pubblico italiano.
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Anteprima del libro
La guardia del corpo - Amanda Browning
Titolo originale dell’edizione in lingua inglese:
Her Tycoon Protector
Harlequin Mills & Boon Modern Romance
© 2005 Amanda Browning
Traduzione di Edy Tassi
Questa edizione è pubblicata per accordo con
Harlequin Books S.A.
Questa è un’opera di fantasia. Qualsiasi riferimento a fatti o
persone della vita reale è puramente casuale.
Harmony è un marchio registrato di proprietà
HarperCollins Italia S.p.A. All Rights Reserved.
© 2007 Harlequin Mondadori S.p.A., Milano
eBook ISBN 978-88-3051-937-4
Frontespizio. «La guardia del corpo» di Browning Amanda1
Shelby Greer passeggiava nervosamente, splendida nell’abito blu elettrico e con i lunghi capelli ramati che le ondeggiavano sulle spalle. Madre Natura le aveva donato un volto ovale e bellissimi lineamenti delicati, ma in quel momento i suoi occhi verde ghiaccio mandavano lampi. Era furibonda. Un imprevedibile vulcano pronto a esplodere.
Di colpo si voltò per fronteggiare l’uomo in piedi davanti all’elegante camino di marmo.
«No! Assolutamente! Non ho nessuna intenzione di lasciare che la mia vita venga messa sottosopra... Non rinuncerò alla mia indipendenza a causa di una stupida minaccia, che potrebbe non essere nemmeno reale» dichiarò con veemenza.
«Su Shelby, sii ragionevole» la esortò il padre. «Se non vuoi venire a stare qui, in modo che io possa tenerti d’occhio, allora dovremo ricorrere a una guardia del corpo.»
«Sono in grado di badare a me stessa» protestò Shelby immediatamente. «Se credi che permetterò a un completo estraneo di invadere la mia privacy, ti sbagli di grosso.» Il solo pensiero la faceva rabbrividire dal disgusto.
«Ho ricevuto minacce nei tuoi confronti, Shelby. E non posso prenderle alla leggera. Perché dovresti farlo tu?» ribatté il padre in tono paziente.
«Perché è tutto così ridicolo! Quell’uomo è un folle» dichiarò in modo categorico, anche se dovette ammettere con se stessa di avere avvertito uno spiacevole vuoto allo stomaco quando suo padre gliene aveva parlato la prima volta. «Fidati di me. Non accadrà niente.»
«È quello che continui a ripetermi» rispose con calma Oscar Greer alla sua unica figlia. In fondo, se lo era aspettato. Shelby era caparbia, indipendente e spesso eccessivamente sicura di sé.
Lei alzò le mani con impazienza. «E allora perché non ti decidi ad ascoltarmi?» Voleva molto bene a suo padre, che aveva a cuore solo il suo interesse, ma adesso stava esagerando. «Non ho bisogno di una balia, papà!»
«Mi fa piacere sentirtelo dire» rispose lui in tono secco. «A ventotto anni dovresti essere in grado di lavarti, vestirti e nutrirti da sola.»
Quella battuta gli fece guadagnare un’altra occhiata esasperata. «Lo sai cosa intendo. Tutto questo è davvero inutile.»
«Ne sei certa?»
Shelby si voltò con un pesante sospiro di frustrazione e raggiunse la finestra per osservare i giardini bagnati di pioggia che circondavano la casa del padre ad Hampstead. Era cresciuta lì. Figlia unica ma mai sola. Oscar Greer era il più famoso magnate dei media di Londra, eppure aveva sempre trovato il tempo di stare con lei. Il loro legame non sarebbe potuto essere più stretto. E ora lui era preoccupato per la sua incolumità. In circostanze normali lo avrebbe assecondato volentieri, ma questa volta era diverso.
Non poteva modificare il suo stile di vita a causa di una minaccia che non credeva esistesse davvero.
«Ragioniamoci su. Che cosa diceva esattamente il messaggio?» chiese, voltandosi verso il padre.
L’espressione di Oscar Greer si fece cupa. «Uno dei nostri giornali ha pubblicato qualcosa che questo individuo non ha gradito e lui ora vuole vendicarsi in qualche modo. Ha usato la frase I torti del padre ricadranno sulla figlia
. E la polizia l’ha considerata una minaccia diretta contro di te. Ecco perché, che ti piaccia o no, avrai una guardia del corpo. Sei tutto quello che ho e non sono disposto a perderti.»
