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Pericolosa passione: Harmony Collezione
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Pericolosa passione: Harmony Collezione
E-book155 pagine2 ore

Pericolosa passione: Harmony Collezione

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Info su questo ebook

Arrendersi a uno sconosciuto.



Per Lily Fielding l'intero mondo si riduce alla piccola e sicura isola caraibica sulla quale vive, ma la comparsa di un intrigante sconosciuto sta per cambiare per sempre la sua esistenza. La sua semplice presenza ha risvegliato ogni suo senso, facendo nascere in lei un desiderio stuzzicante e proibito al tempo stesso.



Raphael Oliveira sa di dover resistere alla tentazione che rappresenta per lui la bellissima Lily. Del resto, ovunque vada il pericolo lo segue, e il suo oscuro passato rischierebbe di distruggere entrambi. Lily però l'ha come stregato.
LinguaItaliano
Data di uscita21 ago 2017
ISBN9788858969021
Pericolosa passione: Harmony Collezione

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    Anteprima del libro

    Pericolosa passione - Anne Mather

    successivo.

    1

    Lui era in piedi in cima alla scogliera che si innalzava in fondo alla baia. La stava guardando? Lily non lo sapeva, ma non aveva bisogno del suo intuito per capire chi era.

    Dee-Dee glielo aveva detto. O meglio, l'aveva messa in guardia. E Dee-Dee pareva sapere tutto. In realtà sosteneva di possedere la... vista e nessuno, sulla piccola isola caraibica di Orchid Cay, avrebbe osato contraddirla.

    E, in effetti, era vero. L'anziana donna aveva previsto la malattia di sua madre e l'uragano che aveva quasi distrutto il porto turistico della città.

    Suo padre non era d'accordo sul fatto che Dee-Dee sapesse tutto e considerava le visioni della loro domestica delle chiacchiere senza senso. Essendo un prete anglicano non riusciva a concepire le premonizioni.

    In quel momento, però, Lily non era molto interessata ai poteri di Dee-Dee, bensì al suo desiderio che quell'uomo sparisse. Non le piaceva che la guardasse e si chiese di nuovo cosa ci facesse sull'isola.

    Secondo Dee-Dee il suo nome era Raphael Oliveira ed era di New York. Sosteneva inoltre che doveva aver avuto dei problemi e che pertanto aveva acquistato una delle proprietà più belle dell'isola per sfuggire alla giustizia.

    Tuttavia, non si poteva nemmeno fare affidamento sulle congetture di Dee-Dee e nessuno aveva mai saputo che la casa a Orchid Point fosse in vendita.

    A ogni modo lei sperava che lo sconosciuto se ne andasse. Quella, di solito, era l'ora in cui faceva la sua nuotata serale e non aveva nessuna intenzione di spogliarsi di fronte a lui... anche se era a più di trenta metri di distanza. Ripiegò l'asciugamano e tornò verso la canonica. Fu solo quando era ormai a casa che si voltò a lanciargli una rapida occhiata per scoprire, con suo grande disappunto, che non c'era più.

    Una settimana più tardi Lily era seduta alla scrivania, intenta a inserire nel computer i dati dei noleggi della stagione passata, quando qualcuno entrò in agenzia.

    Lavorava alla Cartagena Charters da quando aveva finito l'università in Florida. Non era un impiego particolarmente impegnativo, ma Orchid Cay era una piccola cittadina e non c'erano molti lavori che il padre avrebbe approvato.

    Di solito era il suo capo, Ray Myers, che si occupava di tutte le richieste, quel giorno, però, era a Miami a prendere in consegna uno schooner a due alberi. Le aveva detto che probabilmente non ci sarebbero stati clienti fino al weekend, comunque, nel caso, sarebbe stata lei responsabile dell'ufficio.

    Sospirando per essere stata interrotta, e per dover gestire da sola una nuova richiesta, si alzò e andò a ricevere il cliente.

    Un uomo le dava le spalle e stava guardando fuori dalla vetrata gli alberi degli yacht ancorati nella Marina. Era alto e molto abbronzato. I capelli scuri erano troppo lunghi. Indossava un giubbotto di pelle e jeans neri aderenti che gli fasciavano le gambe lunghe e i fianchi stretti.

