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Il ritratto del cowboy: Harmony Collezione
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Il ritratto del cowboy: Harmony Collezione
E-book166 pagine2 ore

Il ritratto del cowboy: Harmony Collezione

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Info su questo ebook

No, non è possibile! Emma Cantrell ha uno straordinario talento come pittrice, dipinge quadri intensi che vanno dritto al cuore. Adesso, però, è rimasta senza fiato perché ha conosciuto in carne e ossa il cowboy che ha ritratto immaginando l'uomo di cui vorrebbe innamorarsi. Burke Buchanan è libero, il problema è che.. è anche il fratello di chi la sta corteggiando con al sicurezza di sposarla! Esiste un modo di capovolgere la situazione a proprio favore?

LinguaItaliano
Data di uscita11 gen 2016
ISBN9788858943953
Il ritratto del cowboy: Harmony Collezione

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    Anteprima del libro

    Il ritratto del cowboy - Gail Link

    Titolo originale dell’edizione in lingua inglese:

    Marriage-to-be?

    Silhouette Special Edition

    © 1996 Gail Link

    Traduzione di Salvatore Sanna

    Questa edizione è pubblicata per accordo con

    Harlequin Books S.A.

    Questa è un’opera di fantasia. Qualsiasi riferimento a fatti o

    persone della vita reale è puramente casuale.

    Harmony è un marchio registrato di proprietà

    HarperCollins Italia S.p.A. All Rights Reserved.

    © 2002 Harlequin Mondadori S.p.A., Milano

    eBook ISBN 978-88-5894-395-3

    www.harlequinmondadori.it

    Questo ebook contiene materiale protetto da copyright e non può essere copiato, riprodotto, trasferito, distribuito, noleggiato, licenziato o trasmesso in pubblico, o utilizzato in alcun altro modo ad eccezione di quanto è stato specificamente autorizzato dall’editore, ai termini e alle condizioni alle quali è stato acquistato o da quanto esplicitamente previsto dalla legge applicabile. Qualsiasi distribuzione o fruizione non autorizzata di questo testo così come l’alterazione delle informazioni elettroniche sul regime dei diritti costituisce una violazione dei diritti dell’editore e dell’autore e sarà sanzionata civilmente e penalmente secondo quanto previsto dalla Legge 633/1941 e successive modifiche.

    Questo ebook non potrà in alcun modo essere oggetto di scambio, commercio, prestito, rivendita, acquisto rateale o altrimenti diffuso senza il preventivo consenso scritto dell’editore. In caso di consenso, tale ebook non potrà avere alcuna forma diversa da quella in cui l’opera è stata pubblicata e le condizioni incluse alla presente dovranno essere imposte anche al fruitore successivo.

    Prologo

    Il dipinto rappresentava una scena semplice, diretta. Un potere primitivo animava entrambe le figure centrali, e si irradiava intorno, e la potente muscolatura dell’uomo e del suo cavallo, evidenziata dalla luce dorata del tramonto, rendeva quasi tangibile la loro forza vitale. Entrambi sfoggiavano un’aria fiera e componevano una coppia formidabile.

    Ognuno manteneva intatto il proprio orgoglio, pur riconoscendo la forza dell’altro. Il cavaliere indossava solo un paio di jeans aderenti e teneva un pugno minaccioso sospeso in aria. L’enorme stallone pezzato si sollevava sulle possenti zampe posteriori, agitando gli zoccoli anteriori.

    Terminando con un ultimo sorso il bourbon rimasto nel bicchiere, Burke Buchanan si sistemò meglio sulla comoda poltrona di pelle, socchiudendo gli occhi scuri per studiare il grande dipinto a olio appeso da poco nel suo studio.

    Sul lato inferiore della pesante cornice di legno scuro una lucida targhetta in ottone riportava il titolo dell’opera: Indomabili.

    Un breve sorriso gli stirò le labbra, rendendole più sottili. Clay è un mago!, rise tra sé.

    Non solo suo fratello maggiore gli aveva fatto recapitare, anche se in ritardo, uno splendido regalo di com pleanno, ma gli aveva consegnato anche un appassionante enigma.

    Burke aveva provato subito un sentimento di affinità verso quel dipinto, forse perché l’uomo ritratto gli somigliava in modo eccezionale.

    Si alzò dalla poltrona per avvicinarsi al quadro, assalito dalla sensazione irrazionale che l’artista avesse in qualche modo catturato l’essenza della sua anima, fissandola sulla tela.

    Lesse il nome sulla targhetta: E. Cantrell.

