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Ballo con sorpresa (eLit): eLit
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E-book155 pagine1 ora

Ballo con sorpresa (eLit): eLit

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Info su questo ebook

Dopo aver saldato i debiti del padre e aver comprato una casa alla madre, la bella e protettiva Clare Harrison si trova a dover correre in aiuto anche alla sorella. La ragazza, infatti, rimasta incinta, non riesce a contattare l'uomo con cui ha avuto una fuggevole storia d'amore. Mark King, questo il suo nome, non sembra voler farsi trovare, così Clare decide di architettare un piano per avvicinarlo. Lo incontra a un ballo, ma poi la situazione si complica, perché...
LinguaItaliano
Data di uscita31 ott 2016
ISBN9788858961247
Ballo con sorpresa (eLit): eLit

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    Anteprima del libro

    Ballo con sorpresa (eLit) - Darcy Maguire

    successivo.

    1

    Melbourne, Australia

    Lei era bellissima.

    Per alcuni istanti Mark King non poté fare a meno di fissarla. Poi si guardò intorno, e notò che la sconosciuta aveva attirato l'attenzione di altri ospiti maschili presenti quella sera nel grande salone dei ricevimenti dell'Excelsior Hotel.

    Alta, slanciata, la figura ben modellata nei punti giusti, indossava un abito da sera nero, di gran classe, che le metteva in risalto la pelle candida e i capelli castani dai riflessi color rame.

    L'unico gioiello che indossava era un paio di pendenti di perle a goccia, che le sottolineavano l'ovale perfetto del viso, illuminato da grandi occhi blu.

    Deliberatamente Mark cercò di avvicinarsi alla sconosciuta tenendo sottobraccio Sasha, l'amica di sua sorella che aveva accettato di accompagnarlo a quella festa di beneficenza.

    Osservarla più da vicino non lo deluse. Al contrario, da quella distanza fu in grado di apprezzare maggiormente i particolari dell'abito che lei indossava.

    Nessun pizzo, nessun dettaglio o trasparenza provocanti. Bastavano il taglio squisito e la stoffa impalpabile a mettere in risalto la figura da sirena della donna che lo portava.

    Ma chi è?, si chiese Mark.

    «Mark?»

    La voce di Sasha lo riscosse dalle sue fantasie.

    «Sì?»

    «Mark, se non ti va di ballare, dillo. È già la seconda volta che mi pesti i piedi.»

    Lui abbassò lo sguardo, paragonando il suo quarantasette con la punta delle scarpe di raso color crema di Sasha. «Scusa» le disse. Poi, mentre l'orchestrina attaccava un nuovo brano, dal ritmo più vivace, cercò di focalizzare l'attenzione su qualcosa o qualcuno che non fosse la sconosciuta in nero.

    Di solito, grazie al suo lavoro, la materia di riflessione non gli mancava. Individuare la prossima sfida, cercare ed esaminare il punto debole di un'azienda o una società, entusiasmarsi nell'acquistarla per poi rivenderla moltiplicando i guadagni...

    Che tipo di attività svolgeva Miss Femme Fatale? Era una modella? Una designer? O forse una rubacuori di professione, che passava da una relazione all'altra prosciugando inesorabilmente il conto in banca delle sue vittime?

    Chissà, forse avrebbe potuto trovarle un posto nel suo gruppo di imprese, così avrebbe potuto vederla occasionalmente, spesso, sempre...

    «Permetti?» disse una voce vellutata accanto a loro. Una mano affusolata, con le unghie prive di smalto, diede un colpetto sulla spalla di Sasha.

    Mark guardò dritto negli occhi l'affascinante sconosciuta, che ricambiò lo sguardo senza manifestare alcuna timidezza.

    A distanza più ravvicinata sembrava irradiare una specie di corrente magnetica: di fatto, lo attirava con un'intensità che Mark trovò imbarazzante.

    Si accorse di non riuscire più a toglierle gli occhi di dosso.

    Anche Sasha si voltò a guardarla. «Desidera?» domandò in tono leggermente seccato, valutando con un'occhiata la sua interlocutrice.

    «Scusa se mi intrometto» replicò la sconosciuta in un tono che esprimeva l'esatto contrario del rammarico. «Non ti dispiace se ballo con lui, vero?»

