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Una scelta di cuore: Harmony Jolly
Una scelta di cuore: Harmony Jolly
Una scelta di cuore: Harmony Jolly
E-book173 pagine2 ore

Una scelta di cuore: Harmony Jolly

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Info su questo ebook

Benvenuti al matrimonio dell'anno!

Dan è abituato a essere un rimpiazzo, una seconda scelta. Nel lavoro fa lo stuntman e la sua famiglia lo considera una pecora nera: fatica a credere di poter essere qualcosa di diverso. Per la prima volta nella sua vita, è la prima scelta di qualcuno, non può buttare via ciò che c'è tra loro. Sempre che non sia troppo tardi!
LinguaItaliano
Data di uscita21 gen 2019
ISBN9788858993057
Una scelta di cuore: Harmony Jolly

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    Anteprima del libro

    Una scelta di cuore - Sophie Pembroke

    successivo.

    1

    Laurel Sommers indietreggiò quando un taxi londinese transitò sulla pozzanghera vicino al bordo del marciapiede, spruzzandole acqua ghiacciata sui piedi, e stabilì che quella era tutta colpa di suo padre.

    Be', in realtà, il fatto che fosse bloccata nella gelida Londra, in attesa di un'auto, anziché trovarsi dove avrebbe dovuto essere – ossia a Morwen Hall, la residenza gotica trasformata in un albergo a cinque stelle, a un'ora dalla città – era chiaramente colpa di Melissa. Ma se il loro genitore non avesse voluto tenere il piede in due scarpe per la loro intera infanzia, probabilmente la sua sorellastra non l'avrebbe odiata al punto da voler rendere miserabile la sua vita.

    Sospirando, Laurel strinse al petto la borsa contenente le bomboniere che Melissa aveva insistito per cambiare quel pomeriggio, mentre un flusso continuo di auto continuava a scorrere davanti a lei velocemente. Erano trascorsi tre giorni da Natale e i saldi erano in pieno svolgimento. Londra era avvolta da quello strano senso di anticipazione che riempie lo spazio tra il venticinque dicembre e la notte di San Silvestro, pieno di possibilità per l'anno a venire e per le vite che si sarebbero potute vivere in esso.

    Anche Laurel, come chiunque altro, era sempre stata catturata da quel senso di opportunità. Solitamente, in quei giorni rifletteva sull'anno che stava per terminare e programmava quello a venire. Come essere migliore, ottenere di più, avere successo.

    Proprio in quello stesso periodo, dodici mesi prima, aveva deciso come procedere per dare inizio alla sua attività imprenditoriale di organizzatrice di matrimoni. Aveva lavorato come wedding planner per cinque anni presso una compagnia molto conosciuta, e aveva sentito il bisogno di mettersi in proprio... specialmente perché aveva in programma di organizzare il proprio matrimonio, e Benjamin aveva sempre ripetuto di apprezzare le donne ambiziose.

    Così aveva pianificato, si era data un sacco da fare, e alla fine era riuscita ad aprire la propria agenzia: la Laurel's Weddings. Anche se non aveva organizzato il proprio matrimonio, l'avevano incaricata delle nozze di una celebrità... ed era per questo che l'ottimismo avrebbe dovuto attendere fino al primo gennaio, questa volta.

    Tutto ciò che doveva fare era arrivare alle nozze di Capodanno della sua sorellastra senza che accadesse qualche disastro, poi tutto sarebbe stato in discesa. Melissa era una star di Hollywood, adesso – presumibilmente perché era molto più gentile con i registi di quanto fosse con la sua wedding planner – e il suo matrimonio sarebbe stato riportato nei minimi particolari da una di quelle riviste patinate che Laurel aveva tempo di sfogliare solo dal parrucchiere. Se tutto fosse andato bene, la sua azienda avrebbe spiccato il volo e lei avrebbe finalmente potuto smettere di preoccuparsi di come ripagare il prestito che era stata costretta a chiedere per iniziare l'attività.

    Poteva anche non avere il marito che avrebbe voluto, e non essere una star come Melissa, ma una volta che il nome dalla sua società fosse stato conosciuto negli ambienti che contavano, nessuno avrebbe più potuto dirle che non era all'altezza.

    Ma, naturalmente, questo significava girare come una trottola, soddisfacendo ogni capriccio di Melissa... perfino quello di recarsi a Londra tre giorni prima delle nozze, per cambiare le bomboniere che avevano impiegato due settimane a scegliere, perché diventate improvvisamente imbarazzanti.

    Purtroppo, anche se cercava di non pensarci, alla cerimonia avrebbe rivisto Benjamin... proprio la ciliegina sulla torta che mancava.

    Un'altra auto – grande, nera e lucida – rallentò e accostò al marciapiede davanti a lei. Laurel sentì rinascere la speranza. Aveva chiesto all'ultima auto che trasportava gli invitati di Melissa dall'aeroporto di Heathrow a Morwen Hall di fare una deviazione in città per andare a prenderla e riaccompagnarla in albergo. Questo avrebbe significato un tragitto più lungo per il passeggero che era a bordo, ma sperava che a quel tipo non desse molto fastidio, né che gli dispiacesse viaggiare in compagnia.

