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Una sposa in fuga: Harmony Bianca
Una sposa in fuga: Harmony Bianca
Una sposa in fuga: Harmony Bianca
E-book157 pagine2 ore

Una sposa in fuga: Harmony Bianca

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Info su questo ebook

Può una ragazza dell'alta società abbandonare gli abiti griffati e indossare il camice?



Il dottor Riley Chase potrà anche aver salvato dalle acque del mare la bella ereditiera Lily Fotheringham, ma di certo lui non è un cavaliere dalla sfavillante armatura. Piuttosto, somiglia di più a un lupo solitario che ha allenato il proprio cuore a tenere tutto il mondo fuori. Lily compresa.



In fuga dalle luci della ribalta e da un madornale passo falso, Lily è volata in luna di miele da sola. Ma la sua vacanza si trasforma presto in qualcosa di ben più eccitante di qualche noiosa cenetta a lume di candela, quando si rende conto dell'attrazione che la lega all'uomo che l'ha salvata e che ha giurato che non si sarebbe mai più innamorato.
LinguaItaliano
Data di uscita9 mar 2018
ISBN9788858979983
Una sposa in fuga: Harmony Bianca
Autore

Marion Lennox

Marion Lennox is a country girl, born on an Australian dairy farm. She moved on, because the cows just weren't interested in her stories! Married to a `very special doctor', she has also written under the name Trisha David. She’s now stepped back from her `other’ career teaching statistics. Finally, she’s figured what's important and discovered the joys of baths, romance and chocolate. Preferably all at the same time! Marion is an international award winning author.

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    Anteprima del libro

    Una sposa in fuga - Marion Lennox

    Titolo originale dell’edizione in lingua inglese:

    The Doctor & The Runaway Heiress

    Harlequin Mills & Boon Medical Romance

    © 2011 Marion Lennox

    Traduzione di Daniela De Renzi

    Questa edizione è pubblicata per accordo con

    Harlequin Books S.A.

    Questa è un’opera di fantasia. Qualsiasi riferimento a fatti o

    persone della vita reale è puramente casuale.

    Harmony è un marchio registrato di proprietà

    Harlequin Mondadori S.p.A. All Rights Reserved.

    © 2012 Harlequin Mondadori S.p.A., Milano

    eBook ISBN 978-88-5897-998-3

    1

    Il dottor Riley Chase cominciava ad annoiarsi. Aveva aggiornato tutti i documenti medico-legali e stava bevendo il suo terzo caffè.

    Stava controllando la posta elettronica per la decima volta, quando la radio cominciò a gracchiare. Due messaggi in venti secondi.

    Uno via e-mail, che annunciava l’arrivo di una figlia mai vista e l’altro via radio, che lo chiamava per un caso di suicidio. Abbastanza per rovesciare il caffè.

    Lily si sentiva avvolta dall’oscurità, dal freddo e dal terrore. Riusciva a stento a sentire il corpo dalla vita in giù e si aspettava che qualche animale le attaccasse le gambe da un momento all’altro. Il freddo le era penetrato nelle ossa ed era sfinita.

    Immaginare i titoli delle riviste scandalistiche era quello che le aveva impedito di affogare. Lillian Fotheringham, erede della catena inglese di fast food Fotheringham, si suicida dopo essere stata piantata in asso dal fidanzato. Non avrebbe dato a Roger la soddisfazione di vedere quel titolo sui giornali.

    «Siamo sicuri che sia un suicidio?» domandò Riley, fissando scoraggiato le acque nere del mare.

    «Si tratta di una sposa piantata in asso» replicò Harry, alla guida dell’elicottero che costeggiava la scogliera. Harry, Riley e Cordelia erano i membri dell’equipaggio dell’Elisoccorso, incaricato di perlustrare la costa a nord della spiaggia di Whale Cove. L’esperienza diceva che un corpo privo di vita sarebbe stato portato in quel punto dalle correnti.

    «Conosciamo il suo nome?» domandò Riley attraverso il microfono.

    «Lillian Fotheringham.»

    «Un vero scioglilingua.» Stavano scandagliando la superficie dell’acqua con i riflettori, ma il mare era mosso e non si distinguevano i particolari. «Sappiamo da quando tempo è scomparsa?»

    «Cinque ore. O anche di più.»

    «Cinque ore!?»

    «C’è stata una festa sulla spiaggia» spiegò Harry serio. «C’erano ragazzi dappertutto. Quando se ne sono andati, una delle guardie ha notato un mucchio di vestiti abbandonati. C’era anche un portafogli, con un documento di identità e la chiave elettronica di un albergo. Probabilmente la donna ha deciso di andare a nuotare, quando era già buio.»

    «Cinque ore sono troppe per trovarla viva.»

    Harry non si prese la briga di rispondere. I suicidi erano dei disperati. E spesso facevano una fine tremenda.