A quelle parole, Shelby si precipitò a stringere il padre in un abbraccio. «Non mi perderai» lo rassicurò con forza. «Ma non voglio una guardia del corpo» aggiunse in fretta.
Oscar fece una smorfia e ricambiò l’abbraccio. «Mio Dio, quanto sei testarda! La polizia mi aveva suggerito di portarti in qualche posto sicuro lontano da qui, ma sapevo che non avresti mai accettato nemmeno questa alternativa» le confidò staccandosi.
Le labbra di Shelby si curvarono in un sorriso di sollievo, mentre si dirigeva verso il vassoio dei liquori e si versava una piccola dose di brandy. Ne aveva bisogno. Non aveva mai dovuto lottare tanto con suo padre prima.
«Infatti. Ho degli impegni. Non avrei mai potuto sparire semplicemente nel nulla.»
Era una decoratrice d’interni. Sua madre era stata un’artista e lei aveva ereditato la sensibilità per il colore e per le sfumature. Dopo una falsa partenza, aveva studiato arte e design all’università e poi aveva cominciato un’attività in proprio.
All’inizio c’erano stati piccoli incarichi ma, grazie al passaparola sulla qualità del suo lavoro, presto si era ritrovata a dover assumere una squadra di aiutanti. Era consapevole che, in quanto erede di suo padre, c’erano persone che credevano che conducesse un’esistenza privilegiata e che per lei il lavoro rappresentasse un gioco. Ma si sbagliavano. Prendeva gli affari seriamente, la sua agenda era piena di impegni e ormai poteva vantare anche una piccola lista d’attesa.
Scosse appena la testa e si raggomitolò in un angolo del divano. «Sei già stato minacciato in passato. Perché stavolta prendi la cosa tanto seriamente?»
«Preferisco non correre rischi con la tua vita, piccola mia» affermò Oscar, consultando l’orologio e poi voltando lo sguardo verso la pendola sul camino.
«Aspetti qualcuno?» gli chiese lei.
Oscar si schiarì la gola. «Visto che me lo chiedi, la persona che ho incaricato di sorvegliarti verrà qui stasera» la informò.
Shelby spalancò gli occhi per la sorpresa e scattò in piedi. «Hai già incaricato qualcuno? Ancora prima di chiedermelo?» Avrebbe dovuto aspettarsi qualcosa del genere da suo padre. «Non avevi nessun diritto di farlo, papà. So che sei preoccupato, ma è della mia vita che stiamo parlando. Spero che vi divertirete anche senza di me stasera, perché io me ne vado!» Stava per afferrare la borsetta quando suo padre parlò.
«Rimani dove sei, Shelby. Non andrai da nessuna parte» le ordinò con un tono di voce autoritario che non usava da anni.
«Tutto questo è assurdo!» esclamò Shelby incredula, ma si risedette proprio nel momento in cui qualcuno suonava all’ingresso.
Con un mezzo giro si voltò a guardare la porta del salone da sopra il divano, allungando l’orecchio per ascoltare la governante che apriva al nuovo arrivato, e il suono delle voci che si accavallavano in un’amichevole conversazione. Quando il rumore di passi si avvicinò alla porta, trattenne quasi il fiato.
L’uomo che entrò aveva circa trentacinque anni, capelli neri e occhi blu. Indossava un giubbotto di pelle marrone su una camicia azzurra e un paio di jeans, ed era l’essere su due gambe più sexy che Shelby avesse visto da tanto tempo. Alto, con ampie spalle, il suo petto sembrava perfetto per rannicchiarvisi contro e indulgere in fantasie che avrebbero fatto arrossire un angelo. E non c’era nessun bisogno di domandarsi se per caso fosse anche affascinante e spiritoso. Lei lo sapeva benissimo. Si trattava di Gray Compton, il braccio destro di suo padre, l’uomo di cui era innamorata da secoli.
Per un intenso istante il mondo di Shelby si immobilizzò. Il suo cuore era così felice di vederlo! La vita era diventata un tale deserto dall’ultima volta che si erano incontrati. Ma lui non lo avrebbe di certo saputo, ricordò a se stessa quando il tempo riprese a scorrere normalmente.
