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Fascino conturbante: Harmony Destiny
Fascino conturbante: Harmony Destiny
Fascino conturbante: Harmony Destiny
E-book140 pagine1 ora

Fascino conturbante: Harmony Destiny

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Info su questo ebook

Un colpo di fulmine non capita tutti i giorni.
Non le batteva il cuore in modo così frenetico da quando era una ragazzina, forse. Rachael non riesce a spiegare la propria reazione al fascino conturbante e seducente di Nate McGrory, sa solo che la cosa non le piace. Innanzitutto è sconveniente desiderare di sedurre un uomo al matrimonio della migliore amica, e poi si sente odore di guai solo a guardarlo.
Nate McGrory è rimasto folgorato dalla bella rossa che ha incontrato al matrimonio di Kim e ormai ha deciso che deve conquistarla. Non si lascerà certo scoraggiare dalla riluttanza di Rachael. Un fiore oggi, un cioccolatino domani... non dovrebbe essere difficile attirare la sua attenzione.
LinguaItaliano
Data di uscita10 gen 2021
ISBN9788830523906
Fascino conturbante: Harmony Destiny
Autore

Cindy Gerard

Tra le autrici più amate e lette dal pubblico italiano.

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    Anteprima del libro

    Fascino conturbante - Cindy Gerard

    Titolo originale dell’edizione in lingua inglese:

    Tempting The Tycoon

    Silhouette Desire

    © 2003 Cindy Gerard

    Traduzione di Elisabetta Elefante

    Questa edizione è pubblicata per accordo con

    Harlequin Books S.A.

    Questa è un’opera di fantasia. Qualsiasi riferimento a fatti o

    persone della vita reale è puramente casuale.

    Harmony è un marchio registrato di proprietà

    HarperCollins Italia S.p.A. All Rights Reserved.

    © 2004 Harlequin Mondadori S.p.A., Milano

    eBook ISBN 978-88-3052-390-6

    1

    Impossibile che le stesse capitando una cosa del genere. Sentirsi attratta in quel modo improvviso e travolgente. Quasi una folgorazione.

    La fronte aggrottata in un cipiglio preoccupato, Rachael lottò per ignorare il fremito che la percorse nell’attimo in cui i suoi occhi incrociarono quelli di Nate McGrory. Stringendo convulsamente il bouquet come se fosse uno scudo dietro il quale ripararsi, simulò un atteggiamento di freddo distacco e si costrinse a sostenere lo sguardo del testimone che l’affiancava, un attimo prima di procedere con lui lungo il corridoio centrale della chiesa, verso l’altare.

    Era solo un uomo, in fondo. Una via di mezzo tra Pierce Brosnan e Antonio Banderas, ma pur sempre un uomo.

    Bello, certo. E quale donna al mondo non si sarebbe soffermata ad ammirarlo?

    Gli occhi scuri, accesi da un guizzo malandrino, erano dell’identico colore dei capelli un tantino lunghi, che quel giorno lui aveva pettinato all’indietro, lasciando scoperto un viso energico e mascolino, dorato dal sole, deciso nei tratti e ammiccante nelle espressioni. Il naso era diritto, la fronte spaziosa e le mascelle squadrate. Tutto in lui denotava un carattere risoluto e volitivo. Una minuscola cicatrice a forma di mezzaluna sul sopracciglio sinistro era l’unica imperfezione di un volto che Rachael non avrebbe esitato a definire splendido; un’imperfezione che, sorprendentemente, lo rendeva ancora più interessante. Forse perché conferiva un accenno di vulnerabilità a quell’uomo così sfacciatamente sicuro di sé.

    Sì, era quella l’impressione che Rachael si era fatta di lui: un borioso arrogante, sicuro di poter avere il mondo ai suoi piedi. Conosceva il tipo. Un cocco di mamma, ricco sfondato, abituato alla bella vita. Uno dei tanti da cui era meglio stare alla larga.

    Quando gli rivolse un breve cenno del capo, il sorriso di Nate si allargò e il suo sguardo sembrò inviarle un muto messaggio. Finalmente ci conosciamo. Facciamo sposare questi due e poi potremo dedicarci a noi.