    «Che cosa ci dice che non sia rimasta alla festa?» domandò Riley perplesso. «Potrebbe essere finita in camera di qualcuno.» Ma sapeva che era improbabile. Li aveva chiamati la Polizia e quelli difficilmente sbagliavano.

    «La logica» rispose Harry, mentre compiva un altro giro con l’elicottero. «Ha trentun’anni, circa dieci più dei ragazzi che partecipavano alla festa. Alloggia all’hotel Sun, nella suite riservata agli sposi in luna di miele. Il poliziotto ha trovato il passaporto nella cassaforte dell’albergo. La donna è inglese e, quando l’agente ha chiamato il numero di telefono, che lei aveva lasciato come recapito, i suoi genitori hanno avuto una crisi isterica. Sembra che il matrimonio sia andato a monte e Lillian sia venuta in Australia da sola con il cuore a pezzi. È arrivata tardi, senza anello, senza marito e presumibilmente risentiva del jet lag. Una combinazione letale. È scesa subito in spiaggia, si è tolta i vestiti ed è andata a nuotare.»

    Ormai avrebbero dovuto trovarla...

    «Dove sei, bella?» Riley sapeva che stavano cercando un cadavere, ma bisognava comunque trovarlo. Almeno avrebbero potuto darle sepoltura. E avrebbero potuto ricostruire cosa fosse accaduto esattamente.

    «Chi è Lucy?» gli chiese Harry a bruciapelo.

    «Hai letto le mie e-mail?»

    «Naturalmente» replicò Harry impassibile. Era un pilota esperto, dotato di senso dell’umorismo e di un cuore grande così, ma era un vero ficcanaso. «Dunque, una certa Lucy arriverà venerdì e tu devi trovarle una sistemazione. Vuoi raccontarci di chi si tratta?»

    Riley pensò a quello che avrebbe potuto rispondere. Fatti i fatti i tuoi... Un’amica... Nessuno di importante. Ma alla fine riuscì soltanto a rispondere la verità. «Mia figlia.» Quelle due parole, risuonando nelle cuffie, acquistarono un’eco terrificante. Non le aveva mai dette prima a voce alta.

    «Ci stai prendendo in giro...» esclamò Harry, mentre virava con l’elicottero. «Il nostro solitario dottor Chase... Una figlia! E quanti anni avrebbe?»

    «Diciotto.»

    «Diciotto!» Riley poteva sentire la mente di Harry che faceva i conti. Cordelia invece lo stava fissando, come se avesse avuto due teste.

    «Quanti anni hai? Trentotto?» domandò Harry, trattenendo il fiato. «E hai avuto una figlia diciotto anni fa? Questo vuol dire che eri ancora all’Università. Accidenti, sei proprio riuscito a tenerla nascosta!»

    Infatti. Anche perché non sapeva di avere una figlia. Aveva ricevuto una e-mail soltanto tre mesi prima attraverso il sito dell’Elisoccorso.

    È lei il dottor Riley Chase, che conosceva mia madre diciannove anni fa? Nomi. Date. Dettagli. Una bomba era esplosa nella sua quieta esistenza. Poi più niente. Anche se lui aveva disperatamente cercato di rientrare in contatto. Fino a quella sera...

    Arrivo venerdì. Puoi ospitarmi per qualche giorno?

    Ma in quel momento Riley non poteva permettersi di pensare a Lucy. Riprese a esplorare le onde in silenzio. Tutti i sensi focalizzati sulla superficie del mare.Harry era uno scapolo, senza legami. Cordelia aveva sessant’anni e allevava cani. Riley aveva appena scoperto di avere una figlia. Ma erano tre paia d’occhi, completamente concentrati a scrutare la notte.

    «Avanti...» borbottò Riley, rompendo il silenzio. «Fatti trovare.»

    La luce dell’elicottero continuava a scandagliare il mare, ma... niente. Nient’altro a parte l’oscurità.

    C’erano delle luci. Quella nebbia carica di paura, freddo e fatica si era temporaneamente diradata. E Lily riuscì a vedere al di là dell’ultima onda.

    C’erano dei riflettori accesi sulla scogliera, ma erano così lontani che avrebbero potuto anche essere sulla luna. Un elicottero si muoveva metodicamente al di sopra della superficie dell’acqua. Era lei che stava cercando...? Ma era troppo lontano. E troppo a sud.

    «Resisti» si disse Lily, però il suo corpo stava cominciando a cedere. Non sentiva più i piedi, ma continuava a muoversi nell’acqua. Se si fosse fermata, sarebbe andata a fondo.

    Un’onda la colpì in pieno viso e la fece tossire. «Non darò a Roger questa soddisfazione» mormorò. Stava battendo i denti. Faceva così freddo... «Non morirò a causa di Roger.» Continuava a ripetere quelle parole, come fossero un mantra.

    L’elicottero virò di nuovo. Ma era ancora troppo a sud. Troppo distante.

    «Se è stato un suicidio, a quest’ora sarà morta e starà scivolando verso il basso.»