    Senza ragione, un sospiro gli sfuggì dalle labbra.

    Emma sospirò insoddisfatta.

    Il sole penetrava nella stanza, inondando le tele esposte. Camminò avanti e indietro sul pavimento di legno del suo studio, poi si fermò, le braccia conserte, la testa inclinata da un lato, le labbra contratte in una smorfia. Mancava qualcosa, ma non avrebbe saputo dire che cosa.

    Ignorò i due grandi dipinti appesi sul muro di fronte, pronti per essere spediti alla Galleria Barton di Hou ston dove qualche settimana più tardi ci sarebbe stata una sua personale, e si dedicò all’opera che aveva davanti. Sarebbe diventata la copertina dell’ultimo libro di Kate, una famosa scrittrice di romanzi storici. Emma curava da sempre le sue copertine, ma quella sarebbe stata per la prima edizione di lusso, perciò desiderava che fosse speciale.

    Passarono i minuti, ma non riusciva proprio a concentrarsi.

    Sapeva che cosa la tormentava. Lei era una pittrice di successo, le sue opere erano molto richieste, ed era così che si guadagnava da vivere. Eppure era pentita di avere venduto un quadro!

    Perché proprio quello? È stato un attimo di debolez za o piuttosto di paura?, si chiese pensosa.

    Quella domanda la opprimeva.

    Comprese che per il momento sarebbe stato inutile cercare di continuare a dipingere, perciò sfilò il grembiule macchiato di blu che indossava per proteggere i jeans e la maglietta e lo lanciò su una panca di legno. Poi lasciò lo studio, richiudendo con cura la porta dietro le spalle, decisa a dimenticare quel particolare qua dro.

    Rientrando in casa, però, si accorse che era più facile a dirsi che a farsi. Di solito non si stancava di osservare lo splendido panorama che si godeva dal soggiorno, ma quella sera era impossibile.

    Si versò un bicchiere di tè freddo e decise di provare a leggere un libro, sperando di rilassarsi.

    Aveva dimenticato la miniatura appesa sopra al camino, ma la scorse mentre si raggomitolava sul divano confortevole.

    Emma di solito fissava su un album le idee per il prossimo dipinto, ma quello schizzo le era venuto di getto.

    Da troppo tempo l’immagine di quell’uomo e del suo cavallo pezzato tormentava i suoi sogni, così aveva pensato di esorcizzarla dipingendola. Terminato lo schizzo, però, si era resa conto che quella figura era mortificata in una tela così piccola, non riusciva a esprimerne tutta la potenza, e l’aveva trasferita su una di dimensioni maggiori.

    Si alzò dal divano e allungò le mani tremanti per staccare lo schizzo dal muro e studiarlo meglio.

    Sono stata io a dare al cowboy quell’espressione di indomabile orgoglio? È solo la mia immaginazione o possiede davvero una sensualità irresistibile?

    Emma scosse la testa. No, non si trattava solo della sua immaginazione. Quella figura la attirava, e se ne sentiva prigioniera. Come Pigmalione, aveva finito per innamorarsi della sua stessa creatura.

    L’aver venduto il quadro non era servito a diminuire la sua fascinazione per quell’uomo.

    Forse, addirittura, l’aveva aumentata...

    1

    «Che cosa ti porta a Houston, fratellino?» domandò Clay Buchanan, salvando con un clic del mouse il documento a cui stava lavorando. Lasciò la massiccia scrivania di noce per abbracciare l’uomo che era appena entrato. «E soprattutto, quanto pensi di fermarti?» aggiunse.

    Burke ricambiò l’abbraccio prima di sistemarsi sulla poltrona di fronte alla scrivania. Con un’unica occhiata abbracciò il locale, arredato in perfetto stile anglosassone, a partire dalle stampe di scene di equitazione appese al muro, notando per l’ennesima volta le profonde differenze con lo stile informale del proprio studio al ranch. Questa stanza si accorda perfettamente ai gusti sofisti cati di Clay.

    «Sono venuto solo per scegliere un regalo per il compleanno di Jessie e riparto stasera» disse infine.

    «Peccato» commentò Clay, tornando a sedersi. «Ti avrei invitato a cena per presentarti una persona speciale.»

    Burke inarcò un sopracciglio con aria incuriosita. «Speciale nel senso di donna speciale?»

    Clay sorrise. «Hai fatto centro.»

    «Di chi si tratta?»

    A Clay non sfuggì la nota di scetticismo nella sua voce. «Della donna che voglio sposare.»