    Mark cercò di nascondere la sorpresa per quella mossa così decisa, ma non esitò. Passò un braccio intorno alla vita della nuova arrivata e la strinse a sé.

    Quel contatto bastò a scatenare di nuovo le sue fantasie.

    Aveva avuto relazioni con molte belle donne, alcune delle quali avevano preso loro per prime l'iniziativa. Tuttavia aveva l'impressione che questa fosse diversa dalle altre.

    Be', non vedeva l'ora di scoprire in che cosa consistesse esattamente la differenza.

    «A che cosa debbo il piacere?» le chiese mentre ballavano.

    Clare era rimasta delusa che Mark King non avesse notato il suo ingresso nel salone, ma si era consolata quando si era accorta che lui continuava a fissarla.

    Era stato proprio quel particolare che le aveva dato il coraggio di avvicinarlo e di chiedergli di ballare.

    Adesso, finalmente, aveva tutta la sua attenzione.

    «Mi annoiavo» rispose alzando leggermente una spalla. In realtà era estremamente soddisfatta. King aveva abboccato all'amo. Ora non le restava che farlo rosolare come un tacchino. Non era difficile catturare l'attenzione degli uomini, pensò con ironia.

    «Ti annoiavi?» replicò Mark, come se la cosa lo sorprendesse.

    «Proprio così» gli confermò guardandosi intorno. Non si era aspettata di suscitare tanto interesse fra gli altri ospiti maschili presenti alla festa, ma aveva deciso di sfruttare quella reazione per fare colpo su Mark King. Per provocarlo e attirarlo in trappola.

    C'era un'altra cosa che non aveva previsto.

    Le fotografie che aveva visto di Mark King non gli rendevano giustizia. Di persona lui era assai più attraente. Molto più alto di lei, la figura asciutta e sportiva messa in risalto dallo smoking, capelli scuri che incorniciavano un bel viso virile, Mark al mattino sarebbe stato indubbiamente uno spettacolo più interessante della copia di un famoso quadro di Cézanne appesa sopra il suo letto.

    «Faccio fatica a credere che una donna come te abbia il tempo di annoiarsi» ribatté lui.

    «È strano che proprio tu dica così.»

    «Che cosa vuoi dire?» le domandò.

    «Non ti capita mai di pensare che nella vita ti sono rimasti ben pochi stimoli?»

    Gli occhi grigi di lui assunsero un'espressione cupa, mentre replicava: «Capisco perfettamente quello che intendi dire».

    Clare cercò di non fare caso alla vicinanza di lui, all'evidente fascino fisico di Mark King.

    Era il suo nemico. Non doveva scordarlo neppure per un istante. Ciò che Mark aveva combinato era imperdonabile e non faceva altro che confermare la diffidenza e l'animosità che lei provava nei confronti degli uomini in generale.

    Tuttavia fu costretta ad ammettere che la sua vicinanza non la lasciava affatto indifferente. Si era aspettata un uomo molto più freddo e sgradevole. Non un esemplare così attraente, dai modi cordiali ed educati, l'espressione aperta, attenta. Non c'era da meravigliarsi, concluse, che le donne rimanessero facilmente vittime del fascino di Mark King.

    Lei, comunque, non avrebbe perso la testa.

    Nella vita aveva subito abbastanza esperienze negative per avere ormai ben chiara la verità sugli uomini e sulle loro parole d'amore: tutti bugiardi, tutte bugie.

    Quindi, anche se provava un'intensa attrazione per Mark King, i suoi sentimenti erano al sicuro. Il lungo periodo di depressione che aveva passato dopo l'abbandono di Josh, il suo ex fidanzato, l'aveva immunizzata per sempre da ogni possibile fantasia romantica.

    Si morse le labbra alla sensazione di sofferenza che quei ricordi le suscitavano.

    A quell'epoca aveva creduto ancora nell'amore... La gioia di stare insieme, le cenette a lume di candela, le passeggiate sulla spiaggia... E poi di colpo tutto era finito.

    Senza litigi, senza un motivo apparente. Non si era neppure accorta che qualcosa non andasse.

    Come aveva potuto essere così cieca?

    Di punto in bianco Josh le aveva detto che si era innamorato di un'altra.

    È stato bello... Addio.

    Adesso era sposato. Con Frances, la donna per cui l'aveva lasciata.