    Tra l'altro, dal momento che l'ultimo ospite ad arrivare sarebbe stato il fratello dello sposo, Dan Black – il suo futuro cognato o qualcosa del genere – sperava davvero che non avesse nulla da obiettare. Sarebbe stato carino iniziare le relazioni con la nuova famiglia con il piede giusto, specialmente perché quelle con la sua si erano deteriorate. Sua madre non l'aveva perdonata per aver accettato di organizzare il matrimonio di Melissa. O, come la chiamava lei, quella sciattona figlia illegittima dell'amante di tuo padre.

    Come prevedibile, sua madre non era nell'elenco degli invitati.

    Per lo meno, Dan Black non era una di quelle stelle di Hollywood di alto profilo... per quanto ne sapeva Laurel. In effetti, Melissa non aveva detto niente di lui. Probabilmente perché, se non poteva esserle di aiuto per la carriera, a lei non interessava. Tutto ciò che Laurel sapeva di lui derivava da un paio di righe che gli sposi avevano affiancato a ogni nome sull'elenco degli invitati, in modo che lei potesse capire l'importanza della persona e avere un indirizzo cui inviare l'invito.

    Black Ops Stunts. Anche le sporadiche mail che si erano scambiati con gli accordi per il volo e il soggiorno erano state di poche parole.

    L'uomo era un mistero. Ma Laurel non aveva tempo per risolverlo, questa settimana.

    L'auto si fermò e l'autista scese prima ancora che Laurel raggiungesse la maniglia della portiera.

    «Signorina» la salutò l'uomo con un breve cenno del capo, aprendole la portiera. Lei scivolò con gratitudine sul sedile, sorridendo all'altro occupante.

    «Spero che per lei non sia un problema dividere l'auto con me, signor Black» affermò, cercando di essere contemporaneamente professionale, grata e amichevole. Era abbastanza certa che la combinazione non funzionasse, ma avrebbe mantenuto quella linea fino a quando non le fosse venuta un'idea migliore.

    «Dan» disse lui, porgendo la mano.

    Laurel la strinse e, sollevando lo sguardo nei suoi occhi, le parole che stava per pronunciare rimasero intrappolate in gola.

    Aveva visto il fratello di quell'uomo centinaia di volte sul grande schermo, sui manifesti dei film, in televisione, sui giornali, in Internet, e perfino su Skype mentre pianificavano il matrimonio. Non lo aveva mai incontrato di persona, ma conosceva il suo volto e sapeva che era tremendamente bello.

    Perché non le era venuto in mente che suo fratello maggiore potesse essere altrettanto stupendo?

    Dan non aveva lo stesso aspetto da bravo ragazzo di Riley, ma era molto più affascinante.

    Aveva i capelli corti, con un tocco di grigio alle tempie, e la mascella presentava l'ombra scura della barba non rasata, ma gli occhi azzurri erano come quelli del fratello. No, decise Laurel, osservandolo più attentamente. Gli occhi di Riley erano gentili, cordiali e affabili. Quelli di Dan taglienti e penetranti, e al momento... leggermente divertiti.

    Probabilmente perché lei non aveva ancora detto niente.

    «Sono Laurel» si presentò, mentre l'autista avviava il motore. «La sua futura cognata.»

    «La mia... cosa?» La voce era più profonda di quella di Riley, le parole più lente, più magnetiche.

    «Sono la sorellastra di Melissa.»

    «Ah.» Da quell'unica sillaba, Laurel intuì che lui conoscesse la sua storia. O, per lo meno, il suo ruolo nella storia di Melissa.

    Per la maggior parte delle persone era così.

    Sia che avessero visto una delle molte interviste strappalacrime di Melissa, riguardanti la sua difficile giovinezza senza un padre, sia che avessero letto la storia su uno dei numerosi siti di fan, tutti sapevano che Melissa era stata cresciuta dalla madre single fino all'età di sedici anni, mentre suo padre trascorreva la maggior parte del tempo con la sua altra famiglia nella città vicina, recandole visita solo quando riusciva a liberarsi della moglie e della figlia.

    Raramente la gente si poneva domande sull'altra famiglia, o su che cosa fosse accaduto quando, alla fine, suo padre aveva deciso che ne aveva abbastanza e se n'era andato, per cominciare la sua vera vita con Melissa e sua madre.

    Laurel sapeva che, per lo meno, questo significava che a nessuno importava di lei – men che meno a Melissa – dunque non vi erano sue foto in Internet e nessuno la conosceva. Era già difficile con gli amici che sapevano del suo legame parentale con la bellissima, famosa e talentuosa Melissa Sommers; non credeva che sarebbe riuscita a sopportare che degli estranei la fermassero per strada per porle domande su sua sorella, domandandosi perché lei non potesse essere altrettanto bella, di successo o brillante.