    L’unica reazione visibile del fratello fu un rapido contrarsi delle narici nel naso affilato. «Non ti stai facendo prendere la mano dagli ormoni?» domandò in tono cinico.

    «Santo cielo, guarda che non si tratta di sesso» lo ammonì l’altro con un movimento esasperato.

    «Significa che sei innamorato?»

    «Credo proprio di sì.»

    «Credi?» Burke rise sarcastico. «Non è che lei vuole che tu lo creda?»

    Clay sospirò. «Non tutte le donne sono calcolatrici come la tua ex moglie.»

    «Forse no, ma devi ammettere che il cognome Buchanan suscita nella maggior parte di loro l’idea dei dollari.»

    «Emma non è così» ritorse l’altro convinto.

    «Come fai a esserne sicuro?»

    «Dovresti conoscerla» insistette Clay, infervorandosi. «È una donna indipendente, con una sua importante carriera. Il mio nome e la mia posizione non le interessano per niente.»

    Burke si alzò in piedi e raggiunse un tavolino dove erano appoggiati una bottiglia di bourbon, dei bicchieri e il cestello del ghiaccio. Lasciò cadere parecchi cubetti nel bicchiere, si versò una dose generosa del liquido ambrato e ne trangugiò un sorso.

    «Da quanto tempo vi frequentate?»

    Clay rivolse al fratello un’occhiata guardinga, notando le spalle contratte sotto la giacca di jeans, e maledì in cuor suo per l’ennesima volta la donna che lo aveva derubato dell’allegria e dei sogni di tanti anni prima.

    Le sue false promesse avevano ferito profondamente Burke, distruggendo la sua natura fiduciosa. Quando se ne era invaghito aveva appena diciassette anni; se solo non fosse stato tanto giovane, se solo avesse posseduto una maggiore esperienza prima di venire devastato emotivamente da una donna senza scrupoli...

    «Più o meno sei mesi» rispose dopo un breve silenzio.

    «Perché tanta fretta?» Burke appoggiò il bicchiere sul tavolino e si avvicinò all’ampia vetrata.

    Fissò le persone nella strada sottostante, minuscole come formiche. C’erano troppi edifici tutt’intorno, si sentiva rinchiuso in una gabbia di cemento. Molto meglio gli spazi aperti del ranch: la città era territorio di Clay, l’Encantadora il suo.

    Tornò a voltarsi verso il fratello, colto all’improvviso da un pensiero. «Non è incinta, vero?» Burke non sopportava l’idea che Clay venisse ingannato come era capitato a lui.

    Clay si abbandonò sulla poltrona. «No» rispose scuotendo la testa. «Emma non è incinta. Anzi, ti confesso che non siamo mai stati a letto insieme.»

    A quelle parole, Burke lo fissò meravigliato.

    «Sembra impossibile, vero?» sorrise l’altro, leggendogli nel pensiero. «Ma Emma non è il tipo che si lancia a capofitto in una relazione e io rispetto le sue convinzioni.»

    Burke non poté fare a meno di chiedersi se quella donna non stesse semplicemente cercando di alzare il prezzo, usando un trucco vecchio come il mondo. Suo fratello amava le donne, era sempre stato un tipo passionale, come tutti i Buchanan e lui stesso, prima che decidesse di soffocare quegli istinti.

    «Non credi abbia cercato il modo per farsi desiderare al punto da deciderti a sposarla?» domandò con cinismo.

    Questa volta Clay non poté fare a meno di irritarsi. «No» dichiarò con fermezza. «Non è lo stile di Emma. Credimi, è una delle donne più oneste che abbia mai conosciuto. Quando la incontrerai te ne accorgerai tu stesso.»

    «Ti ho già spiegato che non posso fermarmi a cena» ribadì Burke.

    Clay si strinse nelle spalle. «Non importa, l’ho invitata a trascorrere la festa del Ringraziamento con noi al ranch. Voglio farle conoscere la famiglia.»

    Burke squadrò il fratello. «Ne hai già parlato alla mamma?»

    «Conosci anche tu la mamma, per lei una persona in più non è un problema!» esclamò Clay ridendo. «Certo che gliene ho parlato» continuò, prendendo una espressione più seria. «E non vede l’ora di conoscerla. Ho detto a Emma che per noi il Ringraziamento è una festa speciale, specialmente quest’anno che cade proprio nel giorno del compleanno di Jessie.»

    Al pensiero di sua figlia, e all’idea che nel giro di pochi giorni avrebbe compiuto dodici anni, Burke sorrise. Le voleva bene in modo esclusivo e la considerava un miracolo, nato incredibilmente dal

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