    «Questo lo sappiamo» replicò Harry serio. «Ma ciò non ci impedirà di continuare a cercarla.»

    «No, ma...» Riley stava parlando più a se stesso che a Harry. «Perché non proviamo ad affrontare il problema da un punto di vista diverso?»

    «In che senso?»

    Le parole di Riley avevano distratto Harry e Cordelia dal loro stato di concentrazione. Ma Harry sembrava ormai aver rinunciato a sperare.

    Riley si sforzò di esprimere a parole il proprio pensiero. «Se questa Lillian fosse stata una semplice turista, senza alcuna intenzione di suicidarsi... A che ora è arrivata in albergo?»

    «Verso le sette e mezza.»

    «Diciamo che soffriva di jet lag, si sentiva stanca e accaldata. Va sul balcone e vede il mare. Potrebbe esserle venuta voglia di fare il bagno al tramonto. Saranno state circa le otto. I bagnini sono già andati via, ma l’acqua è invitante e non è ancora buio... Se si fosse trovata in difficoltà, nessuno l’avrebbe vista.»

    «Stiamo basando le ricerche sull’ipotesi che la donna sia entrata in acqua verso le dieci» affermò Harry con aria scettica.

    «Ma se fosse entrata verso le otto, il suo corpo sarebbe stato trascinato molto più a nord. E se si è trattato di un incidente, avrà tentato di resistere.»

    «La madre è convinta che sia un suicidio.»

    «Quanto bene ti conosce tua madre?» domandò Riley perplesso.

    Seguì una lunga pausa. «Penso valga la pena provare» esclamò Harry, azionando la radio. «Se volessimo ipotizzare che sia entrata in acqua alle otto...» domandò a Bernie della stazione di controllo. «Potresti ricalcolare la sua posizione?»

    Passò un po’ di tempo, prima che Bernie fosse in grado di rispondere. «Un chilometro a nord e molto più vicino alla riva» riferì Harry serio.

    Lasciarsi andare a fondo sarebbe stato facile. Era così stanca...

    Quella luce... Stava venendo verso di lei?

    Probabilmente la stava immaginando... Le stelle, il riverbero delle onde e il rumore del mare si stavano trasformando in un incubo. Ma se quella luce non era frutto della sua immaginazione... allora avrebbe dovuto alzare una mano. Doveva farcela.

    «C’è qualcosa» gridò Riley all’improvviso. La sua vista era acuta. Ma il mare era mosso... Erano vicinissimi alla scogliera.

    «Sei proprio sicuro?» domandò Harry perplesso.

    «No. Ripassaci sopra.»

    Illuminarono la superficie dell’acqua con i riflettori.

    «L’ho vista!» esclamò Cordelia senza fiato.

    Una mano leggermente sollevata...

    «È viva» affermò Riley eccitato. «Se si voleva suicidare, deve aver cambiato idea. Resisti Lillian Fotheringham. Arriviamo!»

    Quella luce... il rumore... Non riusciva a pensare.

    C’era un’ombra sopra di lei. E qualcuno che urlava. Era così stanca...

    Qualcosa stava sfiorando la superficie dell’acqua. Qualcuno.

    Un paio di braccia forti la stavano afferrando...

    Era salva. Adesso poteva lasciarsi andare. Sprofondare nel buio e scomparire.

    «Non rinunci proprio adesso, Lillian» le stava dicendo una voce. «La sto tenendo.»

    Lei fece un ultimo sforzo. Uno sforzo enorme, ma molto, molto importante. «Non sposerò Roger...» riuscì a mormorare a fatica. «L’ho deciso io, non lui. E non mi chiamo Lillian. Io sono Lily

    2

    I raggi del sole illuminavano il copriletto. Lily si svegliò e quella visione fu sufficiente a farle venire voglia di piangere. Vicino al letto c’era un uomo. E aveva uno stetoscopio.

    Si trovava in ospedale? Gli avvenimenti della notte prima le tornarono in mente all’improvviso... o forse solo in parte...

    Acqua. Buio. Spavento. Poi qualcuno che la sorreggeva nell’acqua. Che le gridava qualcosa.

    Rumori. Luci. Persone.

    «Salve» la salutò l’uomo. «Sono il dottor Riley Chase. Bentornata tra noi!»

    Lily lo esaminò con attenzione. Era... bellissimo. Alto, solido e rassicurante. Si prese del tempo per squadrarlo a fondo. I dettagli erano importanti.

    Aveva il viso abbronzato e spigoloso. Intorno agli occhi delle piccole rughe e i capelli, quasi neri, richiedevano un buon taglio e sembravano schiariti dal sole.

    Indossava pantaloni chiari. La camicia con le maniche corte era aperta sul collo. E dal taschino fuoriusciva lo stetoscopio. «I dottori non rientrano nella mia idea di Paradiso» affermò Lily, provando a tirar fuori la voce.

    L’uomo accennò un sorriso, che rese la sua espressione più amichevole...

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