    «Quindi sei anche la wedding planner, giusto?» domandò Dan, dandole del tu, e Laurel gli rivolse un sorriso di gratitudine per aver alleggerito l'atmosfera.

    «Giusto. In effetti è per questo che sono qui, oggi. Melissa... uh... ha cambiato idea sulle bomboniere.» Era meglio che confessare i suoi reali sospetti, ovvero che Melissa avesse trovato un altro modo per tormentarla.

    Non si trattava solo delle bomboniere, naturalmente. Quando Melissa le aveva chiesto di organizzare il suo matrimonio, Laurel si era sentita orgogliosa. Aveva creduto – almeno per cinque minuti – che non solo la sorella credesse nel suo talento, ma che volesse anche utilizzare il suo matrimonio per porgere finalmente un ramoscello di ulivo tra loro.

    Ovviamente era stata solo un'illusione.

    «Non ti sta rendendo la vita facile, vero?»

    Laurel sorrise forzatamente. «Si sa come sono le spose! Non avrei intrapreso questa professione, se non sapessi come gestirle.»

    «Giusto.»

    Dan la osservò e la ragazza si domandò che cosa vedesse. Una wedding planner competente, sperava. Non avevano avuto molti contatti, ma era stata lei a invitarlo al matrimonio e a organizzargli il viaggio. Era stata educata ed efficiente, anche davanti alle sue risposte monosillabiche, e si augurava che lui gliene desse atto.

    Perché sapeva che cos'altro avrebbe potuto pensare... ciò che pensavano tutti quando la osservavano sapendo che era la sorella di Melissa Sommers. Che Laurel aveva certamente avuto sfortuna alla lotteria genetica.

    Melissa era alta, flessuosa, bionda e stupenda. Era anche stata soprannominata la Grace Kelly del ventunesimo secolo.

    Laurel invece... be', semplicemente non era così.

    Oh, era abbastanza carina, lo sapeva... minuta e formosa, con capelli e occhi scuri. Ma carina non era stupenda. Aveva il genere di aspetto che la faceva scomparire, quando era accanto a Melissa.

    Oramai si era rassegnata all'idea di essere tutto l'opposto della sorellastra. Questo però la rendeva anche una persona meno orribile, sperava.

    Dan la stava ancora osservando in silenzio, e le parole cominciarono a sgorgare dalla gola per riempire l'aria vuota.

    «Ma sai, questo non è un matrimonio qualsiasi. Voglio dire, Melissa e Riley volevano una cerimonia stravagante, così è ciò che sto provando a dare loro.»

    «Capisco» disse Dan, senza smettere di guardarla.

    Laurel continuò a straparlare. «Era ovvio che volesse sposarsi a Morwen Hall. Ha un forte legame con questo posto, sai? Ed Eloise, la direttrice dell'albergo... cioè, la direttrice ad interim, penso... Comunque, la conoscerai presto... Che cosa stavo dicendo?»

    «Non ne ho idea.»

    «Scusa, sto blaterando.»

    «Va tutto bene.»

    «Oh!» Laurel si batté una mano sulla fronte, quando ricordò di che cosa volesse parlare. «Comunque. Stavo per dire che ci sono molte cose in programma, per i prossimi giorni. La festa di benvenuto stasera, la Frost Fair, gli addii al celibato e al nubilato domani, le gite per gli ospiti venerdì, prima della cena di prova...»

    «E il matrimonio vero e proprio, a un certo punto, no?» aggiunse Dan, un sopracciglio sollevato.

    «Be', naturalmente.» Laurel sentì la pelle scottare per un momento. «Stavo elencando gli eventi in ordine cronologico.»

    «Capisco. Sembra che avrai molto da fare questa settimana.»

    Laurel annuì. «Assolutamente. Ma è un bene! Cioè, se questo matrimonio andrà bene... è il primo che organizzo da quando ho aperto la mia agenzia, quindi è una grande scommessa. Inoltre, non farò parte della cerimonia vera e propria...»

    Nemmeno lui, si rese improvvisamente conto la ragazza. Non era un po' strano? Laurel capiva perché Melissa non l'avesse scelta tra le damigelle per accompagnarla all'altare, ma perché Riley non aveva voluto accanto il fratello?

    Il volto di Dan si era incupito a quelle parole, così lei si affrettò a continuare, senza prestare realmente attenzione a ciò che stava dicendo. «Questo è un bene, giacché ci sono così tante cose su cui concentrarsi! Inoltre, rimanendo dietro le quinte, per me sarà più facile evitare Benjamin... e questo è un vantaggio da non trascurare.»

    Oh. Non avrebbe voluto menzionare Benjamin.

    Forse Dan non se n'era accorto.

    «Benjamin?» domandò l'uomo, e Laurel sospirò.

    «Il mio ex fidanzato» spiegò

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