Quando Shelby era più giovane, Gray era diventato per lei quanto di più simile a un fratello potesse avere. Poi però il fato ci aveva messo lo zampino. Di punto in bianco si era innamorata di lui. Ma poiché sapeva che la considerava solo come una sorella, aveva dovuto fare di tutto per camuffare i propri sentimenti.
Spesso lo aveva preso in giro per le donne che entravano e uscivano dalla sua vita, ma alla fine si era ritrovata nella scomoda posizione di voler diventare una di loro. L’unica. E la gelosia aveva sollevato la sua terribile testa. Per combatterla, lei aveva cominciato ad accettare appuntamenti a ritmo frenetico, anche se lui era l’unico con il quale sarebbe voluta uscire veramente. Dal suo canto, Gray aveva osservato quel viavai di uomini con aperto divertimento.
I loro rapporti erano rimasti più o meno immutati. Shelby era riuscita a nascondere bene l’infelicità che provava e riteneva di aver saputo gestire al meglio la situazione. Ma poi era accaduto qualcosa e lei aveva cominciato a odiarlo. Non poteva dimenticare. Non poteva perdonare. Non importava quanto lo avesse amato e, purtroppo, ancora lo amasse.
Da allora, ogni volta che si erano incontrati si erano dati battaglia a parole. Era la protezione migliore. E anche in quel momento Shelby avrebbe preferito sapere in anticipo che lui sarebbe venuto a cena, in modo da poter alzare tutte le difese necessarie.
Gray Compton incrociò il suo sguardo. «Ciao, Rossa. È da un po’ che non ci si vede.»
Shelby trasalì per quel soprannome che lui le aveva dato quando era ancora una bambina e che ora insisteva ad usare solo per irritarla. «Bene bene... ma questo non è il ragazzo di papà? Cosa ci fai qui, Gray? Sei venuto a vedere quale guaio riesci a provocare?»
Per una volta, lui non replicò a tono. «Il mio lavoro, tesoro, solo il mio lavoro.»
Oscar Greer, abituato alle schermaglie fra di loro, attraversò la stanza e tese una mano. «Gray, grazie di essere venuto.»
Gray sorrise e ricambiò il saluto. «Sapeva che lo avrei fatto.» Quando aveva ricevuto la telefonata di Oscar si trovava in Giappone per risolvere un problema. «Ho preso il primo aereo per l’Inghilterra.»
«Come è stato il volo?»
«Faticoso, ma ci sono abituato.»
Shelby cercò suo padre con lo sguardo, sperando che le sue paure si rivelassero infondate. «Papà, ti prego, dimmi che non è lui l’uomo che hai assunto per tenermi d’occhio!» esclamò, più sconvolta di quanto potesse rivelare. Se c’era una persona con la quale non voleva rimanere da sola, quella era Gray. Soprattutto perché si trattava della stessa persona che più desiderava al mondo!
Gray avanzò nella stanza. «Sapevo che non ne saresti stata entusiasta, Rossa. Ma chi altri poteva farsi carico di risolvere questo problema per il capo?»
I loro sguardi si agganciarono ed entrambi compresero il messaggio lanciato. Che si trattasse di un lavoro pulito o sporco, Gray era sempre l’uomo giusto. Specialmente quando c’era di mezzo lei.
«Non c’è nessuno migliore di te, Gray» si complimentò Oscar, all’apparenza inconsapevole della tensione che circolava nella stanza.
Per la seconda volta, Shelby scattò in piedi. «Okay, basta così. Non lo voglio. Se mai dovessi accettare di avere una guardia del corpo, cosa che non accadrà, non sarebbe lui. Renderebbe la mia vita un inferno.»
Quelle parole le fecero guadagnare un’altra occhiata divertita da parte di Gray.
«Allora dovrai rassegnarti» affermò suo padre con severità. «Ho scelto Gray come tua guardia del corpo perciò chiudiamo la discussione. Ora, posso offrirti qualcosa da bere, Gray? Whisky se non ricordo male.»
«Ma che sia appena un dito. Devo guidare.»
«Papà!» Shelby cercò di protestare mentre il padre attraversava la stanza senza ascoltarla e si allontanava verso l’altra sala per prendere i drink. «Che cosa ho fatto per meritarmi questo?» borbottò allora, poi colse lo sguardo divertito