    Per il bene di Karen e degli oltre duecento ospiti che occupavano i banchi della chiesa, Rachael si assicurò che il sorriso con cui lo contraccambiò fosse garbato, ma anche del tutto privo di calore. Come a dirgli: Non farti illusioni, bello. E gira al largo!

    Lui, incredibilmente, rise.

    Non apertamente, ma con quegli occhi che la dicevano lunga e che sembravano volerle lanciare una sfida. Una sfida che era già sicuro di vincere.

    Egocentrico, oltre che arrogante.

    Be’, egocentrico o meno, Rachael aveva già deciso che quel... qualcosa, quel brivido caldo che aveva provato di fronte all’occhiata interessata di quell’uomo non avrebbe avuto nessun seguito. Non soltanto non aveva tempo, ma non aveva nemmeno voglia di impegnarsi in una relazione sentimentale. Era sempre così presa da mille cose!

    La stanchezza. Sì, era colpa della stanchezza se aveva abbassato la guardia, sia pure per un istante. Organizzare il matrimonio della sua migliore amica non era stato uno scherzo. Aveva studiato ogni particolare con una meticolosità quasi maniacale. Era il suo lavoro, in fondo, era così che lei si guadagnava da vivere. Ma quello era il matrimonio di Karen, che peraltro le aveva chiesto di farle da damigella d’onore. Ci teneva in modo particolare che fosse tutto assolutamente perfetto: i fiori, la musica, il ricevimento dopo la cerimonia al Royal Palms Hotel, dove lei era responsabile della Brides Unlimited, l’agenzia interna dell’hotel che si occupava dei ricevimenti nuziali.

    Fino a quel momento non c’erano stati intoppi. Karen era un sogno. La sua espressione raggiante sarebbe bastata da sola a sciogliere ogni tensione in Rachael e a far riaffiorare il lato sentimentale del suo carattere. Quello che da tempo lei si ostinava a soffocare e che invece, suo malgrado, sembrava essere tornato a galla con prepotenza nell’attimo in cui aveva posato gli occhi su Nate McGrory.

    Rachael ebbe una lieve, impercettibile esitazione quando dovette appoggiarsi al braccio che Nate le porgeva. Una reazione esagerata, la sua. Forse era solo sorpresa di vederlo finalmente in carne e ossa, dopo che Karen le aveva tanto parlato del migliore amico del suo fidanzato.

    «Tu aspetta e vedrai se non ho ragione» le aveva detto un mese prima, in una delle rare occasioni, visti gli impegni di entrambe, in cui erano riuscite a fissare un appuntamento per uscire a fare acquisti.

    Erano a pranzo dal Pescatore, un ristorante di Palm Beach famoso per le sue specialità a base di crostacei. C’erano l’oceano sullo sfondo del terrazzino, decine di uccelli che cinguettavano sopra le loro teste e tutto intorno i colori sgargianti dei fiori esotici della Florida, che diffondevano nell’aria un miscuglio di odori inebrianti.

    Dopo aver girato tutti gli atelier più eleganti di Palm Beach e dintorni, la futura sposa aveva finalmente scelto il vestito e le descriveva in termini entusiastici le virtù del vecchio compagno di college di Sam, Nate, un avvocato di grido di Miami che sarebbe arrivato al matrimonio all’ultimo minuto col suo jet privato.

    «Parola mia» aveva continuato, «se non fossi pazza di Sam, mi farei avanti io. Sarà quel miscuglio di sangue latino e irlandese che ha nelle vene... Insomma, ha fascino da vendere. Per di più, ha tanti di quei soldi che non sa come spenderli. Ed è bello da morire.»

    «Lo sono anche quegli ibischi, se è per questo. Ma quanto durano? Un giorno?» Rachael aveva fissato il suo bicchiere di vino bianco con aria annoiata. «No, grazie. Non mi interessa.»

    «Lui ha tutte le carte in regola per...»

    «Potrebbe essere Ben Affleck, Donald Trump e Rodolfo Valentino messi insieme, ma non saprei comunque che farmene. Davvero, Karen, pensa a sposarti. Goditi tuo marito, siate felici insieme, ma piantala di cercarmi un fidanzato. Io sto bene così. Ho tutto quello che posso desiderare.»