    Era stata ingenua. Ma questa volta non sarebbe andata così.

    Adesso era preparata. Fin troppo. E sicura di sé.

    Con un po' di fortuna sarebbe riuscita a fare cadere Mister Fascino nella sua stessa trappola.

    La musica cessò in quell'istante, e lei si scostò da Mark applaudendo l'orchestra come gli altri ospiti presenti.

    Doveva ammettere, si disse, che il salone da ballo dell'Excelsior Hotel era la cornice ideale per quel party di beneficenza organizzato da Mark King: il pavimento di marmo lucido, i lampadari di cristallo, gli strumenti musicali, gli ospiti rigorosamente selezionati fra la migliore società di Melbourne.

    Alzò il viso. «Sei pronto?» gli sussurrò sfiorandogli quasi una guancia con le labbra.

    «Pronto per che cosa?»

    «Per una sfida» gli rispose. Dopodiché gli voltò le spalle e si allontanò.

    Il primo passo era compiuto. Il piano stava cominciando a funzionare.

    Mark si guardò intorno cercando con lo sguardo la donna con la quale aveva ballato poco prima.

    Imprecò fra sé per averla persa di vista. Tutta colpa di uno degli ospiti che aveva richiesto la sua attenzione.

    Le brune non erano molte in quella marea di teste bionde e rosse, quindi non sarebbe dovuto essere difficile individuarla...

    «Chi diamine era quella?» domandò Sasha in tono piuttosto seccato ricomparendo in quel momento al suo fianco.

    «Che tu ci creda o no, non lo so» ammise Mark. Era comunque ben deciso a scoprirlo. Voleva conoscere ogni dettaglio di lei. Ogni segreto.

    «Un'imbucata?» azzardò Sasha con malignità.

    «Ne dubito» rispose Mark. «Non potrebbe essere sfuggita agli addetti alla sorveglianza.»

    «Potrebbe essere entrata dalle cucine.»

    Quella possibilità lo fece sorridere. Per un istante immaginò quella sirena bruna, in tacchi a spillo e abito di seta, che attraversava le cucine dell'Excelsior fra battaglioni di tartine e gli sguardi sbalorditi e ammirati degli chef.

    «Anche le entrate secondarie sono sorvegliate. Per motivi di sicurezza» spiegò. La presenza di alcuni noti politici e i gioielli di gran valore che molte delle signore indossavano avevano reso necessarie rigorose precauzioni.

    «Vuoi dire che se io avessi voluto entrare dalle cucine non ci sarei riuscita?» insistette Sasha.

    «Assolutamente no.»

    «Però hai lasciato che quella donna mi mettesse in imbarazzo davanti a tutte queste persone» si lamentò lei.

    Quel rimprovero sortì il suo effetto. Notando l'espressione delusa di Sasha, Mark strinse la mascella. Le aveva promesso che quella sera l'avrebbe presentata ad alcune sue conoscenze, ma di fatto fino a quel momento l'aveva ignorata. «Mi dispiace, te ne chiedo scusa.»

    «Sono sicura che troverai il modo di farti perdonare» gli replicò rabbonita.

    Accettare come accompagnatrice a quella festa la migliore amica di sua sorella non era stata una mossa saggia. Troppa differenza di età e...

    Proprio in quel momento individuò con lo sguardo la donna misteriosa.

    Bella come una visione.

    A che cosa lo aveva sfidato? Doveva assolutamente scoprirlo.

    Una serie di possibilità gli attraversò l'immaginazione... E tutte a lieto fine, con lei ben stretta fra le sue braccia.

    L'unica certezza, nel frattempo, era che quella sconosciuta era riuscita ad accendere il suo interesse come mai nessun'altra aveva saputo fare.

    Con uno sforzo di volontà, Mark bloccò quelle fantasie.

    Aveva patrocinato la festa a favore della Heart Foundation, famosa associazione per la prevenzione e la cura delle malattie cardiocircolatorie, per dare al suo successo negli affari un significato che andasse oltre l'ammontare del conto in banca.

    Le sue stesse coronarie, comunque, in quel momento erano sottoposte a uno stress che gli risultava impossibile ignorare.

    Dopo avere presentato Sasha a una delle ospiti e averla lasciata in sua compagnia, si avvicinò all'ingresso della sala da pranzo e fece un cenno a

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