    Lily deglutì riconoscendo subito chi era.

    Era lo stesso uomo che l'aveva guardata dalla cima della scogliera una settimana prima. Una persona pericolosa da conoscere, stando all'avvertimento di Dee-Dee.

    Lui si voltò senza darle il tempo di mascherare la sua espressione e lei non poté fare a meno di notare i suoi occhi marrone scuro, le ciglia lunghe, il naso prominente e la bocca sensuale. Non era bello, ma decisamente affascinante. Per la prima volta pensò che Dee-Dee potesse avere ragione.

    «Buongiorno» la salutò lui con voce profonda, senza mostrare di averla riconosciuta. «C'è Myers?»

    Lily esitò.

    Conosceva Ray. Benché parlasse inglese aveva un forte accento, come se non fosse la sua lingua madre.

    «No, il signor Myers non c'è. È un suo amico?»

    Oliveira la guardò come se dubitasse dell'innocenza di quella domanda.

    «No, non sono un amico. Però ci conosciamo. Mi chiamo Rafe Oliveira. Credo che si ricordi di me.»

    Lily si disse che, per quanto la riguardava, era indimenticabile. Ovviamente tenne quel commento per sé. Chissà se era al corrente della sua fama tra gli abitanti dell'isola? E poi aveva detto di chiamarsi Rafe; molto meglio di Raphael.

    «Purtroppo il signor Myers in questo momento si trova a Miami» gli spiegò, rendendosi conto che il bordo della canotta le era uscito dagli shorts. «Posso esserle d'aiuto?»

    Rafe la fissò e lei si accorse che lo chignon che si era fatta quella mattina per tenere legati i capelli si era allentato. Senza contare che non si era praticamente truccata e che doveva avere un aspetto accaldato e infastidito. Davvero una bella immagine!

    «Non credo» rispose lui, sollevando le spalle in un gesto di congedo.

    Di nuovo Lily rimase colpita dal suo fascino. Suo padre sarebbe rimasto sconvolto se avesse conosciuto i pensieri della figlia su un uomo che aveva provocato tutto quel trambusto tra gli isolani.

    «Quando tornerà Myers?»

    Lei inarcò un sopracciglio, che era più scuro dei capelli. Aveva di nuovo chiamato Ray Myers, notò. Il che non suonava molto amichevole.

    Rafe si concentrò sulla Marina e Lily ne approfittò subito per abbassare la canotta.

    «Dovrebbe rientrare dopodomani. Vuole che gli lasci un messaggio?»

    Due occhi scuri come la notte tornarono a fissarla e lei ebbe la certezza che avesse notato i suoi sforzi per coprirsi. Non perché fosse in grado di leggergli nella mente. Lo aveva capito dall'espressione beffarda, che aveva sostituito quella distaccata di prima.

    «Non importa» le disse con un tono di voce che le procurò un insolito sfarfallio nello stomaco. «Gli parlerò di persona al suo ritorno.»

    «Okay.» Lily si aspettava che se ne andasse, invece lui si avvicinò allo scaffale con le brochure e i cataloghi delle diverse attività: pesca, vela, e immersioni.

    Le lanciò un'occhiata con la coda dell'occhio e le domandò: «Le è piaciuta la nuotata l'altra sera?».

    Lei avvampò. Dal suo atteggiamento si era convinta che non l'avesse riconosciuta. Mai avrebbe immaginato che potesse fare riferimento al fatto di averla vista. Era già successo altre volte?

    «Non so a cosa si stia riferendo, señor» ribatté rigida leccandosi le labbra secche. «Vado spesso a nuotare la sera.»

    Abbandonando ogni interesse per le brochure, Rafe si avvicinò al bancone fissandola divertito.

    «Disapprova per caso la mia domanda?»

    «Perché dovrei?» ribatté Lily asciutta, colpita dal fatto che non avesse problemi a leggerle nella mente. «C'è altro, señor? Perché, in caso contrario, avrei del lavoro da sbrigare.»

    «Davvero coscienziosa» rimarcò lui passandosi una mano nei capelli.