    Perché le era tanto difficile far capire alle amiche che non desiderava altro dalla vita? Poteva dirsi arrivata: aveva un lavoro che le piaceva e che le permetteva di guadagnare bene.

    Rachael si concentrò di nuovo sulla cerimonia, poi guardò di sfuggita Nate McGrory.

    Suo malgrado, dovette riconoscere che Karen non aveva esagerato. Era davvero perfetto. Impeccabile nel suo smoking di taglio sartoriale che cadeva magistralmente su spalle ampie da sportivo. In piedi, accanto allo sposo, l’espressione severa, ascoltava con attenzione le parole del celebrante che stava unendo in matrimonio Karen e Sam.

    E lei invece aveva trascorso quasi tutta la cerimonia a mangiarselo con gli occhi!

    Tutta colpa delle scarpe, decise.

    Per non fare la figura della nanerottola col suo metro e sessanta di statura, accanto a Karen e a Kim, che la superavano di dieci centimetri abbondanti, lei era stata così stupida da comprarsi delle scarpe con dieci centimetri di tacco. Per giunta a punta. Ora quelle maledette scarpe le stavano stritolando i piedi e le facevano andare il sangue alla testa.

    Ecco perché le erano venuti in mente certi stupidi pensieri...

    «Vi dichiaro marito e moglie.»

    Quelle parole pronunciate solennemente la richiamarono al presente.

    «Signore e signori, ho l’onore e il piacere di presentarvi il signor Samuel Lathrop e signora.»

    Un applauso si levò dai banchi degli invitati mentre gli sposi sigillavano le promesse che si erano scambiate con un bacio abbastanza casto da compiacere il reverendo, ma anche abbastanza entusiastico da strappare un colpetto di tosse a due o tre degli astanti. E una strizzatina d’occhi al testimone dello sposo, che ovviamente era diretta a Rachael.

    Lei fece finta di non notarla. E finse anche di avere sotto controllo l’inquietante, fastidiosa reazione a quell’uomo.

    Si stampò in faccia un sorriso col quale si augurò di riuscire a esprimere la sua felicità per Karen e Sam. Ma serrò i denti quando il signor Perfezione rise di nuovo, come a volerle dire: Sì, continua a fare la sostenuta, cocca. Tanto alla fine vedremo chi di noi due la spunta.

    Resse il suo sguardo senza vacillare e gli prese il braccio, seguendo gli sposi verso l’uscita. Il messaggio che gli scoccò con gli occhi era altrettanto esplicito. Tu no di certo, bello mio. Tu no di certo.

    2

    «Che bello sarebbe avere un uomo che ti adora così!» sospirò Kim sognante, mentre sedeva a un tavolo del salone dei ricevimenti, al sesto piano del Royal Palms.

    Seduta accanto a lei, Rachael giocherellava col nastrino di raso che serrava le rose del suo bouquet da damigella. Davanti a loro, i due sposi ballavano stretti stretti, circondati da altre coppie d’invitati.

    Il rosa pallido dello shantung di seta dei vestiti delle damigelle si addiceva alla carnagione di Kim e ai suoi capelli corvini, ma Rachael temeva che su di lei non avesse lo stesso effetto. Il rosso fiammeggiante dei suoi capelli l’aveva sempre costretta a stare lontana da quel colore, convinta che le stesse malissimo. Eppure era tutta la sera che Nate McGrory le scoccava sguardi sfacciatamente ammirati. L’aveva presa di mira e non le dava tregua.

    Lasciò il bouquet e si mise a tormentare un tovagliolo. «Tu continua a sognare, Kim, ma l’amore, quello vero, esiste solo nei film, nelle canzoni e nei romanzi per massaie frustrate.»

    E va bene, sì, forse anche nella vita vera. Ma non nella sua. Rachael sospirò insoddisfatta, fissando lo sguardo su Karen e Sam che le passarono davanti, abbracciati.

    «A sentirti parlare, si direbbe che non sei felice per Karen.»

    «Certo che sono felice per lei. Sam è un uomo straordinario. Ma se si azzarda a farla soffrire...»

    «E perché dovrebbe, scusa?»

    «Perché va a finire sempre così. Aspetta e vedrai.»

    Kim scosse il capo e nel movimento fece ondeggiare la coroncina di roselline rosa posata sui lunghi capelli

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