    Lei osservò le pieghe del suo giubbotto e si chiese se la pelle fosse morbida come sembrava. A differenza del braccio che copriva e che doveva essere forte e muscoloso. Quei pensieri non contribuivano di certo ad abbassarle la pressione sanguigna. L'aria si fece pesante e Lily incrociò le braccia, quasi a volersi proteggere da quella presenza inquietante.

    Perché non se ne andava? Si stava per caso divertendo a prenderla in giro? E per quale motivo, dato che era ovviamente al di fuori della sua portata?

    «Mi rendo conto di averla imbarazzata. Non avevo nessuna intenzione di spiarla.»

    «Mi stava spiando?» esclamò lei.

    «L'altra sera mi ha visto in cima alla scogliera, così come io ho notato lei» dichiarò Rafe. «Non ho ancora acquisito la capacità di andare in giro per questa isola inosservato. Immagino sia questo il motivo per cui ha cambiato idea sulla nuotata. Non sono uno stupido, signorina... Fielding, giusto? Suo padre è il reverendo del posto, se non sbaglio.»

    Lily venne colta alla sprovvista. Come faceva a conoscere il suo nome? Tuttavia quello che la faceva arrabbiare era che le importava. Maledizione, non era il primo uomo che le mostrava delle attenzioni!

    «Va bene» disse, decidendo che era inutile negare la verità. «L'ho vista. Le è dispiaciuto quando ho cambiato idea?» aggiunse facendolo trasalire. Lei stessa era scioccata dalla sua audacia. Mai avrebbe immaginato di dire una cosa del genere.

    Oliveira si riprese in fretta. Probabilmente aveva affrontato ogni genere di provocazione durante i suoi... cosa? Quarant'anni?

    «Sì. Mi è dispiaciuto avere invaso la sua privacy. Suppongo preferisse stare sola, tuttavia c'era qualcosa di così... pagano in una giovane donna che si comportava in maniera così spericolata. Sono perdonato?»

    A Lily si seccò la bocca. «Dubito» borbottò, non sapendo che altro dire.

    «Poco importa» dichiarò Rafe, avviandosi verso la porta. Poi si voltò e le disse: «Potrebbe dire a Myers che sono passato?».

    2

    Rafe tornò a Orchid Point imprecando contro l'impulso che lo aveva spinto a mettere in imbarazzo quella ragazza. Sapeva chi era perché la sua cuoca gli aveva parlato del padre con sarcasmo.

    Luella, come tanti altri abitanti dell'isola, frequentava la chiesa anglicana mentre segretamente partecipava a un altro tipo di cerimonie religiose quando calava la notte.

    Si incupì, prendendosela con se stesso per averla tormentata. La sua vita non era già abbastanza complicata così? Una ex moglie che insisteva a perseguitarlo. Una reputazione distrutta, benché tutte le accuse a suo carico fossero cadute... e la consapevolezza che vivere a Orchid Cay, a meno che non avesse trovato qualcosa da fare, gli sarebbe venuto a noia.

    Con la sua Jeep svoltò in una strada fiancheggiata da ibischi rossi. Il suo sguardo venne inevitabilmente attratto dal verde delle acque dell'oceano, dalle spiagge bianche e dal sole tropicale.

    Era bello. Gli era mancato quel tipo di paesaggio quando viveva a New York. Tuttavia era stato così occupato a costruire la sua fortuna che aveva dimenticato le semplici gioie della sua infanzia all'Avana.

    Quella era la scusa che aveva accampato la sua ex moglie quando lui aveva scoperto che lo ingannava. Non era mai a casa, si era lamentata Sarah, e si sentiva sola.

    Purtroppo il loro matrimonio era stato un errore fin dall'inizio e di certo non era particolarmente triste quando, a buona ragione, aveva chiesto il divorzio.

    Sfortunatamente Sarah gli aveva messo i bastoni tra le ruote. Malgrado il generoso accordo di divorzio, la sua ex moglie aveva preteso che la perdonasse e che la riprendesse con sé come se non fosse successo nulla. Alcuni mesi dopo il divorzio, era addirittura penetrata nella sua nuova casa distruggendogli la camera da letto. Lui, però, non l'aveva denunciata.

    Aveva sperato che prima o poi lei accettasse il fatto che la loro relazione fosse finita, ma non era stato così.

    Era

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